Author: pkrainer Date: Subject: [Cerchio] presentazioni di ORMAI E' FATTA!
----- Original Message -----
From: "leonid ilijc brezhnev" <brezhnev@???>
volevo
chiederti una cosa sulla percezione della società:
hai detto che in passato era percepita come divisa in classi, mentre oggi è
percepita come un tutt'uno omogeneo e che quindi ogni manifestazione di
insofferenza è più ascritta all'aria della devianza o della sociopatia
piuttosto che a quella della lotta sociale.
é diretta conseguenza, secondo me, del passaggio da dominio formale, in cui
le due classi, la borghese e la proletaria, si contendono il potere su un
mondo preesistente, che hanno conquistato insieme (come Terzo Stato) nel
processo delle grandi rivoluzioni, e che la borghesia domina, ma attraverso
strumenti che non le sono propri, che non ha costruito in funzione delle
proprie coordinate, la merce, la proprietà, in una parola l'economia. le due
classi si muovono incontro portando progetti opposti ma riferiti a una
realtà ancora comune, dotata di un senso proprio, e cui i proletari possono
perciò realisticamente pensare di apporre la propria dirittura. La
riproduzione dei proletari, esattamente come il loro punto di vista, si
radica originariamente fuori dei rapporti di produzione (per indicare
l'aspetto più ovvio: i proletari mangiano poco o punto grazie a merci, la
produzione non é volta alla soddisfazione delle necessità proletarie, i
proletari non sono consumatori, o lo sono marginalmente di quanto
producono). Per cui nella Comune, o anche in Catalogna, i proletari assumono
il controllo dell'esistente e lo volgono materialmente e in maniera
convincente alla realizzazione del proprio disegno. La soluzione é di ordine
militare. Il rpoletariato viene schiacciato, come usa appunto nel dominio
formale.
Nel dominio reale, che prende le mosse dalla controrivoluzione preventiva
degli anni Venti e trenta, prima negli Usa e poi in tutti gli altri paesi,
fascisti, democratici e socialisti, i proletari vengono invece sbriciolati.
Poiché la loro riproduzione si è fatta, come per i borghesi, totalmente
tributaria del meccanismo capitalista, essi vengono chiamati a cogestire il
processo di riproduzione sociale, tramite partiti e sindacati. Avendo vinto,
il capitalismo liquida prima la più inutile delle due classi, la borghesia,
che cessa di avere qualsiasi specificità residua, essendo essa pure composta
di individui spossessati della propria attività; e la sosituisce con una
classe burocratica di funzionari, spesso reclutati e cooptati dalle file
proletarie. Poi, smonta anche le residue ragioni di sussistenza di una
classe proletaria, chiamandola al consumo e alla proprietà. Poiché
l'alienazione li ha totalmente privati di un potere sulla propaia attività,
non c'é più rischio a metter questa produzione nelle mani dei proletari che
lungi dall'utilizzarla contro la propria condizione di sfruttati ne faranno
la propria prigione.
La folla di funzionari sempre sull'orlo della bancarotta, del licenziamento
e della galera, e dei lavoratori sempre costretti a lavorare per pagare i
debiti contratti, materiali ed ideali, con il sistema, dà vita a un'unica
classe di individui atomizzati e svuotati di soggettività, ricchi unicamente
di merci povere e velenose (e a volte privati pure di queste) e di una
panoplia immensa di illusioni su di sè e sul mondo. Una sorta di
lumpenproletariat planetario, ridotto a depredare il proprio stesso
ambiente, disposto alle più sordide avventure, intento a,contrattare
INDIVIDUALMENTE (ed é questo che rende gli sfruttatai di oggi non più una
classe: esistono ancora i proletari ma si é estinta la classe proletaria) le
condizioni della propria particolare servitù.
Naturalmente esistono delle controtendenze, vedi i tranvieri, o i contadini
del Kerala: ma a questo punto il proletariato riappare unicamenete nello
scontor, come classe integralmente soggettiva. Non solo non è più vero come
nll'Ottocento che il capitale forgiava esso stesso i propri affossdatori; ma
é vero proprio l'opposto. Mentre nel dominio formale si poteva credere che
le cose stesse conducessero a un Armageddon finale (Armageddon che é stato
anticipato in vitro con la strage impareggiabile della prima guerra
mondiale, di cui la seconda é stat unicamente il corollario, destinato a
spartire efficacemente le spoglie), oggi le cose stesse ci stanno
seppellendo. I proletari - come acutamente aveva previsto Benjamin - non
hanno nulla da attendersi rispetto al futuro. Possono essere unicamente la
classe del presente. E possono essere classe, e non moltitudine (come recita
il zozzone), solo dando di piglio al presente
Beninteso, sono cose su cui sto riflettendo da un po', ma su cui ho
necessità di riflettere ancora. Magari, rendeno pubblico questo discorso, ne
sortiranno delle intuizioni utilizzabili, oltre che la consueta pletora di
belinate