Author: foa_Boccaccio003 Date: Subject: [foa_Boccaccio003] sulle denunce in arrivo
PRIMA TEPPISTI, TERRORISTI ROSSI, ABUSIVI...ORA LADRI
Siamo di nuovo nell'occhio di un ciclone mediatico, e questo fatto ormai
è una consuetudine per noi. Ed è un fattore ricorrente anche il chiaro
intento diffamatorio che contraddistingue le parole, le accuse ed i toni
che in ogni circostanza sono utilizzati per demonizzare le nostre
attività. E, come sempre, le accuse che ci muovono sono false, perché
partono da fatti mai accaduti.
Il 30 ottobre all'Esselunga di via Ripamonti, a Milano, non c'erano 200
ladri e teppisti, come cercano di far credere i media e la Digos. Quel
giorno, all' Esselunga non è stato rubato nulla, perché IL NOSTRO
OBIETTIVO NON ERA LA MERCE, ma la comunicazione con i lavoratori
dell'Esselunga e con i clienti.
Non arraffavamo prodotti, ma distribuivano questionari e volantini per
denunciare condizioni di vita e di lavoro sempre più precarizzate.
Annunciavamo che, anche a Monza, (come in molte città della penisola),
all' interno del Boccaccio, è nato un Punto San Precario, che vuole
essere un punto di riferimento per chi in città ed in Brianza lotta
contro la precarietà della vita, reclama reddito, servizi e saperi e
all'interno del quale i lavoratori potranno avvalersi di una consulenza
legale che li aiuti a far fronte al labirinto dei contratti atipici.
La nostra città non è esente dal problema della precarietà, che non si
limita all'ambito lavorativo, ma che coinvolge tutta la nostra
esistenza: si continuano ad aprire megastore che, attuando forme di
sfruttamento e vampirismo sociale, generano precarietà e nuova povertà.
Gli affitti delle case sono improponibili; quotidianamente migliaia di
immigrati vengono sfruttati, costretti a lavorare in nero senza alcun
diritto, come nel caso vergognoso dei rumeni pagati 1 euro all'ora nella
sfavillante vetrina del gran premio, che per primi abbiamo denunciato.
Ciononostante c'è chi insiste a criminalizzare ogni cosa che facciamo,
non capendo il valore della nostra esperienza per la città di Monza.
Non ci sorprendiamo ed andiamo avanti nei nostri progetti, lasciando
parlare i soliti politici, e guardando con diffidenza gli articoli che
compaiono sui quotidiani locali: sia gli uni che gli altri non vogliono
conoscere la realtà dei fatti, ma desiderano solamente cavalcare uno
scoop sensazionale (vero o falso che sia), per affondare i loro attacchi
politici.
E' già successo tante altre volte, e con il tempo sono stati
puntualmente smentiti.
Quando abbiamo organizzato iniziative di strada per sensibilizzare
la cittadinanza sulla mancanza di spazi sociali per i giovani, ci hanno
accusato di essere teppisti in cerca di quattro mura dove poterci drogare.
Oggi lo spazio di via Boccaccio è il punto di riferimento per migliaia
di giovani che suonano, dipingono, fanno teatro, si ritrovano a
discutere, guardano film, e per decine di associazioni di questa città
con cui quotidianamente ci confrontiamo.
Quando abbiamo lavorato sulla tematica dell'antifascismo, ci hanno
accusato di essere terroristi rossi. Oggi il nostro operato su questa
tematica è stato riconosciuto come valido dall'ANPI, che ha collaborato
con noi alla stesura di "Monza Partigiana", ultima produzione nata
nell'ambito del percorso intrapreso per la salvaguardia della nostra
memoria storica.
Ora, per la stampa e per alcuni politici, siamo diventati dei ladri:
siamo di fronte ad un nuovo attacco di natura politica all'esperienza di
via Boccaccio.
Tuttavia il problema della precarietà della vita è attuale e ci tocca da
vicino, come lavoratori, studenti, disoccupati. E criminalizzare le
nostre azioni non servirà certo a risolvere la situazione. La
discussione va reimpostata, e per le istituzioni è urgente la necessità
di affrontare queste tematiche, che con fatica stiamo cercando di porre
al centro di un dibattito cittadino, e anche nazionale.
Tutto il resto, al di là dei fatti, sono solo parole al vento.