A proposito del biondo Tevere...
E dalla mappatura del Tevere spuntano dune e tesori nascosti. Via al piano 
per la sicurezza del fiume.
Il progetto finanziato dalla regione, utilizza sofisticate tecnologie di 
rilevamento.
I piloni del più antico ponte di Roma, il Pons Sublicius, sotto l'Aventino, 
e quelli del Pons Neronianus, all'altezza di ponte Vittorio Emanuele II. 
Ancora: colonne e blocchi nel canale di Fiumicino, vicino a Capo due Rami, 
resti di torri difensive nella zona di Testaccio.
Passato al setaccio da un ecoscandaglio ad elevata tecnologia e ad altissima 
risoluzione, l'alveo del Tevere ha cominciato a mostrare una piccola parte 
dei suoi immensi tesori archeologici. Ma non solo. Gli impulsi 
elettroacustici emessi dagli strumenti sistemati sotto la chiglia di 
un'imbarcazione che ha solcato il fiume per 80 chilometri, dalla foce fino a 
ponte del Grillo, hanno rimandato sul computer le immagini di alberi 
trascinati dalla corrente, di dune sabbiose in movimento, di enormi aree 
colpite dall'erosione, di accumuli dì argilla che potrebbe contenere 
metalli, idrocarburi ed altri inquinanti.
Informazioni indispensabili per comporre una mappa aggiornata del fondale 
del nostro fiume, per prevenire disastri ambientali come smottamenti o morie 
di pesci, per tracciare le rotte delle imbarcazioni, per mettere a punto un 
piano contro l'erosiòne, per garantire la sicurezza di chi utilizza il corso 
d'acqua, per esempio andando in canoa. E' la prima volta che uno strumento 
di questa precisione viene sperimentato in un fiume italiano.
Spiega il professor Marcello Bernabini, facoltà di Ingegneria alla Sapienza, 
che insieme al collega di Scienze Francesco Latino Chiocci ha messo a punto 
il progetto finanziato con 170 mila euro dall'assessorato regionale 
all'Ambiente e dall'Autorità di bacino delTevere: «La differenza rispetto ai 
sistemi tradizionali di rilevamento è fondamentale. Prima veniva adoperato 
uno scandaglio a un solo raggio, che effettuava il monitoraggio su sezioni 
trasversali a intervalli di cento metri di distanza. Adesso questo strumento 
multiraggio, chiamato appunto multibeam, emette onde sonore ad ampio spettro 
in sequenza costante, senza interruzioni. Il risultato è una fotografia 
fedelissima e completa del fondale».
«Una delle prime applicazioni, che sta molto a cuore all'assessore Bonelli - 
dice Roberto Grappelli, segretario generale dell'Autorità di bacino - sarà 
studiare il modo per ripristinare l'antico viaggio di sabbie e detriti dalla 
sorgente alla foce, per ridurre il preoccupante fenomeno dell'erosione delle 
coste». Conferma Bonelli: «E' allo studio un progetto per permettere ai 
detriti di oltrepassare la diga di Castel Giubileo e proseguire il loro 
percorso verso le coste del litorale». Sempre a proposito del Tevere, 
l'assessore ha annunciato un parco interregionale che proteggerà l'intero 
corso del fiume, dal Monte Fumaiolo al Mar Tirreno. «Ho incontrato gli 
assessori regionali di Emilia Romagna, Umbria e Toscana, che condividono con 
me il progetto».
Bonelli sta preparando la delibera per un altro parco: la Riserva naturale 
dalla montagna del Terminillo, 6.700 ettari tutti nei comuni di Posta e 
Micigliano che hanno avanzato la richiesta alla Regione.
Articolo di Cecilia Gentile tratto da "Roma - Cronaca" de "la Repubblica" di 
giovedì 22 Settembre 2005, pag. XI.
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