Andrea wrote:
> Attendiamo fiduciosi
Mercoledì 22 settembre ? In Città (non posso vivere) Senza la Mia Auto
Ore 18.10, sto mulinando i pedali come un folle per arrivare il prima 
possibile a Piazza del Popolo. L'appuntamento è passato e io sono ancora a 
via dei Fori Imperiali. Andando mi affianca Luca, della CM, ma è in "tenuta 
da lavoro" per cui non credo che parteciperà. Imbocco via del Corso e, 
superata piazza Colonna, mi ritrovo a fare lo slalom tra gli "shoppers" 
pomeridiani. Mentre percorro gli ultimi metri di via del Corso pedonalizzata 
mi chiedo se ci vorrebbe poi tanto a realizzare una pista ciclabile lì, 
nell'area pedonale... in fondo i pedoni avrebbero ancora almeno otto metri 
abbondanti per "ciondolare", serve davvero che occupino l'intera sede stradale?
A piazza del Popolo lo spettacolo non è incoraggiante: siamo POCHI! Saluto 
una decina dei miei, poi Gianfranco della Federazione Ciclistica, Maurizio 
di Legambiente, Stefano del WWF... cerco facce note della CM ma non ne 
trovo. Considero che parte delle associazioni del Coordinamento si sono 
dissociate perché d'accordo con la scelta del Comune (no comment!), che la 
nostra mailing list informativa è bloccata da più di dieci giorni (ossia da 
prima che la manifestazione fosse convocata... e abbiamo potuto avvisare 
solo poche decine di persone, in buona parte ancora in ufficio, dato il 
giorno infrasettimanale), e penso che sì, "potrebbe andare peggio.." (come 
afferma Marty Feldman in Frankenstein Junior, di Mel Brooks) "...potrebbe 
piovere!"
Ad ogni modo si parte, e come "buon inizio" blocchiamo il Muro Torto. 
Avevamo proposto via del Corso, ma ci hanno risposto che non si può: "c'è la 
Presidenza del Consiglio!" Mamma mia, una manifestazione di biciclette, 
pericolo di attentati! Si disturba il Manovratore! Fateli girare al largo!!!
La salita del Muro Torto rallenta i meno allenati mentre dietro di noi 
autosauri e motosauri fremono impotenti bloccati dall'auto dei vigili e 
sulla corsia opposta la coda immobile di inscatolati si snoda fino 
all'imbocco del tunnel. Qui mi godo la prima scena surreale in una giornata 
particolarmente ricca: la partenza del "Gran Premio di Motociclismo classe 
500cc"  (che avviene nell'istante esatto in cui l'ultimo ciclista abbandona 
la sede stradale e una ventina o più di motociclisti apre il gas 
contemporaneamente avventandosi in un rombo assordante nella galleria, 
inseguiti dal fiume di automobili).
A via Veneto è il panico quoitidiano ("Dacci Oggi il Nostro Panico 
Quotidiano") la strada è bloccata da auto e torpedoni in coda. Ma non era 
una delle strade più belle ed eleganti di Roma???? Possibile che nemmeno i 
VVIIPPSS protestino nel dover "vippare" in questo caos da terzo mondo? I 
ciclisti smaniano e vorrebbero infilarsi nei varchi, i vigili e la polizia 
non ce lo lasciano fare perché non riuscirebbero a seguirci, le moto 
mastodontiche dei VVUU ruggiscono come bestie in trappola tutta la loro 
inutilità e io penso che valeva la pena mettere in piedi tutto 'sto casino 
solo per vedere gli sguardi impotenti di quelli che dovrebbero "scortarci" 
con supermacchine e supermoto e in quel momento si rendono conto che se 
decidessimo di sgusciar via non sarebbero nemmeno in grado di 
riacchiapparci... :-)))
Approfitto dell'attimo di respiro (si fa per dire, ovviamente...) per metter 
su la spilletta di "The Prisoner" che nella fretta di uscire di casa ho 
adocchiato e messo in tasca senza saper bene perché.
[N.B.: "The Prisoner" (in Italia "Il Prigioniero") è una serie "cult" di 
telefilm inglesi degli anni '60 il cui protagonista è un ex agente segreto 
che viene rapito ed imprigionato in un villaggio in cui tutti si comportano 
in maniera assurda, e invece di avere dei nomi hanno dei numeri. Lo scopo di 
tutto questo è condurlo alla pazzia e fargli rivelare informazioni segrete. 
Nel villaggio tutti devono andare in giro con una coccarda che rappresenta 
un velocipede (con baldacchino!) ed il numero relativo, lui è il "Numero 6". 
L'anno scorso ho fatto un viaggio in bici in Galles passando per il 
villaggio/albergo di Portmeirion, dove la serie venne girata, e lì ho 
comprato una spilletta come quella portata dal protagonista di "The Prisoner"]
Mi guardo intorno, il traffico bloccato, la auto col motore acceso, i 
vigili, i Vippss... e tutti i pezzi vanno a posto: un uomo lucido 
"prigioniero" in un villaggio nel quale tutti si comportano in maniera 
assurda... sono io!!!! :-)
La successiva scena surreale della giornata è in via Bissolati, col 
funzionario di PS (credo) che se la fa tutta di corsa, a piedi, accanto a 
noi in bici, dall'ambasciata USA fino a via XX settembre.
L'immagine di questo tizio in giacca e cravatta che, walkie-talkie in mano, 
corre affannato sui sampietrini accanto al gruppo dei ciclisti me la porterò 
nel cuore a lungo. Mi viene da pensare che potevamo prestargliela noi una 
bicicletta, si sarebbe risparmiato una sfacchinata e una scena patetica... 
ma l'avrebbe accettata? Ne dubito. E allora "andiamo avanti così, facciamoci 
del male".
In via Nazionale qualcuno nota la bandiera che giace, arrotolata, legata al 
tubo orizzontale della mia bici, e mi chiede cosa ci sia scritto... 
"Federazione Italiana Amici della Bicicletta", rispondo... "E perché la 
tieni legata?"... "Non mi va di essere l'unico a sbandierare, l'avessero 
portata anche gli altri, Legambiente, WWF..." ma evidentemente sono l'unico 
che ci abbia pensato, e non mi va di egemonizzare la protesta.
Di assurdo in assurdo veniamo infine fermati ai piedi del Colle e invitati a 
lasciare le bici e salire a piedi! Perché? "Ci sono dei lavori e potreste 
farvi male..." è la pietosa giustificazione addotta dai funzionari PS che ci 
bloccano. "Vabbé, andiamo su a piedi portando le bici a mano"... "No, le 
bici non possono salire"... "Motivo?"... "Non c'è lo spazio per metterle"... 
disagio, sguardi perplessi, commenti incazzati, si comprende che l'ordine 
"dall'alto" è di non far salire le biciclette, punto. Però neanche noi siamo 
disposti a scendere a compromessi così umilianti, non c'è nemmeno bisogno di 
consultarsi, siamo ciclisti e pretendiamo di essere ricevuti con le 
biciclette, se non ci fanno salire allora che scenda l'assesore ad 
incontrarci in mezzo alla strada.
Il tira-e-molla va avanti per almeno una mezz'ora, nel frattempo, ad 
aumentare il tasso di ridicolo della situazione, dalla strada che sale al 
Campidoglio scende un po' di tutto, automobili, camioncini di venditori di 
panini, perfino un paio di ciclisti che hanno fatto il giro salendo 
dall'altra parte, a dimostrazione che non esiste un reale problema a far 
arrivare le biciclette sulla piazza, esiste un "problema" a farci arrivare noi.
Quando comincia già a far buio arriva Esposito. Porta una lettera del 
sindaco che dichiara che verrà convocato un tavolo con le associazioni al 
quale parteciperanno anche gli assessorati alla mobilità e ai lavori 
pubblici, oltre a quello all'ambiente. E da questo si capisce che la partita 
è rimandata...
Esposito è molto nervoso, immagino non tanto con noi quanto per il fatto di 
essere stato "mollato" lì da solo da Uolter e colleghi. Gli facciamo domande 
che già conosce e ci dà risposte che già sappiamo, più che altro a beneficio 
dei presenti che possono così rendersi conto di quello che c'è in ballo in 
termini di richieste e proposte tra le associazioni e il Comune. Nel 
concreto un mezzo nulla di fatto, dal momento che il "target" della protesta 
non era tanto lui quanto le scelte del resto della Giunta, sindaco in testa, 
e la "sordità" degli altri assessorati competenti, che anche stavolta si 
sono defilati.
Vedo un ragazzo della CM che armato di "naso rosso" e piumino per la polvere 
prova a spolverare la pelata di Esposito e viene "dissuaso" dai responsabili 
della sicurezza. Mi dispiace per lui, che alla ciemmona è riuscito ad essere 
molto divertente con la stessa trovata, ma purtroppo stasera l'atmosfera non 
è adatta, siamo tutti tesi e nervosi.
Del bla-bla seguente salvo un pensiero sarcastico, al quale lì per lì non 
riesco a dar voce: quando Esposito afferma che tra i problemi di Roma ci 
sono i "Colli", io penso che il problema non è che ci siano i "colli", 
quanto che sopra i "colli" non ci siano le "teste"; e alle ennesime scuse 
per non aver potuto fare in modo di farci salire con le biciclette fino al 
palazzo comunale butto là un "Sarà per la prossima volta!" che gli strappa 
un sorrisetto tirato, mentre nell'aria sopra la sua testa si materializza un 
"fumetto" nel quale si legge perfettamente "Eh, sì... ci manca solo che ne 
facciate un'altra!" :-P
Consuntivo della giornata: non pessimo. Abbiamo strappato la promessa della 
convocazione di questo fantomatico "tavolo", che quasi certamente 
"dimenticheranno" di convocare finché potranno e dovremo probabilmente (come 
minimo) minacciare un'altra protesta perché riesca a vedere la luce... però 
almeno abbiamo un pezzo di carta, il che significa che li abbiamo scomodati 
a pensarlo, scriverlo e firmarlo (impegnandosi). Stimo che quando il 
fastidio che gli procuriamo con la nostra insistenza sarà superiore a quello 
di realizzare forme di agevolazione alla mobilità ciclistica (che avversano 
nel profondo senza alcun motivo), forse otterremo qualcosa.
Dal vostro inviato è tutto.
-- 
Marco Pierfranceschi
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