Cosa farebbe lei se fosse al governo?
"Innanzitutto bisogna costruire nuovi centri di permanenza e di prima 
accoglienza. Quelli che ci sono li abbiamo creati tutti noi. Ma le 
sembra normale che il governo attuale non ha costruito un solo 
centro? Non hanno fatto nulla perché confidavano nei respingimenti 
della legge Bossi-Fini [...]".
Le risponderanno che l'Italia non si può far carico delle tragedie di 
un continente.
"Eppure qualcosa dobbiamo fare. Io avanzo una proposta. L'Europa deve 
organizzare una grande conferenza internazionale tra Europa e Africa. 
Non basta parlare con la Libia e fare i campi di contenimento a 
Tripoli invece che a Lampedusa [...]".
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L'Espresso 20-10-2004
EXTRACOMUNITARI / L'EMERGENZA ARRIVI
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Porte aperte agli immigrati
Attacca il governo. Lo accusa di violazione dei diritti. Poi l'ex 
ministro dà la sua ricetta: far entrare in Italia anche chi non ha 
lavoro. Colloquio con Livia Turco
di Marco Lillo
Il centro-sinistra sulla questione immigrazione rilancia. Mentre il 
governo Berlusconi mostra il pugno di ferro, caricando sui charter 
centinaia di disperati appena sopravvissuti alla traversata 
dall'Africa, Livia Turco responsabile Welfare dei Ds ed ex ministro 
della Solidarietà, annuncia in questa intervista a 'L'espresso': 
"Quando torneremo al governo aboliremo la legge Bossi-Fini e 
allargheremo le quote annuali di ingresso nel nostro paese dando la 
possibilità agli extracomunitari di entrare in Italia anche se non 
hanno già un'occupazione. Bisogna creare un nuovo permesso, per 
ricerca di lavoro. Il governo sta sbagliando tutto. Questo problema 
non si affronta con le deportazioni di massa, in violazione delle 
leggi internazionali".
Onorevole Turco, a dire il vero, il governo, per bocca del 
sottosegretario Alfredo Mantovano sostiene che i rimpatri alla 
frontiera li avete inventati voi e non la legge Bossi-Fini.
"Mi fa sorridere questa riscoperta tardiva della legge 
Turco-Napolitano da parte di chi l'ha criticata per anni. È falso. E 
chi dice queste cose è il sottosegretario Mantovano, non il ministro 
Pisanu che è più serio. La nostra legge prevedeva il rimpatrio alla 
frontiera e anche noi abbiamo rimandato in Albania cittadini di altri 
paesi, come i pachistani o i bengalesi. Ma non è questo il punto. La 
differenza tra noi e il centro-destra è che loro stanno facendo vere 
e proprie deportazioni di massa senza tenere in alcun conto la 
situazione individuale. Noi offrivamo a tutti i profughi la 
possibilità di esercitare il diritto di asilo. Non li trattavamo come 
pacchi da rispedire al mittente. Oggi nessuno ascolta le loro ragioni 
e così si violano le convenzioni internazionali sui diritti 
dell'uomo".
Chiunque ha visto uno sbarco sa che quasi tutti i profughi dichiarano 
di fuggire dalla guerra e dalla fame. Accogliendo le domande di asilo 
di tutti non si rischia così di incentivare le partenze verso 
l'Italia?
"Bisogna ricordare una cosa: i rimpatri con i voli charter da parte 
di questo governo avvengono un mese dopo che il questore di Siracusa 
ha dovuto lasciare liberi un centinaio di africani appena sbarcati, 
perché non c'era posto nei campi di prima accoglienza. Questo governo 
fa solo propaganda mediatica. Mostrano i profughi che salgono 
sull'aereo in tv per rassicurare il loro elettorato. Ma sono allo 
sbando, non hanno una seria politica dell'immigrazione".
Cosa farebbe lei se fosse al governo?
"Innanzitutto bisogna costruire nuovi centri di permanenza e di prima 
accoglienza. Quelli che ci sono li abbiamo creati tutti noi. Ma le 
sembra normale che il governo attuale non ha costruito un solo 
centro? Non hanno fatto nulla perché confidavano nei respingimenti 
della legge Bossi-Fini. E invece la legge gli è esplosa in mano 
quando la Corte costituzionale l'ha bocciata. Non si vuole vedere il 
vero problema: l'Africa sta scoppiando. Io mi indigno davanti a 
questi respingimenti di massa nei confronti di persone che vengono da 
Sierra Leone, Liberia, Eritrea, Sudan, paesi con guerre e carestie in 
atto. Non possiamo chiudere gli occhi di fronte a questa tragedia".
Le risponderanno che l'Italia non si può far carico delle tragedie di 
un continente.
"Eppure qualcosa dobbiamo fare. Io avanzo una proposta. L'Europa deve 
organizzare una grande conferenza internazionale tra Europa e Africa. 
Non basta parlare con la Libia e fare i campi di contenimento a 
Tripoli invece che a Lampedusa. Bisogna coinvolgere i paesi di 
partenza dei flussi migratori non solo quelli di transito. Non basta 
la solidarietà parolaia, bisogna stanziare aiuti mentre il governo 
Berlusconi ha ridotto i fondi alla cooperazione. Inoltre si deve dare 
una speranza a questi popoli. Tutti gli accordi con quei paesi devono 
prevedere tre cose: le politiche contro i flussi irregolari, gli 
aiuti ma anche le politiche per creare un canale di ingresso regolare 
in Italia".
La Bossi-Fini prevede una quota di ingresso per i lavoratori delle 
imprese. Non basta?
"Non basta assolutamente. Bisogna tornare alla nostra legge. La 
Bossi-Fini di fatto impone agli italiani e agli stranieri la 
violazione della legge. Non è previsto un vero canale regolare di 
ingresso. Le imprese italiane hanno bisogno di 150 mila immigrati, e 
poi bisogna escludere dalle quote il lavoro domestico. Le colf e le 
badanti non devono rientrare in queste soglie. La Bossi-Fini crea una 
nuova figura: 'il clandestino di Stato'".
Cosa intende per 'clandestino di Stato'?
"Tutti vedono cosa sta accadendo in Italia: gli stranieri entrano, in 
gran parte via terra, con il visto turistico, girano liberamente per 
tre mesi alla ricerca del lavoro. Spesso lo trovano perché c'è grande 
richiesta di colf, badanti e operai. Ma quando l'hanno trovato devono 
tornare in clandestinità. Non hanno alternativa".
Vuol dire che se il centro-sinistra dovesse tornare al governo 
varerebbe una sanatoria per fronteggiare questa situazione di 
illegalità?
"Non le rispondo. Perché non è questo il tema. Certamente 
ripristineremo il sistema delle quote di ingresso e permetteremo agli 
extracomunitari di entrare in Italia anche se non hanno un lavoro. 
Bisogna istituire un permesso per la ricerca di lavoro. Bisogna 
introdurre delle quote più flessibili e una forma di regolarizzazione 
ad personam. Se andremo al governo, con il ripristino del sistema 
delle quote questa situazione finirà: chi oggi è già in Italia, con 
un lavoro sicuro ma non regolarizzato, si presenterà all'ufficio 
stranieri e con il contratto di lavoro otterrà il permesso di 
soggiorno".
Però anche quando era in vigore il sistema delle quote, durante la 
sua gestione, migliaia di persone restavano fuori dalle soglie e si 
davano alla clandestinità. Tutti ricordiamo le file davanti alle 
questure.
"Anche noi abbiamo fatto degli errori. Su bimmo il ricatto della 
paura. Avevamo il mitra dell'opposizione puntato contro e ci siamo 
fatti intimidire tenendo le quote troppo basse. Quando andremo al 
governo introdurremo quote più flessibili. Ma vorrei ricordare che le 
file alle questure ci sono anche adesso. Un'altra follia della legge 
Bossi-Fini è il rinnovo annuale dei permessi di soggiorno che costa 
tantissimo tempo e soldi alle questure. Ci vogliono anche sei mesi 
per ottenere il rinnovo e l'immigrato in quel periodo vive in una 
condizione di sospensione dei diritti. Bisogna portare la durata del 
permesso fino a quattro anni".
Ma l'introduzione di aperture significative, come il permesso per 
ricerca di lavoro o come la durata quadriennale, potrebbero favorire 
un aumento dell'appeal del nostro paese sugli immigrati. Non è un 
rischio?
"Bisogna essere ciechi per non vedere che nonostante i charter e la 
faccia feroce del governo, i barconi continuano ad arrivare. Queste 
persone fuggono da tragedie atroci. Che paura possono avere delle 
minacce del governo Berlusconi?".
E allora come si scoraggia l'immigrazione clandestina?
"Mettiamo in chiaro una cosa: con l'immigrazione clandestina la legge 
Turco-Napolitano era molto rigida, fermo restando il diritto d'asilo. 
Il messaggio che deve arrivare in quei paesi lontani è che esiste 
un'alternativa legale. Bisogna dire ai liberiani, ai somali e ai 
sudanesi: potete venire in Italia seguendo le regole. Ma non 
affidatevi ai criminali senza scrupoli perché sarete respinti".
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Sbarchi poco matematici
Il governo non prevede la pubblicazione aggiornata dei dati 
sull'immigrazione. E da tempo le opposizioni denunciano un uso 
strumentale delle statistiche. L'ultima volta che il ministro 
dell'Interno Beppe Pisanu ha pubblicizzato i dati sugli sbarchi è 
stato il 15 settembre scorso, in occasione dell'accordo con la Libia. 
Si è scoperto così che dal primo gennaio al 15 settembre scorso 
l'Italia ha respinto alle frontiere o espulso 42 mila e 317 immigrati 
clandestini. Quanto agli sbarchi, alla data del 15 settembre erano 
fermi a quota 9 mila e 707, in gran parte provenienti dalla Libia.
I voli charter per rimpatriare gli immigrati clandestini erano stati 
42, in aumento rispetto ai 33 del 2003. Secondo Pisanu, gli sbarchi 
rispetto allo stesso periodo dello scorso anno erano in lievissimo 
calo: da 9 mila e 853 del periodo che va dal primo gennaio al 15 
settembre 2003 ai 9 mila e 707 dello stesso periodo 2004. Dopo quel 
discorso alla Camera, però, sono sbarcate più di 2 mila persone sulle 
coste siciliane provenienti dalla Libia, come ha riferito il 
commissario Rocco Buttiglione a Bruxelles, e il saldo rispetto al 
passato è diventato improvvisamente negativo.