[Lecce-sf] Fw: [aa-info] LA POSIZIONE DEL PARTITO COMUNISTA …

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Author: rosario
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Subject: [Lecce-sf] Fw: [aa-info] LA POSIZIONE DEL PARTITO COMUNISTA SIRIANO
W LA RESISTENZA ANTIIMPERIALISTA DEL POPOLO IRAKENO
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Sent: Thursday, February 12, 2004 10:44 AM
Subject: [aa-info] LA POSIZIONE DEL PARTITO COMUNISTA SIRIANO


www.resistenze.org - popoli resistenti - iraq - 05-02-04


da Parti du travail de Belgique -
http://www.ptb.be/scripts/article.phtml?section=A1AAABBSBI&obid=22535
traduzione dal francese a cura del Ccdp

Se gli Stati Uniti non attaccano ancora la Siria, è grazie alla resistenza
del
popolo iracheno

Intervista ad Ammar Bagdache, del Partito Comunista della Siria


Dopo l'Iraq, la Siria è oggi uno dei principali paesi minacciati dagli Stati
Uniti ed Israele. Rumsfeld, ministro del difesa USA ha minacciato di
attaccare
il paese, dopo la presa di Bagdad. La Siria è stata poi bombardata da
Israele
nello scorso ottobre Ma il popolo ed il governo siriano tengono duro. Al
governo
partecipano dei dirigenti del Partito Comunista della Siria. Incontro con
Ammar
Bagdache della direzione nazionale del partito che ha partecipato con molto
interesse all'università marxista.

Davide Pestieau 28-01-2004

- Nome: Ammar Bagdache
- Età: 49 anni
- Attività: redattore capo del settimanale siriano La voce del popolo,
deputato
e capo del gruppo parlamentare del PC della Siria, membro dell'Ufficio
Politico
del PC di Siria
- Studi: Dottore in economia all'università di Mosca

Un partito comunista nel mondo arabo, oltre tutto partecipante al governo, è
straordinario?

Ammar Bagdache. Per comprendere questo, bisogna ritornare indietro nel
tempo. Il
Partito Comunista della Siria è il più vecchio partito politico della Siria.
Avrà 80 anni questo anno. Ha una tradizione molto ricca di lotte
anti-imperialistiche e per la difesa dei lavoratori. Il primo deputato
comunista
del mondo arabo, Khaled Bagdache, è stato eletto in Siria. L'origine della
presenza dei comunisti nel governo attuale, risale al 1935, in seguito alla
strategia definita dall'internazionale comunista nel suo VII Congresso, di
costruzione nel mondo arabo di fronti nazionalisti progressisti.

Questa strategia ha determinato fino ad oggi la nostra politica di alleanze,
particolarmente col partito Baath (1) della Siria.

Abbiamo lottato prima nel fronte anti-coloniale, contro il protettorato
francese. Dall'indipendenza del 1946, combattiamo per custodire la nostra
indipendenza nazionale. Ma anche per difendere i diritti dei lavoratori, per
la
giornata di lavoro di 8 ore. Sapevate che il primo sindacato della Siria è
stato
fondato dai comunisti? Ci siamo battuti coi contadini contro i feudali.
Così, il
partito è all'origine del primo cooperativa contadina (2) del paese nel
1936.

Ma da dove viene questa alleanza tra il partito comunista ed i partito Baath
della Siria? E' sempre stata facile?

Ammar Bagdache. Non sempre. Fin da 1946, siamo stati in primo piano nel
movimento di liberazione nazionale arabo, contro le pretese americane nella
regione. Fin dal 1955-56, abbiamo formato una larga coalizione coi
rappresentanti della borghesia nazionale ed i nazionalisti progressisti del
partito Baath. Ma questa alleanza si è conclusa nel 1958 con l'unione
politica
tra l'Egitto di Nasser e la Siria(3) Il governo siriano ha esercitato allora
una
forte repressione contro i comunisti, con 7 martiri uccisi, e poi contro i
baathisti. I membri del PC sono dovuti andare in clandestinità, sono stati
imprigionati o emigrati.

Ma finita l'alleanza con l'Egitto nel 1961, il movimento nazionale ha potuto
rialzare la testa. Ha introdotto una riforma agraria. Nel 1966, la frazione
di
sinistra del partito Baath ha preso il potere. Da questo momento, la nostra
cooperazione, dapprima informale, ha condotto alla formazione nel 1973 del
fronte nazionale progressista e, da allora, la nostra alleanza è stabile

Questa alleanza ha permesso una politica estera anti-imperialistica. E ha
consentito all'interno profonde riforme a livello sociale: l'educazione e la
sanità sono progredite considerevolmente, lo sviluppo industriale ed
agricolo,
dopo la riforma degli anni 60, ha permesso di rompere col feudalismo.

La Siria conosce, in questo momento, una certa tensione ....

Ammaar Bagdache. Sì. Abbiamo forti pressioni da Stati Uniti e da Israele ma
anche una pressione interna.

Il progresso economico ha generato anche una nuova borghesia che intrattiene
delle buone relazioni coi monopoli internazionali. Questa borghesia esercita
una
pressione più forte, ha una grande influenza al livello economico e vuole
guadagnare potere a livello politico.

Ciò porta ad un confronto tra questi interessi e quelli che vogliono uno
sviluppo indipendente del paese. Il Partito Comunista e le forze
progressiste
difendono così il mantenimento di un forte settore di stato e di un'economia
nazionale. Contro l'entrata della Siria in seno al WTO, contro le attività
delle
multinazionali, specialmente nel settore petrolifero in Siria, contro gli
investimenti stranieri nell'economia nazionale.

La sera stessa della presa di Bagdad da parte degli USA, il 9 aprile 2003,
il
ministro degli Rumsfeld ha minacciato direttamente la Siria. Come si spiega
che
gli Stati Uniti non danno seguito alle loro minacce?

Ammar Bagdache. Se gli americani non intervengono direttamente in Siria
oggi, è
grazie alla resistenza patriottica irachena che lotta per la sua
indipendenza
nazionale ma che difende i diritti dei popoli arabi in primo luogo. La
situazione è molto difficile ma non senza vie d'uscita. All'interno,
mobilitiamo
la popolazione contro le pressioni della borghesia, delle multinazionali e
degli
USA. Nel mondo arabo, lavoriamo a sviluppare le relazioni tra tutte le forze
anti-imperialistiche.

Al livello internazionale, collaboriamo con le forze che lottano contro la
guerra. Ma crediamo anche che si debba analizzare ed utilizzare le
contraddizioni tra i gruppi imperialistici presenti nella nostra regione,
particolarmente tra l'Europa e gli Stati Uniti.

Come si spiega che gli Stati Uniti abbiano attaccato l'Iraq. Può parlarsi di
una
guerra per il petrolio?

Ammar Bagdache. Sì, ma non è la sola ragione ed anche non la principale. Gli
Stati Uniti hanno fatto la guerra per uscire della loro crisi e per ottenere
una
posizione vantaggiosa nei confronti dell'Europa: gli americani fanno così
mano
bassa sull'Iraq ma si posizionano anche per prendere il controllo delle
enormi
ricchezze energetiche del mare Caspio. Infine, per mantenere il monopolio
sionistico nel Medio Oriente.

Perciò la resistenza irachena ha una portata buona più larga che la sola
indipendenza dell'Iraq. Si tratta di fermare l'espansione degli Stati Uniti
e
dell'Israele.

Non pensate che gli Stati Uniti abbiano attaccato l'Iraq per rovesciare un
governo nazionalista che disturbava proprio il loro piano di espansione
nella
regione?

Ammar Bagdache. I contrasti dell'Iraq con gli Stati Uniti sono iniziati,
secondo
la nostra analisi solo dopo l'intervento in Kuwait nel 1990.

Dovete sapere che ci sono delle grandi differenze tra i partito Baath della
Siria e quello dell'Iraq. In Siria, è la frazione di sinistra che ha preso
il
sopravvento nel 1966. Questa frazione ha mantenuto una politica
anti-imperialistica, un'alleanza all'interno coi comunisti ed all'esterno
con
l'unione sovietica fino nel 1989.

In Iraq, è la frazione di destra del partito Baath che ha preso il potere
nel
1968. Ed il suo anti-imperialismo è sempre stato, è il meno che si possa
dire,
molto esitante. Così, l'Iraq ha fatto il gioco degli americani facendo la
guerra
con l'Iran la cui rivoluzione nel 1979 aveva ugualmente un carattere
anti-imperialistico.

Ma la caduta dell'unione sovietica ha cambiato gli equilibri nella regione e
gli
Stati Uniti sono entrati allora in contrasto con l'Iraq, anche per la loro
volontà di controllare il petrolio del paese a scapito dell'unione europea.

Come spiegare che la resistenza irachena si sia sviluppata così velocemente?

Ammar Bagdache. Gli Stati Uniti hanno fatto un grave errore: hanno solo
preso in
considerazione il gruppo dirigente del paese e non la forza del popolo
iracheno
che ha una lunga tradizione anti-imperialistica. La resistenza è formata
innanzi
tutto da ufficiali patriottici del vecchio esercito, i quali hanno
un'esperienza
militare molto ampia, frutto di parecchi anni di guerra.

Ma ci sono altre forze attive. Da ciò che possiamo leggere nelle notizie
trasmesse dall'Iraq, ci sono parecchie forze che si uniscono in questa
resistenza patriottica, forze politiche di sinistra e di destra: accanto ai
vecchi baathistes, ci sono dei gruppi comunisti come il Partito Comunista
dell'Iraq (base)(4), degli altri gruppi nazionalisti arabi, degli islamici
di
parecchie formazioni differenti.

Dei partiti islamici differenti?

Ammar Bagdache. Sì, l'islamismo, è la forma che riveste dei partiti e
movimenti
dalle tendenze molto diverse. Guardiamo altri paesi per esempio: i Fratelli
musulmani egiziani sono delle forze reazionarie, invece gli Hezbollah
libanesi
sono anti-imperialisti.

Apparentemente, hanno la stessa forma islamica ma la loro sostanza è
differente.
È questa sostanza che bisogna analizzare e non fidarsi della propaganda
della
borghesia che vuole la confusione. Non si può dire che nel movimento
operaio, i
comunisti sono uguali ai socialdemocratici. Oppure che il partito laburista
britannico è simile al Partito del Lavoro del Belgio col pretesto che hanno
lo
stesso nome.

Si parla anche di resistenti stranieri

Ammar Bagdache. Ci sono probabilmente alcuni individui ma questo non è
essenziale. E del resto un marocchino o un egiziano presente in Iraq non è
considerato straniero, perché è arabo.

Se si deve cercare stranieri in Iraq, questi sono innanzi tutto le truppe di
occupazione USA e inglesi. Noi siamo contro ogni forma di collaborazione
degli
iracheni con gli occupanti stranieri, e dunque contro il preteso governo
provvisorio iracheno che non ha nessuna legittimità.

Israele ha attaccato un vecchio campo di profughi palestinesi, affermando
che la
Siria darebbe riparo alle organizzazioni terroristiche palestinesi.

Ammar Bagdache. Per essere chiaro, la Siria accoglie sul suo territorio gli
uffici stampa dei principali movimenti politici palestinesi. Ci sono 500.000
profughi palestinesi in Siria. Hanno diritti di organizzarsi. È un segno
minimo
di solidarietà. Ma i combattenti della resistenza palestinese si trovano nei
territori occupati, non sono altrove.

Permettetemi di fare un paragone: quando il generale De Gaulle si trovava a
Londra durante la seconda guerra mondiale, si accusava l'Inghilterra di
Churchill di proteggere i terroristi? Non si parlava di resistenza per
difendere
l'indipendenza della Francia contro i nazisti tedeschi?

Note:

1) Baath è un partito nazionalista arabo che lotta per l'indipendenza
nazionale
e l'unità del mondo arabo su base anti-imperialistica
2) Si tratta di un collocamento in comune di terre, di macchine, in
un'associazione libera dei contadini
3) Tra febbraio 1958 e settembre 1961, l'Egitto e la Siria si sono unificati
politicamente in un solo Stato, la Repubblica arabo Unita. Nasser era il
presidente nazionalista dell'Egitto, ndr
4) Si tratta di un scissone del PC iracheno negli anni' 90, ndr.


Il Partito Comunista di Siria, la guerra ed i bisogni del popolo

"Il popolo deve fare pressione sui governi e regimi arabi che intrattengono
relazioni con l'Israele per mettere un fine a queste relazioni." È ciò che
afferma il comitato centrale del Partito Comunista di Siria (PCS) nella sua
dichiarazione del 10 ottobre 2003, "affinché sia rafforzata la
determinazione
nazionale contro l'imperialismo ed il sionismo." -estratto-.

Il Comitato centrale ha sottolineato la necessità di una pressione popolare
sui
governi e regimi arabi che intrattengono delle relazioni con Israele, per
mettere fine a queste relazioni. Il Comitato ha richiamato anche tutte le
forze
democratiche del mondo ad attivare la loro campagna di solidarietà con la
resistenza siriana, palestinese ed irachena contro gli aggressori
imperialisti e
sionisti. La lotta intrapresa dal movimento arabo di liberazione nazionale
fa
parte integralmente della lotta generale del movimento internazionale
rivoluzionario e di liberazione contro la tirannide imperialistica e tutto
questo in nome della libertà e della sovranità dei popoli.

Il Comitato centrale ha spiegato che gli avvenimenti e la loro evoluzione
provano sempre più che l'imperialismo americano è il principale nemico dei
popoli arabi, non solo perché sostiene le azioni criminali del suo strumento
nella regione (Israele ed il suo sionismo) ma anche a causa delle azioni
aggressive degli americani contro i nostri popoli, ivi comprese le
aggressioni
dirette. Inoltre, boicottare le merci ed altri interessi americani
costituisce
un dovere nazionale evidente e fondamentale.

Il Comitato ha insistito che il modo più efficace per il rafforzare l'unità
nazionale consiste nel soddisfare le richieste dei lavoratori siriani che
rappresentano la colonna portante della nazione. E' diventato chiaro che
difendere la produzione nazionale e la sua colonna vertebrale, il settore
pubblico (il settore di statale) costituisce una priorità urgente, non solo
una
necessità economica e sociale fondamentale, ma anche un'importante questione
nazionale. Per aumentare l'efficacia del settore di stato, è necessario
proteggerlo dall'attuale saccheggio della borghesia e di sradicare la
corruzione.

Il principale pilastro della riforma amministrativa ed economica consiste
nell'aumentare la libertà democratica delle masse e di permetter loro di
controllare le attività di produzione ed ad instaurare una vera trasparenza
in
modo che nessuno potrà godere dell'impunità e di sottrarsi alla sorveglianza
popolare.

Il Comitato centrale ha messo in guardia contro le richieste sempre più
numerose
delle forze di destra per privatizzare il settore pubblico con il pretesto
di
volersi sbarazzare delle sue imprese deficitarie. Il fatto è che queste
imprese
non sono per niente deficitarie, ma che sono obbligate a subire delle
perdite
sotto l'azione dei forze parassitarie manipolate da questi stessi gruppi di
destra.





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