[Lecce-sf] FW: E_mail A Sinistra

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Author: Verdi Lecce
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Subject: [Lecce-sf] FW: E_mail A Sinistra
>From: "A Sinistra" <giancanuto@???>
>To: <Undisclosed-Recipient:;>
>Subject: E_mail A Sinistra
>Date: Sat, 10 Apr 2004 14:46:42 +0200
>
>A SINISTRA
>Movimento Politico Antiliberista
>BRINDISI
>www.asinistra.it
>
>* Due articoli di Michele Di Schiena, magistrato in pensione e

componente del movimento ambientalista e pacifista brindisino, apparsi sulla
stampa locale.
>Uno contiene una riflessione "politica" sul film la

"Passione" di Mel Gibson.
>L'altro invece una riflessione sullo scontro "mondiale" tra la

superpotenza economica e militare del liberismo americano ed occidentale e
quella del movimento della pace.
>* Utilizzo l'occasione per inviare un documento del "Forum Ambiente

e Sviluppo" sulle gravi vertenze occupazionali di Brindisi e del suo
territorio che non sembrano al centro del dibattito politico elettorale
locale.
>* Colgo l'occasione per allegare una e.mail - che mi è appena giunta -

di una sottoscrizione "PAGARE PER LA PACE, ANZICHE' PER LA GUERRA"
lanciata dal prof. Tonino Drago leader storico della non violenza in Italia.
>
>Approfitto per augurare a tutti coloro che, credenti e non credenti,

ricevono questo messaggio una Pasqua di "pace" e di
"passaggio" verso nuovi orizzonti personali e collettivi.
>Giancarlo CANUTO - A SINISTRA - Brindisi
>
>AVVERTENZA - Legge 675/96: tutela delle persone e di altri soggetti

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>Se non vuoi ricevere questa e-zine basta semplicemente (senza messaggi

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oggetto cancella
>
>
>UNA PASQUA DI "PASSIONE" UNIVERSALE
>MA ANCHE DI SPERANZA E DI LIBERAZIONE
>di Michele DI SCHIENA
>
>    Le brutalità, le esplosioni di ferocia, gli sberleffi e gli insulti 

accompagnati da sputi e da colpi selvaggi, le immani sofferenze causate da
crudeli violenze, l'orgia di sangue e di sadismo consumata durante le
terribili ed interminabili ore della passione di Cristo: tutto questo deve
essere avvenuto duemila anni or sono in Palestina più o meno nel modo
descritto da Mel Gibson nel film che crudamente racconta la cattura, la
condanna e la crocifissione di quel "profeta" disarmato e
"sovvertitore" che aveva osato annunciare la "lieta
novella" di fraternità e di pace andando in giro per le aride ed anche
allora tormentate contrade della Galilea.
>    Al di là degli intenti dell'autore della pellicola, del valore 

artistico della stessa e delle diverse valutazioni che si possono fare su
questo o su quell'aspetto della discussa opera, il film ha il merito, in
questo momento di "passione" universale per le iniquità e le
violenze che stanno devastando ed insanguinando il mondo, di avere
riproposto alla comune attenzione la cruciale alternativa tra la forza
trasformatrice e liberante del messaggio evangelico e quel cieco potere
planetario che sta facendo dell'arbitrio la sua legge e del ricorso alle
armi il suo costante metodo di presenza e di intervento.
>    La spietatezza della flagellazione e della crocifissione messe in 

risalto dal film di Gibson con dovizia di strazianti particolari può far
storcere il naso a quanti preferiscono ignorare il disumano dolore che la
spietatezza ha provocato allora nelle carni di Cristo ed oggi continua a
causare in quelle di tanti "poveri cristi" che la subiscono in
varie parti del pianeta ma questa spietatezza sta facendo vivere a milioni
di persone un avvenimento di centrale importanza per la storia dell'umanità:
la passione e la morte di Gesù di Nazareth. Un evento che per i credenti
acquista senso e si compie nella resurrezione e che per tutti costituisce
una inesauribile fonte di energie spirituali e morali, un accadimento che
segna lo spartiacque tra la verità (quella che Ponzio Pilato dimostra di non
conoscere) ed il falso, tra la giustizia ed il sopruso, tra la violenza e la
non violenza. Uno spartiacque insomma tra le ragioni dell'
"impero", sempre preoccupato del suo "ordine", e quelle
di tutti coloro che quell' "ordine" vogliono superare verso forme
di convivenza più umane e più solidali.
>    Né va dimenticato che l' "impero", per affermare le sue 

ragioni ed il suo potere al tempo di Costantino come ai nostri giorni, non
ricorre solo alle maniere forti ma spesso si affida a subdole manovre
dichiarandosi investito di missioni civilizzatrici e benefiche come ha
sempre fatto a partire da quel lontano e falso prodigio dell' "in hoc
signo vinces" che ha avviato il più grande e sacrilego tentativo di
"appropriazione indebita" registrato dalla storia,
l'appropriazione appunto della croce di Cristo da parte del potere centrale
dell' "impero" e dei suoi fedeli proconsoli.
>    Mentre le ingiustizie e gli sfruttamenti affamano milioni di persone 

e le guerre ed i terrorismi si alimentano a vicenda ed insanguinano il
mondo, in questa Pasqua che la violenza ha voluto ferma al venerdì santo e
chiusa alla resurrezione, la passione di Cristo e la sua vittoria sulla
morte si devono affermare ancora una volta per indicare "la via, la
verità e la vita" e per incontrare le speranze e le lotte in favore
della giustizia e della pace di tutti gli "uomini di buona
volontà" di qualsiasi cultura e di qualsiasi convinzione religiosa. E
forse il film di Mel Gibson, lungi dal rinfocolare razzismi e guerre di
religione, può in qualche misura favorire questo incontro perché col suo
messaggio centrale offre ad una enorme platea di spettatori credenti e non
credenti un propizio motivo di riflessione sulle cause ultime dei problemi e
dei drammi che oggi attanagliano il mondo.
>    Brindisi, 8 aprile 2004

>
>
>
>IL NUOVO BIPOLARISMO E LA NOSTRA COSTITUZIONE
>di Michele DI SCHIENA
>
>    Convincono masse di piccoli risparmiatori ad investire in rischiose 

e talvolta truffaldine operazioni di borsa il frutto di anni di lavoro e di
sacrifici, inducono molti utenti di telefoni cellulari e di computer ad
acquistare ogni quattro o cinque mesi l'ultimo modello sempre più costoso di
tali prodotti in una infinita catena di suggestioni rivolta a suscitare
bisogni privi di qualsiasi razionale fondamento, ci propinano
quotidianamente spettacoli televisivi capaci di coniugare il
"peggio" col "nulla" nel tentativo di spegnere ogni
capacità critica, ci vogliono vestiti allo stesso modo ed appiattiti su un
medesimo linguaggio infarcito di orrendi neologismi e di insulsi luoghi
comuni, ci riempiono di spot e di messaggi ingannevoli per trasformarci in
un immenso ed anonimo gregge di ascoltatori e di spettatori.
>    Ed ancora: hanno privato la politica di ideali e di progetti e 

l'hanno ridotta a penosi duelli televisivi all'ultima battuta, hanno
sostituito al confronto lo scomposto sovrapporsi di incomprensibili voci e
alle argute argomentazioni la volgare polemica, parlano senza dire e quando
dicono affermano tutto ed il contrario di tutto, hanno elevato il successo
perseguito con qualsiasi mezzo a misura della verità ed hanno stravolto il
significato di parole come "riforme" e "progresso" che
sono state la bandiera dei lavoratori per utilizzarle a sostegno di leggi
inique e di oscuri interessi, praticano la religione del profitto che ha per
dio il denaro e per sacerdoti i grandi padroni dell'economia e della
finanza, hanno riscoperto la guerra come strumento per vincere le
resistenze, abbattere le autonomie e soggiogare i popoli.
>    Sono queste le ricorrenti "lamentazioni" di qualche 

patetico Geremia dei nostri giorni? Crediamo proprio di no perché, a ben
guardare, c'è per contro la speranza che si fa strada insieme al nuovo,
quello vero, che avanza contro tutto ciò che è vecchio e fallimentare. Si
estende infatti in Italia, in Europa e nel mondo la consapevolezza della
drammaticità del momento che stiamo vivendo per le iniquità che sono sotto
gli occhi di tutti mentre gli uomini, con diverso grado di consapevolezza,
si stanno dividendo in due "aree" culturali e politiche che sono
presenti in ogni continente ed in ogni paese: quella dominante che accetta
"questo" sistema e quella che lo rifiuta e lo vuole superare col
metodo della non violenza e la forza della democrazia. Ognuna di queste aree
presenta, è vero, al suo interno una diversità di posizioni ma non vi è
dubbio che andiamo oramai chiaramente verso un inedito "bipolarismo
mondiale" di idee e di scelte che non ammette posizioni neutrali o
terze vie e che non ha precedenti nella storia perché mai l'umanità si è
divisa così nettamente fra due concezioni tanto diverse dell'economia,
dell'organizzazione sociale, dei diritti e della politica.
>    E sì, due concezioni davvero inconciliabili. Da una parte, la 

capacità di arricchirsi ritenuta come virtù somma e perciò degna in ogni
caso di ammirazione e di rispetto, la pretesa di trasformare le inclinazioni
alla cupidigia in una energia produttiva che in realtà si rivela dissennata
e devastante, la "distruzione creativa" di aziende e di qualifiche
professionali che spesso abbatte senza costruire con disastrose ricadute
sull'occupazione, la riduzione a merce di tutti i rapporti e di tutti i
servizi, il tentativo di fiaccare la coscienza reattiva dei poveri
illudendoli di poter diventare come i ricchi, la riduzione al minimo del
"comando politico" nel campo delle tutele e dei diritti sociali ma
il suo potenziamento per sovvenzionare le strutture portanti del sistema e
per rafforzare il suo braccio armato sul versante interno e su quello
internazionale.
>    E, dall'altra parte, la riproposizione dei grandi valori di libertà 

dai condizionamenti e dal bisogno, di uguaglianza nella dignità e nei
diritti e di fraternità come consapevolezza della comune condizione e del
comune destino e come dovere che ci deve unire in un patto universale per la
promozione umana e la lotta contro ogni abuso ed ogni sfruttamento. E poi:
la speranza che la costruzione di un "altro mondo" sia possibile,
la lotta per la globalizzazione dei diritti e per il superamento
dell'attuale sistema verso forme sempre più avanzate e partecipate di
convivenza sociale, il ripudio di tutte le guerre e la richiesta di un
rafforzamento anche qualitativo del diritto internazionale con
l'attribuzione alle Nazioni Unite di un ruolo centrale, autorevole e
veramente "super partes". Un coagulo di sensibilità e di impegni
che deve nel nostro Paese tradursi senza colpevoli ritardi in una
"difesa di popolo" della Costituzione repubblicana contro gli
assalti che la vogliono demolire per rilanciare il messaggio di una delle
più alte formulazioni normative che raccoglievano lo spirito della
Resistenza e profeticamente anticipavano le grandi istanze di trasformazione
e di liberazione che si stanno oggi con i nuovi movimenti affermando sullo
scenario mondiale.
>    Brindisi, 2 aprile 2004

>
>
>
>
>FORUM AMBIENTE SALUTE E SVILUPPO
>c/o studio Avv. Carlo De Carlo
>Via Casimiro 6 - Brindisi
>Tel. 0831/524136 - fax 524137
>- - - - - -- - -- - -- - - -
>Brindisi, 5/4/2004
>APRIRE SUBITO SUI LICENZIAMENTI UNA "VERTENZA BRINDISI" CON

L'OBIETTIVO DI UN NUOVO SVILUPPO
>        In queste ore la città di Brindisi registra altri licenziamenti 

dopo quelli paventati nei mesi scorsi alla FIAT, alla Multiservizi ed al
Pastis, e negli anni scorsi alla Dow Chemical ed alla EVC.
>        Adesso è la volta della BTI e  della Nubile. La  BTI  è 

l'azienda italo-maltese che avrebbe dovuto costruire il terminal container
nel porto di Brindisi e sviluppare, con la collaborazione dell'Autorità
Portuale, la sua potenzialità commerciale ed invece ha in qualche misura
convertito le sue attitudini nelle attività di movimentazione del carbone
utilizzando una banchina che possiede con concessione trentennale. E questo
è il risultato di una politica economica locale portata avanti all'insegna
della improvvisazione e della irresponsabilità perché priva di seri
progetti e legate ad interessi estranei alle attese e ai bisogni del
territorio.
>        La ditta Nubile poi, che gestisce la discarica comunale di 

Contrada Autigno, licenzia i lavoratori addetti fino a poco tempo fa a
quell'impianto per la mancanza di una politica programmatoria nel settore
dei rifiuti.
>        Queste tristi vicende devono essere  ben conosciute dalla 

collettività perché rappresentano la prova più evidente del fallimento del
modello di sviluppo finora realizzato a Brindisi. Da queste situazioni di
crisi occupazionale emerge chiaramente che lo sviluppo della città non può
essere affidato nelle mani di aziende estranee al nostro territorio e
interessate solo a colonizzarlo.
>        Emerge anche  che  le attività di servizio devono essere  

prevalentemente organizzate in loco perché la ricchezza che da queste
deriva resti nella nostra comunità.
>        Una simile situazione è ancor più intollerabile se si pensa alla 

ricchezza rappresentata nel nostro territorio dalla contemporanea presenza
di tutte le infrastrutture primarie (strade, navi, aerei, treni), ricchezza
che il sistema politico ha svenduto ad aziende esterne alla nostra realtà
economica aprendo la strada al ricatto occupazionale oggi più che mai
odioso nel clima di corruzione venuto alla luce in seguito alle inchieste
giudiziarie tuttora in corso.
>        Il Forum esprime solidarietà ai lavoratori in lotta in questi 

giorni per la difesa del posto di lavoro e chiede che vengano sospesi i
licenziamenti e che l'intera comunità cittadina faccia propri questi drammi
che sono veramente drammi di tutti.
>        Le manifestazioni popolari del 26 e 27 marzo scorso hanno 

indicato chiaramente che la logica economica che sottende la realizzazione
del rigassificatore è la stessa che in altri tempi ha sorretto il consenso
alla costruzione dei megainsediamenti industriali ed energetici. Soluzioni
che hanno arricchito pochi, danneggiato l'ambiente e colpito la salute.
>        Il Forum chiede quindi  alle istituzioni politiche locali ed 

alle forze sociali di aprire una vera e propria "Vertenza
Brindisi" che, attraverso forme di discussione e programmazione
partecipate, come può essere quella di una grande conferenza cittadina,
indichi vie di uscita alla crisi occupazionale e programmi uno sviluppo
alternativo a quello attualmente in agonia. Una vertenza che chieda allo
Stato di intervenire sulle emergenze occupazionali in atto, per chiarire le
situazioni di ombra che gravano su istituzioni e aziende e per favorire la
valorizzazione delle strutture già esistenti.
>Annino Baroni - Giovanni Caputo - Carlo De Carlo -Michele Di Schiena -

Raffaella Guadalupi - Teodoro Marinazzo - Achille Noia - Mario Panessa -
Michele Polignano - Maurizio Portaluri
>
>
>
>

>CHIEDIAMO AL PRESIDENTE CIAMPI DI DARE PIENA ATTUAZIONE ALLA DIFESA

ALTERNATIVA :
>PAGARE PER LA PACE, ANZICHE' PER LA GUERRA,
>per una difesa non armata, anziché per la corsa agli armamenti,
>per una forza di polizia internazionale, anziché per l'esercito dei

militari professionisti !
>In allegato una petizione popolare al Presidente Ciampi affinché quanto

indicato dalle leggi venga attuato e portato a termine.
>Come aderire:
> --- stampare il file allegato (almeno la parte breve della seconda

pagina), firmarlo a mano, invitare altri a firmarlo, e inviare a LOC, via M.
Pichi 1, 20143 Milano (02 58101226, locosm@???)  entro la fine del mese
per la presentazione ufficiale a Presidente Ciampi;
> --- inviare per posta elettronica la petizione con le firme raccolte a:

presidenza.repubblica@???


>Antonino Drago
>via F.M. Briganti 412
>80141 Napoli
>tel. 081 7803697
>fax 06 233242218
>
>                                     Aprile 2004
>      Al Sig. Presidente della Repubblica Italiana,
>Dott. CARLO AZEGLIO CIAMPI

>
>     1. Siamo un gruppo di cittadini italiani che apprezzano vivamente 

il fatto che la legislazione italiana abbia fatto passi enormi verso la
valorizzazione della difesa popolare non armata e nonviolenta (DPN), alla
quale studiosi italiani e di altri Paesi (come Ebert, Sharp, Galtung,
Muller) hanno dedicato studi e ricerche di alto valore scientifico.
>     Ha iniziato la Corte Costituzionale con la sentenza n. 164 del 1985 

sulla validità giuridica della difesa non armata. Rifiutando una
semplicistica identificazione tra "sacro dovere di difesa della
Patria" e "obbligo del servizio militare" ha affermato invece
che quel sacro dovere poteva essere adempiuto anche con modalità non armate:
donde la legittimità costituzionale di una legge che consentiva
all'obiettore di coscienza di adempiere il dovere di difesa prestando un
servizio civile.
>     Da allora molto cammino è stato fatto. Quel principio è stato 

recepito dalla legge n. 230 del 1998 (che ha riformato la legge n. 772 del
1972 sull'obiezione di coscienza al servizio militare ed ha costituito
l'Ufficio Nazionale del Servizio Civile (UNSC) presso la Presidenza del
Consiglio dei Ministri); e poi dopo dalla legge n. 64 del 2001, istitutiva
del servizio civile volontario, la cui finalità è anche la difesa della
Patria. Pertanto attualmente la difesa non armata è riconosciuta
legislativamente sia sotto il profilo della "ricerca e sperimentazione
di difesa civile non armata e nonviolenta"(art. 8, n. 2, lett. e, legge
n. 230/1998), sia sotto quello dell'invio di obiettori in missioni
umanitarie (art. 9 n. 7, stessa legge). In più, un recente decreto
governativo del 18 febbraio 2004 ha istituito un Comitato di quindici
esperti sulla Difesa Popolare Nonviolenta (DPN), il quale in particolare
darà pareri su quali strategie, indirizzi e iniziative specifiche impegnare
lo stanziamento, esistente già da tre anni, del bilancio UNSC destinato alla
sperimentazione della Difesa Popolare Nonviolenta. Con quest'ultimo atto
giuridico lo Stato porta a compimento la organizzazione minima che gli era
necessaria per espletare il compito istituzionale della DPN.
>
>     2. Noi ci ricordiamo, Sig. Presidente, che Ella ha vissuto l'epoca 

della Resistenza con spirito di grande umanità e di profonda partecipazione.
Ha quindi sperimentato direttamente il coraggio e l'eroismo manifestati dal
popolo italiano non soltanto con la resistenza armata delle formazioni
partigiane, ma altresì con la resistenza non armata di innumerevoli
cittadini (uomini, donne, anziani, ragazzi) che, con enormi rischi,
salvarono ebrei perseguitati dalle SS naziste, diedero ricetto ai
partigiani, boicottarono gli ordini dell'occupante nazifascista. E come
dimenticare i giganteschi scioperi degli operai nelle principali città
industriali d'Italia per protestare contro la guerra e l'occupazione?
>     In questo senso la Resistenza in parte rifletteva quella azione 

popolare nonviolenta che nel corso del Novecento ha ottenuto molteplici
risultati positivi, avvenuto sotto la pressione di compatti movimenti
nonviolenti; a cominciare dalla liberazione dell'India dal colonialismo, e
poi l'abbattimento di molti regimi (ad es. nel 1989 quelli dei Paesi
dell'Est europeo). Quindi la legislazione italiana ha riconosciuto un
processo storico, che è avvenuto anche nel nostro Paese, quando si è
distaccata dal passato con una difesa italiana rifondata sulla volontà
popolare.
>
>     3. Con la legislazione suddetta ed il decreto suddetto, oggi lo 

Stato italiano ha portato a compimento la organizzazione minima necessaria
per espletare come suo compito istituzionale l'inizio di una Difesa non
armata e nonviolenta, la quale già oggi si realizza quotidianamente sul
servizio civile svolto da migliaia di giovani; della quale difesa Lei, Sig.
Presidente, è il Capo supremo, poiché Lei lo è per tutta la Difesa italiana.
>     Ma questa nuova legislazione sul riconoscimento statale della DPN 

offre una prospettiva nuova anche al singolo cittadino (in particolare a
tanti di noi che, da oltre venti anni si sentono obbligati in coscienza a
non versare una quota delle loro tasse alla difesa armata per piuttosto
darla ad iniziative di ONG per promuovere la DPN). Oggi l'UNSC ha già un
capitolo di spesa per la DPN ed è abilitato a ricevere somme di privati. Ciò
prospetta che il cittadino possa versare una quota delle sue tasse
direttamente all'UNSC, affinché questo Ufficio la utilizzi a fini di difesa
non armata. D'altronde già nel 1998 la Camera dei Deputati approvò un ordine
del giorno che chiedeva al Governo il riconoscimento della opzione fiscale a
favore della difesa non armata. (La nostra legislazione ammette già
un'opzione fiscale da parte del cittadino: quella relativa all'8 per mille
per le confessioni religiose). Pertanto Le chiediamo di prendere una
iniziativa per far accogliere dallo Stato italiano la opzione tra difesa
armata e difesa non armata nella destinazione di parte delle tasse.
>     Infine, essendo ormai la DPN una parte costitutiva della Repubblica 

italiana, Le chiediamo di includere la una rappresentanza significativa
della DPN nelle celebrazioni della Festa della Repubblica il 2 di giugno.
>Primi firmatari: Assopace, Pax Christi Italia, LOC; Pastori Massimo

Aprile e Anna Maffei, P. Angelo Cavagna, Prof. Antonino Drago, Prof.ssa
Giuliana Martirani, Roberto Minervino, Pasquale Salvio, Don Gennaro Somma,
>P. Alex Zanotelli                                                     Indirizzo: locosm@tin.ìt

>
>PETIZIONE POPOLARE: paghiamo per la pace anziché per la guerra!
>
>     Al Sig. Presidente della Repubblica Italiana, Dott. CARLO AZEGLIO 

CIAMPI
>
>      La Corte Costituzionale, a cominciare dalla sentenza n. 164 del 

1985, ha sostenuto la validità giuridica della difesa non armata e
nonviolenta. Ciò è stato accolto
>     1) dalla legge n. 230 del 1998 sull'obiezione di coscienza al 

servizio militare, sia con la "ricerca e sperimentazione di difesa
civile non armata e nonviolenta" (art. 8, n. 2, lett. e), sia con
l'invio di obiettori in missioni umanitarie (art. 9 n. 7 legge n. 230/1998);
>     2) e anche dalla legge n. 64 del 2001, istitutiva del servizio 

civile volontario, il quale è finalizzato anche alla difesa della Patria
senza armi.
>     La prima legge ha costituito l'Ufficio Nazionale del Servizio 

Civile (UNSC) presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri (quindi al di
fuori del Ministero della Difesa).
>     In più, un recente decreto governativo del 18 febbraio 2004 ha 

istituito un Comitato di quindici esperti sulla Difesa Popolare Nonviolenta,
il quale darà pareri su quali iniziative impegnare lo stanziamento,
esistente già da tre anni, del bilancio UNSC destinato alla ricerca su e
sperimentazione della Difesa Popolare Nonviolenta. Ciò porta a compimento la
organizzazione minima necessaria allo Stato per espletare come suo compito
istituzionale la DPN.
>     Pertanto a Lei, che presiede il Consiglio supremo della Difesa, che 

oggi è anche non armata,
>      CHIEDIAMO DI
>* prendere una Sua iniziativa affinché lo Stato italiano legittimi il 

versamento di una parte delle tasse del contribuente che voglia optare per
la DPN, versandola sull'apposito capitolo di spesa dell'UNSC;
>* includere la DPN nelle celebrazioni della Festa della Repubblica il 2

di giugno.
>
>Nome

Cognome
Indirizzo
Firma
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