>From HelenaVelena-list:
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27 maggio 2004, giovedi'
Ho avuto due giornate massacranti. Avevo deciso di
andarmene a letto e,
prima di farlo, ho voluto dare un'occhiata ai giornali
di oggi, che non
avevo neppure sfogliato. Ed ho avuto una notizia
tristissima. E' morto
ieri,
26 maggio, all'eta' di 74 anni, Valerio Riva.
Questo nome non dira' niente alla stragrande
maggioranza di tutti voi,
che
ricevete questa mia email, ma e' sufficiente dirvi che
grazie a Valerio
Riva
ed a Giangiacomo Feltrinelli, la pesante
(pesantissima!) situazione dei
gay
di Cuba, per anni isolati nei campi di concentramento
dell'UMAP (Unita'
Militari per l'Aiuto alla Produzione), ad un certo
momento comincio' a
migliorare.
Ho scritto molto sull'argomento, a cominciare
dall'ottobre 1974. Buona
parte
delle mie informazioni venivano da quanto aveva
pubblicato, o
pubblichera'
piu' tardi, proprio Valerio Riva.
Un documento particolarmente importante, che mi piace
riproporre alla
vostra
attenzione, e' il seguente, ispirato dalla prefazione,
scritta da Riva,
al
libro di Pierre Golendorf, "Un comunista nelle
prigioni di Fidel
Castro",
uscito nel 1978 presso Sugarco.
Si tratta di una mia rielaborazione pubblicata l'anno
seguente.
Purtroppo,
non ho l'originale a portata di mano, in questo
momento, ma spero che
sia lo
stesso sufficientemente illuminante.
Per tutto quello che ha fatto per noi, desidero
ringraziarlo qui,
pubblicamente:
Grazie, Valerio Riva. Sei stato grande!
Massimo Consoli
*******
Gia' nel 1965 (marzo) Feltrinelli, insieme a Valerio
Riva, rimprovero'
a
Fidel Castro di perseguitare ingiustamente gli
omosessuali nella sua
isola.
Tutto accadde durante un "concorso di spaghetti" in
una lussuosa villa
di
Cubanacan, un quartiere de L'Avana: Villa del Valle.
Castro, Feltrinelli e Riva, con tre curiosi grembiali
stavano di fronte
alle
loro pentole, circondati dalle guardie del corpo e dal
personale
militare
malamente camuffato da camerieri e inservienti,
arrabattandosi con
mestoli e
fornelli, per decidere chi riusciva a cuocere i
migliori spaghetti.
Castro cuoceva i suoi nel brodo per "farli divenire
piu' saporiti" e
pretendeva di essere il "primo" anche in cucina, come
lo era nella vita
politica di Cuba.
Mangiati gli spaghetti e bevuto abbondantemente per
tutto il corso
della
serata, Feltrinelli, che era l'ospite piu' illustre e,
non essendo gay
non
aveva niente da nascondere o da temere, affronto'
direttamente
l¹argomento
che in quel momento gli stava piu' a cuore e per il
quale aveva fatto
organizzare quella festa dallo scrittore Carlos
Franqui: "perche' Fidel
ce
l'aveva tanto con gli omosessuali? Perche'
perseguitarli? Che senso
aveva?
Cosa c'entrava quel progrom (sic!) con la rivoluzione?
Sulla tavola
calo' un
gelo improvviso. I comandanti che sedevano con noi, le
guardie del
corpo che
sorvegliavano gli ingressi, i camerieri con le portate
in mano
guardavano
Feltrinelli come siderati... Fidel... comincio' quasi
silenziosamente a
ridere, alzo' il capo, si guardo' intorno disse
qualcosa come ³e' un
bello
sfacciato questo Giangiacomo!², accese un sigaro e
prese lentamente a
dire
che all'origine c'erano stati problemi in certe
scuole, che dei
genitori
avevano protestato, che in fondo bisognava capirli,
l'idea di mandare
un
figlio a scuola e vederselo tornare frocio non
garbera' a nessuno.
Disse che
lui non aveva proprio niente personalmente contro gli
omosessuali,
purche'
non pretendessero di far proseliti. Se gli tirava il
culo, problemi
loro...
Lo Stato, la Rivoluzione non poteva certo permettere
la corruzione di
minorenni... Io (e' ovviamente Valerio Riva che parla,
nda) ricordai a
Fidel
d'aver sentito raccontare che all'Universita'
dell'Avana era stato
fatto
venire un professore cecoslovacco, tal Freund (Piu'
tardi in Italia
uscira'
un libro di questo personaggio: Kurt Freund,
"L'Omosessualita'",
Bompiani
Ed., Milano 1971), il quale pretendeva di avere un
infallibile metodo
per la
redenzione degli omosessuali: li riuniva in una stanza
buia, gli
collegava
ai testicoli un elettrodo, poi proiettava su uno
schermo scene di film
pornografici: finche' si vedevano accoppiamenti
eterosessuali tutto
passava
liscio, quando si trattava invece di accoppiamenti
omosessuali il
professor
Freund girava una chiavetta e ³zac² una scarica nei
coglioni ai suoi
disgraziati pazienti. "Si', si', l'ho sentito dire²
rispose Fidel, ³ma
pare
ne abbia guariti pochi, il ce'co²... Ogni tanto, per
difendersi dalla
profluvie di argomenti con cui lo incalzava
Feltrinelli, Castro
ammetteva di
non aver mai affrontato seriamente il problema...
Sarebbe stato bene, disse ad un certo momento,
nominare una commissione
di
professori universitari per studiare la cosa e
comincio' ad
architettare,
com¹era il suo solito, gia' un piano completo, con
tutte le possibili
varianti e soluzioni, come se si trattasse di un
programma per
l¹incremento
della produzione bovina e dell¹avicoltura.
Di colpo Fidel se ne ando'... Il giorno dopo
cominciarono ad arrivare
notizie rassicuranti: le persecuzioni erano cessate,
un misterioso
tam-tam
aveva messo il bavaglio agli zelanti cacciatori di
maricas (froci,
nda).
Qualche mese piu' tardi le UMAP erano sciolte.
Fin qui il racconto di Riva
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