[NuovoLaboratorio] un'ora in silenzio per la pace

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Author: norma
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Subject: [NuovoLaboratorio] un'ora in silenzio per la pace
Rete controg8
per la globalizzazione dei diritti

L'ora in silenzio per la pace si svolgerà anche mercoledì prossimo, 8
dicembre, sui gradini del palazzo ducale di Genova dalle 18 alle 19.
Sarà la centoquarantaquattresima volta che i pacifisti genovesi si
ritroveranno sui gradini del palazzo che ha visto svolgersi il vertice del
g8; l'iniziativa si è svolta per la prima volta pochi giorni dopo
l'attentato alle torri di New York.
Da allora, ai quattro angoli del mondo, sono proseguite le "guerre
dimenticate", fonte di ingenti profitti per produttori d'armi, commercianti
e mercenari. E due guerre, quella contro l'Afghanistan e quella contro
l'Iraq, hanno visto il coinvolgimento diretto dell'Italia, nonostante il
divieto della costituzione e la loro evidente inadeguatezza a combattere il
terrorismo.
Nel corso di questi tre anni sono stati distribuiti ai passanti migliaia di
volantini, ed esposti decine di striscioni e cartelli. Per qualche settimana
è stata allestita una sorta di "gabbia" di Guantanamo, per ricordare le
inaccettabili vilazioni dei diritti umani perpetrati dai nostri "alleati"
statunitensi; in altre occasioni una Kefia sistemata a terra ricordava i
diritti calpestati del popolo palestinese; a Natale 2003 finte bombe sotto
l'albero ricordavano ai passanti quali fossero i nostri "dono" al popolo
iracheno ed afghano.
Tutto inutile? Forse, visto che i morti tra gli iracheni hanno superato i
centomila, e tra i "portatori di democrazia" i mille. Ma è sufficiente che
qualche passante si attardi a leggere i cartelli o a commentare i volantini
perchè i pacifisti ritrovino la determinazione a continuare l'iniziativa.


Il volantino del prossimo mercoledì avranno per argomento la proposta di
costituire a Genova un "tribunale sui crimini di guerra in Iraq; ne incollo
una parte

Proposta di una sessione italiana, da tenersi a Genova, su

"La Politica dell' Informazione di guerra"


La guerra contro l'Iraq è stata giustificata dagli Stati Uniti e dal Regno
Unito con motivazioni risultate clamorosamente false. Nonostante l'
opposizione della maggioranza dei membri delle Nazioni Unite e dello stesso
Consiglio di sicurezza e la protesta, senza precedenti, dei movimenti
pacifisti, è stato sostenuto che l'invasione dell'Iraq era una "nobile"
violenza per il bene comune e, in particolare, per il bene degli Iracheni.
Da parte dei governi americano, inglese, italiano e dei loro alleati si
continua a sostenere la "necessità" della continuazione dell'occupazione con
la motivazione di "salvare" l'Iraq, di prevenire il "male primario del
terrorismo", di condurre l'Iraq alla "democrazia".

Anche se visibilmente menzognero, questo messaggio viene riproposto
quotidianamente, direttamente o indirettamente, da gran parte dei mezzi di
comunicazione di massa. L'opinione pubblica ha dato troppo spesso per
scontata l'indipendenza e la credibilità delle istituzioni e dell'
informazione pubblica: governi, servizi segreti e mezzi di comunicazione. La
guerra in Iraq ha reso manifesto che, per conseguire i loro interessi ed
obiettivi, i padroni dell'informazione sono disponibili a tutto.

La sessione Italiana del WTI intende ristabilire la verità sulla guerra e
sull'occupazione e svelare i meccanismi della disinformazione utilizzando
alcuni casi esemplari. Intende mostrare non solo che la pretesa indipendenza
dei media è stata spesso sacrificata da chi doveva praticarla e tutelarla,
ma anche che la manipolazione dell'opinione pubblica attraverso i media è
stata un obiettivo strategico dei pianificatori militari. Grazie alla
subordinazione dell'informazione, è stato perpetrato il massacro di decine
di migliaia di civili iracheni, mentre le infrastrutture, la vita civile e
soprattutto il futuro di un intero paese venivano distrutti.

La sessione sarà costruita intorno alla raccolta di documenti ufficiali e
del mondo della comunicazione, e alle testimonianze di informatori e
testimoni diretti. Tra le fonti dirette, nazionali e internazionali, saranno
ascoltati: giornalisti indipendenti, che hanno verificato la realtà
irachena, prima e durante la guerra e nel corso dell'occupazione; analisti
dei servizi segreti e dei mezzi di comunicazione; giornalisti accreditati e
associati alle forze armate (embedded); consulenti nelle "pubbliche
relazioni" e nell'informazione, volontari e così via. Nel corso della
sessione sarà inoltre data voce alle vittime della guerra, irachene ma non
solo, perché la loro verità sia confrontata con quella distorta della
comunicazione asservita.

La proposta di una sessione italiana del WTI, da tenersi a Genova i giorni
4, 5, 6 marzo 2005, nasce per volontà di un gruppo di cittadini genovesi -
scienziati contro la guerra, docenti universitari, attivisti per la pace,
artisti, intellettuali, insegnanti, operatori sociali, ecc. - a cui si sono
unite voci da tutta Italia.