Carne Amara di Daniela Condorelli=0D=0ASupplemento D de La Repubblica, 28=
-05-2002 =0D=0A=0D=0AChi mangia gli animali consuma le risorse della terr=
a quattro volte pi=F9 dichi non lo fa, ecco perch=E9 una moda alimentare =
si sta trasformando in unmovimento mondiale dirompente.La prossima volta =
che mangi una bistecca pensaci su. Pensa ai liquami che filtrano alle for=
este disboscate al deserto che nelle falde acquifere, all'anidride carbon=
ica e al metano che intrappolano il globo in una cappa calda.S=EC perch=E9=
ogni hamburger equivale a 6 metri quadrati di alberi abbattuti e a 75 ch=
ili di gas responsabili dell'effetto serra. Ma pensa anche alle tonnellat=
e di grano e soia usati per dar da mangiare alla tua bistecca. E non dime=
nticare che 840 milioni di persone nel mondo hanno fame e 9 milioni ne ha=
nno tanta da morirne. Il 70% di cereali, soia e semi prodotti ogni anno n=
egli Usa serve a sfamare animali. Non uomini. Mangiare meno carne o, perc=
h=E9 no, non mangiarne affatto, non =E8 pi=F9 solo un segno di rispetto p=
er gli animali =E8 una scelta sociale. Solidale con chi ha fame e con il =
futuro del pianeta (=E8 uno solo, piccolo e sovraffollato).Pena: l'avvera=
mento della profezia dell'economista Malthus che gi=E0 due secoli fa ammo=
niva "Arriver=E0 il giorno in cui la pressione demografica avr=E0 esaurit=
o la capacit=E0 della terra di nutrire l'uomo." =C8 questo il messaggio c=
he emerge dai dati sull'impatto ambientale ed economico dell'alimentazion=
e carnivora. E che sar=E0 gridato a gran voce l'8 giugno a Roma da tutti =
i sostenitori della Global Hunger Alliance durante il vertice mondiale su=
ll'alimentazione della FAO. La Global Hunger Alliance, lo dice il nome, a=
lleanza globale contro la fame, =E8 una coalizione internazionale non-pro=
fit che promuove soluzioni ecologiche ed equo solidali per risolvere il p=
roblema della fame nel mondo. Al suo appello (lo trovate su
www.ebasta.or=
g oppure su
www.progettogaia.org) hanno aderito movimenti da 30 Paesi del=
Nord e del Sud del mondo. Dall'Italia, vegetariani, ambientalisti e dife=
nsori degli animali si associano con la campagna "Contro la fame un'altra=
alimentazione =E8 possibile" (
www.novivisezione.org). Tutti in marcia pe=
r chiedere all'Unione Europea di disincentivare gli allevamenti intensivi=
e mangiare meno carne e alla FAO di scoraggiare il trasferimento della z=
ootecnia intensiva nei Paesi in via di sviluppo.Ma eccoli questi dati che=
fanno, perlomeno, pensare. Ogni volta che addentiamo un hamburger si per=
dono venti o trenta specie vegetali, una dozzina di specie di uccelli, ma=
mmiferi e rettili. Dal 1960 a oggi, oltre un quarto delle foreste del Cen=
tro America =E8 stato abbattuto per far posto a pascoli; in Costa Rica i =
latifondisti hanno abbattuto l'80% della foresta tropicale e in Brasile c=
'=E8 voluto l'omicidio di Chico Mendes, il raccoglitore di gomma assassin=
ato dagli allevatori per una disputa sull'uso della foresta pluviale, per=
accorgersi dell'esistenza di una bovino connection". In Amazzonia la for=
esta pluviale =E8 stata fagocitata da 15 milioni di ettari di pascolo. Ep=
pure =E8 in questo habitat che dimora il 50% di specie viventi e da qui d=
eriva un quarto di tutti i farmaci che usiamo.Dove prima c'erano migliaia=
di variet=E0 viventi ora ci sono solo mandrie. "Vacche ovunque", scrive =
Jeremy Rifkin nel suo "Ecocidio, Ascesa e caduta della cultura della carn=
e" (Mondadori): "pi=F9 di un miliardo di vacche che pascolano nei cinque =
continenti". E deforestazione per creare pascoli significa desertificazio=
ne. Dopo tre, al massimo cinque anni, il suolo calpestato e divorato da m=
ilioni di bovini (ogni capo libero ingurgita 400 chili di vegetazione al =
mese!) ed esposto a sole, piogge e vento, diventa sterile e i ruminanti s=
i devono spostare dissacrando altri ettari di foresta. Ci vorranno da 200=
a mille anni perch=E9 quei terreno ritorni fertile.Ma non basta: un quar=
to delle terre emerse vengono usate per nutrire il bestiame. E che dire d=
ell'acqua? Quasi la met=E0 dell'acqua dolce consumata negli States =E8 de=
stinata alle coltivazioni di alimenti per il bestiame. e' stato calcolato=
che un chilo di manzo beve 3.200 litri d'acqua. Il risultato =E8 che le =
falde acquifere del Mid-West e delle Grandi Pianure statunitensi si stann=
o esaurendo.Non solo: l'allevamento richiede ingenti quantit=E0 di sostan=
ze chimiche tra fertilizzanti, diserbanti, ormoni, antibiotici. "Tutti pr=
odotti dallestesse, poche, multinazionali che detengono il monopolio dei =
semi usati per coltivare cereali e legumi destinati ad alimentare il best=
iame", fa notare Enrico Moriconi, veterinario e ambientalista, nelle pagi=
ne del suo Le fabbriche degli animali (Edizioni Cosmopolis). =ABOgni anno=
in Europa, incalza Marinella Correggia, attivista della Global Hunger Al=
liance e autrice, per la LAV, di Addio alle carni (
www.infolav.org), =ABg=
li animali da allevamento consumano 5 mila tonnellate di antibiotici di c=
ui 1.500 per favorirne la crescita. E tutti vanno a finire nelle falde ac=
quifere. Un dato italiano, che ci riferisce Roberto Marchesini, docente d=
i bioetica e zoo-antropologia, autore di Post-human, in libreria in quest=
i giorni per Bollati Boringhieri: "Nel bacino del Po ogni anno vengono ri=
versate 190 mila tonnellate di deiezioni animali. Contengono metalli pesa=
nti, antibiotici e ormoni. Con quali conseguenze? Ricordate il problema d=
elle alghe abnormi nel Mar Adriatico? Marchesini parla di "fecalizzazione=
ambientale" e Rifkin ci illumina sulla portata del problema riportando c=
he un allevamento medio produce 200 tonnellate di sterco al giorno. C'=E8=
dell'altro: i bovini sono responsabili dell'effetto serra tanto quanto i=
l traffico veicolare del mondo intero. A causa dell'uso di petrolio (22 g=
rammi per produrre un chilo di farina contro 193 per uno di carne), delle=
emissioni di metano dovute ai processi digestivi (60 milioni di tonnella=
te ogni anno), dell'anidride carbonica scatenata dal disboscamento.Voglia=
mo riassumere? E' la stessa FAO a fornire un elenco agghiacciante dei pro=
blemi causati dagli allevamenti intensivi: riduzione della biodiversit=E0=
, erosione del terreno, effetto serra, contaminazione delle acque e dei t=
erreni, piogge acide a causa delle emissioni di ammoniaca. E tutto questo=
per cosa? Per quelle che Frances Moore Lapp=E9, autrice di Diet for a sm=
all planet definisce fabbriche di proteine alla rovescia". Significa che =
ci vuole un chilo di proteine vegetali per avere 60 grammi di proteine an=
imali. Non solo: 'per produrre una bistecca che fornisce 500 calorie", sp=
iegano gli autori di Assalto al pianeta (Bollati Boringhieri), "il manzo =
deve ricavare 5 mila calorie, il che vuoi dire mangiare una quantit=E0 d'=
erba che ne contenga 50 mila. Solo un centesimo di quest'energia arriva a=
l nostro organismo: il 99% viene dissipata"... Usata -per il processo di =
conversione e per il mantenimento delle funzioni vitali, espulsa o assorb=
ita da parti che non si mangiano come ossa o peli. Il bestiame =E8 dunque=
una fonte di alimentazione altamente idrovora ed energivora, una massa b=
ovina che ingurgita tonnellate di acqua ed energia. E lo fa per nutrire s=
olo il 20% della popolazione globale del pianeta. Quel 20% che sfrutta l'=
80% delle risorse mondiali. Per dare a quel 20% la sua bistecca quotidian=
a. "Nel mondo c'=E8 abbastanza per i bisogni di tutti, ma non per l'ingor=
digia di alcuni", diceva Gandhi. Ingordigia che ha raggiunto livelli esor=
bitanti. "Dal Dopoguerra a oggi, in Europa, siamo passati da circa 7-15 c=
hili di consumo pro capite all'anno a 85-90 (110-120 negli States)=BB, ri=
ferisce Marchesini. Secondo Moore Lapp=E9 le tonnellate di cereali e soia=
che nutrono gli animali da carne basterebbero per dare una ciotola di ci=
bo al giorno a tutti gli esseri umani per un anno. E la FAO conferma che =
se una dieta vegetariana mondiale potrebbe dar da mangiare a 6,2 miliardi=
di persone, un'alimentazione che comprenda il 25% di prodotti animali pu=
=F2 sfamarne solo 3,2 miliardi. Ma c'=E8 un problema. La domanda di carne=
sta crescendo. Paesi come la Cina stanno abbandonando riso e soia a favo=
re di abitudini occidentali. Stiamo esportando il nostro modello alimenta=
re (o vogliamo chiamarlo colonialismo?). Secondo l'IFPRI entro il 2020 la=
domanda di carne nei Paesi in via di sviluppo aumenter=E0 del 40%: quest=
o significher=E0 oltre 300 milioni di tonnellate di bistecche. E raddoppi=
er=E0, sempre nei Paesi in via di sviluppo, la domanda di cereali per nut=
rire queste tonnellate di carne. Fino a raggiungere 445 milioni di tonnel=
late. Richieste incompatibili con la salute del pianeta e con un equo sfr=
uttamento delle risorse.Il manzo globale sta diventando una realt=E0. Si =
chiama rivoluzione zootecnica: significa spostare nel Sud del mondo la pr=
oduzione di carne. La Banca Mondiale sovvenziona, in Cina, l'industria de=
ll'allevamento e della macellazione. Ma sbaglia: suolo e acqua non bastan=
o per sfamare il mondo a suon di bistecche e hamburger. Con un terzo dell=
a produzione di cereali destinata agli animali e la popolazione mondiale =
in crescita deI 20% ogni dieci anni", scrive Rifkin, "si sta preparando u=
na crisi alimentare planetaria". Incalza Correggia: "=E8 stato calcolato =
che l'impronta ecologica, cio=E8 il consumo di risorse, di una persona ch=
e mangia carne =E8 di 4 mila metri quadrati di terreno contro i mille suf=
ficienti a un vegetariano. E allo stato attuale, la disponibilit=E0 di te=
rra coltivabile per ogni abitante della terra =E8 di 2.700 metri quadrati=
". Ancora: un ettaro di terra a cereali per il bestiame d=E0 66 chili di =
proteine, che diventano 1.848 (28 volte di pi=F9!) se lo stesso terreno v=
iene coltivato a soia. La Global Hunger Alliance chieder=E0 alla FAO di f=
renare l'avanzata carnea a Sud opponendo le ragioni della resa energetica=
. Secondo la Correggia bisogna "promuovere il miglioramento della dieta n=
elle aree povere, ad esempio con una miglior combinazione degli alimenti,=
la produzione locale di integratori a basso costo e il recupero di cerea=
li e legumi tradizionali molto pi=F9 ricchi di quel trinomio riso - frume=
nto - mais (rigorosamente raffinati!) che ha conquistato il mondo".Econom=
ia, ecologia e cibo per tutti s=EC fondono. Ambiente ed economia, del res=
to, sono legati dalla quantit=E0 di risorse che la terra mette a disposiz=
ione di ciascun essere vivente. Se qualcuno consuma di pi=F9 c'=E8 un alt=
ro costretto a digiunare. Naturalmente non =E8 cos=EC semplice. La fame n=
el mondo non =E8 solo una questione di quantit=E0 di risorse, ma di distr=
ibuzione. O meglio, con Marchesini "=E8 una questione di produzione, cons=
umo e distribuzione insieme". Essere vegetariani =E8 una scelta personale=
, frutto di un percorso (certo, se cominciassimo a ridurre quei 90 chili =
di carne all'anno...). Marchesini la definisce una scelta di etica privat=
a (etica pubblica, obbligo collettivo, deve essere, invece, l'attenzione =
al benessere degli animali). Ma essere vegetariani =E8 anche un atto di r=
esponsabilit=E0 e sensibilit=E0 sociale ed ecologica. Scrive Rifkin: "mil=
ioni di occidentali consumano hamburger e bistecche in quantit=E0 incalco=
labili, ignari dell'effetto delle loro abitudini sulla biosfera e sulla s=
opravvivenza della vita nel pianeta. Ogni chilo di carne =E8 prodotto a s=
pese di una foresta bruciata, di un territorio eroso, di un campo isteril=
ito, di un fiume disseccato, di milioni di tonnellate di anidride carboni=
ca e metano rilasciate nell'atmosfera"...La prossima volta che decidi di =
comprare una bistecca pensa a tutto questo. Forse per quel giorno cambier=
ai menu. E, chiss=E0, sostituirai la carne con un piatto di germogli di s=
ola. Con buona pace della tua salute e di quella del tuo pianeta.