Author: leonid ilijc brezhnev Date: Subject: [Cerchio] Allarme pesticidi, un frutto su dueè contaminato
Allarme pesticidi, un frutto su due è contaminato
Lo afferma il rapporto di Legambiente, pericoli anche per le verdure: «Ma
la frutta italiana è la migliore»
Un frutto su due è contaminato da residui di pesticidi, ma i prodotti
italiani risultano migliori di quelli importati, poiché sono per lo più i
campioni di frutta provenienti dall'estero a rivelarsi fuori legge.
Legambiente, nel rapporto «Pesticidi nel piatto 2004» offre un quadro a
tinte fosche per la salute degli italiani che, a pranzo e a cena, sembrano
obbligati a ingerire insieme a fragole, mele, uva, insalata e peperoni
anche un bel po' di antiparassitari, erbicidi e fungicidi. Cifre e
percentuali parlano chiaro. In base ai controlli effettuati dai laboratori
di ricerca delle Asl, dell'Arpa e degli enti addetti (ed elaborati da
Legambiente), su un totale di 3.860 campioni di frutta analizzati, oltre il
50% (1.937 campioni tra irregolari, regolari con un unico residuo e
regolari con più residui) sono contaminati da principi attivi adoperati in
agricoltura. Un po' meno a rischio la verdura, con un buon 78,1% di
campioni senza residui, su un totale di 3.893. Sul 14,1% dei campioni
analizzati (549) è stata rilevata la presenza di un pesticida, mentre il
6,1% (237) presenta più pesticidi nello stesso prodotto. «La nostra
legislazione - sottolinea Francesco Ferrante, direttore generale di
Legambiente - è vecchia di oltre 30 anni. Continuano a non esistere limiti
di legge alla compresenza di principi attivi negli alimenti. Nella più
completa ignoranza del principio di precauzione, dunque, oltre a consentire
l'impiego di sostanze come per esempio il captan, il dimetoato, il
metidation o il procimidone e il vinclozolin, tutte indicate dall'Epa
(Environmental protection agency) come possibili cancerogeni, la nostra
legge non tiene minimamente conto dei rischi legati alla compresenza di più
sostanze nella frutta e nella verdura».
I risultati di «Pesticidi nel piatto 2004» indicano che l'assenza di tracce
di pesticidi può non essere il sintomo della buona qualità di frutta e
verdura ma piuttosto della mancanza di analisi o della loro poca
affidabilità. Così in Molise, in Puglia e in Calabria, frutta e verdura
appaiono «pulite», ma va sottolineata la grave scarsità delle indagini. Al
contrario, grazie alla serietà e alla sistematicità delle indagini, in
Emilia Romagna, in Toscana, nella Provincia autonoma di Trento e in
Piemonte, spicca il numero di prodotti ortofrutticoli contaminati. Di qui
la richiesta di Legambiente di controlli ferrei.