segnalo che su Settimanale cattolico, la voce della curia genovese, e' pu=
bblicato
in prima pagina un comunicato ufficiale della Caritas diocesana, dal tito=
lo
"Quei centri...meglio non farli"
Nel testo, a mio avviso, troviamo luci ed ombre dal punto di vista delle
considerazioni nel merito, e certamente alcuni passaggi non condivisibili=
;
tuttavia la posizione espressa =E8 sicuramente CHIARA.
Ecco il testo dell'articolo:
Quei centri... meglio non farli / Comunicato della caritas diocesana
Entrando nel merito della questione sollevata dalla possibile realizzazio=
ne
a Genova di un Centro di Permanenza Temporanea (CPT) la Caritas Diocesana=
di Genova non pu=F2 che esprimere un giudizio negativo, in coerenza con i=
pronunciamenti gi=E0 offerti in passato al dibattito in sede locale e in =
linea
con gli approcci sempre sostenuti, a livello pi=F9 ampio, dalla Caritas I=
taliana.
A prescindere da valutazioni sulla localizzazione geografica, non di sua
competenza, e nel rispetto della pluralit=E0 delle obiezioni messe in cam=
po
da un ampio ventaglio di forze sociali, la Caritas Diocesana di Genova sp=
ecifica
qui la sua contrariet=E0 nelle seguenti motivazioni:
1. Lo studio della funzionalit=E0 dei CPT nell'esperienza di questi primi=
anni porta a concludere che le limitazioni dei diritti per la persona str=
aniera
che vi si trova inserita, spesso superano le stesse misure carcerarie app=
licate
negli istituti penitenziari.
2. Ci=F2 =E8 tanto pi=F9 discutibile quando si consideri che simili condi=
zioni
si applicano non tanto e non solo per la contestazione alla persona stran=
iera
di esperienze delinquenziali, ma per le mera irregolarit=E0 della sua per=
manenza
nel nostro paese.
3. Anche dal punto di vista della efficacia metodologica, lo strumento CP=
T
si =E8 rivelato di scarsa utilit=E0: i dati evidenziano che solo un terzo=
delle
persone inseritevi viene poi effettivamente espulso (fonte Dossier Statis=
tico
Immigrazione Caritas/Migrantes al 31.12.2002)
4. In sede di analisi delle scelte di politica sociale, gli alti costi ge=
stionali
dei CPT, palesano uno squilibrio preoccupante di investimenti tra strumen=
ti
di controllo e repressione e politiche di integrazione, alle quali ultime=
non vengono destinate adeguate risorse nonostante rappresentino lo strume=
nto
pi=F9 efficace e lungimirante per prevenire fenomeni di devianza sociale.=
Portate queste valutazioni, la Caritas Diocesana di Genova, facendo propr=
ia
la posizione di altre Caritas Diocesane e della Caritas Italiana, si dich=
iara
interessata, in linea di principio, soltanto ad interventi umanitari nei
CPT ma indisponibile ad un coinvolgimento nella loro gestione, per non re=
ndersi
partecipe di una scelta operativa che considera inefficace e lesiva della=
dei diritti dei cittadini immigrati
ciao, laura
Laura Testoni
Arci Genova
www.arciliguria.it