PER IL DIRITTO ALL'INFORMAZIONE, CONTRO OGNI
    CENSURA
Roma, 25 maggio 2005
 
 
  L'Associazione Italiana Biblioteche, in riferimento
alla vicenda del 
processo, tuttora in corso, alla bibliotecaria
condannata nel 2003 per 
aver prestato un libro ad una utente minorenne,
intende esprimere la 
propria posizione, in rappresentanza di tutti i
bibliotecari italiani, a 
difesa del diritto di accesso all'informazione e della
libera 
circolazione dei documenti.
 
            Si invitano perciò tutti i cittadini a
firmare ed a 
divulgare questo appello, facendo opera di stimolo e
di sensibilizzazione 
affinché sia rigettata ogni forma di censura e difeso
il diritto 
all'informazione per tutti
                                         Il
Presidentedell'Associazione 
Italiana Biblioteche
                                                      
 Prof. 
MauroGuerrini
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PER IL DIRITTO ALL'INFORMAZIONE, CONTRO OGNI CENSURA
 
APPELLO
 
Una prestigiosa casa editrice italiana (Einaudi)
pubblica un libro di 
Virginie Despentes intitolato Scopami. Una biblioteca
comunale collocata 
all'interno di una scuola acquista il libro. Un'utente
della 
biblioteca, una ragazza di quattordici anni, chiede e
ottiene il libro in 
prestito. La bibliotecaria che ha autorizzato il
prestito viene per questo 
denunciata ai carabinieri e condannata dal giudice per
le indagini 
preliminari al pagamento di una multa ai sensi
dell'art. 528 del codice 
penale: l'opera sarebbe oscena e la bibliotecaria
colpevole di averla fatta 
circolare.
La vicenda è cominciata nel 2000 ed è tuttora in
corso. L'interessata 
ha presentato opposizione alla condanna, e si  attende
con fiducia 
l'esito della causa: l'esame attento degli elementi di
fatto e di diritto 
non potrà che portare alla piena assoluzione. 
 
Secondo il codice penale, osceno è ciò che offende il
senso del pudore, 
e non c'è nulla di più vago, ambiguo e controverso del
comune senso del 
pudore. La biblioteca ha certamente il compito di
selezionare opere di 
qualità, che soddisfino i bisogni degli utenti, ma la
selezione deve 
avvenire secondo criteri oggettivi, e non secondo i
gusti personali del 
bibliotecario di turno: a che titolo la biblioteca
dovrebbe escludere 
dalla consultazione un'opera letteraria inclusa in un
programma 
ministeriale a favore dei minori? Chi ha il potere di
censurare? 
 
La censura è una pratica che caratterizza i regimi
dittatoriali; il 
livello di accesso alle informazioni è un indicatore
della democrazia. 
 
L'Associazione Italiana Biblioteche, nell'esprimere
una propria 
posizione al proposito, ritiene fondamentale ribadire
che la biblioteca da 
sempre è considerata come il luogo in cui si
garantisce e si esercita, 
nelle forme più ampie, la libera circolazione dei
documenti e delle idee 
da questi veicolati. Lo stesso Manifesto Unesco sulle
Biblioteche 
pubbliche ribadisce che "le raccolte e i servizi non
devono essere soggetti 
ad alcun tipo di censura ideologica, politica o
religiosa, né a 
pressioni commerciali".
 
Si sottolinea come il processo alla bibliotecaria
riguardi un'opera di 
libera circolazione, su cui non esistono vincoli né
segnalazioni di 
particolari cautele, che non reca in copertina alcun
formale divieto ai 
minori e che non è stato sequestrato dalla
magistratura e che, anzi, è 
incluso in un elenco di testi consigliati agli
adolescenti dal Ministero 
del Lavoro e delle Politiche Sociali nell'ambito della
campagna contro 
la droga Il vero sballo è dire no.
 
L'Associazione Italiana Biblioteche invita perciò
tutti i cittadini, le 
istituzioni, i mass media a firmare ed a divulgare
questo appello, 
facendo opera di stimolo e di sensibilizzazione
affinche' sia rigettata 
ogni forma di censura e difeso il diritto all'accesso
all'informazione per 
tutti.
 
Se la censura entra in biblioteca, a uscirne svilita
non è solo 
l'istituzione bibliotecaria, ma il profilo democratico
del nostro paese nel 
ventunesimo secolo. 
 
 
L'ASSOCIAZIONE ITALIANA BIBLIOTECHE
in rappresentanza dei bibliotecari italiani
        
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