Questa è una e-mail di inchiesta da blackblog (oresteblog@???)
Oreste Scalzone a Radio Città Aperta : ?Rompete questo assordante 
silenzio sull?amnistia?
E? ricoverato in un ospedale di Parigi perché dal 7 aprile è in sciopero 
della fame per rompere quello che ha definito un silenzio assordante 
sulla situazione delle carceri e dei prigionieri. Nonostante le 
condizioni di salute (Oreste Scalzone non ha mai avuto un fisico da 
?guerriero? ma come dice lui stesso, gode di una ?ottima cattiva 
salute?), non rinuncia all?idea di farsi intervistare, soprattutto 
perché vuole lanciare un messaggio diretto e senza infingimenti a tutti 
i ?compagni di strada? di una vita : dai maestri come Ingrao ai giovani 
della nuova generazione politica emersi con i movimenti sociali di 
questi anni. ?La differenza tra me e Pannella è che lui con lo sciopero 
della fame vuole ottenere delle risposte dalla società politica sulla 
situazione delle carceri e per ottenere un provvedimento di clemenza. Io 
con il mio sciopero della fame voglio mandare un messaggio a tutti 
coloro che in passato o nel presente, nella sinistra o nei movimenti, 
possono dire o fare qualcosa per rompere questo assordante silenzio 
sull?amnistia e sulle carceri?.
Il messaggio di Oreste Scalzone è chiaro e si articola su tre questioni :
  1) Una soluzione politica sul contenzioso rappresentato dal carico 
penale accumulatosi sulle spalle di 5.000 persone nei decenni scorsi a 
causa dei reati associativi ma soprattutto delle aggravanti introdotte 
dalle leggi di emergenza che hanno appesantito enormemente le sentenze. 
Quando il ceto politico ha dichiarato chiusa l?emergenza ha lasciato 
intatto questo macigno del carico penale affidando la riduzione delle 
pene solo alle soluzioni premiali (la dissociazione) che abbiamo sempre 
rifiutato.
  2) Riaprire una prospettiva abolizionista delle carceri e della 
detenzione come istituzioni
  3) Fare qualcosa affinché l?orrore rappresentato dal sistema 
dell?emergenza si compia. Hanno estradato compagni come Paolo 
Persichetti ed hanno costretto di nuovo alla latitanza persone come 
Cesare Battisti. Si apprestano a farlo di nuovo e non mi riferisco alla 
situazione personale mia perché tra poco i reati di cui mi hanno 
accusato andranno in prescrizione.
Oreste Scalzone ha poi sottolineato come quel sistema dell?emergenza non 
abbia mai cessato di riprodursi e si regga ancora sul ?partito della 
fermezza? dei vari Violante, Castelli, Pisanu. ?Oggi ci sono quasi 
17.000 procedimenti penali in corso contro circa 6.000 militanti o 
attivisti dei movimenti espressisi dagli anni Novanta in poi? - quindi 
in un periodo e con caratteristiche diverse da quelli degli anni settanta.
Nell?intervista con Oreste Scalzone si è poi inserito Paolo Cento 
(deputato dei Verdi) che uno dei pochissimi esponenti della politica - 
insieme a Giovanni Russo Spena del PRC- ad aver ripreso e rilanciato il 
tema dell?amnistia. Cento si detto poco ottimista sulle possibilità di 
portare oggi nell?agenda politica la questione dell?amnistia ma ciò non 
può significare una rinuncia a farlo comunque. Ha segnalato come sia 
stato attivato un Forum contro la repressione che ha preso spunto dalle 
incriminazioni per le clamorose proteste contro il carovita del 6 
novembre scorso (la spesa autoridotta al supermercato Panorama di Roma), 
il dibattito e le iniziative in quella sede possono e devono incrociarsi 
con quello sull?amnistia.
Il testo completo dell?intervista ad Oreste Scalzone sarà disponibile a 
breve e ?socializzato? a tutte e a tutti. La battaglia per l?amnistia 
deve riprendere vigore e non solo per raccogliere l?appello di Oreste 
Scalzone, è un problema di spazi di libertà e di memoria storica che i 
movimenti devono impugnare come uno strumento in più contro un sistema 
politico e giudiziario che si regge sull?ingiustizia...o meglio sulla 
giustizia di classe, un?occhiata a chi sono coloro che sono finiti o che 
finiscono in carcere lo conferma senza bisogno di troppi discorsi.
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