[Forumlucca] Fwd:NO accordo ccnl coop

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Author: rdblucca@inwind.it
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Subject: [Forumlucca] Fwd:NO accordo ccnl coop
Da: Carlo Ghione Risposta: coordinamentocoopsociali@??? Inviato: lunedì 5 luglio 2004 21.07.47 A: , "precarisociali" , ,

Oggetto: [coordinamentocoopsociali] Genova: 80% di NO all' Accordo per il CCNL coop sociali | | |

Posta in arrivo Comunicato

GENOVA: UN PLEBISCITO DI "NO" (CIRCA L' 80%) ALLA FIRMA DELL' ACCORDO SOTTOSCRITTO DA CGIL, CISL E UIL PER IL RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE DELLE COOPERATIVE SOCIALI. I LAVORATORI CHIEDONO IL REFERENDUM!

Genova, 5 Luglio '04 Si sono concluse quest' oggi le Assemblee Generali di Consultazione indette dai sindacati confederali per ricevere il mandato dei lavoratori alla firma definitiva del CCNL dell Coop Sociali, sottoscritto il 26 Maggio scorso dopo ben 27 mesi dalla sua scadenza. Il 79,16% delle lavoratrici e dei lavoratori ha votato contro l' Accordo. 14,58% la percentuale dei favorevoli, 6,25% quella degli astenuti. Sottoscritta dalla maggioranza dei lavoratori presenti alle consultazioni, una mozione (che si allega) che rispedisce al mittente un pessimo contratto, che non garantisce nè il pieno recupero degli arretrati, nè il potere d' acquisto dei salari e "regala" ulteriore precarietà e flessibilità, a colpi di Legge 30, alle operatrici ed agli operatori di un settore già largamente precario e sottopagato. Dalle lavoratrici e dai lavoratori genovesi delle coop sociali giunge la richiesta dell' istituzione del Referendum nazionale sull' ipotesi di contratto presentata, da tenersi presso tutti i luoghi di lavoro. Mozione presentata alle Assemblee Generali di Consultazione sul rinnovo del CCNL delle Cooperative Sociali Genova 2 e 5 Luglio 2004 Nel 1992, anno a cui risale il primo contratto nazionale delle cooperative sociali, il settore che veniva regolamentato presentava un estrema varieta´di tipologie contrattuali e condizioni molto differenti fra gli operatori per trattamento, diritti e condizioni di lavoro: complessivamente un settore con moltissime ombre in cui l´introduzione di un quadro normativo e retibutivo omogeneo poteva costituire una significativa novita’ e un primo passo per dare sistemazione definitiva e prospettive meno incerte a un settore che vedeva crescere rapidamente il numero degli addetti impegnati in servizi di pubblica rilevanza. Sono passati pochi anni da allora e si puo’ tranquillamente affermare che le speranze di un miglioramento sono state completamente disattese. Peggio: considerato il generale e complessivo degrado delle condizioni economiche e il deterioramento del quadro normativo riguardante il lavoro il settore della cooperazione sociale puo’ essere definito senza tema di smentita come uno dei piu’ esposti ai fenomeni di precarizzazione, perdita di potere d’acquisto, contrazione dei diritti e incertezza rispetto al futuro occupazionale (per tacere di quello pensionistico). I rinnovi contrattuali di questi anni hanno obbedito solo a logiche di compatibilita’ economica imposti dalle centrali cooperative e nullo e’ stato il miglioramento delle condizioni economiche e normative per i lavoratori. A questa regola non sfugge purtroppo l’ultimo accordo in via di definizione che riesce anzi nell’impresa di peggiorare cio' che sembrava il punto piu’ basso mai raggiunto nella storia della contrattazione. Un Contratto che, è bene ricordarlo, non rispetta da sempre nemmeno le "regole" degli accordi del '93, non rinnovando i bienni economici ed essendo di fatto basato sul quadriennio. Prima di esaminare in sintesi i termini di questo pessimo accordo nei suoi aspetti piu’ negativi e’ necessaria una breve premessa in ordine al metodo seguito nella definizione degli obbiettivi rivendicativi e nel loro conseguiemento. L' accordo raggiunto disattende completamente la Piattaforma rivendicativa presentata a suo tempo dalle OO.SS., non raggiungendo alcuno degli obbiettivi proposti. Questo complessivo cambiamento di rotta è avvenuto senza la minima consultazione dei lavoratori, tenuti all' oscuro della trattativa in corso e mai chiamati, come consolidata consuetudine del settore, ad alcuna forma di mobilitazione per sostenere le proprie rivendicazioni. Riteniamo gravissimo, ad esempio, che nessun tipo di battaglia, tanto a livello nazionale che locale sia stata intrapresa per contrastare le recenti modifiche alla legge 142 sulla figura del socio lavoratore introdotte con la Legge 30, autentica mannaia sui diritti dei lavoratori di cooperativa. Entrando maggiormente nel dettaglio dell’ipotesi di accordo non si puo’ non incominciare dalla parte relativa agli adeguamenti salariali e al recupero degli arretrati. Anche qui e’ necessaria una piccola premessa. Le oo.ss. vantano di aver concluso un accordo che prevede aumenti mediamente superiori a quanto sta avvenendo per altri rinnovi e in grado di recuperare il potere d’acquisto perduto. Da dove traggano gli elementi per giungere a tali conclusioni non e’ dato sapere. In media infatti le spettanze arretrate ammontavano a circa 2500 euro: ne arriveranno la bellezza (si fa per dire) di poco più di 400. Ma non basta : gli arretrati saranno diluiti in 18 tranches . E qui non si puo’proprio tacere il contenuto umiliante per le lavoratrici ed i lavoratori di questa trovata. Non e’ finita qui pero’. Oltre agli arretrati andati in fumo anche gli aumenti vengono annacquati in modo tale da renderli pressoche’ invisibili per le esangui tasche dei lavoratori. I 120 euro (in media) di aumenti vengono infatti suddivisi in tre scaglioni e andranno a regime giusto in tempo per la scadenza di questo contratto. Cosi’ sommando arretrati perduti e adeguamenti scaglionati la perdita per un 5° livello si aggira sui 3000 euro. Considerati i nostri stipendi parliamo di cifre da capogiro, altro che recupero di potere d’acquisto! Non possiamo dimenticare che trattamento decisamente diverso era stato riservato ai dirigenti delle associazioni cooperative: dopo solo 3 mesi dalla scadenza del contratto, nell' Aprile del 2002, era stato loro rinnovato il biennio economico 2001/2002, con un aumento mensile di 261 euro e 500 euro una tantum per i tre mesi di arretrati...!!! Passando dal quadro economico a quello normativo il panorama non muta per niente. Innanzitutto, ricollegandosi alla questione salariale, dobbiamo denunciare con forza che, se non bastassero i soldi persi con i meccanismi sopra descritti, si e’ inserito una clausola di gradualita’ che consente alle centrali cooperative di non applicare gli aumenti retributivi fino al 31/12/2006 (!). In un settore dove i contratti son largamente disattesi e abbonda nero e precariato il buon senso imponeva la richiesta stringente di un applicazione effettiva e rapida dei contratti e non il via libera alla disapplicazione su larga scala seguendo il solito perverso realismo a senso unico. Abbiamo gia' detto di come questto accordo abbia totalmente disatteso la stessa piattaforma presentata. Nessun riconoscimento per il lavoro nei festivi, nessuna garanzia di mantenimento dell' anzianità nei cambi di gestione, nessuna indennità a premiare i sacrifici di quelle lavoratrici e lavoratori che hanno conseguito la qualifica di OSS, nessun aumento per le varie indennità, solo per citare alcune omissioni. Ma appare gravissimo che si sia fatta sparire l' indennità del 10% sul part time misto prevista dal vecchio contratto. Nei mesi scorsi, in Toscana, molti educatori scolastici avevano vinto una causa di lavoro proprio per vedersi riconosciuta l' applicazione di questa indennita'...! L’apice pero’ lo si tocca con il recepimento della Legge 30. Si puo’ tranquillamente affermare che si è inserito nel contratto piu’ flessibilita’, arbitrio e squilibrio di rapporti in un settore che gia’ vantava un triste primato in questi campi. Con le norme sul part-time si apre la porta ad un aggravio delle condizioni e dei tempi di lavoro nonche’ad un aumento del potere ricattatorio delle cooperative, che gia’ hanno visto sancire con la legge 30 la prevalenza del legame associativo su quello di lavoro; con le norme sul contratto di inserimento, che , va ricordato, riguarda una platea amplissima di soggetti, ci troviamo di fronte al rischio concreto di disparita’ di trattamento salariale su vasta scala nonche’ ad una norma in grado di rendere ancora piu’ grave e marcato il fenomeno nefasto delle gare al ribasso. Con le norme relative alle clausole flessibili ed elastiche anche all'atto della firma del contratto di assunzione lavoratore e cooperativa possono decidere di inserire appunto delle “clausole”, che il lavoratore è tenuto a rispettare e che possono riguardare maggiori prestazioni di lavoro se richieste, variazione della organizzazione dell'orario, delle giornate di lavoro.In questo settore ancor piu’ che in altri quale lavoratore o lavoratrice si può permettere, all'atto della firma, con il bisogno di lavorare e di un salario, di rifiutare clausole anche pesanti? E' vero che viene mantenuto, contrariamente all' impostazione originale della legge, il diritto di recesso da parte del lavoratore dopo 6 mesi, ma conosciamo bene, purtroppo, le condizioni di grande ricattabilità cui spesso sono fatti oggetto soci e lavoratori. Interventi peggiorativi si registrano anche sull’orario di lavoro, recependo il Dlgs. 66/03 e intervenendo addirittura in deroga su alcune norme dello stesso. Laddove la normativa prevedeva 11 ore di riposo nelle 24 ore, che coincideva con il far passare 11 ore tra un turno ed un altro, adesso questo tempo viene ridotto ad 8 ore. Se con le 11 ore era possibile opporsi ai pesanti turni Mattina/Notte, ora cio’ non e’ piu’ possibile. E ancora, dalle otto ore previste per la durata massima dell' orario di lavoro notturno si passa alle 12 ore. Abbiamo qui elencato solo alcuni dei punti di maggiore dissenso rispetto all’ipotesi di accordo che non esauriscono certo il campo delle critiche possibili. E’ doveroso pero’ menzionare ancora un punto che da’ bene la misura dell’inadeguatezza dell’azione delle oo.ss. : parliamo del salario convenzionale. Ad ogni rinnovo si proclamava la volonta’ di eliminarlo definitivamente e puntualmente eccolo ricomparire in questo accordo insieme ad un tortuoso meccanismo per superare "in un congruo numero di anni" (testuale) questa vergogna. Non ci vuole grande capacita’ previsionale per indovinare che lo trovereremo, vivo e vegeto, anche nei futuri contratti. In conclusione possiamo affermare che cio’ che ci spinge a bocciare tale accordo, al di la’dei singoli punti, e’ il misconoscimento delle reali problematiche del settore e la totale assenza di volonta' di cambiamento che traspare da questa bozza di accordo e che fa presagire un futuro ancor peggiore del presente (anche se cio’ sembra impossibile). A fronte di quanto esposto e dei ben noti problemi legati alle agibilita' sindacali ed alla scarsa penetrazione delle OO.SS chiediamo che l' accordo venga sottoposto a Referendum tra tutti i lavoratori del settore. Non vorremmo, infine, a livello territoriale, rimanere ulteriormente esclusi dalla contrattazione di secondo livello, già attiva in altre regioni seppur con risultati non propriamente "esaltanti" per i lavoratori. A questo riguardo impegnamo fin d' ora le OO.SS ad attivare tutte le procedure previste nel rispetto dei tempi indicati dal CCNL. Nella malaugurata ipotesi che questo Accordo venisse definitivamente sottoscritto, chiediamo l' impegno delle OO.SS di attivarsi con le controparti a livello locale per stipulare, quanto prima, intese decentrate con l' obbiettivo di: *Anticipare i tempi di pagamento delle tranches retributive; *Individuare un' indennita' economica per le figure OSS; Chiediamo infine di lavorare negli ambiti istituzionali locali affinchè nel regolare le gare d' appalto di pubblici servizi e gli accreditamenti, siano salvaguardati in egual misura i diritti di tutti i lavoratori, soci e dipendenti, nel rispetto della contrattazione nazionale, per condizioni di lavoro stabili e non precarie, assegnando punteggi significativi a quelle cooperative che non faranno ricorso alle tipologie contrattuali previste dalla Legge 30. --- Cdlc NEWS Sito di riferimento: http://www.ecn.org/cdlc
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Da:     Carlo Ghione <carlo_coord_ge@???>    
Risposta:     coordinamentocoopsociali@???    
Inviato:     lunedì 5 luglio 2004 21.07.47    
A:     <forumgenova@???>, "precarisociali"
<precarisociali@???>, <precog@???>,
<coordinamentocoopsociali@???>    
Oggetto:     [coordinamentocoopsociali] Genova: 80% di NO all'
Accordo per il CCNL coop sociali    

        
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Posta in arrivo     
Comunicato


GENOVA: UN PLEBISCITO DI "NO" (CIRCA L' 80%) ALLA FIRMA DELL'
ACCORDO SOTTOSCRITTO DA CGIL, CISL E UIL PER IL RINNOVO DEL
CONTRATTO NAZIONALE DELLE COOPERATIVE SOCIALI. I LAVORATORI
CHIEDONO IL REFERENDUM!

Genova, 5 Luglio '04

Si sono concluse quest' oggi le Assemblee Generali di
Consultazione indette dai sindacati confederali per ricevere il
mandato dei lavoratori alla firma definitiva del CCNL dell Coop
Sociali, sottoscritto il 26 Maggio scorso dopo ben 27 mesi dalla
sua scadenza.

Il 79,16% delle lavoratrici e dei lavoratori ha votato contro l'
Accordo.
14,58% la percentuale dei favorevoli, 6,25% quella degli
astenuti.

Sottoscritta dalla maggioranza dei lavoratori presenti alle
consultazioni, una mozione (che si allega) che rispedisce al
mittente un pessimo contratto, che non garantisce nè il pieno
recupero degli arretrati, nè il potere d' acquisto dei salari e
"regala" ulteriore precarietà e flessibilità, a colpi di Legge
30, alle operatrici ed agli operatori di un settore già
largamente precario e sottopagato.

Dalle lavoratrici e dai lavoratori genovesi delle coop sociali
giunge la richiesta dell' istituzione del Referendum nazionale
sull' ipotesi di contratto presentata, da tenersi presso tutti i
luoghi di lavoro.
Mozione presentata alle Assemblee Generali di Consultazione sul
rinnovo del CCNL delle Cooperative Sociali
Genova 2 e 5 Luglio 2004

Nel 1992, anno a cui risale il primo contratto nazionale delle
cooperative sociali, il settore che veniva regolamentato
presentava un estrema varieta´di tipologie contrattuali e
condizioni molto differenti fra gli operatori per trattamento,
diritti e condizioni di lavoro: complessivamente un settore con
moltissime ombre in cui l´introduzione di un quadro normativo e
retibutivo omogeneo poteva costituire una significativa novita’ e
un primo passo per dare sistemazione definitiva e prospettive
meno incerte a un settore che vedeva crescere rapidamente il
numero degli addetti impegnati in servizi di pubblica
rilevanza.

Sono passati pochi anni da allora e si puo’ tranquillamente
affermare che le speranze di un miglioramento sono state
completamente disattese. Peggio: considerato il generale e
complessivo degrado delle condizioni economiche e il
deterioramento del quadro normativo riguardante il lavoro il
settore della cooperazione sociale puo’ essere definito senza
tema di smentita come uno dei piu’ esposti ai fenomeni di
precarizzazione, perdita di potere d’acquisto, contrazione dei
diritti e incertezza rispetto al futuro occupazionale (per tacere
di quello pensionistico).

I rinnovi contrattuali di questi anni hanno obbedito solo a
logiche di compatibilita’ economica imposti dalle centrali
cooperative e nullo e’ stato il miglioramento delle condizioni
economiche e normative per i lavoratori. A questa regola non
sfugge purtroppo l’ultimo accordo in via di definizione che
riesce anzi nell’impresa di peggiorare cio' che sembrava il punto
piu’ basso mai raggiunto nella storia della contrattazione.

Un Contratto che, è bene ricordarlo, non rispetta da sempre
nemmeno le "regole" degli accordi del '93, non rinnovando i
bienni economici ed essendo di fatto basato sul quadriennio.

Prima di esaminare in sintesi i termini di questo pessimo accordo
nei suoi aspetti piu’ negativi e’ necessaria una breve premessa
in ordine al metodo seguito nella definizione degli obbiettivi
rivendicativi e nel loro conseguiemento.

L' accordo raggiunto disattende completamente la Piattaforma
rivendicativa presentata a suo tempo dalle OO.SS., non
raggiungendo alcuno degli obbiettivi proposti.
Questo complessivo cambiamento di rotta è avvenuto senza la
minima consultazione dei lavoratori, tenuti all' oscuro della
trattativa in corso e mai chiamati, come consolidata consuetudine
del settore, ad alcuna forma di mobilitazione per sostenere le
proprie rivendicazioni.

Riteniamo gravissimo, ad esempio, che nessun tipo di battaglia,
tanto a livello nazionale che locale sia stata intrapresa per
contrastare le recenti modifiche alla legge 142 sulla figura del
socio lavoratore introdotte con la Legge 30, autentica mannaia
sui diritti dei lavoratori di cooperativa.

Entrando maggiormente nel dettaglio dell’ipotesi di accordo non
si puo’ non incominciare dalla parte relativa agli adeguamenti
salariali e al recupero degli arretrati.

Anche qui e’ necessaria una piccola premessa. Le oo.ss. vantano
di aver concluso un
accordo che prevede aumenti mediamente superiori a quanto sta
avvenendo per altri rinnovi e in grado di recuperare il potere
d’acquisto perduto. Da dove traggano gli elementi per giungere a
tali conclusioni non e’ dato sapere. In media infatti le
spettanze arretrate ammontavano a circa 2500 euro: ne arriveranno
la bellezza (si fa per dire) di poco più di 400. Ma non basta :
gli arretrati saranno diluiti in 18 tranches . E qui non si
puo’proprio tacere il contenuto umiliante per le lavoratrici ed i
lavoratori di questa trovata.

Non e’ finita qui pero’. Oltre agli arretrati andati in fumo
anche gli aumenti vengono annacquati in modo tale da renderli
pressoche’ invisibili per le esangui tasche dei lavoratori. I 120
euro (in media) di aumenti vengono infatti suddivisi in tre
scaglioni e andranno a regime giusto in tempo per la scadenza di
questo contratto. Cosi’ sommando arretrati perduti e adeguamenti
scaglionati la perdita per un 5° livello si aggira sui 3000 euro.
Considerati i nostri stipendi parliamo di cifre da capogiro,
altro che recupero di potere d’acquisto!

Non possiamo dimenticare che trattamento decisamente diverso era
stato riservato ai dirigenti delle associazioni cooperative: dopo
solo 3 mesi dalla scadenza del contratto, nell' Aprile del 2002,
era stato loro rinnovato il biennio economico 2001/2002, con un
aumento mensile di 261 euro e 500 euro una tantum per i tre mesi
di arretrati...!!!

Passando dal quadro economico a quello normativo il panorama non
muta per niente. Innanzitutto, ricollegandosi alla questione
salariale, dobbiamo denunciare con forza che, se non bastassero
i soldi persi con i meccanismi sopra descritti, si e’ inserito
una clausola di gradualita’ che consente alle centrali
cooperative di non applicare gli aumenti retributivi fino al
31/12/2006 (!). In un settore dove i contratti son largamente
disattesi e abbonda nero e precariato il buon senso imponeva la
richiesta stringente di un applicazione effettiva e rapida dei
contratti e non il via libera alla disapplicazione su larga scala
seguendo il solito perverso realismo a senso unico.

Abbiamo gia' detto di come questto accordo abbia totalmente
disatteso la stessa piattaforma presentata. Nessun riconoscimento
per il lavoro nei festivi, nessuna garanzia di mantenimento dell'
anzianità nei cambi di gestione, nessuna indennità a premiare i
sacrifici di quelle lavoratrici e lavoratori che hanno conseguito
la qualifica di OSS, nessun aumento per le varie indennità, solo
per citare alcune omissioni.
Ma appare gravissimo che si sia fatta sparire l' indennità del
10% sul part time misto prevista dal vecchio contratto. Nei mesi
scorsi, in Toscana, molti educatori scolastici avevano vinto una
causa di lavoro proprio per vedersi riconosciuta l' applicazione
di questa indennita'...!

L’apice pero’ lo si tocca con il recepimento della Legge 30.
Si puo’ tranquillamente affermare che si è inserito nel contratto
piu’ flessibilita’, arbitrio e squilibrio di rapporti in un
settore che gia’ vantava un triste primato in questi campi. Con
le norme sul part-time si apre la porta ad un aggravio delle
condizioni e dei tempi di lavoro nonche’ad un aumento del potere
ricattatorio delle cooperative, che gia’ hanno visto sancire con
la legge 30 la prevalenza del legame associativo su quello di
lavoro; con le norme sul contratto di inserimento, che , va
ricordato, riguarda una platea amplissima di soggetti, ci
troviamo di fronte al rischio concreto di disparita’ di
trattamento salariale su vasta scala nonche’ ad una norma in
grado di rendere ancora piu’ grave e marcato il fenomeno nefasto
delle gare al ribasso.

Con le norme relative alle clausole flessibili ed elastiche
anche all'atto della firma del contratto di assunzione
lavoratore e cooperativa possono decidere di inserire appunto
delle “clausole”, che il lavoratore è tenuto a rispettare e che
possono riguardare maggiori prestazioni di lavoro se richieste,
variazione della organizzazione dell'orario, delle giornate di
lavoro.In questo settore ancor piu’ che in altri quale lavoratore
o lavoratrice si può permettere, all'atto della firma, con il
bisogno di lavorare e di un salario, di rifiutare clausole anche
pesanti? E' vero che viene mantenuto, contrariamente all'
impostazione originale della legge, il diritto di recesso da
parte del lavoratore dopo 6 mesi, ma conosciamo bene, purtroppo,
le condizioni di grande ricattabilità cui spesso sono fatti
oggetto soci e lavoratori.

Interventi peggiorativi si registrano anche sull’orario di
lavoro, recependo il Dlgs. 66/03 e intervenendo addirittura in
deroga su alcune norme dello stesso. Laddove la normativa
prevedeva 11 ore di riposo nelle 24 ore, che coincideva con il
far passare 11 ore tra un turno ed un altro, adesso questo tempo
viene ridotto ad 8 ore. Se con le 11 ore era possibile opporsi ai
pesanti turni Mattina/Notte, ora cio’ non e’ piu’ possibile. E
ancora, dalle otto ore previste per la durata massima dell'
orario di lavoro notturno si passa alle 12 ore.

Abbiamo qui elencato solo alcuni dei punti di maggiore dissenso
rispetto all’ipotesi di accordo che non esauriscono certo il
campo delle critiche possibili. E’ doveroso pero’ menzionare
ancora un punto che da’ bene la misura dell’inadeguatezza
dell’azione delle oo.ss. : parliamo del salario convenzionale. Ad
ogni rinnovo si proclamava la volonta’ di eliminarlo
definitivamente e puntualmente eccolo ricomparire in questo
accordo insieme ad un tortuoso meccanismo per superare "in un
congruo numero di anni" (testuale) questa vergogna. Non ci vuole
grande capacita’ previsionale per indovinare che lo trovereremo,
vivo e vegeto, anche nei futuri contratti.

In conclusione possiamo affermare che cio’ che ci spinge a
bocciare tale accordo, al di la’dei singoli punti, e’ il
misconoscimento delle reali problematiche del settore e la totale
assenza di volonta' di cambiamento che traspare da questa bozza
di accordo e che fa presagire un futuro ancor peggiore del
presente (anche se cio’ sembra impossibile).

A fronte di quanto esposto e dei ben noti problemi legati alle
agibilita' sindacali ed alla scarsa penetrazione delle OO.SS
chiediamo che l' accordo venga sottoposto a Referendum tra tutti
i lavoratori del settore.

Non vorremmo, infine, a livello territoriale, rimanere
ulteriormente esclusi dalla contrattazione di secondo livello,
già attiva in altre regioni seppur con risultati non propriamente
"esaltanti" per i lavoratori.

A questo riguardo impegnamo fin d' ora le OO.SS ad attivare tutte
le procedure previste nel rispetto dei tempi indicati dal CCNL.

Nella malaugurata ipotesi che questo Accordo venisse
definitivamente sottoscritto, chiediamo l' impegno delle OO.SS di
attivarsi con le controparti a livello locale per stipulare,
quanto prima, intese decentrate con l' obbiettivo di:


*Anticipare i tempi di pagamento delle tranches retributive;
*Individuare un' indennita' economica per le figure OSS;

Chiediamo infine di lavorare negli ambiti istituzionali locali
affinchè nel regolare le gare d' appalto di pubblici servizi e
gli accreditamenti, siano salvaguardati in egual misura i diritti
di tutti i lavoratori, soci e dipendenti, nel rispetto della
contrattazione nazionale, per condizioni di lavoro stabili e non
precarie, assegnando punteggi significativi a quelle cooperative
che non faranno ricorso alle tipologie contrattuali previste
dalla Legge 30.

---
Cdlc NEWS
Sito di riferimento:
http://www.ecn.org/cdlc