COMUNICATO STAMPA
CS163-2004
SUMMIT UNIONE EUROPEA-RUSSIA: AMNESTY INTERNATIONAL DENUNCIA LE CRESCENTI
PERSECUZIONI AI DANNI DEI DIFENSORI DEI DIRITTI UMANI IN CECENIA
Bruxelles, 24 novembre 2004 - In vista del summit dell'Aia tra l'Unione
Europea (UE) e il presidente russo Vladimir Putin, Amnesty International
ha diffuso oggi una serie di testimonianze sulle uccisioni e le
'sparizioni' di persone che si erano rivolte alle istituzioni europee per
denunciare gli abusi subiti in Cecenia.
Il rapporto di Amnesty International 'Federazione Russa, il rischio della
denuncia: gli attacchi contro i difensori dei diritti umani nel contesto
del conflitto armato in Cecenia' denuncia casi di difensori dei diritti
umani uccisi, torturati e, in numero ancora maggiore, intimiditi e
minacciati. Dal rapporto si evince chiaramente che gli attivisti per i
diritti umani vengono presi di mira dalle forze statali con l'obiettivo di
ridurli al silenzio.
Il 4 novembre Ruslan Susaev, responsabile dell'organizzazione 'Protesta
dei cittadini', e' stato arrestato insieme alla moglie e minacciato di
ritorsioni nei confronti della sua famiglia se non avesse firmato una
dichiarazione relativa all'esplosione di una bomba, avvenuta a Sernovodsk
tre giorni prima. Susaev e la moglie, genitori di sei figli, sono stati
rilasciati il 5 novembre. In diverse occasioni, ad agosto e a settembre,
uomini armati in uniforme avevano perquisito la loro abitazione; una volta
avevano perso a calci e pugni la madre di Sasaev e alcuni dei figli, in
seguito avevano portato via due figli, successivamente rilasciati.
Ceceni che si sono rivolti alla Corte europea dei diritti umani di
Strasburgo per ottenere una riparazione per le violazioni subite, sono
oggetto di vendette che vanno dalle vessazioni alle minacce di morte fino
all'uccisione di loro stessi o dei loro familiari.
'L'UE non puo' ignorare che la situazione per coloro che denunciano gli
abusi dei diritti umani in Russia e' peggiorata, specialmente quando si
rivolgono a un'istituzione gemella quale la Corte del Consiglio d'Europa'
? ha dichiarato Dick Oosting, direttore dell'ufficio di Amnesty
International presso l'UE. 'Se non riuscira' a coinvolgere la Russia sul
tema dei diritti umani, l'UE mettera' a rischio non solo la propria
credibilita', ma anche quella della principale istituzione per la
protezione dei diritti umani in Europa'.
L'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa ha recentemente concluso
che il continuo tributo di sangue e di sofferenza umana in Cecenia e' un
elemento di 'grande preoccupazione per i valori comuni'
dell'organizzazione. L'Assemblea ha chiesto agli Stati membri dell'UE di
'non rimanere passivi quando la gente muore ogni giorno in Cecenia e nelle
repubbliche confinanti, a causa di attacchi terroristici, dei cecchini,
delle mine antipersona, degli abusi delle forze armate e dei servizi di
sicurezza o delle azioni del crimine organizzato'.
'Il summit di domani affrontera' il tema della creazione di uno 'spazio
comune di liberta', sicurezza e giustizia' tra UE e Russia' ? ha
proseguito Oosting. 'Date le crescenti minacce alla protezione dei diritti
umani in Russia, l'UE deve adottare un nuovo approccio. A determinare il
tono dei colloqui non deve essere solo la sensibilita' dalla Russia, ma
anche la preoccupazione dell'UE'.
'Questo spazio comune restera' un luogo vuoto se l'UE non individuera'
dall'inizio alcuni principi non negoziabili: per esempio, che 'liberta''
significa che i difensori dei diritti umani sono liberi di difendere i
diritti degli altri; che 'sicurezza' significa che i giornalisti e gli
avvocati possono esprimere le proprie idee senza essere attaccati o
minacciati; e che 'giustizia' significa che le vittime delle violazioni
dei diritti umani possono liberamente cercare e trovare un rimedio
legale'.
Nel corso del conflitto in Cecenia, le autorita' russe hanno tentato di
limitare le informazioni sulla situazione dei diritti umani. Le
organizzazioni e gli attivisti per i diritti umani, gli avvocati, i
giornalisti indipendenti e singole persone continuano ad avere
un'importanza decisiva nel documentare gli abusi dei diritti umani.
Una persona che aveva presentato un ricorso alla Corte europea dei diritti
umani in merito alla 'sparizione' di suo figlio durante un raid militare
ha avuto l'altro suo figlio ucciso. Un altro ricorrente, che aveva
denunciato la 'sparizione' di suo fratello, e' scomparso a sua volta.
Uno dei casi raccontati dal rapporto di Amnesty International e' quello
della famiglia dell'attivista per i diritti umani Luisa Betergiraeva,
uccisa nel 2001. All'inizio di luglio di quest'anno, in un raid delle
forze federali, uno dei figli di Luisa, Zelimkhan Betergiraev, 28 anni, e'
stato arrestato ed e' successivamente scomparso. In un secondo raid, il 20
luglio, quando i parenti hanno chiesto ai soldati perche' li stessero
picchiando, si sono sentiti rispondere 'Cosi' farete meno denunce. Tutta
l'Europa sa di voi!'.
Le forme di accanimento contro gli attivisti per i diritti umani
comprendono anche le minacce della polizia di piazzare false prove nelle
loro abitazioni, in modo che risultino coinvolti in atti di 'terrorismo'.
Sulla base delle Linee guida dell'UE sui difensori dei diritti umani,
adottate dai ministri degli Affari esteri quest'anno a giugno, Amnesty
International chiede all'UE di:
- sostenere il legittimo lavoro dei difensori dei diritti umani nel
Caucaso settentrionale, come suggerito dalle stesse Linee guida;
- manifestare le proprie preoccupazioni sugli attacchi contro i difensori
dei diritti umani nel dialogo con la Federazione Russa, compreso il
prossimo summit col presidente Putin;
- insistere sull'avvio senza ritardi di un'indagine indipendente e
approfondita su tutti i casi di rappresaglia contro chi ha presentato un
ricorso alla Corte europea dei diritti umani e su tutti i casi di tortura,
uccisione e 'sparizione' di attivisti e difensori dei diritti umani. Le
conclusioni di questa indagine dovrebbero essere rese pubbliche e le
persone ritenute responsabili dovrebbero essere sottoposte alla giustizia.
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