Firenze, 16 novembre 2005 COMUNICATO STAMPA
Con tre mozioni presentate il gruppo di Rifondazione Comunista pone al Consiglio Regionale una chiara presa di posizione sia a livello regionale che a livello nazionale su trasparenza, legalità, e ferma opposizione alla svolta del Governo Berlusconi repessiva sul versante delle droghe leggere e al contrario permissiva per quanto riguarda i beni dei mafiosi.
Sul versante regionale, il nostro Gruppo Consiliare chiede l'istituzione di una commissione di inchiesta sull'attività di gestione economica e finanziaria dell'Agenzia Regionale di Sanità. Questo, soprattutto a seguito della relazione semestrale prodotta dal Collegio dei Revisori della stessa Agenzia Regionale, inviata proprio in questi giorni al Consiglio. Nella relazione, l'organo di controllo interno, da un giudizio pesantissimo dell'attività dell'ARS in questi anni che rasenterebbe la illegittimità, in particolare riguardo alla gestione del personale e più in generale di tutta la materia contrattualistica. Come, altrettanto pesante, se risultasse confermato, è l'atteggiamento di sostanziale "boicottaggio" e di interferenza che il consiglio di amministrazione dell'Agenzia Regionale ha attuato, soprattutto in questo ultimo periodo nei confronti del collegio dei revisori. Questo, tra l'altro, sottintende l'apertura di un conflitto istituzionale che riteniamo, altrettanto grave, pari alla discutibile attività gestionale denunciata prima.
Sul versante nazionale con la prima mozione Rifondazione Comunista chiede l'adesione all'appello promosso dall'Associazione Libera per bloccare gli effetti devastanti che provocherebbe l'approvazione del disegno di legge governativo.
Nel primo Disegno di Legge viene attuata una revisione dell'attuale normativa sulla confisca dei beni mafiosi che, tra i molti aspetti discutibili, prevede la possibilità di revisione, senza limiti di tempo e su richiesta di chiunque sia titolare di un "interesse giuridicamente riconosciuto", dei provvedimenti definitivi di confisca. In nome di un malinteso garantismo, insomma, si compromettono definitivamente il lavoro e l'impegno di quanti, dalle forze dell'ordine alla magistratura, dalle associazioni alle cooperative sociali, sono oggi impegnati nella difficilissima opera di individuazione e riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie. Viene dato un colpo di maglio gravissimo alla legge Rognoni - La Torre che ha consentito, per oltre venti anni, di aggredire, con forza, le ricchezze accumulate dalle mafie nel nostro Paese.
Questo è quanto scritto nell'appello promosso dall'Associazione Libera. Associazione, da anni attiva su questo versante, soprattutto nelle zone a cosiddetta alta densità mafiosa, promuovendo, insieme ad altre realtà associative analoghe, la nascita di coraggiose cooperative di giovani che coltivano le terre confiscate ai mafiosi o gestiscono immobili trasformati in sedi di servizi sociali. Tutto questo, con l'approvazione del provvedimento del Governo, finirebbe in un limbo di assoluta incertezza. Molte realtà che rappresentano, tra l'altro, anche un serio investimento produttivo per il meridione, sarebbe destinate a scomparire.
Come Gruppo di Rifondazione chiediamo che il Consiglio Regionale sostenga l'appello di Libera e si impegni, nell'ambito delle sue prerogative, a contrastare il provvedimento in discussione in Parlamento.
.Nel secondo provvedimento -la cosiddetta legge Fini- Mantovano sulle droghe- attraverso una modifica all'attuale legge 309, è prevista una svolta fortemente repressiva della normativa sulle tossicodipendenze, in senso ancor più marcatamente proibizionista, non distinguendo ma anzi mettendo sullo stesso piano sostanze leggere e pesanti, spacciatori e consumatori, e delegittimando la rete del servizio pubblico a favore del privato.
La stessa conferenza governativa sulle droghe, che si terrà a Palermo dal prossimo 5 al 7 dicembre, è stata pensata come un momento di rilancio, per il Governo, del Disegno di Legge nazionale. Infatti, è anche per questa ragione che molti soggetti dell'associazionismo e del mondo degli operatori che lavorano in questo settore si sono rifiutati di parteciparvi.
La mozione che il nostro Gruppo Consiliare ha presentato impegna la nostra Regione, anche considerato la prossima discussione in Consiglio di una proposta di legge regionale di segno completamente opposto, a dichiarare la propria ferma opposizione contro la svolta repressiva del Governo Berlusconi sulle droghe, ed il pieno appoggio ai movimenti ed ai cartelli che hanno indetto una serie di manifestazioni che si terranno nel paese, in occasione della conferenza governativa di Palermo, contro la proposta del Governo.
Così come di sostenere l'avvio di politiche concrete che prevedano: la non punibilità dell'uso delle sostanze attraverso la sperimentazione di politiche di legalizzazione differenziata; l'attuazione di programmi d'intervento che valorizzino l'autonomia della persona e il rispetto dei diritti umani; la garanzia che i servizi pubblici siano considerati prioritari per la cura e la riabilitazione, favorendo la partecipazione degli utenti, consolidando e diffondendo un nuovo sistema di "pubblico sociale" dei servizi; dando centralità alla politica di riduzione del danno, favorendo luoghi sicuri di consumo e avviando programmi di somministrazione controllata dell'eroina, già sperimentati con successo in altri paesi europei; il sostegno, in sede di Consiglio Europeo, dei contenuti della risoluzione sulla strategia antidroga, proposta dai nostri parlamentari di Rifondazione ed approvata dal Parlamento Europeo nel dicembre del 2004.
OGG: Mozione
"Contro la svolta repressiva del Governo Berlusconi sulla legislazione sull'uso delle droghe"
Premesso che dal 5 al 7 Dicembre a Palermo si svolgerà la conferenza governativa sulle droghe, un'iniziativa che intende legittimare i contenuti inaccettabili della cosiddetta "legge Fini" che il governo intende approvare prima della fine della legislatura.
I dati che provengono dal mondo scientifico e dalle associazioni del settore dimostrano che si sta sempre di più ampliando tra la popolazione la fascia del consumo di sostanze stupefacenti legali ed illegali, e che si è abbassata in maniera considerevole l'età del primo utilizzo delle sostanze soprattutto rispetto all'Alcol.
Questo dimostra ancora una volta che Proibizionismo e società dei consumi di massa procedono assieme e la diffusione delle sostanze legali o illegali e' strettamente legata a questo intreccio che contribuisce a finanziare in maniera esponenziale le mafie globali.
preso atto che le campagne informative di prevenzione, e le politiche di intervento rispetto al fenomeno sono state lasciate alla volontà degli enti locali senza una reale programmazione da parte del governo rispetto alla valutazione degli interventi posti in atto, senza una complessiva ed articolata strategia sul tema che si misurasse con il contributo degli operatori che lavorano nel campo;
tenuto conto che il fondo di lotta alla droga previsto dalla legge 309/90 è stato in questi anni ridotti ai minimi termini ad opera dei tagli del governo Berlusconi, contribuendo così al taglio di molti progetti innovativi che si occupano del fenomeno e all'aumento della precarietà sociale degli operatori;
considerato che molti Ser.t per effetto dei tagli alla sanità sono di fatto costretti a ridurre sensibilmente gli organici e di conseguenza gli orari di apertura non assicurando così il diritto alla cura che è uno dei principi fondamentali sanciti dalla nostra costituzione;
considerato ancora che il governo ha convocato con grave ritardo la Conferenza Nazionale sulla Droga prevista dalla legge 309 nella quale si confrontano i saperi degli operatori, sfruttando tale appuntamento più per promuovere una legge priva di un reale retroterra scientifico che per favorire la discussione rispetto ad un tema complesso com'è quello del fenomeno delle sostanze;
tenuto conto che tale atteggiamento ha provocato il boicottaggio da parte delle maggiori organizzazioni impegnate nel tema e la conseguente diserzione da parte di molti operatori che non hanno voluto prendere parte ad uno spot elettorale;
visto che nonostante una serie di pronunciamenti negativi emersi nelle audizioni al Senato, alle prese di posizione pubblicamente espresse, il Governo con Fini prima e con Giovanardi poi ha presentato una modifica dell'attuale 309 in senso ancor più marcatamente proibizionista, che non distingue tra sostanze leggere e pesanti, tra spacciatori e consumatori, e delegittima la rete del servizio pubblico a favore del privato;
tenuto conto, infine, che già per effetto delle normative vigenti all'interno delle nostre carcere più di un terzo della popolazione ristretta è tossicodipendente, con elevati rischi per la salute, dato che come molte evidenziano molti studi dentro le carceri l'utilizzo delle sostanze stupefacenti è molto diffuso.
Il Consiglio Regionale
dichiara la propria ferma opposizione contro la svolta repressiva del Governo Berlusconi sulle droghe e il pieno appoggio ai movimenti ed ai cartelli che hanno indetto una serie di manifestazioni che si terranno nel paese contro la proposta del Governo dal 5 al 7 dicembre
propone al Governo Italiano di:
· avviare politiche concrete di non punibilità dell'uso delle sostanze e sperimentazione di politiche di legalizzazione differenziata, evitando la criminalizzazione dei consumatori che non devono essere sottoposti a nessuna pena;
· istituire programmi d'intervento che valorizzino l'autonomia della persona e il rispetto dei diritti umani;
· contrastare le narcomafie, aumentando significativamente l'aiuto allo sviluppo dei paesi produttori di droga, mediante programmi che finanzino coltivazioni alternative sostenibili e la riduzione radicale della povertà, studiando anche la possibilità di favorire e tutelare la produzione a fini medici e scientifici, come nel caso degli oppiacei, nonché di prendere in
considerazione la possibilità di lanciare progetti pilota per la produzione industriale di prodotti leciti derivanti dalle piante contenute nella convenzione del 1961, come ad esempio la canapa indiana e la foglia di coca;
· superare l'impostazione proibizionista della legge 309 con la sperimentazione di politiche di legalizzazione delle droghe leggere;
· riconoscere l'autocoltivazione delle sostanze leggere con particolare attenzione all'uso terapeutico;
· promuovere un piano di informazione corretta sulle sostanze e sugli effetti, intervenendo nelle scuole e negli ambienti di lavoro con percorsi partecipativi condotti da esperti appositamente formati e da consumatori;
· disincentivare le campagne con toni allarmistici ed ideologici che favoriscono le indebite confusioni sulle sostanze;
· coinvolgere gestori dei locali notturni per azioni a tutela della salute evitando logiche repressive e securitarie e realizzando nei ritrovi giovanili azioni formative ed informative sull'uso delle sostanze;
· garantire che i servizi pubblici siano considerati prioritari per la cura e la riabilitazione, favorendo la partecipazione degli utenti, consolidando e diffondendo un nuovo sistema di "pubblico sociale" dei servizi.
· consolidare e sviluppare i servizi di frontiera, innovando profondamente i dipartimenti per le dipendenze. I programmi di reinserimento devono essere adeguatamente finanziati, a partire dall'intervento nelle carceri sviluppando misure alternative alla pena detentiva e programmi di trattamento sostitutivo.
· dare centralità alla politica di riduzione del danno, favorendo luoghi sicuri di consumo e avviando programmi di somministrazione controllata dell'eroina, già sperimentati con successo in altri paesi europei.
· adottare misure adeguate per evitare che i profitti economici derivanti dal traffico illegale di droga possano finanziare il terrorismo internazionale e la criminalità organizzata, applicando la legislazione vigente in materia di confisca dei beni e di lotta contro il riciclaggio dei capitali, sostenendo la legislazione antimafia che prevede il riutilizzo per
fini sociali dei beni (profitti) confiscati alle organizzazioni criminali;
· sostenere in sede di Consiglio Europeo che il piano d'azione contro la droga dell'UE tenga in debito conto i contenuti della risoluzione sulla strategia antidroga 2005 - 2012 approvata dal Parlamento Europeo nel dicembre del 2004.
I Consiglieri Monica Sgherri,
Luca Ciabatti, Roberta Fantozzi, Aldo Manetti, Niccolò Pecorini
OGG: Mozione
"In merito all'appello di Libera contro il Disegno di Legge nazionale in materia di sequestri e confisca dei beni mafiosi"
Premesso che
in questi giorni è in discussione alla Camera il disegno di legge in materia in materia di sequestri e confisca dei beni mafiosi, profondamente sbagliato.
Se fosse approvato sarebbero vanificati gli sforzi fatti, da oltre 20 anni, dalla legge Rognoni - La Torre, per sottrarre alle organizzazioni mafiose le ricchezze accumulate illegalmente. Ma verrebbe gravemente compromessa anche la possibilità di un effettivo riutilizzo sociale di questi beni, previsto dalla legge 109/1996, approvata sulla spinta di oltre un milione di firme raccolte da Libera.
Rilevato che
il disegno di legge prevede che chiunque abbia "un interesse giuridicamente riconosciuto" possa chiedere la revisione dei provvedimenti definitivi di confisca. Senza alcun limite di tempo. Nessuna confisca, di fatto, sarebbe mai definitiva. E così pure nessuna assegnazione. Quale Comune accetterebbe mai di gestire uno di questi beni confiscati, magari spendendo risorse pubbliche per la sua ristrutturazione, se c'è il rischio di perderlo. Quale cooperativa di giovani potrebbe permettersi di gestire i terreni confiscati a Cosa Nostra o alla 'ndrangheta, terreni incolti e in stato di abbandono e degrado, assumendosi i rischi su una attività che potrebbe essere revocata in qualsiasi momento.
La discutibile scelta di affidare alla Agenzia del Demanio l'intera gestione dei beni, dal sequestro alla confisca. Basti pensare che sono appena 60, oggi, le persone impegnate direttamente dall'Agenzia nella gestione di 4.000 beni immobili e oltre 400 aziende confiscate ancora da destinare. Il rischio di collasso sarebbe di fatto garantito.
Una insufficiente considerazione del ruolo svolto fino ad oggi dalle associazioni e dalle cooperative sociali, le quali spesso hanno segnalato i ritardi nella destinazione dei beni, enunciando i rischi di infiltrazione mafiosa, sollecitando i Comuni ha realizzare progetti completi di riutilizzo;
Sottolineato che
Libera, Associazione contro le mafie, ha lanciato un'appello (allegato alla presente mozione) rivolto anche a tutte le forze politiche presenti in parlamento affinché insieme si possa cambiare il disegno di legge.
Sottolineato che
Il Parlamento può ancora correggere questo disegno di legge accogliendo tre semplici proposte:
1) cancellare la possibilità di revisione della confisca in tempi indefiniti da parte di "chiunque", prevedendo la revisione con equo indennizzo per chi è vittima di errori giudiziari;
2) Istituire un'Agenzia (in cui far confluire le competenze e le professionalità presenti nell'Agenzia del Demanio) con adeguate dotazioni di personale e di risorse per la gestione dei beni sequestrati e confiscati alle mafie;
3) Prevedere la partecipazione, a livello nazionale e locale, delle associazioni di volontariato riconosciute e impegnate in attività di promozione e diffusione della cultura della legalità
IL CONSIGLIO REGIONALE
Aderisce e sottoscrive l'appello "Salviamo la legge sui beni confiscati alle mafie";
Impegna il Presidente del Consiglio a trasmettere la presente mozione a tutti i Gruppi Parlamentari, alle Regioni, al Presidente dell'ANCI, dell'UPI e dell'UNCEM.
I Consiglieri Monica Sgherri
Roberta Fantozzi, NiccoloPecorini , Luca Ciabatti , Aldo Manetti
SALVIAMO LA LEGGE SUI BENI CONFISCATI ALLE MAFIE - APPELLO
la legge Rognoni - La Torre, che consente da oltre vent'anni di aggredire le ricchezze accumulate dalle mafie nel nostro Paese, è in pericolo. Rischia di essere approvato dal Parlamento, infatti, un disegno di legge che tra i molti aspetti discutibili prevede la possibilità di revisione, senza limiti di tempo e su richiesta di chiunque sia titolare di un "interesse giuridicamente riconosciuto", dei provvedimenti definitivi di confisca. In nome di un malinteso garantismo, insomma, si compromettono definitivamente il lavoro e l'impegno di quanti, dalle forze dell'ordine alla magistratura, dalle associazioni alle cooperative sociali, sono oggi impegnati nella difficilissima opera di individuazione e riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie. Nessun provvedimento di confisca, di fatto, sarà mai definitivo. Nessuna assegnazione di beni confiscati avrà un futuro certo. Altri avrebbero potuto essere gli strumenti con cui risarcire, anche dal punto di vista economico, eventuali vittime di errori giudiziari, sempre possibili, nell'iter che va dal sequestro preventivo dei beni alla loro definitiva confisca. Se dovesse essere approvato, invece, quanto previsto dal comma 1 lettera "m" dell'art. 3 del disegno di legge AC 5362 recante "Delega al Governo per il riordino della disciplina in materia di gestione e destinazione delle attività e dei beni sequestrati o confiscati ad organizzazioni criminali", tutti i beni confiscati (dai terreni coltivati da coraggiose cooperative di giovani agli immobili trasformati in sedi di servizi sociali o in caserme delle forze dell'ordine, solo per fare alcuni esempi) finirebbero in un limbo di assoluta incertezza. Ovvero esattamente il contrario di quanto sarebbe necessario oggi. Le mafie, infatti, hanno da tempo affinato i meccanismi con cui riciclano i proventi delle loro attività illecite e nel nostro Paese si registra, negli ultimi anni, una consistente flessione del numero di beni confiscati. Una situazione che richiede normative efficaci e scelte concrete in grado di far crescere la fiducia di chi è impegnato ogni giorno nella lotta alle mafie. E' per queste ragioni che l'associazione Libera (che raccoglie più di 1200 associazioni nazionali e locali, scuole, cooperative) e i sottoscritti familiari delle vittime delle mafie, attraverso questo appello, chiedono un serio e approfondito ripensamento, in sede di dibattito parlamentare, del disegno di legge delega AC 5362, soprattutto per quanto riguarda la possibilità di revisione dei provvedimenti definitivi di confisca, affinchè deputati e senatori di tutte le forze politiche sappiano trovare la giusta misura, il corretto equilibrio tra la tutela dei diritti di chi subisce i provvedimenti di confisca dei beni e la necessità di sottrarre alle organizzazioni mafiose gli immensi patrimoni che accumulano ogni anno, nell'illegalità e nel sangue. Trasformando questi beni, come sta avvenendo faticosamente oggi, in segni tangibili di legalità e giustizia.
Hanno gia' aderito:
Luigi Ciotti; Giuseppina La Torre; Rita Borsellino; Giovanni Impastato; Claudia Loi; Edna Cosina; Daniela Marcone; Viviana Matrangola; Debora Cartisano; Margherita Asta; Maddalena Ristagno; Monica Ristagno; Elisabetta Roveri ; Dario Montana; Paolo Sian; Stefania Grasso; Angela Grasso; Le coperative e le associazioni che gestiscono beni confiscati alla mafia: Associazione Casa dei Giovani; Coop. Lavoro e Non Solo; Coop. NoE; Coop. Placido Rizzotto; Coop. Valle del Marro; I dipendenti della Calcestruzzi Ericina (azienda confiscata alla mafia nella provincia di trapani),
All'appello hanno inoltre aderito molte associazioni nazionali: Arci, Associazione italiana per l'agricoltura biologica, Avviso Pubblico. Regioni e enti locali per la formazione civile contro le mafie, Antigone, Associazione Beati costruttori di pace, Associazione Rete Fattorie sociali, Auser, Centro turistico giovanile, CGIL, Cipax, CISL, Conapi, Consorzio italiano di solidarietà, Conferenza nazionale volontariato e Giustizia, Coordinamento nazionale comunità di accoglienza, Federazione nazionale Giovani Comunisti, Federazione antiracket e antiusura italiana, Fondazione Antonino Caponnetto, Federazione universitaria cattolica italiana, Gruppo Alce Nero Mielizia, Gruppo Abele, Legambiente, Magistratura democratica, Mutua Studentesca, Psichiatria democratica, Pax Christi Italia, Peace Games, Sinistra Giovanile, Silp Cgil, Tavola della Pace, UIL, Unione italiana sport per tutti, Unione nazionale salute mentale, Unione sportiva Acli.
Hanno fatto sentire il loro sostegno anche gli enti locali impegnati nella gestione di beni confiscati: il Consorzio Sviluppo e Legalità della provincia di Palermo, che raccoglie i comuni di Corleone, San Giuseppe Jato, Monreale, Piana degli Albanesi, Camporeale, Roccamena, San Cipirello, Altofonte, il Consorzio Sole - Cammini di legalità della Provincia di Napoli, che raccoglie i Comuni di Marano, Pomigliano d'Arco, Giugliano in Campania, Casalnuovo, Portici, Pollena Trocchia, Castellammare di Stabia, San Giorgio a Cremano, Afragola, il presidente della Regione Puglia, i sindaci di Alcamo, Colle Val d'Elsa, Bologna, Ottaviano, Favara, Palma di Montechiaro, Pianoro, Mesagne, Martignano, Siculiana, Capraia e Limite, Partinico.
E ancora scuole, circoli didattici, singoli insegnanti, magistrati, tantissimi cittadini e cittadine che hanno voluto sostenere le proposte di Libera