[NuovoLaboratorio] "Introduzioni...precarie"

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Author: Carlo Ghione
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Subject: [NuovoLaboratorio] "Introduzioni...precarie"
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Quello che segue =E8 il testo che avevo preparato come introduzione ai =
lavori dell' Assemblea cittadina
"R-esistenze precarie" che si =E8 svolta al Lab.Buridda marted=EC =
scorso.
Ben lungi dall' avere la pretesa di essere un documento di analisi =
sociale e politica, questa introduzione elencava tutta una serie di idee =
e progetti che erano stati proposti e/o discussi nelle riunioni =
preparatorie.
Giudicato da alcuni, sicuramente a ragione, "troppo lungo", non =E8 =
stato presentato.
Alla luce di quanto poi uscito dall' assemblea, mi =E8 parso utile =
metterlo in rete, ritenendo che potesse comunque dare un quadro =
complessivo, anche se non esaustivo, di cio' che =E8 stato dibattuto e =
che possa tornare utile a coloro che si cimenteranno in quel lavoro di =
"sintesi" che purtroppo...non mi si addice!

Carlo Ghione

-------------------------------------------------------------------------=
-------


Prima di introdurre il tema dell' assemblea, ci sembrava opportuno =
rimarcare un fatto essenziale e determinante che pensiamo debba far =
riflettere ed essere assunto da tutti gli intervenuti.

Se poco piu' di due mesi orsono non fosse stato occupato lo spazio in =
cui ora ci troviamo, Lab.Buridda, questa stessa assemblea non si sarebbe =
probabilmente svolta ne' qui ne' altrove e nessuno avrebbe discusso del =
progetto di cui parleremo successivamente perche' con ogni probabilit=E0 =
i soggetti che su questa iniziativa si sono impegnati...non si sarebbero =
nemmeno ancora incontrati!

Ovviamente questo non significa che nulla di tutto cio' avrebbe mai =
visto la luce, ma semplicemente che questo spazio lo ha enormemente =
favorito ed accellerato, costituendo davvero, al di la' di ogni facile =
ricorso demagogico, un luogo fertilissimo dove persone ed idee, =
cultura, politica e socialit=E0 si incontrano ed immaginano e progettano =
insieme percorsi di vita e di lotta .

E c'=E8 di piu'.
Il lavoro che abbiamo immaginato di impostare, non puo' prescindere, a =
meno di un drastico ridimensionamento degli obbiettivi, da una =
situazione e da uno spazio con queste caratteristiche.

Vi invito a non escludere mai questo aspetto, nel corso degli interventi =
che si succederanno.

Daremo quindi il giusto spazio a qualche compagno che vive piu' dall' =
interno questa esperienza di occupazione, cercando di capire quale =
futuro si prospetta per la Buridda e quale sia attualmente la posizione =
delle istituzioni locali, proprietarie, per l' appunto, dell' immobile =
che ci ospita.

Ci pare quasi superfluo invitare tutti a sostenere e difendere questo =
luogo ed i tanti contenuti che lo animano, cos=EC come =E8 del tutto =
evidente che quanti piu' progetti si aggiungeranno ai tanti che gia' lo =
attraversano e lo fanno vivere, tanto piu' sara' difficile per le =
istituzioni locali sottrarsi ad un confronto serio e propositivo e =
sottrarre alla citt=E0 uno spazio come questo!

Fatta questa premessa veniamo al tema della serata.

Non =E8 trascorso nemmeno un mese da quando, proprio qui alla Buridda, =
nasceva, poco piu' che per caso, l' incontro tra alcuni di noi impegnati =
da tempo nel coordinamento delle cooperative sociali con delle giovani =
ricercatrici e ricercatori scientifici che operano presso l' Ist di =
Genova.

Piu' tardi vi racconteranno loro stessi in quale condizione di =
incertezza e precariet=E0 svolgono un lavoro cos=EC prezioso ed =
importante per tutti noi o meglio, quanto lo potrebbe essere se solo la =
volonta' fosse quella di investire davvero nella ricerca e negli =
interessi reali della
collettivita', nella salute come "bene pubblico" primario, diritto =
inalienabile per ogni cittadino e non "merce" regolata dal libero =
mercato globale e multinazionale.

Ebbene, L' intesa con queste lavoratrici e lavoratori precari, questi =
"cervelli a collaborazione coordinata e continuativa" , =E8 stata =
immediata come paradossalmente non lo sarebbe stata in un passato, per =
cosi' dire, piu' garantito!

Al nostro incontro si sono uniti alcuni giovani studenti e altri giovani =
precari, ragazzi del Buridda ed attivisti nel movimento, ed insieme =
abbiamo incominciato a raccontarci e a confrontare le nostre attuali =
esperienze di vita e di lavoro.

Uno solo, per tutti noi, il denominatore comune delle nostre esistenze :
una vita precaria, sottopagata, insicura, ricattata, saccheggiata di =
quei diritti fondamentali e di quelle tutele che la classe operaia aveva =
conquistate con decenni di lotta.

Ma il dato ancor piu' unificante lo riscontriamo nell' impossibilita' di =
pianificare o addirittura di immaginarsi un futuro possibile, =
attanagliati dal susseguirsi delle scadenze dei contratti o degli =
appalti, dalle incertezze che questi ci vengano rinnovati, dall' =
insostenibilita' di prolungati periodi di disoccupazione, dai salari da =
fame, dalla frustrazione di doversi spesso piegare davanti ai soprusi di =
capi e capetti per non rischiare di perdere il posto, del ritrovarci =
nostro malgrado, quasi a combattere una guerra tra poveri.

Questa situazione come sappiamo non nasce oggi, viene da lontano!

E' stata pianificata in tempi sicuramente meno sospetti di quelli =
attuali, impacchettata per benino, a suo tempo, dal ministro Treu e =
consegnata, insieme ad altre legiferazioni piu' o meno scellerate ed a =
concertazioni sindacali all' insegna dell' arretramento, alle destre =
dell' attuale governo.

Non vorremmo pero' fare di questa serata un momento di sola analisi =
politico/economica del fenomeno precarieta'.
Non che la cosa non sia necessaria ed interessante...

Una sorta di slogan un po' ironico che abbiamo usato nelle nostre =
locandine =E8, non a caso, quel CO CO CO inteso come Concretezza =
Coordinata e Continuativa.

Di questo avvertiamo il bisogno e l' urgenza. Su questo vogliamo provare =
a misurarci.

Cio che ci interessa maggiormente e che abbiamo chiaramente indicato =
=E8:=20

IL CHE FARE! E SOPRATTUTTO IL COME AGIRE SUL TERRITORIO,
COME IMMAGINARE UNA PRATICA POLITICA che favorisca il radicamento nei =
territori, L' ORGANIZZAZIONE E LA RISPOSTA DAL BASSO ALL' =
INTOLLERABILITA' DELLO STATO DELLE COSE!

Di QUALI STRUMENTI DOTARCI per cominciare a comunicare e a far =
comunicare tra loro i lavoratori precari e di come, allo stesso tempo, =
interagire con quei lavoratori che ancora possono definirsi tipici e =
maggiormente garantiti.

Questo aspetto, la comunicazione, costituisce sicuramente il primo punto =
della nostra ideale scaletta di lavoro.

Chiunque abbia tentato di svolgere un lavoro sindacale tradizionale in =
rapporto con queste tipologie di lavoratori ne =E8 uscito spesso =
sconfortato e deluso!

Il lavoratore precario tende naturalmente a considerare il proprio ruolo =
in una dinamica individualistica, priva di una dialettica collettiva di =
classe e di diritti, addirittura ponendo, per necessita', i propri =
interessi in maniera conflittuale verso gli stessi compagni di lavoro.
Ha paura ad esporsi perche' il tasso di ricattabilita' e' altissimo.

Vedete,=20
nel paese che qualcuno ha definito con orgoglio come il piu' flessibile =
d' europa,
all' indomani del varo della Riforma Biagi e dopo le ultime leggi delega =
sul mercato del lavoro, la vera minaccia, quella piu' insidiosa, =
nascosta tra le pieghe di decine di nuove tipologie di lavori, sta' =
proprio nell' attacco portato con forza, nel tentativo di sfondamento =
verso la contrattazione collettiva nazionale, rafforzata dalla politica =
degli accordi sindacali separati... mi fermo qui'...qualcuno certamente =
interverra' su questo nel corso della serata...

Se poi pensiamo, come nella maggior parte dei casi,alle nuove =
generazioni di lavoratori, ai piu' giovani, scopriremo che non =
possiedono che in piccola parte, quella cultura dei diritti che =E8 =
appartenuta ai padri, semplicemente perch=E8 non l' hanno mai =
sperimentata direttamente!

E allora risulta evidente che il problema di ricercare modi diversi e =
diversificati per rapportarsi e comunicare con il mondo precario =E8 =
fondamentale, cos=EC come lavorare su quel dato culturale dei diritti =
che dicevamo.

Siamo tutti e mi riferisco ai movimenti, ai partiti della sinistra ed ai =
sindacati, terribilmente in ritardo su questo piano. Siamo di fronte ad =
una partita epocale, dal cui esito molto dipendera' la costruzione di =
quel mondo migliore possibile per il quale tutti noi ci stiamo =
battendo.

Quante volte ci siamo interrogati, ultimamente, sulla grande difficolta' =
dei movimenti a mobilitare sui temi del lavoro, della precarieta', del =
reddito di cittadinanza, dei salari, quante volte ci siamo ripetuti che =
bisognava si costruire grandi eventi capaci di incidere sulle coscenze e =
sulla cultura stessa delle grandi masse ma allo stesso tempo, se da un =
lato era necessario "pensare globalmente", ancor piu' sarebbe stato =
fondamentale "agire localmente".=20

Milioni di persone hanno appeso bandiere della pace alle loro finestre(e =
continuano a mantenercele...) e sono scese in piazza contro la guerra, =
senza se e senza ma, un patrimonio immenso di crescita anche culturale =
che il movimento ha sicuramente contribuito a determinare, cos=EC come =
ha favorito la crescita di masse critiche verso la globalizzazione =
neoliberista.=20

Un enorme patrimonio che non si =E8 riusciti a capitalizzare su tutta la =
partita legata allo smantellamento dello stato sociale, alle =
privatizzazioni dei servizi, ai tagli alle spese sociali e alla sanita' =
e, in ultimo, proprio alla devastante flessibilita' del mercato del =
lavoro e alla conseguente precarieta' che ne deriva per milioni e =
milioni di lavoratrici e lavoratori.

Torniamo quindi all' ideale scaletta che abbiamo immaginato per =
R-esistenze precarie:

a.. Abbiamo gia detto che al primo posto poniamo il problema della =
comunicazione e del linguaggio .=20

Noi pensiamo che in uno spazio laboratorio come questo alcuni processi =
di riavvicinamento e di ricomposizione sociale tra lavoratori di =
differenti tipologie siano piu' facili e lo abbiamo sperimentato in =
prima persona.=20

Ma per riuscire a comunicare con chi stenta a farlo, con chi pare =
condannato all' invisibilita' perenne ed alla solitudine della propria =
condizione di vita e di lavoro occorre prima di tutto una sufficiente =
dimestichezza con la materia e con i contesti e la capacita' di tradurla =
in un linguaggio accessibile ai piu'.

Ecco allora che sono gia' stati avviati contatti per programmare gia' =
dal prossimo autunno una serie di seminari nei quali approfondire le =
conoscenze spesso troppo generiche in relazione alle regole che =
governano i cosiddetti nuovi lavori.=20

Questo passaggio che definirei di "auto-formazione" per quelle compagne =
e compagni che lavoreranno al progetto si rende necessario per poter =
successivamente fare noi stessi informazione e contrinformazione =
utilizzando strumenti quali:

a.. la radio, che qui al Buridda =E8 gia' decollata e va perfezionando =
le sue caratteristiche tecniche

b.. l' idea di una pubblicazione periodica da diffondere nei luoghi di =
lavoro , progetto sensato ed efficace se solo accompagnato dalla =
costante ricerca di linguaggi semplici ed immediati, idea che ben si =
articola con altri progetti che all' interno di questo laboratorio =
esisteranno in prospettiva nel settore dell' editoria alternativa.=20

c.. sempre in tema di stampa si e' pensato alla stesura di un piccolo =
manuale di autodifesa sui posti di lavoro, un piccolo vademecum per =
districarsi nella giungla degli oltre 40 tipi di contratto oggi =
esistenti

d.. non si puo' non pensare ad un sito internet, anche in questo caso, =
lavorando con quanti all' interno del laboratorio sociale gia' si =
occupano di multimedialita'

e.. e sempre parlando di multimedialita' l' idea di far nascere a =
Genova come gia' in altre citta' d'Italia, una street-tv, una =
televisione di strada, che =E8 un altro dei progetti a cui gia' si sta =
lavorando qui al laboratorio. Pensate quanto sarebbe importante usare il =
mezzo televisivo per documentare e per denunciare, on the road, le reali =
condizioni di vita, di lavoro e di non lavoro e, sperabilmente, di =
lotta di tanti giovani della nostra citta'.

a.. Vi =E8 poi l' idea che forse per prima =E8 venuta a tutti coloro =
che hanno incominciato a riunirsi attorno al progetto di R-esistenze =
precarie.

La realizzazione di uno sportello sociale informativo e legale. L'idea =
non =E8 sicuramente quella di costituirci in sindacato, ne' di competere =
su questo terreno che non ci =E8 proprio.

Vi =E8, invece, l' idea di poter fornire un servizio gratuito di =
sostegno, di indirizzo e di prima risposta a domande di vario tipo, ivi =
incluse quelle di carattere piu' propriamente vicine al diritto del =
lavoro.

In altre realt=E0 italiane hanno cominciato a funzionare con successo =
iniziative analoghe, ne parleremo.=20

Lo sportello puo' realizzarsi attraverso il contributo di quanti, =
avvocati, sindacalisti e specialisti in genere vorranno spendere un po' =
del loro tempo in militanza.

Alcuni sono gia' stati contattati altri sono certo che accetteranno di =
dare il loro contributo.


a.. Anche su questa possibile iniziativa, la tecnologia puo' esserci =
di grande aiuto e cos=EC si puo' pensare, ad esempio, ad utilizzare la =
rete, collegandosi con singoli o associazioni, sindacati e =
coordinamenti, per ricevere ed inviare consulenze on line cominciando a =
pensare ad una sorta di banca dati.

a.. Da questo si desume che riteniamo fondamentale riuscire a mettere =
in rete le esperienze che si vanno moltiplicando, ognuna con le proprie =
differenze e peculiarita' sul territorio nazionale.

Non =E8 un caso che proprio in queste giornate genovesi dedicate alla =
ricerca della verita' e della giustizia sui fatti del G8, la nostra non =
sara' l' unica iniziativa in programma su questi temi e certamente =
saremo presenti alle altre portando il nostro contributo e recependo =
quello che ci verra' dalle esperienze altrui.

a.. Da tutto questo dovranno necessariamente svilupparsi anche e =
soprattutto momenti specifici di vertenzialita' e di lotta nei quali =
tentare di lanciare grandi moblitazioni cittadine, sostenuti dal lavoro =
coordinato e continuativo di informazione che saremo riuscuiti a =
svolgere e dalla nostra capacita' di mettere insieme anche istanze =
apparentemente diverse e lontane tra di loro. =20
In questo senso le iniziative di lotta che promuovemmo e che si =
conclusero positivamente l' inverno scorso a sostegno della lotta delle =
lavoratrici e dei lavoratori della casa di riposo Pezzini, coinvolgendo =
studenti, lavoratori tipici ed atipici, sindacati confederali e non e =
pezzi di movimento e "usando" i mezzi di informazione locale per =
sensibilizzare l' opinione pubblica, ci pare possa fornire un buon =
viatico, a condizione si riesca a dare maggior continuita' e =
partecipazione.

a.. Dovremo avere la capacita' di mobilitare la citta' su vertenze =
che possano incidere positivamente sulla percezione delle ritrovate =
capacita' di vincere che da piu' parti si stenta a ricostruire, magari =
dopo le ultime vicende referendarie piuttosto che con la non scongiurata =
guerra all' Iraq.=20
b.. Abbiamo individuato, ad esempio, nel campo degli appalti che gli =
enti pubblici stipulano per lo piu' con le cooperative, un terreno =
fertilissimo dove poterci mobilitare non soltanto sul piano della =
difesa dei diritti dei lavoratori che vi sono impegnati, ma anche sul =
piano piu' complessivo della difesa dello stato sociale.=20
Su questo terreno =E8 per altro possibile mettere a frutto le esperienze =
e la legislazione locale di altre importanti realta' metropolitane (si =
veda, ad esempio, la Delibera di iniziativa popolare sui diritti dei =
lavoratori degli appalti, la 135, ottenuta, insieme alla costituzione di =
un osservatorio sul lavoro, nel comune di Roma)

a.. Andranno realizzati, con modalita' da individuare insieme, lavori =
di ricerca e di indagine sull' area genovese, che possano disegnare un =
quadro complessivo della realta' piu' o meno precaria della nostra =
citta'.=20
b.. Da questo tipo di ricerca sarebbe interessante estrapolare le piu' =
emblematiche situazioni di disagio e raccoglierle in una sorta di "libro =
bianco" sullo sfruttamento coordinato e continuativo.
c.. Sara' infine necessario incominciare a collegare (compito questo =
tra i piu' difficili ed ambiziosi ma sicuramente, in prospettiva, tra i =
piu' "rivoluzionari") le questioni del lavoro precario "indigeno" in =
rapporto a quelle delle popolazioni migranti, che meglio di ogni altro =
soggetto rappresentano l' ideale modello di "Merce lavoro" nell' attuale =
modello economico e lavorare sulla saldatura di queste due componenti =
in momenti comuni di lotta.
Di questo e di molti altri argomenti che non ho toccato in questa =
introduzione che per essere schematica risulta fin troppo lunga vi =
parleranno le compagne ed i compagni nei loro interventi successivi.

Carlo Ghione =20
15.07.03






























=20

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riunioni preparatorie.</FONT></EM></STRONG></DIV>
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non si sarebbe probabilmente svolta ne' qui ne' altrove e nessuno =
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discusso del progetto di cui parleremo successivamente perche' con ogni=20
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di ogni facile ricorso demagogico,&nbsp; un luogo fertilissimo dove =
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insieme percorsi di vita e di lotta .</FONT></DIV>
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che vive piu' dall' interno questa esperienza di occupazione, cercando =
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quale futuro si prospetta per la Buridda e quale sia attualmente la =
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delle istituzioni locali, proprietarie, per l' appunto, dell' immobile =
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alla citt=E0 uno spazio come questo!</FONT></DIV>
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alcuni di noi impegnati da tempo nel&nbsp; coordinamento delle =
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presso l' Ist di Genova.</FONT></DIV>
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alcuni giovani=20
studenti e altri giovani precari, ragazzi del Buridda ed attivisti nel=20
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appalti, dalle incertezze che questi ci vengano rinnovati, dall'=20
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dalla frustrazione di doversi spesso piegare davanti ai soprusi di capi =
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comunicare e a far comunicare tra loro i lavoratori precari e di come, =
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necessita', i propri interessi in maniera conflittuale verso gli&nbsp; =
stessi=20
compagni di lavoro.<BR>Ha paura ad esporsi perche' il tasso di =
ricattabilita' e'=20
altissimo.</FONT></DIV>
<DIV>&nbsp;</DIV>
<DIV><FONT face=3DVerdana size=3D2>Vedete, <BR>nel paese che qualcuno ha =
definito=20
con orgoglio come il piu' flessibile d' europa,<BR>all' indomani del =
varo della=20
Riforma Biagi e dopo le ultime leggi delega sul mercato del =
lavoro,&nbsp; la=20
vera minaccia, quella piu' insidiosa, nascosta tra le pieghe di decine =
di nuove=20
tipologie di lavori, sta'&nbsp; proprio nell' attacco portato con forza, =
nel=20
tentativo di sfondamento verso la contrattazione collettiva nazionale,=20
rafforzata dalla politica degli accordi sindacali separati... mi fermo=20
qui'...qualcuno certamente interverra' su questo nel corso della=20
serata...</FONT></DIV>
<DIV>&nbsp;</DIV>
<DIV><FONT face=3DVerdana size=3D2>Se poi pensiamo, come nella maggior =
parte dei=20
casi,alle nuove generazioni di lavoratori, ai piu' giovani, scopriremo =
che non=20
possiedono che in piccola parte, quella cultura dei diritti che =E8 =
appartenuta ai=20
padri, semplicemente perch=E8 non l' hanno mai&nbsp;sperimentata=20
direttamente!</FONT></DIV>
<DIV>&nbsp;</DIV>
<DIV><FONT face=3DVerdana size=3D2>E allora risulta evidente che il =
problema di=20
ricercare modi diversi e diversificati per rapportarsi e comunicare con =
il mondo=20
precario =E8 fondamentale, cos=EC come&nbsp; lavorare su quel dato =
culturale dei=20
diritti che dicevamo.</FONT></DIV>
<DIV>&nbsp;</DIV>
<DIV><FONT face=3DVerdana size=3D2>Siamo tutti e mi riferisco ai =
movimenti, ai=20
partiti della sinistra ed ai sindacati, terribilmente in ritardo su =
questo=20
piano. Siamo di fronte ad una partita epocale,&nbsp;&nbsp; dal cui esito =
molto=20
dipendera' la costruzione&nbsp; di quel&nbsp; mondo migliore possibile =
per il=20
quale tutti noi ci stiamo battendo.</FONT></DIV>
<DIV>&nbsp;</DIV>
<DIV><FONT face=3DVerdana size=3D2>Quante volte ci siamo interrogati, =
ultimamente,=20
sulla grande difficolta' dei movimenti a mobilitare sui temi del lavoro, =
della=20
precarieta', del reddito di cittadinanza, dei salari, quante volte ci =
siamo=20
ripetuti che bisognava si costruire grandi eventi capaci di incidere =
sulle=20
coscenze e sulla cultura stessa delle grandi masse ma allo stesso tempo, =
se da=20
un lato era necessario "pensare globalmente",&nbsp; ancor piu' sarebbe =
stato=20
fondamentale "agire localmente". </FONT></DIV>
<DIV><FONT face=3DVerdana size=3D2></FONT>&nbsp;</DIV>
<DIV><FONT face=3DVerdana size=3D2>Milioni di persone hanno appeso =
bandiere della=20
pace alle loro finestre(e continuano a mantenercele...)&nbsp;e sono =
scese in=20
piazza contro la guerra, senza se e senza ma, un patrimonio immenso di =
crescita=20
anche culturale che il movimento ha sicuramente contribuito a =
determinare, cos=EC=20
come ha favorito la crescita di masse critiche verso la globalizzazione=20
neoliberista. </FONT></DIV>
<DIV><FONT face=3DVerdana size=3D2></FONT>&nbsp;</DIV>
<DIV><FONT face=3DVerdana size=3D2>Un enorme patrimonio che non si =E8 =
riusciti a=20
capitalizzare su tutta la partita legata allo smantellamento dello stato =

sociale, alle privatizzazioni dei servizi, ai tagli alle spese sociali e =
alla=20
sanita' e, in ultimo, proprio alla devastante flessibilita' del mercato =
del=20
lavoro e alla conseguente precarieta' che ne deriva per milioni e =
milioni di=20
lavoratrici e lavoratori.</FONT></DIV>
<DIV>&nbsp;</DIV>
<DIV><FONT face=3DVerdana size=3D2>Torniamo quindi all' ideale scaletta =
che abbiamo=20
immaginato per R-esistenze precarie:</FONT></DIV>
<DIV><FONT face=3DVerdana size=3D2></FONT>&nbsp;</DIV>
<UL>
<LI><FONT face=3DVerdana size=3D2>Abbiamo gia detto che al primo posto =
poniamo il=20
problema della comunicazione e del linguaggio&nbsp;&nbsp; . =
</FONT></LI></UL>
<DIV>&nbsp;</DIV>
<DIV><FONT face=3DVerdana size=3D2>Noi pensiamo che in uno spazio =
laboratorio come=20
questo alcuni processi di riavvicinamento e di ricomposizione sociale =
tra=20
lavoratori di differenti tipologie siano piu' facili e lo abbiamo =
sperimentato=20
in prima persona. </FONT></DIV>
<DIV><FONT face=3DVerdana size=3D2></FONT>&nbsp;</DIV>
<DIV><FONT face=3DVerdana size=3D2>Ma per riuscire a comunicare con chi =
stenta a=20
farlo, con chi pare condannato all' invisibilita' perenne ed alla =
solitudine=20
della propria condizione di vita e di lavoro occorre prima di tutto una=20
sufficiente dimestichezza con la materia e con i contesti e la capacita' =
di=20
tradurla in un linguaggio accessibile ai piu'.</FONT></DIV>
<DIV><FONT face=3DVerdana size=3D2></FONT>&nbsp;</DIV>
<DIV><FONT face=3DVerdana size=3D2>Ecco allora che sono gia' stati =
avviati contatti=20
per programmare gia' dal prossimo autunno una serie di seminari nei =
quali=20
approfondire le conoscenze spesso troppo generiche in relazione alle =
regole che=20
governano i cosiddetti nuovi lavori. <BR></FONT></DIV>
<DIV><FONT face=3DVerdana size=3D2>Questo passaggio che definirei di=20
"auto-formazione" per quelle compagne e compagni che lavoreranno al =
progetto si=20
rende necessario per poter successivamente fare noi stessi informazione =
e=20
contrinformazione utilizzando strumenti quali:</FONT></DIV>
<DIV>&nbsp;</DIV>
<UL>
<LI><FONT face=3DVerdana size=3D2>la radio, che qui al Buridda =E8 =
gia' decollata e=20
va perfezionando le sue caratteristiche tecniche<BR></FONT></LI>
<LI><FONT face=3DVerdana size=3D2>l' idea di una pubblicazione =
periodica da=20
diffondere nei luoghi di lavoro , progetto sensato ed efficace se solo =

accompagnato dalla costante ricerca di linguaggi semplici ed =
immediati,&nbsp;=20
idea che ben si articola con altri progetti che all' interno di questo =

laboratorio esisteranno in prospettiva nel settore dell' editoria =
alternativa.=20
<BR></FONT></LI>
<LI><FONT face=3DVerdana size=3D2>sempre in tema di stampa si e' =
pensato alla=20
stesura di un piccolo manuale di autodifesa sui posti di lavoro, un =
piccolo=20
vademecum per districarsi nella giungla degli oltre 40 tipi di =
contratto oggi=20
esistenti<BR></FONT></LI>
<LI><FONT face=3DVerdana size=3D2>non si puo' non pensare ad un sito =
internet,=20
anche in questo caso, lavorando con quanti&nbsp; all' interno del =
laboratorio=20
sociale gia' si occupano di multimedialita'<BR></FONT></LI>
<LI><FONT face=3DVerdana size=3D2>e sempre parlando di multimedialita' =
l' idea di=20
far nascere a Genova come gia' in altre citta' d'Italia, una =
street-tv, una=20
televisione di strada, che =E8 un altro dei progetti a cui gia' si sta =
lavorando=20
qui al laboratorio. Pensate quanto sarebbe importante usare il mezzo=20
televisivo per documentare e per denunciare, on the road, le reali =
condizioni=20
di vita,&nbsp; di lavoro e di non lavoro e, sperabilmente, di lotta di =
tanti=20
giovani della nostra citta'.</FONT></LI></UL>
<DIV>&nbsp;</DIV>
<UL>
<LI><FONT face=3DVerdana size=3D2>Vi =E8 poi l' idea che forse per =
prima =E8 venuta a=20
tutti coloro che hanno incominciato a riunirsi attorno al progetto di=20
R-esistenze precarie.</FONT></LI></UL>
<DIV>&nbsp;</DIV>
<DIV><FONT face=3DVerdana size=3D2>La realizzazione di uno sportello =
sociale=20
informativo e legale. L'idea non =E8 sicuramente quella di costituirci =
in=20
sindacato, ne' di competere su questo terreno che non ci =E8 =
proprio.</FONT></DIV>
<DIV>&nbsp;</DIV>
<DIV><FONT face=3DVerdana size=3D2>Vi&nbsp;=E8, invece, l' idea di poter =
fornire un=20
servizio gratuito di sostegno, di indirizzo e di prima risposta a&nbsp; =
domande=20
di vario tipo, ivi incluse quelle di carattere piu' propriamente vicine =
al=20
diritto del lavoro.</FONT></DIV>
<DIV>&nbsp;</DIV>
<DIV><FONT face=3DVerdana size=3D2>In altre realt=E0 italiane hanno =
cominciato a=20
funzionare con successo iniziative analoghe, ne =
parleremo.&nbsp;</FONT></DIV>
<DIV>&nbsp;</DIV>
<DIV><FONT face=3DVerdana size=3D2>Lo sportello puo' realizzarsi =
attraverso il=20
contributo di quanti, avvocati, sindacalisti e specialisti in genere =
vorranno=20
spendere un po' del loro tempo in militanza.</FONT></DIV>
<DIV>&nbsp;</DIV>
<DIV><FONT face=3DVerdana size=3D2>Alcuni sono gia' stati contattati =
altri sono=20
certo che accetteranno di dare il loro contributo.<BR></FONT></DIV>
<DIV><FONT face=3DVerdana size=3D2></FONT>&nbsp;</DIV><FONT =
face=3DVerdana size=3D2>
<UL>
<LI>Anche su questa possibile iniziativa, la tecnologia puo' esserci =
di grande=20
aiuto e cos=EC si puo' pensare, ad esempio, ad utilizzare la rete, =
collegandosi=20
con singoli o associazioni, sindacati e coordinamenti, per ricevere ed =
inviare=20
consulenze on line cominciando a pensare ad una sorta di banca =
dati.</LI></UL>
<DIV>&nbsp;</DIV>
<UL>
<LI>Da questo si desume che riteniamo fondamentale riuscire a mettere =
in rete=20
le esperienze che si vanno moltiplicando, ognuna con le proprie =
differenze e=20
peculiarita' sul territorio nazionale.</LI></UL>
<DIV>&nbsp;</DIV>
<DIV>Non =E8 un caso che proprio in queste giornate genovesi dedicate =
alla ricerca=20
della verita' e della giustizia sui fatti del G8, la nostra non sara' l' =
unica=20
iniziativa in programma su questi temi e certamente saremo presenti alle =
altre=20
portando il nostro contributo e recependo quello che ci verra' dalle =
esperienze=20
altrui.</DIV>
<DIV>&nbsp;</DIV>
<UL>
<LI>Da tutto questo dovranno necessariamente svilupparsi anche e =
soprattutto=20
momenti specifici di vertenzialita' e di lotta nei quali tentare di =
lanciare=20
grandi moblitazioni cittadine, sostenuti dal lavoro coordinato e =
continuativo=20
di informazione che saremo riuscuiti a svolgere e dalla nostra =
capacita' di=20
mettere insieme anche istanze apparentemente diverse e lontane tra di=20
loro.&nbsp; </LI></UL>
<DIV>In questo senso le iniziative di lotta che promuovemmo e che si =
conclusero=20
positivamente&nbsp;l' inverno scorso a sostegno della lotta delle =
lavoratrici e=20
dei lavoratori della casa di riposo Pezzini, coinvolgendo studenti, =
lavoratori=20
tipici ed atipici, sindacati confederali e non&nbsp;e pezzi di movimento =
e=20
"usando" i mezzi di informazione locale per sensibilizzare l' opinione =
pubblica,=20
ci pare possa fornire un buon viatico, a condizione si riesca a dare =
maggior=20
continuita' e partecipazione.</DIV>
<DIV>&nbsp;</DIV>
<UL>
<LI>Dovremo avere la capacita' di mobilitare la citta' su =
vertenze&nbsp; che=20
possano incidere positivamente sulla percezione delle ritrovate =
capacita' di=20
vincere che da piu' parti si stenta a ricostruire,&nbsp; magari dopo =
le ultime=20
vicende referendarie piuttosto che con la non scongiurata guerra all' =
Iraq.=20
</LI>
<LI>Abbiamo individuato, ad esempio, nel campo degli appalti che gli =
enti=20
pubblici stipulano per lo piu' con le cooperative, un terreno =
fertilissimo=20
dove poterci mobilitare&nbsp; non soltanto sul piano della difesa dei =
diritti=20
dei lavoratori che vi sono impegnati, ma anche sul piano piu' =
complessivo=20
della difesa dello stato sociale. </LI></UL>
<DIV>Su questo terreno =E8 per altro possibile mettere a frutto le =
esperienze e la=20
legislazione locale di altre importanti realta' metropolitane (si veda, =
ad=20
esempio, la Delibera di iniziativa popolare sui diritti dei lavoratori =
degli=20
appalti, la 135, ottenuta, insieme alla costituzione di un osservatorio =
sul=20
lavoro, nel comune di Roma)</DIV>
<DIV>&nbsp;</DIV>
<UL>
<LI>Andranno realizzati, con modalita' da individuare insieme, lavori =
di=20
ricerca e di indagine sull' area genovese, che possano disegnare un =
quadro=20
complessivo della realta' piu' o meno precaria della nostra citta'. =
</LI>
<LI>Da questo tipo di ricerca sarebbe interessante estrapolare le piu' =

emblematiche situazioni di disagio e raccoglierle in una sorta di =
"libro=20
bianco" sullo sfruttamento coordinato e continuativo.</LI>
<LI>Sara' infine necessario incominciare a collegare (compito questo =
tra i=20
piu' difficili ed ambiziosi ma sicuramente, in prospettiva, tra i piu' =

"rivoluzionari")&nbsp; le questioni del lavoro precario "indigeno" in =
rapporto=20
a quelle delle popolazioni migranti, che meglio di ogni altro soggetto =

rappresentano l' ideale modello di "Merce lavoro" nell' attuale =
modello=20
economico e lavorare sulla saldatura di&nbsp; queste due componenti in =
momenti=20
comuni di lotta.</LI></UL>
<DIV>Di questo e di molti altri argomenti che non ho toccato in questa=20
introduzione che per essere schematica risulta fin troppo lunga vi =
parleranno le=20
compagne ed i compagni nei loro interventi successivi.</DIV>
<DIV>&nbsp;</DIV>
<DIV>Carlo Ghione&nbsp; </DIV>
<DIV>15.07.03</DIV>
<DIV>&nbsp;</DIV>
<DIV>&nbsp;</DIV>
<DIV>&nbsp;</DIV>
<DIV>&nbsp;</DIV>
<DIV>&nbsp;</DIV>
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<DIV>&nbsp;</DIV>
<DIV>&nbsp;</DIV>
<DIV>&nbsp;</DIV>
<DIV><BR></FONT>&nbsp;</DIV></BODY></HTML>

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