Cominciamo bene !!!
Giuseppe
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From: "marta gatti" <martagatti@???>
To: <martagatti@???>
Sent: Saturday, April 23, 2005 5:08 PM
Subject: I: «Molte scuole, nessuna chiesa», cioè il 100% alla solidarietà
Salute, a tutti,
vi inoltro un ulteriore segnale dei tempi.
Riporto di seguito l'articolo di  Fulvio Fania,
Pubblicità per l'otto per mille, la Rai censura lo spot dei valdesi, 
pubblicato su
http://www.liberazione.it/giornale/050422/R_FANIA.asp
Ciao.
Antonio De Iacob
Respinto lo slogan «Molte scuole, nessuna chiesa», cioè il 100% alla 
solidarietà
Pubblicità per l'otto per mille,
la Rai censura lo spot dei valdesi
Quella pubblicità è eretica, non s'ha da trasmettere. Lo slogan delle chiese 
valdesi e
metodiste "Molte scuole nessuna chiesa" è stato vietato su Radio Rai. 
Riscrivetelo, ha
risposto, in sostanza, la concessionaria Sipra d'intesa con la consociata 
RaiTrade, dopo
aver visionato i testi, come da contratto.
E' proibito dire "nessuna chiesa", anche se a dirlo sono persone che le 
chiese non le
bruciano ma piuttosto le frequentano. Solo che, quando si tratta di spendere 
i soldi
offerti dai contribuenti, si impegnano a utilizzarli esclusivamente per 
opere sociali in
Italia e all'estero, anziché per gli stipendi dei pastori o per la 
costruzione dei templi.
Forse lo slogan andava spiegato? Non è questo il problema. Anzi. Nel mirino 
della censura
Sipra-Rai è finita anche la «frase esplicativa» con la quale i valdesi, dopo 
aver
assicurato che destineranno i proventi dell'otto per mille a progetti 
culturali,
assistenziali e di solidarietà, riassumono: «Nemmeno un euro viene 
utilizzato per le
attività di culto».
Dovete cambiare anche quelle parole, hanno "invitato cortesemente" i 
responsabili Sipra,
giudicando lo spot in contrasto con il codice deontologico di disciplina 
pubblicitaria
sulle reti Rai. Articolo sette, per la precisione, dove si afferma che «la 
pubblicità non
deve esprimere apprezzamenti o contenere valutazioni su problemi aventi 
natura o
implicazioni di carattere religioso, politico, sindacale, giudiziario». 
Peccato che, in
questo caso, la campagna promozionale riguardi appunto l'otto per mille che 
ciascuno può
sottoscrivere a favore di istituzioni religiose: chiesa cattolica, chiesa 
avventista,
assemblee di Dio, luterani, comunità ebraica oppure valdesi e metodisti.
Si attende la replica degli interessati ma è già da escludere che possano 
accogliere un
invito all'autocensura. Il caso promette di esplodere in tutta la sua 
portata e se la Rai
non rivedrà la sua posizione gli ascoltatori di programmi radiofonici come 
"Il baco del
millennio" o "Fahrenheit" non potranno ascoltare il messaggio dei valdesi. 
Quanto alla
televisione, neanche a parlarne, perché i passaggi pubblicitari hanno costi 
sproporzionati
alle risorse della Tavola valdese e metodista.
Non sono in gioco piccoli dettagli di pubblicità ma principi e addirittura 
leggi. L'intesa
tra lo Stato italiano e i valdesi, uno dei "concordatini" che la 
Costituzione prevede per
le confessioni e le religioni diverse dalla cattolica, è stata recepita in 
una legge del
1993 e nella successiva revisione compare una precisa dichiarazione di 
intenti a non
spendere i soldi dell'Irpef per l'attività di culto.
D'altra parte solo a questa condizione la piccola comunità protestante, dopo 
una sofferta
discussione interna, decise di aderire al sistema dell'otto per mille. La 
Cei, invece,
pubblicizza apertamente l'impiego dei finanziamenti per il sostentamento del 
clero,
sottolineandone gli aspetti sociali.
A quel "Molte scuole, nessuna chiesa" gli eredi dell'eretico Valdo tengono 
molto. E' il
cuore della loro campagna promozionale. I quattro milioni e mezzo di euro 
raccolti nel
2000 e incassati lo scorso anno sono briciole rispetto agli incassi della 
Conferenza
episcopale cattolica, circa l'1, 5% a confronto dell'80-90%. E tuttavia a 
scegliere la
"via valdese" sono anche molti cattolici, magari non praticanti, attratti 
proprio dalla
garanzia di un investimento "laico" nella solidarietà. E' emerso da 
un'indagine Eurisko.
Del resto gli aderenti alle due chiese evangeliche in Italia non superano i 
35mila.
Come mai tanto zelo censorio da parte della Rai proprio in queste settimane 
di diretta
continua sul papato? Il dubbio assale i valdesi, tanto più per il fatto che 
la frase
contestata è identica a quella trasmessa negli spot degli scorsi anni.
Ai protestanti italiani queste ultime settimane avevano già riservato una 
brutta sorpresa.
Per la prima volta dal 1945 la trasmissione radiofonica domenicale "Culto 
evangelico" è
stata soppressa dalla Rai nella domenica successiva alla morte di Giovanni 
Paolo II. Senza
neppure chiedere - lamenta la Federazione evangelica - se per caso 
l'edizione di quel
giorno sarebbe stata dedicata proprio al papa.
[Sono state eliminare la parti non di testo del messaggio]
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