da e-gazette.it
martedi 19 ottobre 2004
LA LISTA NERA DEGLI EUROINQUINATORI - ECCO LE AZIENDE
ITALIANE
di Sarah Pozzoli
Bruxelles, 18 ottobre - Una decina di stabilimenti e discariche italiane
compaiono nella lista nera dei grandi inquinatori europei. E i triste
primato tra gli italiani spetterebbe a una discarica gestita da Hera. E'
quanto emerge dal registro Ue delle emissioni (Eper, acronimo di European
pollutant emission register), messo a punto dalla commissione di Bruxelles
con i dati raccolti nel 2001 da oltre 10mila impianti e fabbriche dei 15
"vecchi" stati membri più Ungheria e Norvegia. Ecco, secondo quanto
pubblicato dall'organo comunitario, chi sono:
la discarica di rifiuti urbani e speciali non pericolosi di Baricella
(Bologna) che produrrebbe il 21,9% del totale delle emissioni di metano
(CH4) nella Ue;
lo stabilimento di Taranto Ilva, secondo l'Eper produrrebbe il 10,2% del
totale delle emissioni di monossido di carbonio (CO);
la "Radici Chimica" di Novara, sarebbe responsabile del 17,6% del totale
delle emissioni di protossido di azoto;
la "Magnesium Products of Italy" (Verres) del 25,2% del totale di fluoruro
di zolfo;
lo Stabilimento Syndial di Porto Torres del 14,3% del totale delle emissioni
di diossine e di furani;
l'impianto di trattamento chimico-fisico-biologico del depuratore di Lugo
(Ravenna) che produce il 12% del totale delle emissioni di azoto;
il depuratore consortile di Olbia (Sassari) che produce il 10,1% delle
emissioni di fosforo e il 18,4% di TOC;
lo stabilimento brindisino Enipower per il 13,7% del totale delle emissioni
di zinco;
il Centro ecologico di Ravenna per il 14,4% del totale delle emissioni di
dicloroetano (DCE);
lo stabilimento di Porto Marghera per il 25,1% del totale di Hcbd;
Sitindustrie International (Valduggia) per il 25,9% dei composti
organostannici.
LA LISTA NERA DEGLI EUROINQUINATORI - LA FRANCIA BATTE TUTTI
di Sarah Pozzoli
Bruxelles, 18 ottobre - Pochi ma buoni. Si fa per dire, naturalmente.
Scorrendo il registro della Ue, che è ordinato per sostanza inquinante, si
scopre infatti che gli stabilimenti responsabili della maggior parte delle
emissioni in Europa sono poco più di 60.
In pole position troviamo la Francia che figura per ben 19 volte (tra le
aziende citate ci sono: Atofina per diverse sostanze e Aluminium Pechiney),
segue la Gran Bretagna citata 12 volte (compaiono nomi come Bp Chemicals,
Glaxo, Edf Energy, Basf) e subito dopo arrivano l'Italia con 12 (come si può
vedere dall'articolo sopra, gli stabilimenti però sono 11 perché il
depuratore di Olbia è indicato per due sostanze) e la Spagna con 11 (tra le
aziende: Solvay Fluor Iberica e Solvay Quimica, Aceros, Siderurgica
Sevillana). Grecia, Ungheria, Norvegia, Germania, Belgio e Portogallo sono
indicate tre volte ciascuna.
Le informazioni raccolte sono state introdotte nel Registro Europeo delle
Emissioni (Eper, acronimo di European pollutant emission register) una
"carta d'identità" delle aziende inquinanti che ha permesso a Bruxelles di
scoprire, per esempio, che 2.700 allevamenti europei di suini e pollame sono
i responsabili, da soli, del 76% delle emissioni atmosferiche di ammoniaca.
Grazie al Registro, consultabile online dallo scorso febbraio, sono state
individuate anche le industrie che sporcano di più, in termini percentuali,
rispetto a un singolo agente. Una lunga "lista nera" nella quale compaiono
anche una decina di stabilimenti italiani, fra discariche e industrie che,
da sole, immettono nell'aria o nell'acqua più del 10% di un determinato
inquinante, sul totale rilevato nell'Eper.
Altre informazioni all'indirizzo
http://europa.eu.int/rapid/pressReleasesAction.do?reference=MEMO/04/234&form
at=HTML&aged=0&language=EN&guiLanguage=en.
LA LISTA NERA DEGLI EUROINQUINATORI - ON LINE TUTTI I DATI
Bruxelles, 18 ottobre - Inquini? Ma quanto inquini? Ecco la mappa degli
stabilimenti europei che non rispettano l'ambiente:
http://www.eper.cec.eu.int/eper/map2.asp.
La Commissione europea, dopo aver pubblicato su web le aziende di tutta
Europa che causano emissioni inquinanti nell'acqua e nell'aria, lancia ora
la proposta di costituire un registro ancora più accurato che prenda in
considerazione fino a 90 sostanze dannose per l'ambiente e la salute contro
le 50 attuali.
In attesa di questo nuovo rapporto che potrebbe entrare in vigore dal 2007,
dopo la ratifica degli stati membri, già il primo registro europeo delle
emissioni inquinanti (Eper) consente a tutti gli interessati - compresi i
singoli cittadini - di venire a conoscenza del livello di inquinamento di
numerose aziende con un monitoraggio realizzato finora nei quindici vecchi
stati membri, ma che da quest'anno fornirà la fotografia dei venticinque,
oltre alla Norvegia che ha aderito volontariamente.
Bruxelles invita inoltre gli stati membri ad armonizzare i loro metodi di
misurazione e calcolo dell'inquinamento, prendendo in considerazione anche
le emissioni delle discariche che non tutti i Paesi oggi rilevano.
A dimostrazione del successo, il registro degli inquinatori sul web in pochi
mesi ha avuto, rileva l'esecutivo europeo, più di centomila visitatori. Come
l'attuale, anche il nuovo rapporto, che dovrebbe comprendere anche altre
fonti di inquinamento come il traffico stradale e aereo, i trasporti
marittimi e l'agricoltura, sarà aggiornato ogni tre anni.
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