[Lecce-sf] carceri americane

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Author: forumlecce@inventati.org
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Subject: [Lecce-sf] carceri americane
AMERICANI: CARCERIERI O CARCERATI, UN AFFARE D? ORO


Uno dei tanti record di cui vantano gli U.S.A. =E8 quello della carceri e=

dei carcerati! Fra chi si trova dietro le sbarre, chi =E8 libero sulla pa=
rola
o in stato di sorveglianza, circa 6 milioni di statunitensi sono sotto la=

tutela penale.
Cifre esorbitanti che, negli ultimi anni, non tendono a diminuire ma aume=
ntano
costantemente.
I detenuti americani rappresentano, anche grazie alle ultime leggi di ?to=
lleranza
zero?, circa un quarto della popolazione carceraria mondiale.
La maggioranza dei carcerati =E8 composta da minoranze etniche, soprattut=
to
afro-americani.
Circa un milione di persone sono detenute per reati legati alle sostanze
stupefacenti ma, nonostante ci=F2, il consumo di tali sostanze non diminu=
isce.


Ovviamente prigioni cos=EC numerose e zeppe di gente costituiscono un aff=
are
che farebbe gola a molti imprenditori.
Gli statunitensi, che trasformano in denaro e guadagni qualsiasi cosa, no=
n
si sono lasciati sfuggire un? occasione cos=EC ghiotta. Hanno pensato ben=
e
di creare un vero e proprio business carcerario.
Negli ultimi venti anni circa mille nuove prigioni sono state costruite
in tempi record.
La spesa delle carceri =E8 di circa 20 milioni di dollari all? anno e la =
privatizzazione
di molte di esse ha prodotto la cos=EC detta ?industria carceraria?. Molt=
e
societ=E0 che gestiscono questo business sono quotate in borsa e dominano=

i mercati. La loro influenza sui politici =E8 molto forte e riescono ad o=
stacolare
procedure e norme che agevolano la libert=E0 vigilata. Si approvano cos=EC=
delle
leggi che non lasciano mai vuote le celle!
Ai gestori di queste societ=E0 non interessano i detenuti ma i guadagni; =
i
tagli sul personale sono notevoli e i prigionieri si ritrovano senza i ri=
educatori,
i medici e con le celle sporche.


L? altro aspetto allarmante del business carcerario riguarda lo sfruttame=
nto
della forza lavoro nelle prigioni.
A introdurre il lavoro carcerario fu Roosvelt nel 1934 e oggi il 60% dei
beni prodotti dai detenuti =E8 destinato al Pentagono.
Viene alimentata anche l? industria bellica e gli americani di guerre ne
hanno fatte e ne fanno davvero tante!
I prigionieri-operai producono anche jeans di marca (Levi?s) e vengono re=
tribuiti
con un salario inferiore del 20% dello stipendio di un collega libero.
Come se non bastasse il Dipartimento Penitenziario ne trattiene l? 80% pe=
r
le spese di vitto e alloggio.
Questo giro d?affari vale miliardi di dollari e ha fatto crescere anche
l? industria tecnologica che produce dispositivi sempre pi=F9 avanzati pe=
r
il controllo delle carceri.
L? unico aspetto ?positivo? =E8 che si creaano nuove occupazioni nei serv=
izi
carcerari.
Negli ultimi anni le prigioni statunitensi si sono trasformate in delle
?incubatrici? di virus e malattie. Molti detenuti, quando vengono liberat=
i,
sono affetti da epatite C, A.I.D.S. e tubercolosi contratte nelle celle.


L? aspetto pi=F9 triste =E8 quello delle condanne a morte. Dal 1976, anno=
della
sospensione della moratoria sulle esecuzioni, i giustiziati negli U.S.A.
sono stati 820 e sicuramente mentre leggerete queste righe la cifra sar=E0=

da aggiornare!
Gli Stati Uniti, inoltre, continuano ad ignorare gli standard internazion=
ali
sulla pena di morte.
Sono state introdotte leggi vergognose secondo cui 21 giorni dopo la cond=
anna
non si possono presentare e accettare prove per dimostrare l?innocenza de=
i
condannati. In molti stati degli U.S.A., inoltre, si possono giustiziare=

anche disabili e cerebrolesi.


In Italia il popolo delle carceri conta circa 56.000 persone e negli ulti=
mi
anni questa cifra =E8 aumentata del 20%. La maggioranza dei detenuti ital=
iani
=E8 formata da cittadini stranieri e disoccupati.


Nel braccio della morte di San Quentin, in California, i ragazzi della sc=
uola
elementare ?A. Baldi? di Roma hanno raccolto, attraverso la corrispondenz=
a
con Clarence Ray Allen, delle testimonianze agghiaccianti.
Clarence Ray Allen, alias Ya-nu a-di-si, che in lingua Cherokee vuol dire=

Orso Che Corre, =E8 un detenuto indiano che aspetta tristemente di essere=

giustiziato.
In una delle sue lettere scrive: ? Del sistema giudiziario degli Stati Un=
iti,
penso che se sei un uomo bianco e ricco non vedrai mai il braccio della
morte. Se hai soldi, puoi comprarti la libert=E0, se invece non li hai e =
il
sistema giudiziario ti vuole incastrare, ecco che si pu=F2 trovare della =
gente
che testimonia il falso per spedirti nella casa di ferro. Dai ricchi, ai
politici, in su, fino al presidente, tutti infrangono la legge, ogni gior=
no,
ma loro sono al di sopra della legge, perch=E9 sono quelli che la fanno.?=

Le libert=E0 religiose sono represse e Orso afferma che: ? L? unica cosa =
che
non toccano, in galera, sono le Bibbie; solo i cattolici possono pregare
mentre attendono la morte.?
Orso =E8 stato incastrato con un processo di una giuria composta solo da =
bianchi
favorevoli alla pena di morte, nonostante la legge preveda un numero min=
imo
di giurati dell? etnia dell? imputato.

Storie come quella di Orso non sono rare negli U.S.A. . In Italia Coalit.=
org
crea collegamenti tra movimenti e cittadini contrari alla pena di morte.
Quest? associazione ha rapporti diretti con i detenuti nei bracci della
morte e offre numerosi elenchi di condannati che vogliono corrispondere.


Per quanto ancora dobbiamo nascondere queste verit=E0, o meglio,per quant=
o
ancora le dobbiamo assecondare?
Forse, se non ci toccano pi=F9 di tanto, =E8 perch=E9 sono realt=E0 lonta=
ne dall?
Italia. La situazione delle carceri italiane, per=F2, non =E8 delle migli=
ori:
sovraffollamento, sporcizia, alti tassi di suicidio e poi ancora violenze=

sui detenuti e stupri nelle carceri femminili.
Dobbiamo attendere l?arrivo della pena di morte anche da noi per farci se=
ntire?
Un detenuto, colpevole o innocente che sia, ha comunque il diritto di viv=
ere
una dignitosa.


www.coalit.org                                            Gabriele Cafori=
o