[Lecce-sf] Fwd: [RECENSIONE] - "Prima Persone" - Vittorio Ag…

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Author: Antonella Mangia
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Subject: [Lecce-sf] Fwd: [RECENSIONE] - "Prima Persone" - Vittorio Agnoletto
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elisabetta caravati <elisabettacaravati@???> wrote:PRIMA PERSONE
Vittorio Agnoletto "PRIMA PERSONE le nostre ragioni contro questa
globalizzazione" Editori Laterza

Recensione di Elisabetta Caravati

La bella copertina del nuovo libro di Agnoletto suppongo voglia significare
che, prima di essere persone, eravamo uova! Poi persone! Prima di ogni
altra cosa persone, dunque...
Agnoletto cerca di fare in modo che sofferenze e reazioni, emozioni ed
autocontrollo, razionalita' e sentimenti, camminino per una volta almeno
insieme senza scontrarsi; senza che ruoli e contesti impediscano al suo (di
Agnoletto) cuore di aprirsi a noi (lettori; lettori che ci sentiamo parte
integrante di questo movimento; ma forse soprattutto lettori che leggeranno
cercando di capire idee, contenuti e proposte, pur sapendo di non poterli
condividere).
Cosi' Vittorio ci narra speranze e sogni, progetti e realta'...
Prima persone dunque, prima di essere bianchi o neri, cristiani o buddisti;
prima di essere consumatori, siamo persone. Persone che non possono
accettare una globalizzazione che cancella la nostra dignita' in nome
dell'ideologia del mercato.
Questo movimento viene spesso chiamato "no-global"; ma Agnoletto spiega,
un'altra volta ancora, che non e' corretto chiamarlo cosi'. Questo e',
infatti, il primo esempio di movimento (formato a sua volta da tanti
movimenti e percio' propriamente detto "movimento dei movimenti") veramente
globale che sia comparso su questo pianeta, grazie anche alle nuove
tecnologie. Questo movimento che, si e' affermato come soggetto
protagonista dell'agire collettivo sociale e politico planetare, affonda le
sue radici anche la', nel Chiapas, dove gli zapatisti hanno avuto la forza
ed il coraggio di ribellarsi alla loro sentenza di morte; hanno lottato, e
lottano, per l'affermazione dei diritti della loro piccola comunita'
indigena; e sono riusciti a parlare con un linguaggio globale, hanno
individuato simboli universali ed hanno parlato ai media del mondo con la
voce di tutta una collettivita'. In questo mondo globalizzato dove gli
eventi corrono il rischio di essere confinati esclusivamente nel virtuale,
gli zapatisti hanno avuto la capacita' di trasformare la lotta per i propri
diritti, nella lotta dell'orgoglio e dell'identita' del genere umano. Non
e' quindi un caso che nell'immaginario collettivo di tutto il movimento, il
Chiapas continui ad essere uno dei principali punti di riferimento.
Questo movimento e' dunque a favore della globalizzazione; della
globalizzazione dei diritti prima di ogni altra cosa...
Agnoletto prosegue il suo libro passando da Genova (e come avrebbe potuto
non tornare li'?); toccando temi quali il libero accesso ai farmaci anti
AIDS; la cancellazione del debito; la lotta contro gli organismi
geneticamente modificati; la guerra senza se e senza ma. Poi, torna,
nell'epilogo, a quella piazza alla quale una mano sconosciuta ha cambiato
nome; e, ricorda che, ogni volta che qualcuno tenta di far riaffiorare su
quell'insegna l'iscrizione originale, un'altra mano sconosciuta cancella
nuovamente la scritta e con un pennarello riscrive: "Piazza Carlo Giuliani,
ragazzo"...
Il libro finisce con un sogno che incomincia forse ad avverarsi.
Martin Luther King sognava un luogo in cui le bambine e i bambini neri e
bianchi potessero tenersi per mano e giocare insieme; un luogo in cui si
potesse lavorare insieme, pregare insieme, lottare insieme, andare in
prigione insieme per difendere insieme la liberta'; un luogo in cui poter
essere liberi. Martin Luther King sognava di riuscire, un giorno, (tutti
insieme) a estrarre dalla montagna della disperazione una pietra di speranza.
Forse, conclude Vittorio, con questo movimento abbiamo incominciato a
estrarre, dalla montagna della disperazione, la pietra della speranza...

Io (come gia' altre volte ho fatto) vorrei, (come forse molte altre persone
vorrebbero), ringraziare Agnoletto (e altri come lui) per aver messo (e
mettere) ogni giorno, il proprio sapere e il proprio tempo a disposizione
di tutti...
elisabetta caravati






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