http://italy.indymedia.org/news/2006/01/960271.php
Le mucche inquinano piu' delle auto
LOS ANGELES - Nella San Joaquin Valley stessa qualità dell'aria che a  
Los Angeles ma le emissioni dei bovini pesano più dei motori a  
scoppio. Le mucche inquinano più delle auto. Almeno in una remota  
parte della California meridionale, nella quale centinaia di migliaia  
di ruminanti fronteggiano un parco veicoli relativamente esiguo e  
comunque assai meno concentrato che nelle non distanti metropoli  
costiere. La constatazione è firmata dal Dipartimento di controllo  
dell'inquinamento della San Joaquin Valley, a Sud di Fresno, una zona  
che dà alloggio a 2,5 milioni di vacche, un quinto della popolazione  
bovina dello stato. Frutto non troppo ambito della sintesi delle  
fibre contenute nel foraggio, i nove chili di emissioni organiche  
gassose prodotti, mediamente, in un anno, da una mucca da latte,  
contengono sostanze che reagiscono con altri agenti nocivi fino a  
produrre ozono e smog. Il recente boom dell'industria lattiero- 
casearia dell'area ha fatto il resto, fino a indurre lo storico  
"sorpasso" ai danni di auto e camion. La sorprendente acquisizione  
dovrà quindi servire come base per la futura regolamentazione delle  
emissioni inquinanti, in una regione che l'Agenzia per la protezione  
dell'ambiente Usa indica, assieme alle città di Los Angeles e  
Houston, come le più inquinate del Paese, in base al numero di  
sforamenti del limite dell'ozono registrate negli ultimi sei anni.  
Per riportare l'inquinamento ambientale ad un livello accettabile,  
l'industria lattiero-casearia verrà indotta a investire milioni di  
dollari in costose tecnologie di controllo dei propri scarti. Dovrà  
anche essere tenuta in considerazione l'ipotesi di modificare  
sostanzialmente la dieta del bestiame. Ovviamente, tutto questo ha  
scatenato reazioni da parte dei produttori, che considerano  
"scientificamente malsana" la metodologia che ha portato l'autorità a  
conclusioni tanto drastiche. "Si suppone che la scienza debba guidare  
questo processo, non che si limiti ad usare la bacchetta magica", ha  
detto un esponente del consorzio dei farmer, che mirano a bloccare la  
prossima normativa anti-inquinamento. "Non è possibile catturare  
emissioni che gli studiosi neanche riescono a investigare". La  
polemica sulla metodologia usata per monitorare l'impatto ambientale  
dell'industria alimentare attraverso le sue "macchine produttrici" ha  
coinvolto anche cinque membri del Congresso Usa e associazioni  
ambientaliste: se i primi hanno definito "assurdamente elevate" le  
colpe attribuite ai ruminanti, le seconde ritengono siano addirittura  
state sottostimate. Ma se una radio locale ha ironizzato su una  
neonata "scienza del peto", molti sottolineano che c'è poco da  
scherzare, in una regione nella quale l'estate scorre da un allarme  
ozono al successivo, e dove un bambino su sei va a scuola con  
l'inalatore antiasma. In effetti, è ormai assodato che il processo di  
secrezione alimentare dei ruminanti genera scarichi gassosi non  
benefici, ma la via da percorrere per ridurre le emissioni nocivi è  
tutt'altro che tracciata. Le soluzioni prospettate dall'autorità  
californiana spaziano dal monitoraggio del concime, alla rimozione  
frequente degli avanzi dai recinti sferzati dalla calura, all'uso  
massiccio di enzimi in grado di neutralizzare i rifiuti organici  
degli animali. Insomma, la mucca Zero Emission non è meno lontana  
dell'auto a idrogeno. (2 agosto 2005) Tratto da: 
www.repubblica.it
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Marco Pierfranceschi
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