Terry Boullata ha una carta d'identità blu, israeliana, Salah Iyad, suo
marito una carta d'identità arancione, palestinese, li separa un muro alto
più di 8 metri e una politica di annessione coloniale di Israele.
Di Luisa Morgantini
Il Manifesto 26.04.2005
Avrei dovuto andare a cena da Terry Boullata e la sua famiglia, ma ero
troppo stanca ed anche un pò depressa. Ero rientrata dopo una giornata
passata in un villaggio vicino ad Hebron per cercare di proteggere i
contadini palestinesi, impediti, dagli attacchi dei coloni e dei soldati
israeliani, a muoversi e ad accedere ai campi per il raccolto. Era stata una
giornata dura, in alcuni momenti ero terrorizzata che potesse succedere
qualcosa, che i soldati o i coloni sparassero, che i ragazzini palestinesi
non stessero alla consegna e tirassero sassi, sopratutto ero triste pensando
che il giorno dopo i palestinesi sarebbero stati di nuovo soli ed i blocchi
che eravamo riusciti a togliere sarebbero stati rimessi la notte stessa dai
soldati. Ma i contadini palestinesi erano contenti di vedere internazionali
e israeliani accanto a loro per cercare di togliere i blocchi dalla strada e
rivendicare il loro diritto al raccolto.
Ho chiamato Terry e le ho detto che non ce la facevo ad andare a casa sua ad
Abu Dis. Lei ha insistito per raggiungermi con la zuppa che sua suocera mi
aveva preparato, doveva assolutamente vedermi e dirmi di un muro che stavano
costruendo ad Abu Dis, proprio di fronte alla sua casa. Terry la conosco
dalla prima Intifadah quando era una giovane donna del Fronte Democratico ed
era in carcere.
Non l'avevo incontrata subito, avevo saputo di lei da alcune amiche
palestinesi e israeliane. Una di loro Nayla Ayesh era appena uscita dal
carcere con il suo bambino Majidi ma non poteva vedere il marito Jamal
perchè era stato deportato il giorno in cui era nato il bimbo. Nayla,
qualche anno prima, aveva abortito, mentre, durante gli intorrogatori, la
torturavano. La prima e la seconda volta era uscita dal carcere grazie alla
campagna che avevano fatto alcuni gruppi di donne israeliane e
internazionali, tra loro anche Yael Dayan, figlia del "conquistatore" di
Gerusalemme Est nel 1967, in Italia avevamo anche un gruppo che si chiamava
Nayla, era il 1989.
Nayla, a quel tempo anche lei del Fronte democratico (i partiti palestinesi
erano proibiti dalle autorità di occupazione israeliana), mi diceva che
dovevamo fare di tutto per liberare Terry, una donna straordinaria,
coraggiosa e che aveva contratto un forte epatite virale. Lo facemmo, quando
Terry usci' dal carcere ando' a curarsi negli Stati Uniti. La prima volta ci
siamo incontrate a Ramallah, era l'Agosto del 94, io tornavo in Israele e
Palestina dopo essere stata espulsa nel Novembre del 1988. Aveva ragione
Nayla, Terry era travolgente.
Stava lavorando con un organizzazione di donne, aveva lasciato il Fronte
Democratico, credeva alla sfida degli accordi di Oslo e con il suo solito
entusiasmo si era buttata a capofitto per cambiare la legislazione sulla
condizione delle donne nella società palestinese.
Mentre io continuo a mangiare la zuppa e fare i complimenti a sua suocera,
Terry mi dice, "sai come ha fatto mia suocera a darmi la zuppa?"
"No che non lo so, dimmi."
"Me l'ha fatta passare attraverso uno dei buchi del muro che gli israeliani
stanno costruendo ad Abu Dis, per ora è alto due metri ed ha ancora della
aperture, per esempio vicino alla moschea riesci ad attraversarlo, ma tra
qualche tempo sarà alto più di otto metri, la casa dei miei suoceri è
dall'altra parte, non so cosa succederà di noi, devi assolutamente venire a
vederlo".
Era l'agosto del 2001, oggi quel muro è davvero alto più di 8 metri e non
ci sono più intersezioni, anche lo spazio attraversabile accanto alla
moschea è stato chiuso, così come è stato recintato il vecchio albergo
Cliff di proprietà della famiglia del marito di Terry, Salah Iyad. Era un
albergo carino, la polizia israeliana lo ha confiscato e ne ha fatto una
caserma. Nel Gennaio scorso, a lato dell'albergo, sulla terra confiscata
della famiglia di Salah, gli israeliani hanno spianato una strada, per
alcuni coloni ebrei, che si erano insediati in due vecchie case palestinesi,
hanno già dato un nome al nuovo insediamento: Kidmat Zion. Tra non molto
quando termineranno i controlli e la popolazione palestinese che vive ad Abu
Dis ma senza carta d'identità israeliana, verrà cacciata dall'altra parte
del muro, quell'insediamento crescerà .
Terry e Salah si sono sposati verso la fine della prima Intifadah, il giorno
in cui dovevano registrare il matrimonio lui venne arrestato, in qualche
modo Terry riusciì ugualmentre a farlo registrare. Hanno due figlie Zini,
ormai quattordicenne e Yasmin di otto anni. Terry è di famiglia cristiana,
Salah di famiglia mussulmana, succede spesso che tra gli attivisti delle
forze democratiche palestinesi vi siano matrimoni misti. Terry nel 1999 ha
aperto ad Abu Dis, insieme ad un altra donna Amneh, eletta con la
maggioranza dei voti al consiglio comunale di Abu Dis, una scuola privata
elementare ed un asilo che hanno chiamato "New Generation". La scuola è
dall'altra parte del muro, i 230 bambini, che la frequentavano sono ormai
dispersi, molti di loro vivono dall'altra parte del muro, anche Yasmine non
può più frequentare la scuola della madre. Anche Terry e Salah si devono
separare. Terry essendo di Gerusalemme ha una carta d'identità di colore
blu, israeliana, Salah invece ha una carta d'identà arancione, della West
Bank , non possono più vivere insieme, nella casa di sua proprietà è un
illegale, se la polizia israeliana lo ferma va in carcere e per i
palestinesi è stata cancellata la legge del ricongiugimento familiare.
Salah che nelle elezioni municipali è stato eletto sindaco di Abu Dis, ha
affittato una casa dall'altra parte del muro, quella parte che è rimasta
nella West Bank, sì, perchè il muro, che, secondo le motivazioni
israeliane dovrebbe separare i palestinesi dagli israeliani per questioni di
sicurezza, in realtà separa palestinesi da palestinesi. Abu Dis è una
cittadina spaccata a metà , il muro divide in due la strada principale.
Quelli che una volta erano vicini di casa non riescono neppure più a
vedersi. Youssuf che aveva un negozio su un lato della strada e la casa e il
magazzino dall'altra parte della strada, non ha più scelta, la sua carta
d'identità è arancione, il suo negozio lo può salutare. L'autoritÃ
palestinese può salutare invece quello che avrebbe dovuto essere la sede
del Parlamento Palestinese, il palazzo era quasi terminato, rimane adesso
dalla parte che verrà considerata israeliana, al solito perderanno tutto, a
meno che la legalità internazionale possa essere ripristinata, si, perchè
il muro dell'aparthed e dell'annessione coloniale, dalla Corte
Internazionale di Giustizia dell'Aja è stato considerato illegale e ne ha
chiesto lo smantellamanto.
Zina e Yasmin intanto stanno cercando di accettare la separazione dei loro
genitori, ma covano sempre più rabbia verso i soldati israeliani. Il papÃ
potrà avere qualche volta il permesso di entrare nell'area della grande
Gerusalemme, ma solo fino alle 19 di sera poi dovrà tornare dall'altra
parte del muro e per raggiungere la sua nuova casa che sarebbe a due minuti,
dovrà invece impiegarne più di 30 e passare per una tortuosa strada che
passa vicino al grande insediamento colonico di Ma'ale Adumin quello che in
nome del ritiro delle colonie Gaza, Sharon vuole aumentare di 3.500
abitazioni. Salah è in qualche modo fortunato, ha una licenza di
commerciante e anche se con difficoltà riesce ad avere i permessi
giornalieri, che però costano.
Così l'accordo tra Terry e Salah è che le bimbe resteranno tre notti con
la mamma, tre notti con il papà ed i fine settimana verranno alternati. Le
bambine possono restare con la mamma perchè Terry le ha fatte registrare
sulla propria carte d'identità , altrimenti anche loro non avrebbero avuto
la possibilità di muoversi nei due sensi. Adesso vanno tutte e due a scuola
a Beit Hanina, abbastanza lontane da Abu Dis, una frazione palestinese
considerata da Israele nel piano della grande Gerusalemme. Nel frattempo una
nuova minaccia incombe su Terry e i palestinesi con la carta d' identitÃ
blu; il governo israeliano ha comunicato che con il prossimo Luglio i
palestinesi con carta d'identità israeliana per andare nella Cisgiordania
dovranno avere bisogno dei permessi. E così anche Terry, Zini e Yasmine per
andare a trovare Salah, dovranno perdere giorni e giorni per avere i
permessi e tanti soldi per le carte da bollo.
Terry continua con tutta la sua forza a denunciare la tragedia e
l'ingiustizia del muro: lo fa ovunque, è molto attiva nella Coalizione per
la pace, è una sostenitrice della iniziativa di Ginevra, l'accordo tra
palestinesi e israeliani promosso da Yasser Abed Rabbo e Yossi Beilin.
Quando ha promosso la visita e le manifestazioni in Palestina con il nipote
del Mahatma Gandhi per diffondere la cultura della nonviolenza, mi ha
invitata ad essere con loro e siamo andati insieme dal Presidente Arafat e
marciato con i pacificisti israeliani contro il muro e per la liberazione
dei prigionieri politici palestinesi.
E' per queste attività che ha deciso di non andare a vivere dall'altra
parte del muro, se lo facesse perderebbe la sua carta di identità blu, e
con essa la sua libertà . Non potrebbe partire dall'aereoporto di Tel-Aviv,
ma dovrebbe passare dalla Giordania perdendo giorni e giorni, non potrebbe
passare con la sua automobile con targa israeliana nelle strade fatte solo
per gli israeliani, non potrebbe aiutare i palestinesi che hanno bisogno di
comunicare tra Gerusalemme e la West Bank, non potrebbe più vedere
Gerusalemme e restare in contatto con le pacifiste e i pacifisti israeliani.
Ma sopratutto lei è di Gerusalemme e non vuole andarsene.
Ho raccontato di Terry e Salah, ma sono migliaia e migliaia i palestinesi
separati dal muro