> > Da molti anni l' argomento del copyright è stato
> trattato, in maniera anche
> >approfondita e competente, dai vari movimenti
> culturali antagonisti e
> >libertari.
> > Copyriot non si propone di aprire nuovi
> orizzonti giuridici, non vuole
> >cambiare le imposizioni di un sistema con altre,
> non vuole fare del plagio o
> >del lucro sulle idee altrui una legittima attività.
> > L' evento vuole solo radunare in un solo luogo
> il maggior numero di realtà
> >che producono cultura con l'obbiettivo principale
> di diffonderla
> >gratuitamente con qualunque mezzo possibile, per
> affermare semplicemente che
> >un'alternativa esiste, che quello che Tizio vende
> Caio lo regala, che se le
> >idee messe a disposizione della collettività
> fossero infinite le poche
> >rimaste
> >in vendita perderebbero valore commerciale. Per
> fare un
> >esempio: nessuno pretende di regalare Windows a
> tutti, ma diffondere Linux è
> >legittimo e sicuramente contribuisce a minare le
> attività lucrative di altre
> >compagnie di software. Stessa cosa per la musica o
> per l'editoria. Con il
> >diffondersi della rete globale le idee
> >possono essere copiate all'infinito e diffuse
> liberamente. E' inutile
> >ostinarsi a dare un valore commerciale a un
> qualcosa che grazie alla
> >rivoluzione informatica e culturale ne ha perso in
> maniera inequivocabile.
> >
> > Se io moltiplico pani e pesci il mondo ancora
> oggi si stupisce, perché
> > ho il
> >potere di risolvere il problema della fame, ma se
> io moltiplico un romanzo,
> >un manuale, una canzone. il mondo non si stupisce
> più; eppure non tutti si
> >chiedono come mai la cultura, l'istruzione,
> l'informazione e, perché no, lo
> >svago, infinitamente moltiplicabili, conservano un
> valore commerciale
> >cristallizzato.
> >
> > La generazione della macchina rotativa ha
> trovato normale che un quotidiano
> >non avesse il prezzo di un codice miniato. Nello
> stesso modo i nostri figli
> >troveranno normale che ciò che si può moltiplicare
> all'infinito, senza un
> >miracolo, sia accessibile a chiunque sulla faccia
> della terra. Non ci
> >aspettiamo un mondo in cui i nostri bambini
> pretenderanno che Madonna
> >distribuisca gratuitamente i suoi cd, ma
> sicuramente ci aspettiamo un futuro
> >in cui le alternative saranno così tante e la
> cultura dell'individuo sarà
> >talmente affermata che molti serbatoi di lucro
> sulla cultura non godranno
> >delle
> >stesse sicurezze di guadagno di cui godono oggi.
> >
> > Questa è una rivoluzione imperniata sul culto
> della diversità, che proprio
> >per questo può minare le basi di un sistema che non
> potendo più contare sul
> >valore intrinseco di un oggetto oggi come oggi può
> solo contare sul valore
> >aggiunto di un "mito".
> >
> > Non a caso la fiera farà da cornice a un rave
> che si svolgerà in un luogo
> >occupato, l'ex cinodromo di Viale Marconi, proprio
> perché la realtà degli
> >squatt parties e dei centri sociali, in Italia come
> all'estero, ha
> >dimostrato di poter tener testa a qualunque
> industria dello spettacolo,
> >diffondendo capillarmente la cultura della
> consapevolezza e dell'
> >autodeterminazione. Il mondo dei centri sociali è
> riuscito a dimostrare in
> >questi anni che rivolgersi a numerose coscienze
> senza utilizzare
> >necessariamente la scorciatoia della propaganda per
> le masse crea un circolo
> >virtuoso potente ed inarrestabile. Questo fenomeno
> a casa nostra ha dato
> >risultati stupefacenti tanto che persino un
> articolo di "Le Monde" qualche
> >anno fa elogiava le nostre "fucine di cultura
> libera". In anni di attività
> >le cattedrali urbane occupate e riutilizzate hanno
> vinto senza imporsi ma
> >semplicemente offrendo un'alternativa e si stanno
> allontanando visibilmente
> >anche dall'autoghettizzazione politica proprio
> perché il loro messaggio ed
> >il loro contributo sono sempre più "oltre" la
> politica istituzionale. E
> >dunque, se un giorno tutti avessimo la
> consapevolezza che le autoproduzioni
> >possano godere della stessa visibilità dei prodotti
> massificati come
> >cambierebbe il nostro mondo?
> > Non condanniamo di certo l'autosostentamento né
> la possibile fortuna di chi
> >produce arte e cultura ma il lucro di chi ne
> vorrebbe l'esclusiva.
> > Il cibo per la mente in quanto infinitamente
> moltiplicabile non può
> > soffrire
> >carestie, a meno che non ci convincano che l'unico
> cibo nutriente sia "solo"
> >quello a pagamento...come hanno fatto fino ad oggi.
> >
> >(C)riot
> >
> >
>
>
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