At 03.45 20/06/2004 +0000, you wrote:
>A MESSAGE TO "ANARCHIST" MEN, AND THEN SOME
>by Molly Tov
>So they say a womyn's work is never done, and here I am writing an
>article that a man should be writing, and I'm starting to believe it.
traduzione da:
http://italy.indymedia.org/news/2004/06/573765.php
Un messaggio agli uomini anarchici
di Molly Tov
Si dice che il lavoro di una donna non finisca mai, e io sono qui a
scrivere un articolo che dovrebbe scrivere un uomo, e comincio a crederci
veramente.
Le donne sono state osservate, chiaccherate, respinte, derise, azzittite,
usate, abusate, e violentate dai nostri fratelli che si fanno chiamare
anarchici e si autoproclamano rivoluzionari.
Tutti gli uomini antisessisti sono svelti a far notare e avere da ridire su
una battuta sessista quando intorno c'è una folla di anarchici, ma la
faranno passare quando intorno non ci sono quegli amici lì.
Gli uomini che urlano la loro condanna contro gli stupratori, ma quando le
loro amanti dicono NO, la coercizione è semplice, e non è violenza, perchè
loro sono ANTISESSISTI.
Ci sono uomini che usano i discorsi antisessisti per rimorchiare le donne.
Uomini che sfidano gli altri a trovargli qualcosa che non va, che hanno
sbagliato, e che quando qualcuno lo fa, partono sulla difensiva senza
ragionare davvero sulla questione e iniziare a lavorarci.
Sappiamo già che tutti gli uomini sono sessisti, così come tutti i bianchi
sono razzisti, a causa della nostra società, i bianchi hanno ancora
privilegi sulle persone di colore e gli uomini hanno ancora privilegi sulle
donne e una volta che si è nati in questo sistema è incredibilmente
difficile romperlo, specialmente quando ci si dimentica di guardare a se
stessi.
Una volta che gli uomini si siano schiaffatti addosso l'etichetta di
RIVOLUZIONARI, pensano che nel momento in conoscono un problema allora
non ne sono più parte, mentre il problema sono loro.
Come da sempre,il sessismo è un problema di seconda mano.
Sembra che tutto sia predisposto in un ordine di importanza, ma da chi?
E' così:
Prima combattiamo il fascismo, perchè sappiamo come eliminare i fasci, poi
dopo magari pensiamo al sessismo, al capitalismo e all'omofobia, perchè
alla fine ci riguardano. Dopo, se ci rimane tempo, ed è finita la birra,
possiamo leggere di speciesism, ableism and ageism (?). Se siamo davvero
fichi impareremo qualcosa per arricchire le nostre abilità sociali per la
prossima riunione.
Cosa è successo alla fottuta eguaglianza?
Come è accaduto che alcuni -ismi sono diventati più importanti di altri?
Si chiama Come essere fichi sulla scena politica, acquistare punti
militanza e mantenere più privilegi possibile (cercalo nella tua
biblioteca locale).
E' triste quando si arriva al punto in cui non si pensa a nient'altro che a
se stessi e a mantenere il proprio status quo.
Il che mi fa arrivare alla conclusione che tutti questi uomini
femministi, che si preoccupano così tanto delle donne (o almeno si
preoccupano di scoparsele) fino a che non intacchi i propri privilegi, si
preoccupano davvero.
Sfido quindi gli AUTO PROCLAMATI uomini antisessisti a pensare a quanto
vanno lontano le loro parole, e a chiedere alle loro amiche o alle loro
amanti quanto sono davvero antisessisti.
Quest'articolo ti ha offeso?
Usi la tua conoscenza di altre oppressioni per cambiare le cose o solo per
fare bella figura?
Ti senti sfidato quando parla una donna?
Ti sei mai preoccupato quando una donna ti ha chiesto di confrontarti con
lei sull'argomento sessismo?
Beh fottiti, sei tu che hai scelto il termine rivoluzionario, non io.
Finchè non cominciamo a vedere noi stessi come il problema, e finchè non
impariamo veramente a parlare dei nostri problemi e ad ascoltarci e a
lavorarci sopra, la rivoluzione sarà un sogno lontano.
Quindi, l'ultima domanda: quanti articoli ancora dovranno essere scritti
perchè gli uomini comincino a lavorare sulla propria merda?
Non vi siete stancati di sentire e leggere sempre di questo? (sempre che vi
abbiate mai davvero dedicato attenzione)
Forse la P38 funzionerebbe meglio?
Almeno smettetela di proclamarvi rivoluzionari,
VOI NON SIETE MIEI COMPAGNI