[NuovoLaboratorio] Manif a Nervi

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Author: Riccardo Navone
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Subject: [NuovoLaboratorio] Manif a Nervi
ALCUNE CONSIDERAZIONI (a caldo) SULLA MANIFESTAZIONE ANTIFASCISTA A NERVI

Le motivazioni di questa mobilitazione sono note a tutti i compagni del
movimento ma ciò non mi sembra sufficiente.

Un certo carattere autoreferenziale ha caratterizzato ancora una volta un
evento che poteva essere di ben altra portata. Mancanza di comunicazione, un
po' di spocchia - piu' qualche ingenuità - hanno fatto il resto e il tutto.
Intanto i genovesi erano pochini, i più erano foresti.
Questo è un dato su cui riflettere.

I cittadini di Nervi si sono blindati in casa e quelli - coraggiosi - che
sono scesi in strada erano contenti di questa mobilitazione ma si sono
trovati spiazzati nel vedere un corteo così striminzito e poco
riconoscibile. Mi sono messo a parlare con dei vecchi comunisti, quelli
della ex sezione del Pci di via del Commercio e ho registrato un certo
scetticismo. Mi hanno detto seccamente che sono sicuramente meglio questi
strani ragazzotti sbrindellati che quei fascisti di Forza Nuova ma che a
loro sembrava più il corteo di una tifoseria che quello di seri
antifascisti. Sono scesi in piazza cercando un riscatto dopo l'invasione dei
fasci di FN a casa loro ma non hanno travato soddisfazione. Come dargli
torto.

Un gruppetto di cretini ha cercato la foto sul giornale con atteggiamenti
truculenti e qualche intemperanza. Poca cosa, del tutto trascurabile, e in
questo non c'è stato controllo da parte degli organizzatori della
manifestazione. Applausi dei pochi cittadini spettatori e accenno a un Bella
Ciao cantata sommessamente. Vola qualche petardo, due arance e una
bottiglietta di birra.
Una sorta di servizio d'ordine si è creato spontaneamente in coda al corteo
e ha avuto il suo fardello dalla partenza fino alla stazione di Quinto.

Ho assistito a distanza ravvicinata ad alcuni episodi veramente demenziali.
Tentativo di disselcimanto di piastrelle all'altezza del capolinea del 15,
subito abortito per palese incompeteza. Due cazzotti fra compagni. Qualche
lite per questioni banali.
Tenendo conto dello spiegamento di carabinieri e Ps, e della loro gestione,
c'è da ringraziare il cielo che non siano volate manganellate in coda.

I momenti di tensione sono stati stemperati da una costante vigilanza da
parte di alcuni avvocati del Legal Forum e dalla Digos che hanno saputo
contenere l'esuberanza di alcuni manifestanti e frenare le intemperanze
degli uomini di Gaggiano.

Questo commissario (capo della sezione del Centro Storico in via Balbi e
responsabile delle peggiori cariche in via Tolemaide durante il G8) ha
organizzato la blindatura della manifestazione in modo - non solo eccessivo,
ma - palesemete provocatorio. Oggi non sembrava sbronzo - come suo solito -
ma era particolarmente nervoso e trasmetteva questa prerogativa ai suoi
uomini.
Si agitava come un guitto dando ordini secchi e poco ragionati.

Come esempio su tutti ha fatto chiudere l'accesso alla stazione di Quinto e
solo dopo una febbrile trattativa tra avvocati, vari responsabili del corteo
e la Digos di Gonan è stato concesso ai manifestanti di accedere ai binari
con un certo anticipo sull'arrivo dei treni. Questo è stato il secondo
momento di vera tensione. Slogan e qualche pietrata su un defender isolato.
I CC - nervosissimi - che alla fine si ritirano sotto il ponte ferroviario e
un miserabile tentativo provocatorio di sequestro del furgone con la musica
segnano la fine della giornata.
Solo un cretino patentato può aver pensato di costringere 500 persone a
stare un'ora in mezzo alla strada (davanti ai giardini), senza potersi
muovere perchè completamente circondata da centinaia di sbirri in assetto di
guerra, con il divieto di muoversi, di andare a pisciare, di poter accedere
alla stazione, ecc. Il signor Gaggiano non è in grado di gestire la piazza.
E' un poveraccio, con una emotività troppo accentuata e sicuramente poco
intelligente, per nulla adatto a gestire situazioni complesse. Gli piace
esibire i bicipiti, forse per mancanze nella zona pelvica. Che lo mettano a
controllare gli scippi nei carrugi.

Ma il dato essenziale della giornata non è questa. Non sono le miserie degli
sbirri che mi interessano. Non sono le intemperanze di quattro ragazzotti
esaltati che vivono nel mito degli anni '70.
Non sono i demenziali titoli dei giornali, Repubblica compresa, che hanno
fatto la giornata.

Quello che è mancato oggi era Genova.
Genova città antifascista.
E' stata una manifestazione finita bene ma non bella.

Riccardo Navone