Da Nuovi Mondi Media
di Roberto Di Nunzio
Intervista con Sveva Heartter, esponente di spicco del "Coordinamento degli
Ebrei Europei per una Pace Giusta".
Sharon? La sua rielezione è macchiata di sangue. La Road Map? Una trappola:
si parla di confini ed Israele continua a costruire il "muro della
vergogna". Berlusconi? Fuori dal mondo: pensa che bastino milioni di euro o
di dollari per risolvere tutto. La strada da intraprendere? Immediato ed
incondizionato ritiro delle truppe di occupazione dai territori,
smantellamento delle colonie illegali costruite in terra di Palestina.
"INTERNAZIONALE" #4 - Mercoledì 2 luglio
Sveva Heartter (Ejjp): "per una Pace subito. Per una Pace giusta tra Israele
e Palestina"
Una spiegazione è doverosa: questa intervista, da me realizzata con Sveva
Heartter, riempendo ben 11 pagine di block notes, è stata contestata dalla
stessa Heartter che ha ravvisato nei contenuti pubblicati una forzatura
delle sue opinioni compiute durante la redazione dell'articolo. Ora, nel
confermare punto per punto le parole pronunciate dalla Signora Heartter, ho
acconsentito ad una "modifica dei toni" così come richiestomi
dall'intervistata, esclusivamente per il rispetto che nutro nei confronti
delle posizioni di Ejjp. Posizioni coraggiose che meritano la massima
divulgazione. In ultimo, per chiudere definitivamente la vicenda che ha
visto l'intervista prima pubblicata e poi scomparsa dal web, ed ora
riapparsa a distanza di due giorni con il mio totale consenso, ci tengo ad
informare la Signora Heartter di aver ricevuto una mail di apprezzamento e
di condivisione per le parole della stessa Sveva Heartter così come erano
state correttamente riportate, da parte di un'esponente di Ejjp Olanda che
mi rivela quanto sia complicato far convivere all'interno della (fragile)
struttura di Ejjp le più diverse posizioni espresse dalle comunità ebraiche
europee intorno all'incadescente problema dei percorsi diplomatici e
militari necessari per arrivare alla pace. Proprio quella "Pace Giusta"
della quale mi parlava con passione e con emozione Sveva Heartter in
occasione del nostro incontro. Auguro ad Ejjp di trovare al più presto quel
punto d'equilibrio necessario per presentarsi alla opinione pubblica europea
con coerenza di posizioni. La "Pace Giusta" ha bisogno di organizzazioni
come Ejjp, e si nutre della passione e dell'onestà intellettuale di persone
ed attivisti come Sveva. O sarà sempre colpa dei giornalisti? (Roberto di
Nunzio)
Incontro Sveva Heartter giovedì scorso, in una torrida piazza del centro
storico di Roma. Arriva di corsa, con un amico, il giornalista palestinese
Mohammed Fawzi Tangi. E' veloce Sveva, veloce nel parlare e nel muoversi "ho
un sacco di cose da raccontarti" mi dice mentre risponde al telefonino,
ordina un the freddo e spiega in inglese a Mohammed chi sono. Il nostro
colloquio, quindi, per rispetto del collega palestinese prosegue quasi
interamente in inglese.
Mi hai inviato un comunicato stampa, Sveva che parla di un'organizzazione
israelo-palestinese per la Pace, l'Ejjp. Cosa vuol dire Ejjp?
"Vuol dire "European Jews for a Just Peace". E ci siamo costituiti nel
settembre del 2002 in Olanda, ad Amsterdam. E subito abbiamo dato vita ad
una rete composta da cittadini europei di religione ebraica che in comune
hanno la volontà assoluta di arrivare alle Pace. Attraverso un percorso di
giustizia politica e sociale che deve vedere l'incondizionato ritiro delle
forze militari di occupazione israeliane dai territori occupati."
Siete presenti in tutti i paese dell'Unione Europea?
"In nove paesi: Olanda naturalmente, poi Italia, Belgio, Francia, Danimarca,
Svezia, Inghilterra, Austria. Ed anche in Svizzera. In Germania attualmente
abbiamo alcuni sostenitori a livello individuale".
Cosa vuol dire per voi di questo coordinamento essere impegnati per la Pace?
"Vuol dire ad esempio scrivere - come abbiamo fatto - un documento diretto
ai Ministri degli Esteri dei paesi europei chiedendo loro di sospendere
immediatamente il trattato di associazione tra l'UE ed Israele che prevede
sostanzialmente degli sgravi delle tariffe doganali. La richiesta è motivata
dalle continue e ripetute violazioni dell'articolo 2 dell'accordo stesso,
che prevede il rispetto dei diritti umani e dei principi democratici.
Inoltre abbiamo voluto stigmatizzare anche l'applicazione irregolare dell'
accordo, dato che in base alle etichette è impossibile distinguere tra
prodotti "made in Israel" e prodotti che invece vengon fabbricati nei
territori occupati e quindi negli insediamenti nei territori occupati, che
sono illegali ai sensi della Convenzione di Ginevra. Quei prodotti, che è
impossibile distinguere per i consumatori, dovrebbero riportare
sull'etichetta la dicitura di provenire da territori illegalmente occupati e
dove non vengono rispettati i più elementari diritti umani e civili".
E cosa vi hanno risposto i Ministri dell'Unione Europea?
"Intanto ci hanno ricevuto e per la prima volta hanno preso atto del valore
di una richiesta di minima decenza come questa che abbiamo avanzato."
In Italia vi ha ricevuto il Ministro Frattini?
"No, il ministro no. Ma un dirigente della Farnesina, il dottor Fratini, sì.
Un primo piccolo risultato lo abbiamo raggiunto. Almeno su questa cosa che
mira a colpire direttamente gli interessi economici di Israele nessuno potrà
dire che non sapeva."
Il primo passo reale per iniziare un cammino di Pace, secondo te quale
dovrebbe essere?
"Non c'è dubbio: ritiro immediato e senza condizioni dell'esercito dai
territori occupati e sgombero delle colonie costruite in spregio a tutte le
risoluzioni di condanna delle Nazioni Unite".
Cosa pensi della Road Map, il piano di pace attualmente presente sul tavolo
dei negoziati e sponsorizzato dagli Usa, dall'Ue, dalla Russia e dalle
stesse Nazioni Unite?
"La Road Map, purtroppo non da alcuna certezza. Ariel Sharon continua a fare
quello che vuole indisturbato. Guarda come continuano quelle terribili
esecuzioni mirate a forza di missili lanciati dagli elicotteri "apaches",
causando quasi sempre vittime tra la popolazione civile. Sharon se ne frega
della Road Map".
Quindi non credi che la Road Map possa essere suscettibile neppure di
cambiamenti, miglioramenti sostanziali?
"Ci tengo a dirti intanto che la Road Map è stata resa pubblica dopo il
nostro incontro di Bruxelles e quindi non posso parlare a nome del
coordinamento EJJP, ma solo a titolo personale. La Road Map parla di confini
in modo molto generico e sfumato, senza alcun riferimento preciso, quindi:
quali confini? Quali confini si possono immaginare di fronte all'orrore
della costruzione del Muro di Sharon che taglia in due intere regioni
palestinesi con una violenza ed una prepotenza insostenibili? Ai check point
militari dove, sempre che siano aperti, sono costretti a passare i
lavoratori palestinesi per andare a lavorare o tornare a casa le file si
fanno sempre più lunghe, i controlli sempre più pretestuosi, riducendo di
fatto, se non annullando del tutto la possibilità di spostamento della
popolazione palestinese, portando inoltre alle stelle il tasso di
disoccupazione. Le ripercussioni sulla magrissima economia locale già
ridotta al collasso da decenni di occupazione aono gravissime. E tutto
questo continua e si aggrava proprio in tempo di Road Map. È gravissimo il
tentativo di isolare il Presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese
Arafat. Si può forse negoziare un accordo di pace quando un presidente
eletto dal suo popolo è ridotto agli arresti domiciliari, in un edificio
bombardato e sventrato dai colpi degli stessi militari israeliani?".
Le ultime elezioni si sono dimostrate una sorta di plebiscito e la
rielezione di Sharon è parsa avvenire a furor di popolo. Il candidato
laburista, l'ex generale Mizna, già apprezzato sindaco di Haifa, non è
riuscito a convincere gli elettori . Qual è stato l'errore principale del
"Labour Party", secondo il tuo giudizio?
"Il più formidabile elettore di Sharon è stata la paura della gente, il
terrore che si vive in Israele. Questo indubbiamente ha spinto molti a
scegliere "l'uomo forte". Di fatto il suo governo ha alzato il livello di
violenza soprattutto con le esecuzioni mirate, ben sapendo che questo
avrebbe potuto portare ad una simmetrica esplosione di violenza da parte dei
settori palestinesi più radicali. E così è stato. Diciamolo con franchezza:
in questa fase della storia che divide israeliani e palestinesi la
responsabilità morale degli attentati che si sono susseguiti in Israele, e
certamente portati a termine e rivendicati da Hamas e dagli altri gruppi
armati satelliti, ricade anche spalle e sulla coscienza di Ariel Sharon e
del suo governo."
Quindi il candidato laburista Mizna non aveva alcuna possibilità di
successo?
"Anche qui siamo in presenza di un mare di disinformazione. La sinistra
europea ed anche quella italiana si erano "innamorate" del candidato Mizna.
L'ex generale "buono" contro l'ex generale "cattivo". Ma non è esattamente
così. Pensa che il "Labour", e Mizna ne era il principale rappresentante,
era favorevole alla costruzione del "muro della vergogna". Ma a questo
nessuno ha fatto caso. Inoltre il partito laburista ha pagato il prezzo
degli errori commessi quando era al governo, un po' come è successo al
centro-sinistra anche qui in Italia. Ricordiamoci che il precedente governo
Sharon era un governo di unità nazionale nel quale anche i laburisti erano
presenti".
Martedì prossimo - 1 luglio - l'Italia, nella persona del presidente del
consiglio Silvio Berlusconi, assumerà la presidenza semestrale dell'Unione
Europea. Come potrà influire questo fatto, tanto importante e tutto
politico, nel percorso di pace tra israeliani e palestinesi?
"Rischia di essere un disastro. Già il recentissimo viaggio di Berlusconi in
Israele ed in altri paesi dell'area è stato costellato da errori politici,
diplomatici e gaffes. In più, Berlusconi continua a parlare e straparlare di
"Piano Marshall" per la Palestina. Come se la soluzione di tutti i problemi
fossero i soldi, i milioni di dollari e di euro che nella fantasia e nella
cultura del premier italiano aggiustano tutto. Il problema però, sembra
dimenticare Berlusconi, è solo politico e militare, e prevede due sole
soluzioni, che non mi stancherò mai di ripetere: immediato ed incondizionato
ritiro delle truppe di occupazione israeliane dai territori, e
contemporaneo, ripeto, contemporaneo smantellamento delle colonie che
illegalmente occupano le terre dei palestinesi. Altre soluzioni proprio non
ve ne sono. Questi due punti rappresentano le condizioni preliminari ed
irrinunciabili per poter iniziare qualsiasi negoziato di pace. In Palestina
non c'è una guerra, come troppo spesso, sbagliando più o meno in buona fede,
si sente dire e si legge. In Palestina è presente un'occupazione militare
insostenibile per principio e per metodo, e per le limitazioni dei diritti
umani e civili comporta per popolazioni civili. Punto."
Ejjp si è costituita sui princìpi base del raggiungimento di una "Pace
Giusta", quale saranno i vostri prossimi passi?
"Strutturarci anche in altri Paesi europei, a partire dalla Germania, ma
soprattutto nell'Europa meridionale dove siamo presenti solo in Italia,
diffondere l'appello che abbiamo concepito nei giorni scorsi e far conoscere
a quanta più opinione pubblica possibile la nostra "Carta Costitutiva", che
noi chiamiamo la "Dichiarazione di Amsterdam" perché nella città olandese è
stata redatta, ed aumentare di giorno in giorno di numero tra tutti i
cittadini europei di religione ebraica, che non è affatto vero che la
pensano come Sharon, anzi, vi è una consistente percentuale di studenti,
professionisti, intellettuali che sono rimasti molto favorevolmente colpiti
dalla nostra costituzione e dalle nostre prime uscite pubbliche. Dobbiamo
battere la paura, quella paura che ha fatto vincere le elezioni a Sharon. La
dobbiamo battere qui in Europa perché la voglia di una pace giusta e la
necessità di un'informazione indipendente giunga fino in Israele. Dobbiamo
aprire gli occhi. Ma dobbiamo farlo tutti, ebrei e non".
Roberto Di Nunzio
Di seguito, il testo dell'appello dell'Ejjp, la "Dichiarazione di Amsterdam"
e una serie di links che rimandano a siti e portali web d'informazione
indipendente israeliani che ben rendono l'idea delle parole di Sveva
Heartter, e svelano in qualche caso una ricchezza dei contenuti che
colpevolmente troppi pochi di noi conoscono. Il primo link si riferisce al
portale di Ejjp.
Appello: "Israele fermi le esecuzioni mirate"
Come European jews for a just peace (Ejjp, una rete di diciotto gruppi
ebraici provenienti da nove paesi europei), desideriamo rendere noto il
nostro sdegno per le azioni del governo israeliano che stanno distruggendo
qualsiasi possibilità di riapertura del dialogo - come previsto dalla Road
map - per mezzo della politica degli assassinii mirati e l'omicidio di
civili palestinesi ad essa collegato, che mettono in moto un'escalation
distruttiva di azione e reazione.
Siamo particolarmente indignati dalla dichiarazione del ministro della
difesa, Mofaz, che chiede lo sterminio di gruppi di opposizione, dalla base
fino ai leader. Queste azioni e questi appelli violenti favoriscono gli
estremisti di entrambe le parti.
Conducono a una vera e propria guerra e con essa porteranno disperazione e
distruzione per entrambi i popoli. Chiediamo alla comunità internazionale e
in particolare al «quartetto» di intervenire immediatamente sostenendo la
richiesta di una forza internazionale di pace fatta dal segretario generale
delle Nazioni unite, Kofi Annan".
Il comitato esecutivo di Ejjp, "Ebrei Europei per la Pace"
Per contatti in Italia: rete.eco@??? - Segreteria della rete
europea: eajg@???
Links di approfondimento (a cura della redazione):
www.upjb.be http://www.btselem.org/
http://www.acri.org.il/hebrew-acri/engine/index.asp
http://www.arabhra.org/ http://www.assoc40.org/ http://www.bizchut.org.il/
http://www.kavlaoved.org.il/ http://humrts.huji.ac.il/
http://www.phr.org.il/
http://www.stoptorture.org.il/ http://www.rhr.israel.net/overview.shtml
http://www.adalah.org/eng/index.php