Author: Lecce Social Forum Date: Subject: [Lecce-sf] Gli immigrati e il referendum
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Sent: Sunday, June 01, 2003 12:10 AM
Subject: Gli immigrati e il referendum sull
Gli immigrati e il referendum sull'estensione dell'art. 18
Vi mandiamo la presa di posizione del Comitato Immigrati in Italia (CII) sul
referemdum per l'estensione dell'articolo 18.
Vi mandiamo anche la piattaforma sulla quale è nato il CII.
Grazie
SI ALL'ARTICOLO 18
Il COMITATO IMMIGRATI IN ITALIA, una rete di associazioni attiviste del
mondo dell'immigrazione, sostiene con convinzione il SI al Referendum per
l'estensione dell'articolo 18.
Consideriamo l'uguaglianza dei diritti per tutti i lavoratori ed i cittadini
è infatti un valore fondamentale.
Crediamo che il risultato positivo del Referendum è un traguardo
raggiungibile considerata anche la decisione per il SI della CGIL e dei
Sindacati di base.
Eppure l'obiettivo del Referendum è molto semplice e dovrebbe essere,
naturalmente, condiviso da tutti coloro che hanno a cuore i diritti dei
lavoratori: si tratta di ribadire che i padroni possono licenziare un
lavoratore solo quando c'è un giustificato motivo e di stabilire che questa
regola deve valere in tutte le aziende e non solo in quelle con oltre 15
dipendenti.
In moltissimi casi noi lavoratori e lavoratrici immigrati siamo più
sfruttati dei nostri colleghi italiani; per farlo i padroni non esitano a
commettere irregolarità ed illegalità , e non solo attraverso l'imposizione
del lavoro in nero, del quale sono vittime anche lavoratori italiani, ma
approfittando di ogni norma o legge che consenta loro di discriminare,
dividere, separare.
Le minori garanzie esistenti nelle piccole aziende ne sono un esempio, ma la
più grane ed ingiusta discriminazione tra lavoratori è stata introdotta con
la legge "Bossi-Fini"; che non a caso è stata varata dal governo che ha
lanciato l'attacco all'articolo 18 con il "contratto di soggiorno" per i
lavoratori immigrati.
Questa legge conferisce ai padroni non solo il potere di decidere sul
salario o di licenziare, ma addirittura di cancellare il diritto a vivere in
questo paese.
Chiunque può capire che odiosa arma di ricatto questo rappresenta.
Anche per questo aderiamo per il SI al referendum: ogni passo in avanti
nell'estensione dei diritti e dell'eguaglianza può favorire la difficile
lotta per cancellare questa legge discriminatoria e segregazionista.
Perciò invitiamo tutti i sostenitori del SI ad impegnarsi con pari
determinazione anche contro la "Bossi-Fini";.
Ma vogliamo sottolineare una questione fondamentale: il 15 giugno la
stragrande maggioranza di noi non voterà; non perché ci asterremo ma
semplicemente perché le legge di questo stato ci negano il diritto a una
vita partecipativa e di esprimerci attraverso il voto. Perciò chiediamo ai
cittadini italiani di votare anche per noi.
Pensiamo che noi che contribuiamo da anni all'economia di questo paese, al
suo sviluppo sociale e culturale, che siamo tenuti a rispettare le leggi,
che paghiamo regolarmente le tasse, abbiamo il diritto di essere considerati
cittadini come gli altri, quindi con la possibilità di partecipare alle
decisioni che coinvolgono tutta la società anche attraverso il pieno
esercizio del voto. Faremo, quindi, ciò che ci è consentito: inviteremo i
nostri amici e colleghi italiani a votare SI !