Kraftwerk in Italia: 'Tra l'uomo e la macchina cerchiamo l'armonia'
Tornano per due concerti (stasera, 17 maggio, al Granteatro di Roma; domani
al Lingotto di Torino), dopo tredici anni di assenza dal nostro paese, i
Kraftwerk di "Autobahn", "Trans-Europe Express" e del recente "Tour de
France soundtracks". Ed è una curiosa coincidenza che Ralf Hutter e Florian
Schneider, fondatori del gruppo e appassionati/praticanti di ciclismo,
arrivino da noi proprio mentre sulle nostre strade si snoda la saga del Giro
d'Italia. "Siamo contenti di essere di nuovo in Europa, dopo il tour
americano", spiega Hutter al telefono dal leggendario studio di
registrazione Klingklang di Düsseldorf. "Così possiamo vederci le notizie su
Eurosport. Alla TV americana si occupano di ciclismo solo quando c'è di
mezzo Lance Armstrong.".
Al Tour transalpino, com'è noto, Hutter e Schneider avevano già dedicato una
composizione nel 1983, anno in cui pubblicarono un singolo omonimo. Il
progetto avrebbe dovuto svilupparsi in un'opera più articolata e di lunga
durata, ma poi non se ne fece nulla: "C'era un film in cantiere, ma non è
mai stato realizzato. Molti dei temi musicali del nuovo disco provengono da
allora. Ma li abbiamo trasformati completamente, dalla vecchia forma
elettroacustica e analogica a quella digitale, e c'è voluto del tempo: i
primi risultati li abbiamo presentati in anteprima mondiale alla Cité de la
Musique di Parigi due anni fa".
Il ciclismo che ispira i Kraftwerk dell'ultimo album non è quello epico di
Coppi e Merckx, né quello "letterario" di una canzone come "Il bandito e il
campione": piuttosto, lo si può leggere come un altro capitolo del rapporto
"uomo macchina" ("The man machine" è il titolo di uno dei loro dischi più
celebrati) che il gruppo esplora da sempre attraverso le sue composizioni
musicali. Hutter conferma: "La nostra musica ha a che fare con i suoni e con
lo spirito, non con la letteratura. Il concetto che sta alla base di 'Tour
de France soundtracks' è analogo a quello degli album che lo hanno
preceduto: la ricerca di un rapporto armonico tra i due elementi, uomo e
macchina, che in questo caso diventa anche un programma di benessere fisico.
Nel disco abbiamo usato suoni naturali come il respiro umano e il battito
cardiaco accanto ai rumori meccanici prodotti dalla bicicletta, modificati e
modulati elettronicamente: trattando l'argomento anche dal punto di vista
fisiologico, medico e chimico. Quando si pedala e si è in forma, le cose
succedono automaticamente, senza che tu te ne accorga. Lo stesso succede con
la musica: l'ideale è quando le macchine si suonano da sole. E' in quel
momento che si crea una coincidenza spirituale tra arte e tecnologia. Con il
rodaggio e l'allenamento, anche le dinamiche sul palco diventano più intense
ed efficaci. Chi viene a vederci potrà verificarlo di persona. Suoniamo nel
Sud Europa e poi nei paesi dell'Est", conclude Hutter; "ci siamo costruiti
un itinerario simile a quello del Trans-Europe Express...".