Author: norma Date: Subject: [NuovoLaboratorio] sempre da parte di Edda
(di Giorgio Trucchi) Luce alle stelle
Storie di multinazionali
Quando alcuni anni fa il governo dell'allora presidente Arnoldo Alemàn
decise di iniziare con le privatizzazioni delle imprese pubbliche, molta
gente, forse con troppa faciloneria o semplicemente con la testa occupata in
cose più urgenti (essenzialmente cercare come dar da mangiare tutti i giorni
alla propria famiglia), si convinse che era la strada giusta per il
progresso.
Sono ancora famose le pubblicità che mostravano quanto avrebbe guadagnato il
Paese, ma soprattutto gli utenti, con questa privatizzazione.
Modernizzazione delle linee, squadre sempre pronte ad uscire a qualsiasi
ora, con qualsiasi condizione meteorologica, sempre sorridenti. La luce
sarebbe arrivata ovunque e le tariffe sarebbero diminuite in quanto, a
miglior gestione sarebbe seguito un maggior risparmio energetico.
La gara d'appalto per la distribuzione dell'energia elettrica fu vinta dalla
multinazionale spagnola Union Fenosa che durante la prima apparizione
pubblica disse ciò che bene o male si sapeva e cioè che loro, come ogni
impresa privata, erano in Nicaragua per guadagnare.
Lo Stato, per garantirsi un margine di manovra e uno spazio di intervento,
creò l'Istituto Nicaraguense di Elettricità (INE) con il compito di vigilare
l'impresa spagnola per quello che riguardava il rispetto agli usuari, gli
eventuali aumenti tariffari e la distribuzione elettrica in generale. L'INE
firmò un contratto con Union Fenosa che regolava i rapporti tra le due
entità e in cui si tracciavano una serie di accordi che l'impresa spagnola
avrebbe dovuto rispettare.
A garanzia degli utenti, poi, esisteva una Legge dell'Industria Elettrica
che avrebbe permesso allo Stato di imporre la sua presenza in caso di
contenziosi e che regolava la materia.
Molto poche furono le voci di dissenso contro questa privatizzazione. La
società civile protestò, ma senza energia e soprattutto senza una base alle
spalle e il partito d'opposizione arricciò il naso più per la paura di
deviazioni di fondi da parte del governo che per una presa di posizione
contro la svendita del patrimonio statale. L'impresa privata era contenta
perché "lo Stato non è in grado di amministrare nulla, mentre l'impresa
privata porterà la tecnologia, l'efficienza e tariffe basse che rilanceranno
l'economia".
Anche il governo di Alemàn era felicissimo. Con la svendita a un prezzo
ridicolo di ENEL erano riusciti a tappare un po' di buchi lasciati dalle
sottrazione illecite di denaro statale ed avevano illuminato tutti i viali
di Managua tanto che, a chi arrivava in aereo di notte, sembrava di essere a
New York e non nella capitale del secondo Paese più povero dell'America
Latina. Ma questo doveva servire per la campagna elettorale che era alle
porte e infatti, le reti televisive erano piene di spot che mostravano
strade deserte e pericolose durante gli anni 80 (magari sarebbe anche stato
utile dire che esisteva un embargo totale statunitense e che l'energia
elettrica era ovviamente razionata) e poi viali, fontane, tabelloni
pubblicitari, parchi illuminati come segno dell'era Alemàn...Obras no
Palabras.era il motto.
L'Era di Union Fenosa
Mentre in Nicaragua l'energia elettrica veniva privatizzata, in Costa Rica
fortissimi movimenti popolari impedivano che avvenisse la stessa cosa. Alla
fine il governo costarricense dovette cedere e il popolo tico, molto spesso
criticato dai vicini nicaraguensi per essere troppo debole, senza orgoglio
nazionale e svenduto agli Stati Uniti, riuscì a impedire lo scempio che da
lì a poco avrebbe raso al suolo i sogni e l'indifferenza nicaraguense.
Union Fenosa aveva iniziato dando una buona immagine, con tanta pubblicità,
con nuovi contatori (medidores), con squadre veloci nella soluzione dei
problemi che si generavano e con tanta illuminazione, come detto, nelle zone
centriche della città. Trattandosi però di una multinazionale che è venuta
a "fare soldi" era facile prevedere che la luna di miele sarebbe ben presto
finita.
Con il passare del tempo i nuovi conquistadores cominciarono a lamentarsi
(come se non fosse risaputo) che la maggior parte dei nicaraguensi non
pagava la luce, ma si collegava direttamente ai fili dell'alta tensione, che
i numerosi enti statali, compresi i ministeri, ritardavano i pagamenti
mentre loro dovevano pagare in anticipo l'energia elettrica che compravano
dagli enti che la generavano. Le tariffe cominciarono a essere considerate
troppo basse e squadre di operai iniziarono a fare il giro delle città,
tenaglie in mano, tagliando le connessioni ai ritardatari e agli illegali
che, pochi minuti dopo, si ricollegavano fino alla volta successiva.
Cominciarono i soprusi con arrivi di bollette alterate con cifre altissime
da pagare e nei quartieri popolari sorti spontaneamente (asentamientos), una
volta legalizzate le proprietà, arrivavano le squadre di Union Fenosa ad
effettuare le connessioni e la prima bolletta comprendeva una cifra
forfettaria, sempre altissima e impagabile, per coprire il periodo che la
gente aveva utilizzato l'energia illegalmente.
Iniziò quindi un tira e molla con il governo e con INE per gli aumenti alle
tariffe, per diminuire il minimo di consumo sotto il quale gli utenti non
pagavano l'IVA, per non tassare la luce pubblica delle strade e la quota di
affitto del contatori e intanto le bollette continuavano ad aumentare in
modo vorticoso e i casi di fatture alterate continuavano a ripetersi.
Alla gente che si presentava negli uffici di Union Fenosa la risposta era
sempre che o si pagava il dovuto o si rimaneva senza corrente.
La società civile
Tutta questa situazione si è protratta fino ai giorni nostri e sono stati
così tanti gli scandali di Union Fenosa (oggi soprannominata "Union Filosa"
o "Union Mafiosa") che anche la società civile ha cominciato a risvegliarsi.
Con estrema fatica ma con tenacia, la Red de Defensa de los Consumidores ha
fatto propria questa lotta e ha offerto consulenza legale a tutte quelle
persone che si vedevano recapitare bollette alterate, con importi che non
guadagnerebbero nemmeno in due anni di lavoro o che si vedevano arrivare in
casa le squadracce di Union Fenosa che, in modo sconsiderato, tagliavano l'
energia elettrica senza voler sentire ragioni.
Oltre alla difesa degli utenti, la Red de Defensa, ha anche immesso in
tribunale più di una denuncia contro gli aumenti tariffare che Union Fenosa,
in modo unilaterale, decideva di effettuare.
Il lavoro della Red ha sicuramente permesso alla gente comune di
organizzarsi e ha riempito un vuoto lasciato da INE e dallo stato in
generale che si sono dimostrati incapaci nel far fronte allo strapotere
della multinazionale spagnola.
Gli ultimi fatti di questi mesi, se mai ce ne fosse stato bisogno, danno un
quadro molto chiaro di cosa sarà questo Paese quando anche le ultime aziende
statali (telefonia, acqua e produzione di energia elettrica) verranno
privatizzate.
In un primo momento Union Fenosa ha cercato di aumentare la tariffa dell'
illuminazione pubblica (i lampioni delle strade) che, in Nicaragua, è a
carico dell'utenza. Per fare questo e per aggirare la legge che lo
impedirebbe, ha deciso di fare accordi separati con i singoli comuni. Il
contenuto di tali accordi prevede l'aumento del costo dell'illuminazione
pubblica con in cambio l'installazione di nuovi lampioni in zone dove,
badate bene, la gente paga da anni un servizio mai esistito!
La cosa però più scandalosa e che risale ai primi di giugno 2003 è quella
dell'Energia non Registrata.
Per energia non registrata si intende quell'energia che viene comprata e
pagata da Union Fenosa, ma che si "perde" a causa della gente che si attacca
illegalmente, di reti elettriche molto vecchie e ormai obsolete e a causa di
contatori vecchi che registrano meno di quello che viene realmente
consumato.
L'impresa spagnola ha così deciso di effettuare controlli in tutto il Paese
e quando incontra un contatore che segna meno (almeno così dicono), il mese
successivo manda all'utente una bolletta altissima in base a propri calcoli
e senza rispettare ciò che detta la legge in materia (al massimo può
raggiungere la somma delle bollette degli ultimi sei mesi).
Sono ormai migliaia le persone in tutto il paese che hanno ricevuto bollette
di varie centinaia di dollari e che, a volte, raggiungono cifre superiori al
valore delle case stesse.
Questo ultimo sopruso ha finalmente visto la reazione di vasti strati della
società, compresa l'impresa privata che, pur non disconoscendo l'opportunità
di privatizzare, ha cominciato ad ammettere che Union Fenosa sta esagerando.
E' però la gente che sta scendendo in piazza con le bollette di tre mila,
cinque mila, dieci mila cordobas alla mano (dai 200 ai 700 dollari), a
fronte di stipendi che raramente arrivano ai mille cordobas mensili (70-80
dollari).
Finalmente sembra che anche il Parlamento si muova e mentre INE continua a
dichiararsi non in grado di intervenire, la Commissione Parlamentare di
Energia sta preparando una riforma alla Legge dell'Industria Elettrica per
definire esattamente come calcolare i costi dell'energia non registrata e
dell'illuminazione pubblica.
La Red de Defensa de los Consumidores è però sul piede di guerra e oltre a
difendere e organizzare la gente, sta chiedendo al Parlamento che non cambi
la legge, ma che si verifichi il famoso contratto tra INE e Union Fenosa per
vedere dove l'impresa spagnola è inadempiente, rescindendo così il contratto
stesso.
I prossimi giorni saranno di tumulto e il Presidente di Union Fenosa è stato
invitato in Parlamento per esporre la situazione ai deputati.