Non rilevo altrettanto impegno , specie da parte del "localissimo" PRC, nella difesa della Costituzione e , quindi, nella raccolta delle firme per contrastare il progetto di . revisione costituzionale del governo berlusconi. Quando vedremo un impegno su tale terreno?. La questione mi sembra,infatti, pregiudiziale ad ogni altra perchè se cade la Costituzione cade tutta la democrazia e ,quindi, anche gay, lesbiche, bisessuali ,transessuali,ecc.,ecc.Non capisco,inoltre, la ragione per cui il locale PRC non abbia manifestato altrettanta sensibilità per gli operai schiavizzati di Nardò.In quell'occasione lungi dall' "uscire dal silenzio" ha, conniventemente, (con la locale CGIL), taciuto (salvo promuovere una desolata ed isolata assemblea nei locali del circolo di nardò.Lo stesso circolo non ritenne,tuttavia, opportuno partecipare ad una grande assemblea sulla vicenda dove era stato invitato il segretario nazionale della FIOM Giorgio Cremaschi ed altre realtà sindacali di base). Trovo,inoltre, ripugnante questo unanimismo di tutte le le forze politiche di "sinistra"con la locale CGIL che più che " uscire dal silenzio " dovrebbe sottoporsi ad un trapianto delle corde vocali per tentare di dare voce ai tanti sfruttati e schiavizzati di questo territorio.L'unica voce attuale resta quella di "aj malorj" che si leva, alta , tonante e sgrammaticata, dalle cattedre della locale università che merita,davvero,di aprire nuovi e più efficienti pulpiti fra i mucchi di carbone del porto brindisino.
SABATO 14 GENNAIO
A LECCE
IN PIAZZA S. ORONZO
dalle ore 17,00 in poi
per un SIT-IN , con diffusione di materiale, video e musica,
per riempire la piazza con le nostre parole, i nostri desideri, con musica e immagini.
Abbiamo, così, pensato di collegarci idealmente a quante saranno a Milano e a Roma a manifestare
e utilizzare l' occasione per essere anche noi in piazza, qui a Lecce e parlare con altre donne e uomin i.
Per coordinare e organizzare al meglio l'iniziativa ci siamo date appuntamento
per Lunedì 9 gennaio alle ore 19,00 presso la sede della CGIL;
questa riunione fa seguito a quella tenutasi, sempre presso la CGIL il 4 gennaio nella quale, anche qui a Lecce,
si è costituito il coordinamento "Usciamo dal Silenzio", gruppo plurale di donne (e non solo) nel quale
ci sono non solo le rappresentanti delle organizzazioni della sinistra (DS- PRC- SDI- VERDI- PDCI- CGIL)
ma anche tante donne che non sono iscritte a nessuna organizzazione.
Segnaliamo, inoltre, che nell'ambito di questa campagna in difesa della legg e 194,
giorno 11 gennaio presso il Museo S.Castromediano Viale Gallipoli , Lecce
alle ore 17,30 vi sarà un dibattito al quale partecipa l'Assessore regionale Elena Gentile.
Di seguito l'appello della manifestazione e alcuni articoli di stampa.
Coordinamento "Usciamo dal Silenzio" - Lecce
Lecce, 07.01.06
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APPELLO 14 GENNAIO
14 GENNAIO:
LIBERTA' DEL VIVERE E DEL CONVIVERE
Il prossimo quattordici gennaio segnerà una data importante nell'agenda pubblica dell'Italia: sarà una giornata dedicata, come è stato votato in una Assemblea di duemila donne, alla costruzione di un "ponte di libertà" tra Roma e Milano, ma sarà anche il giorno della convivenza tra soggetti politici affini. Due manifestazioni importanti: una a Milano del movimento delle donne che lancia il loro rifiuto nei confronti delle manipolazioni regressive sulla loro vita e sulla loro sessualità. Un'altra a Roma dove si svolgerà la manifestazione nazionale per la richiesta dei PACS, i patti di unione civile, che sono possibili in quasi tutti i paesi europei e occidentali, ma che in Italia trovano l'enorme ostacolo dell'asservimento della politica istituzionale alle gerarchie ecclesiastiche. Lo stesso asservimento che intende rimettere le donne sotto tutela, con la modifica della operatività dei consultori.
Entrambe le manifestazioni appartengono
dunque alla nuova frontiera della "politica del vivere" contro la quale si stanno esercitando antichi poteri "forti". Per questo occorre reagire in modo nuovo con molta fantasia evitando le vecchie formule della politica istituzionale che spesso si è dimostrata inadeguata a risolvere la complessità dei problemi. Per lo stesso motivo il fatto che entrambe le manifestazioni per caso siano state convocate nella stessa data è diventata una grande opportunità per costruire una giornata dedicata a quella libertà del vivere e del convivere che in Italia appare costantemente sotto attacco.
Il comunicato congiunto dei diversi soggetti che hanno promosso le due iniziative coglie a pieno l'occasione ed è un impegno molto importante.
La libertà delle donne nello spazio pubblico è spesso stata oggetto di aggressione nel corso degli ultimi mesi di questo anno: dalla triste vicenda della "valanga azzurra" contro la rappresentanza femminile nella politica istituzionale, alle pericolose e strumentali iniziative sulla legge 194 e sul diritto di scelta di maternità. A llo stesso modo il "grande operatore biopolitico", costituito dal clero e dall'associazionismo confessionale, dopo la pseudo-vittoria della legge sulla procreazione assistita, tenta di schiacciare ogni possibile nuova forma di convivenza tra persone, al di fuori della famiglia patriarcale. E' quindi giusto e importante riprendere a manifestare per riappropriarci delle parole politiche che mancano nel dibattito contemporaneo sulla difesa della vita. Da anni infatti il movimento delle donne e quello femminista condividono la difficile battaglia per forme nuove di esistenza e di cura attraverso i PACS. Adesso l'associazionismo gay e lesbico e il fronte laico hanno la possibilità di mostrare la loro attenzione alla libertà delle donne.
Insieme possiamo costruire una alternativa politica alla centrifuga mediatica che ci inonda e toglie spessore alla nostra esperienza umana, impedendoci un dialogo approfondito sul salto di civiltà ormai necessario per tutta l'umanità. Quel ponte t ra Milano e Roma è dunque una dimostrazione di come l'autonoma determinazione delle donne possa incontrare persone altrettanto consapevoli e capaci di nominare il proprio sapere sessuato, quindi parziale e non universale, per costruire nuove forme di convivenza e un diverso concetto di
libertà: quella dell'essere e non dell'avere. Spendiamo dunque il 14 Gennaio per un sogno nuovo che esprima tutta la ricchezza del possibile contemporaneo: la giornata della libertà del vivere e del convivere.
Prime firmatarie
Bianca Pomeranzi, Maria Rosa Cutrufelli, Edda Billi, Lea Melandri, Elettra Deiana, Angela Azzaro, Carla Cotti, Stefania Vulterini, Maria Luisa Boccia, Imma Barbarossa, Lidia Menapace, Elena Del Grosso, Daniela Dioguardi, Titti De Simone
Per adesioni: ccidonne@???
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www.socialpress.it
14 Gennaio: Non solo in difesa della 194...
Manca poco più di una settimana alla manifestazione nazionale in difesa della Legge 194 indetta dall'assemblea autoconvocata delle donne milanesi a fine novembre, e ormai tutto è pronto.
Il percorso del corteo, che partirà alle 14 da Piazza Duca d'Aosta (Stazione Centrale) e - passando per via Vittor Pisani, Turati, Manzoni, Piazza Scala - terminerà in Piazza Duomo.
Il palco, sul quale, dopo il saluto di una delle promotrici, si alterneranno attrici, scrittrici, artiste che leggeranno brani di 'ieri' sull'aborto e la sessualità, e alcuni dei messaggi scritti in queste settimane.
L'organizzazione di pullman e treni che porteranno a Milano partecipanti da tutta Italia (le adesioni, intanto, continuano a crescere.).
E il volantino (scarcabile dal sito
www.usciamodalsilenzio.org), scritto nell'affollato coordinamento del 3 gennaio alla Camera del Lavoro di Milano, che riprende i contenuti proposti nell'appello iniziale di 'usciamo dal silenzio' e nei numerosissimi messaggi mandati all'omonimo sito.
Un testo discusso punto per punto, in un dibattito ancora una volta molto partecipato, che spiega perché il 14 gennaio saremo in piazza: per difendere una legge che (pur diversa da quella che avrem mo voluto) ha funzionato, proteggendo la salute delle donne e contribuendo a far diminuire il numero degli aborti - anche quelli clandestini e ripetuti -, e oggi è pesantemente attaccata.
Per respingere l'intimidazione attuata nei nostri confronti da più parti e con diversi strumenti. L'inutile indagine sui consultori; lo svuotamento di queste strutture prodotto dai 'tagli' alla spesa; l'introduzione di 'persuasori' che vogliono sostituirsi alla capacità di autodeterminazione delle donne, mettendole sotto tutela, con "un'opera di dissuasione fuori legge che è tutt'altra cosa dalla prevenzione, che invece nella 194 è prevista", sottolinea Laura Piretti dell'UDI di Modena.
Un tentativo di prevaricazione che colpisce soprattutto le donne più giovani e le immigrate- dice Marina Squazzetti, cilena, mediatrice culturale in ospedale e nei consultori - "che spesso provengono da situazioni difficili, arrivano alle strutture senza conosce re le opportunità disponibili e con scarsa consapevolezza della propria libertà, senza un percorso di presa di coscienza alle spalle, oppure comunque più deboli, ricattabili in quanto straniere, isolate". Per loro, si cercherà di fare in modo che la manifestazione parli tante lingue.
Ma saremo in piazza anche - e soprattutto - per parlare in senso più ampio di libertà femminile. Una libertà - dice il titolo del volantino - che è "all'origine della vita" e che "si confronta con gli altri, con le relazioni che stabilisce" precisa Maddalena Gasperini. Per ricordare che senza le donne, senza la loro opera di civiltà e mediazione, non ci sarebbe stata né ci sarebbe tutela e sopravvivenza della specie.
Una libertà che è premessa e condizione per quella di tutti.
Che si declina anche come possibilità di progettare il futuro, a fronte di condizioni precarie di vita e lavoro, come dicono soprattutto le donne più gio vani intervenute, che hanno distribuito un volantino dal titolo assai eloquente, "Donne in saldo" (un concetto ripreso anche nel documento comune, in cui della precarietà si parla come del possibile 'contraccettivo del futuro').
Che getta un 'ponte' (ricollegandosi anche al principio della laicità dello stato) tra la manifestazione di Milano e quella promossa dal movimento glbt per lo stesso giorno, a Roma, sui PACS, e non solo ideale: tra i due luoghi è infatti previsto un collegamento, sia con un 'reciproco' intervento dal palco, sia (se sarà possibile) grazie alla diretta radiofonica di Popolare Network. E le due conferenze stampa di presentazione (quella milanese è martedì 10, alle ore 11, alla Casa della Cultura) faranno riferimento ad entrambe le mobilitazioni.
Una libertà che chiama in causa direttamente la politica e il mondo maschile. "Non si resta incinte da sole" ricorda Lea Melandri "ed è necessario riaprire la discuss ione sul rapporto tra i sessi, il confronto con gli uomini sulla sessualità", un tema su cui pochi, anche oggi, sembrano interrogarsi. "Dagli uomini non vogliamo solidarietà, ma il riconoscimento di essere parte in causa", specifica infatti il secondo punto del volantino.
Ed è un discorso che riparte da qui, ma ha orizzonti molto più ampi, identificando la contraddizione e il rapporto tra i sessi come questione nodale, 'fondante' della politica - e della sinistra, riformista o radicale che sia.
Dai luoghi e soggetti della politica 'tradizionale', a proposito dell'aborto, della Legge 40, della pillola RU486, ad oggi abbiamo ascoltato soprattutto proposte irricevibili (buoni ultimi i 'bonus' e la 'promozione della maternità' a tempo determinato ipotizzati anche da alcuni esponenti del centrosinistra).
E più in generale, sulla questione di fondo, abbiamo sentito un assordante silenzio, o parole tanto astratte qua nto inadeguate, o, ancora, 'buoni propositi' che restano tali.
Nei confronti di questa politica, invece, continueremo - come, almeno in parte, non abbiamo mai smesso di fare. - a porre la questione della differenza, della discontinuità del nostro pensiero e delle nostre pratiche. Di una politica che parta dal riconoscimento della parzialità dei soggetti umani diversamente sessuati, e non dall'assunzione di una supposta 'neutralità universale' buona solo a coprire, a legittimare (anche oggi, anche qui) il dominio di un sesso sull'altro e ad imporre esclusione, o un'inclusione imitativa, omologante, subordinata. Che non separa artificiosamente pubblico e privato, che tiene insieme pensiero, corpo, emozioni, com'è nella vita reale, e cerca per tutto questo risposte adeguate.
Sul come farlo, certo, ci sarà da discutere, perché anche da queste prime assemblee (come dalla storia dei movimenti delle donne, in passato) emergono punti di vista, strategie, prospettive diverse. Ma la voglia e l'impegno di cercare strade che portino a percorsi e obiettivi comuni sembrano tornate forti.
Rispetto alle prossime scadenze elettorali, politiche e amministrative, ad esempio "chiederemo" dice Sonia Previato, che di un partito (PRC) fa parte "un'assunzione di responsabilità" sottoposta a stringenti verifiche. "Non voteremo partiti o candidate/i che non sottoscrivano impegni precisi", sembra essere l'opinione prevalente dell'assemblea.
A questo proposito, il 15 gennaio, cioè il giorno dopo la manifestazione, le donne che fanno politica nei partiti del centrosinistra e nelle istituzioni presenti anche nel 'percorso autoconvocato' hanno proposto e organizzato un confronto con i quattro candidati sindaci di Milano (alle 20.45, presso l'Unione Nazionale Femminile di Corso di porta Nuova, 32, Milano).
E, subito dopo la manifestazione, ci ritroveremo in assemb lea per discutere e decidere come continuare. A Milano diverse proposte sono già state fatte, e alcune sono già autonomamente come l'Osservatorio sulla salute della donna e sulla situazione dei consultori che, partendo da Milano si svilupperà in tutta Italia. Altre invece sono in fase di attuazione come la creazione dei gruppi di 'accompagnamento' per le donne che affrontano l'aborto o i gruppi di lavoro su temi mirati quali la sessualità, il rapporto con la scienza e la medicina. Da più parti poi si sta cercando di ricostruire la memoria di quanto già espresso in passato. Un lavoro che alcune hanno già iniziato lo scorso anno con la partecipazione all'iniziativa "la città che verrà" promossa dal Leoncavallo e che si rivolge soprattutto alle più giovani per riprendere un dialogo interrotto continuare a crescere tutte insieme. Per ora, continuiamo a organizzarci e coordinarci attraverso il sito, dove si possono mandare e trovare tutte le informazioni utili per la manifestazione (ades ioni, mezzi di trasporto per arrivare a Milano e cittadini, parcheggi, etc..), compreso il conto corrente bancario attraverso il quale si stanno raccogliendo i fondi necessari alla copertura delle spese, che invitiamo tutte/i a utilizzare.
giovedì 5 gennaio 2006.