Cari compagni
è passato qualche giorno dalla mail che ho inviato in lista sulla vicenda
di piazza Raibetta e mi sembra che il clima si sia - apparentemente - rasserenato.
Dico - apparentemente - perché ho ricevuto alcuni complimenti e altrettante
critiche per il taglio e il tempismo delle mie argomentazioni.
Le ho ricevute sia in lista, che privatamente per mail e anche in incontri
occasionali per la strada.
Non prevedevo una reazione di questo genere.
Ho riletto la mail e non mi sembra di aver scritto nulla di strano, offensivo
o provocatorio.
Mi sembra di aver espresso solo una piccola opinione personale invitando
le persone che ritengo mi siano vicine a riflettere su una piccola vicenda
che potrebbe essere esemplare di un certo clima e possibile di una evoluzione
- nel suo piccolo, come le formichine - imprevedibile.
Vorrei elencare - anche se in modo disordinato - le critiche che ho ricevuto
e l?opinione che mi sono fatto di questo mini-dibattito. I complimenti non
li citerò.
- Qualche compagno, piuttosto scosso e incazzato deve aver pensato - almeno
una volta - di dare una lezione agli scribacchini.
A qualcuno pruriginano le manine.
?Se li becchiamo - a fare scritte stronze o a dare volantini inopportuni
- gli facciamo il culo?
- Qualcuno si è chiesto: ?Se esistono questi qua ci sarà un motivo, una
ragione, un perché?
Sono solo degli stronzi oppure c?è qualche falla nella quale si insinua
il virus del dissenso a oltranza, irrazionale e incontrollato.
- Uno si è chiesto se anche lo scrivente non sia un provocatore.
A tutti rispondo che non sono questi gli atteggiamenti che mi contraddistinguono.
Nessuna di queste opinioni fa parte del mio bagaglio politico, umano e culturale.
- Non voglio fare del male a nessuno.
- Non ambisco a controllare nessun tipo di dissenso.
- I provocatori non esistono, come non sono esistiti al G8.
Invece esiste chi fa politica, chi la fa in strada, chi in Parlamento, chi
sui giornali o su internet, chi la fa una volta ogni tre mesi con giochetti
eclatanti e mediaticamente ragionati, chi la fa tutti i giorni sul posto
di lavoro, chi la fa come e quando può, chi non riesce a farla, chi non
ce la fa più, chi la fa senza rendersene conto.
In mezzo ci sono anche i rompicoglioni. Menomale.
I muri sono i fogli di carta di chi non ha voce.
I senza-voce sono rompicoglioni da sempre - dalle invettive dei muri di
Pompei a Pasquino, fino ai Gap che scrivevano ?guerra al fascismo? nel ?44.
Sono la voce di chi non ha voce. Di chi non ha giornali, radio e TV - di
chi non desidera essere omologato a niente, neanche ad una minoranza che
pratica il dissenso col freno a mano.
Se una persona sente la necessità di scrivere su un muro vuol dire che nella
società non c?è democrazia, che gli viene negata la voce - e spesso un urlo
ha più valore di una teoria, di una tattica, di un ragionamento razionale
e di una direttiva di partito.
Vorrei continuare a elencare le ragioni che ritengo siano alla base del
dissenso che la sinistra nel suo complesso riceve da queste esigue minoranze
attive.
Esiste una sinistra di maggioranza che appartiene di diritto alla sinistra
reazionaria.
Esiste una sinistra di minoranza che si barcamena in equilibrismi ai confini
del governo.
Esiste una sinistra velleitaria che gioca con i media.
Esiste una vetero-sinistra che urla e basta.
E poi esiste una sinistra sovversiva che non si capisce che cosa sia e combina
solo cazzate.
Quante sinistre - e con chi stare?
Elenco le ragioni per le quali non sto da nessuna parte.
Non sto con i DS perchè non sono un reazionario.
Non sto con Rifondazione perchè non sono comunista.
Non sto con i disobbedienti perché non sono un comico.
Non sto con gli ex autonomi perché mi piacciono le cravatte blu.
Non sto con gli anarchici perché mi piacciono le famiglie numerose e adoro
ridere.
Il clima si è rasserenato?
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per chi si fosse perso la prima parte del discorso allego la prima parte
del discorso
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mail del giorno 11 ottobre
Ho letto sul Secolo XIX della vicenda di piazza Raibetta che ha visto coinvolti
alcuni non meglio identificati punkabbestia.
Ritengo che le cronache giornalistiche siano solo una traduzione in italiano
delle veline sgrammaticate della questura.
In effetti è successo solo che un gruppo numeroso di persone (dalle testimonianze
almeno 50 ragazzi) si siano ritrovati nella piazzetta. Un banchetto e un
po? di musica, parecchi cani, e qualche sconvolto seduto per terra, altri
a chiaccherare con una birra in mano.
Tutto ciò non deve essere parso dignitoso al pizzaiolo della piazza.
Tutto senza nessun schiamazzo e nessuna provocazione, senza atteggiamenti
provocatori e pericolo per l?incolumità dei residenti.
A un certo punto il pizzaiolo è montato sulla sua auto e ha deciso di fare
qualche manovra azzardata, con sgommamenti e pericolo per l?incolumità dei
ragazzi - tutto per ripristinare il proprio dominio sulla piazza e dignità
di imprenditore irreprensibile.
I ragazzi si sono lamentati e hanno ricevuto insulti e minacce.
Parenti e amici del pizzaiolo si sono organizzati (o forse lo erano preventivamente)
e hanno iniziato una rissa con quanti erano accorsi all?appello degli ?anarchici?.
Una ragazza si è presa un piatto su una spalla ed è stata medicata con 16
punti al pronto soccorso.
Una vettura è stata danneggiata.
Gli sbirri sono arrivati in 30 secondi (record) e hanno completato l?opera.
Vorrei porre alla vostra attenzione alcune considerazioni.
I ragazzi anarchici o anarcoidi che si erano dati convegno in piazza Raibetta
possiamo benissimo immaginarci chi fossero.
Gli stessi che alcuni mesi orsono erano stati aggrediti e denunciati per
aver difeso alcuni migranti che venivano perquisiti.
Forse sono gruppi di ragazzi o non più ragazzi (alcuni con più di 40 anni)
che sono riusciti caparbiamente a farsi odiare e isolare da tutti.
Non sono certamente molto educati e non frequentano la migliore società.
Di sicuro non sono molto raffinati nelle scelte tattiche.
Forse sono loro che fanno quelle scritte ?imbecilli? e senza senso che appaiono
da tempo sui muri dei palazzi storici del centro.
Forse sono loro che odiano il Buridda e lo considerano ?merda democratica?,
che scrivono che i disobbedienti sono ?servi dell?impero?,
che sberleffano Tony Negri e Bifo,
che irridono alle ristrutturazioni,
che si divertono in francesismi incerti e vetero sessantotteschi,
che gioiscono coi contorsionismi ideologici dei comontisti - che vedevano
nel crimine - il più alto livello di lotta al capitale,
che odiano tutto e tutti e in questo modo credono di fare politica e di
essere un ?soggetto politico? e non solamente degli ?attori? di una spettacolarità
già analizzata più di trenta anni fa e - finalmente - depositata nella discarica
della memoria e della storia. (Debord)
Forse sono proprio loro.
Sono spazzatura - frattaglie di una storia finita male a cavallo degli anni
?70-?80 - fra eroina e p38, viaggi mistici in India e manicomio criminale.
Questo (per alcuni e per molti) è un delitto gravissimo.
Io preferisco essere dalla parte di chi non si schiera senza aver almeno
tentato di ragionare.
Vorrei continuare con queste considerazioni.
Chi sono questi punkabbestaia - anarcoidi - pazzi sovversivi ?
Sono certamente persone con le quali non è facile dialogare - coi quali
non è facile essere ?compagni? - per i quali non è spontaneo provare simpatia.
Sono maleducati e poco propensi al dialogo.
Loro...
- Pensano di essere i soli ?veri rivoluzionari?.
- Ritengono che tutto il mondo sia una merda.
- Non ritengono che sia necessario avere opinioni diverse dalle loro.
- Non ritengono sia necessario avere opinioni.
- Non sono degli intellettuali.
- Non hanno radici da nessuna parte.
- Non fanno politica.
- Non sono simpatici.
- Non sono alla moda.
- Sono pericolosi.
- Sono incontrollati.
Questo quadro dovrebbe farci riflettere.
Sono pronti per l?uso.
Io non condivido nulla del loro essere e del loro comportamento.
Sono distante mille anni luce.
Non mi piacciono e a volte mi danno fastidio.
Altre provo tenerezza.
Mi sembrano ingenui combattenti del nulla, che inneggiano alla rivolta mentre
si applicano al punto croce.
Confesso che non li capisco.
Ma questo non mi impedisce di pensare.
Devo aspettare che fra loro ci sia un poveraccio che si becca qualche anno
di galera per non aver fatto niente?
Dobbiamo aspettare che fra loro ci scappi un morto.
Ricordiamoci di Carlo Giuliani che non stava da nessuna parte ma era dalla
parte giusta.
Che ha combattuto in piazza contro un esercito di delinquenti in divisa.