[Cerchio] Parte il progetto Urban TV - www.urbantv.it

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Author: leonid ilijc brezhnev
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Subject: [Cerchio] Parte il progetto Urban TV - www.urbantv.it
>U R B A N T V
>http://www.urbantv.it
>mailto:urbantv@urbantv.it
>
>Parte Urban TV, progetto per realizzare un network di televisioni urbane
>ad accesso pubblico, di cui primo nodo e prototipo e' Urban TV Bologna.
>Urban TV e' un canale televisivo ad accesso pubblico gestito direttamente
>dalla cittadinanza e non da istituzioni o privati. Urban TV vuole
>inaugurare un nuovo dominio pubblico della comunicazione e trasformare
>il fermento delle televisioni indipendenti in un processo duraturo,
>democratico, trasparente, organizzato e capace di autonomia economica.
>Il Manifesto delle Televisioni Urbane, firmato e sostenuto dalle maggiori
>realta' sociali e culturali di Bologna, lancia ufficialmente il progetto.
>Per giugno 2003 e' prevista la chiusura del business plan e l'avvio della
>sperimentazione per la messa in onda.
>Sul sito www.urbantv.it (ospitato da D-sign.it) trovate tutti i materiali
>e le istruzioni per partecipare e firmare il Manifesto (che si puo'=

scaricare
>insieme al Progetto). Nelle prossime settimane nuovi dettagli e news sugli
>sviluppi. Rimanete sintonizzati.
>Firma anche tu il Manifesto delle Television Urbane. Television To The=

People!
>
>Matteo Pasquinelli per Urban TV
>Bologna 04.04.2003
>
>
>----------
>
>
>MANIFESTO DELLE TELEVISIONI URBANE
>Per una democrazia partecipativa dei media di massa e la
>realizzazione del primo canale televisivo italiano ad accesso pubblico
>
>
>1. Lo scenario: comunicazione indipendente e monopolio
>2. Nuovi diritti: il diritto all'autogestione della comunicazione
>3. Nuovi spazi: il Dominio Pubblico dei media
>4. Nuove politiche: la cultura dei nuovi media
>5. Nuovi media: la televisione incontra la rete
>6. Nuova televisione: i canali ad accesso pubblico
>7. Nuovi contenuti: dal palinsesto nazionale al palinsento urbano
>8. La citt=E0: la televisione innestata nel tessuto sociale
>9. Il modello economico: media non profit e cooperativi
>10. Il modello politico: l'autonomia della societ=E0
>
>AZIONI
>1. Urban TV Bologna
>2. Campagna Dominio Pubblico 2.0
>
>
>1. Lo scenario: comunicazione indipendente e monopolio
>A livello mondiale si sta diffondendo una nuova cultura dei media: ai=20
>tradizionali mezzi della comunicazione indipendente come radio e internet=

=20
>si affiancano oggi centinaia di sperimentazioni di TV indipendenti,=20
>televisioni di strada e satellitari, web TV, canali tematici. Questo=20
>movimento di "video attivismo" prende corpo come alternativa al monopolio=

=20
>statale e commerciale della televisione.
>Riteniamo che oggi la societ=E0 abbia la maturit=E0 democratica e il=

bagaglio=20
>culturale e tecnico per organizzare autonomamente i propri media nella=20
>forma di Televisioni Urbane, ovvero di canali televisivi ad accesso=20
>pubblico su scala metropolitana.
>Il ritardo italiano nei media ad accesso pubblico si deve confrontare con=

=20
>le esperienze europee che dimostrano come sia possibile costruire=20
>televisioni gestite dalla societ=E0 in modo aperto e partecipativo.
>
>2. Nuovi diritti: il Diritto all'Autogestione della comunicazione
>E' cresciuta negli ultimi decenni nella societ=E0 la consapevolezza dei=20
>diritti della comunicazione, che oggi sono rivendicati insieme a tutti gli=

=20
>altri diritti universali e di cittadinanza. Si vedano esempi come People's=

=20
>Communication Charter (www.pccharter.net).
>Questa consapevolezza deve spingersi oltre e riconoscere non solo il=20
>semplice diritto passivo alla comunicazione ma anche il diritto attivo=20
>all'autogestione della comunicazione all'interno di una nuova visione del=

=20
>dominio pubblico dei media.
>
>3. Nuovi spazi: il Dominio Pubblico dei media
>La cultura della comunicazione sociale in tutte le sue anime (dal video=20
>attivismo alle radio libere al Free Software) ha aperto uno nuovo spazio=20
>tra le maglie dei media e delle tecnologie comuni che ora deve vedere=20
>riconosciuta la sua "cittadinanza" e il suo status culturale e politico.
>La griglia culturale, politica, legale entro cui si cala questo movimento=

=20
>=E8 uno spazio che definiamo dominio pubblico della comunicazione. Per=20
>Dominio Pubblico intendiamo una sfera che non appartiene n=E9 allo stato n=

=E9=20
>al mercato ma alla societ=E0 tutta e dalla societ=E0 =E8 gestito e=

controllato=20
>(da non confondersi con il "servizio pubblico" erogato dallo stato).
>Gli attori che pi=F9 hanno contribuito all'allargamento del dominio=

pubblico=20
>devono lavorare ora alla sua riconoscibilit=E0 esterna e alla usa=20
>autorganizzazione interna. Si prenda ad esempio la campagna olandese=20
>Public Domain 2.0 (www.waag.org).
>Il nuovo dominio autonomo della comunicazione deve essere riconosciuto e=20
>sostenuto dalle istituzioni in quanto alveo portante di una democrazia=20
>partecipativa e di un municipalismo nuovi. Le istituzioni devono=20
>finalmente coniare gli strumenti e le soluzioni per la transizione della=20
>societ=E0 fordista in una societ=E0 post-fordista basata sull'autonomia del=

=20
>sociale.
>
>4. Nuove politiche: la cultura dei nuovi media
>Le politiche istituzionali sui nuovi media contemplano solo la questione=20
>dell'accesso (spesso in un'ottica di sostegno al mercato o alle=20
>infrastrutture amministrative) e non ne colgono il valore come mezzi di=20
>partecipazione democratica e volano di cultura e innovazione (si veda la=20
>sorte delle reti civiche italiane).
>Le politiche culturali italiane investono solo sulla conservazione del=20
>patrimonio e non sull'innovazione come accade nel nord Europa. Questo=20
>deficit intellettuale considera i nuovi media solo come nuovi contenitori=

=20
>per vecchi contenuti. Occorre invece riconoscerli come autonome forme di=20
>cultura e incentivarne la sperimentazione sociale.
>Una cultura dei media innovativa si =E8 sviluppata in questi anni solo=20
>grazie a pratiche spontanee provenienti dalla societ=E0. Proprio il ritardo=

=20
>delle istituzioni e della sensibilit=E0 collettiva ha permesso che il=20
>movimento della comunicazione indipendente raggiungesse la massa critica=20
>per autorganizzarsi in soggettivit=E0 autonome.
>
>5. Nuovi media: la televisione incontra la rete
>La rete ha rappresentato il periodo di scoperta e formazione ai media=20
>partecipativi. Ma =E8 ancora il medium televisivo a mantenere la centralit=

=E0=20
>sociale, culturale, politica. Per questo urge pensare a come renderlo=20
>democratico e a come far incontrare il medium rete con il medium=20
>televisione. La televisione va considerata una nuova protesi ed estensione=

=20
>della rete: ma per evitare nuovamente la ghettizzazione dei media=20
>alternativi, l'orizzontalit=E0 della rete deve unirsi al potere=20
>"socializzante" della televisione.
>Strategie della comunicazione indipendente sono: diffusione dell'accesso=20
>ai canali e alle tecnologie, proliferazione delle emittenti, produzione di=

=20
>contenuti alternativi. Per le Televisioni Urbane invece il punto nodale=20
>non =E8 il semplice controllo dei canali o dei contenuti ma la riconquista=

=20
>dell'enunciazione collettiva del messaggio, ovvero del ruolo pubblico e=20
>collettivo del palinsesto.
>Il medium televisione =E8 interessante solo ai fini di una sua=20
>destrutturazione in un nuovo medium partecipativo, trasparente, etico, in=

=20
>modo che la sua potenza sia indirizzata allo sviluppo culturale ed=20
>economico della cittadinanza e non ai fini del mercato o del consenso=

politico.
>
>6. Nuova televisione: i canali ad accesso pubblico
>Per questo occorre ideare la nascita di Televisioni Urbane nella forma di=

=20
>canali televisivi ad accesso pubblico e promuovere la partecipazione=20
>sociale e comunitaria a questi canali.
>Per accesso pubblico intendiamo un canale tv non solo accessibile ma=20
>gestito dalle comunit=E0 che compongono la vita sociale della citt=E0.=20
>L'accesso pubblico ha senso se viene usato per un palinsesto collettivo e=

=20
>non per un palinsesto gestito dall'alto.
>Per televisione comunitaria intendiamo una televisione che non si limiti=20
>al semplice accesso pubblico e ad un retorico esercizio di libert=E0 di=20
>espressione (open publishing) ma che sappia fare societ=E0 e costruire=20
>legame sociale (community access e non semplice open access).
>Le Televisioni Urbane si basano su una partecipazione sociale diffusa, non=

=20
>coinvolgono solo mediattivisti e professionisti della comunicazione (come=

=20
>accade in molte sperimentazioni).
>Le Televisioni Urbane hanno uno statuto e una missione sociale=20
>salvaguardati da una Carta Etica, che riconosce tutti i diritti, i doveri=

=20
>e i piaceri di una comunicazione partecipativa.
>
>7. Nuovi contenuti: dal palinsesto nazionale al palinsento urbano
>Le Televisioni Urbane sono televisioni a tutti gli effetti che fanno=20
>informazione, intrattenimento, cultura e che sanno costruire una=20
>narrazione quotidiana in cui una intera societ=E0 si riconosce e si=20
>confronta. Le televisioni urbane riconquistano il palinsesto in quanto=20
>genere di narrazione collettiva. Al palinsesto nazionale, spina dorsale=20
>del consenso e dei ritmi del corpo sociale, viene sostituito un palinsesto=

=20
>urbano costruito dal basso.
>Cuore delle Televisioni Urbane =E8 il Palinsesto Comunitario che rispecchia=

=20
>tutta la compagine sociale lasciando i suoi spazi all'autogestione diretta=

=20
>delle comunit=E0 e dei singoli soggetti. Il Palinsesto Comunitario=

organizza=20
>anche gli spazi di confronto e incontro fra le diverse realt=E0 per creare=

=20
>nuovo tessuto democratico e rispetta gli stili e i linguaggi pi=F9=20
>anticonformisti e radicali.
>
>8. La citt=E0: la televisione innestata nel tessuto sociale
>La citt=E0 =E8 la dimensione nuova con la quale si deve confrontare la=20
>comunicazione indipendente: non per la scala ridotta ma perch=E9 la citt=E0=

=E8=20
>il livello primo e immediato del fare societ=E0. La televisione cittadina=

ad=20
>accesso pubblico pu=F2 innestarsi facilmente in ogni settore della vita=20
>civile, culturale, economica. La Televisione Urbana si rivela cos=EC=20
>prezioso strumento e modello del municipalismo partecipativo.
>Si deve smettere di considerare il movimento come enunciatore primo della=

=20
>comunicazione libera e prepararsi a fare societ=E0 e a conquistare gli=

spazi=20
>del quotidiano. Il fine del Manifesto delle Televisioni Urbane =E8=20
>trasformare un fermento internazionale di innovazione in un moto che=20
>costruisca societ=E0 reale.
>
>9. Il modello economico: media non profit e cooperativi
>Nuove modelli di comunicazione sociale sono credibili e alternativi al=20
>monopolio solo se si dotano di autonomia economica. Il mediattivismo deve=

=20
>evitare gli errori del passato: nella sua storia ha creato rotture e=20
>inventato media e consumi che poi =E8 stato incapace di gestire e abbiamo=

=20
>visto recuperati dal mercato (ad esempio le radio libere degli anni '70=20
>che in Italia aprono la strada alle radio commerciali).
>Le Televisioni Urbane seguono uno statuto non profit e di cooperazione=20
>sociale, dove gli utili vengono reinvestiti per nuove produzioni e=20
>progetti ai fini della collettivit=E0. "Editore" =E8 la cittadinanza stessa=

e=20
>non i privati o le istituzioni pubbliche.
>Le Televisioni Urbane funzionano come meta-medium dell'economica locale in=

=20
>una prospettiva post-fordista: innescano un volano per l'economia del=20
>multimediale, valorizzano le produzioni locali, realizzano una economia=20
>dei contenuti a vocazione sociale.
>
>10. Il modello politico: l'autonomia della societ=E0
>
>Le Televisioni Urbane nascono per iniziativa della societ=E0 e non delle=20
>istituzioni o del mercato. Le politiche istituzionali devono riconoscere=20
>l'autorganizzazione nel campo della cultura e dei media e guardarsi dalle=

=20
>simulazioni di "societ=E0 civile" e "comunicazione sociale" ad uso politico=

=20
>o commerciale.
>Le Televisioni Urbane inaugurano un nuovo rapporto della societ=E0 con i=20
>soggetti economici e istituzionali che fa saltare le vecchie strutture=20
>verticali di mediazione e rappresentanza per far posto a nuove reti=20
>orizzontali e autonome, pi=F9 adatte a vivere la societ=E0 contemporanea=20
>post-fordista. Privati e istituzioni sostengono l'autonomia del sociale.
>
>
>AZIONI
>
>1. Urban TV Bologna
>A Bologna viene lanciato il primo progetto italiano di canale televisivo=20
>ad accesso pubblico che prende il nome di Urban TV. La cittadinanza delle=

=20
>maggiori citt=E0 =E8 invitata a dotarsi di Televisioni Urbane che=

trasformino=20
>il fermento del media attivismo e della comunicazione sociale in un=20
>processo costituente e duraturo, con la prospettiva di formare un network=

=20
>italiano ed europeo. Il progetto bolognese rappresenta un prototipo=20
>sperimentale per tutte le altre citt=E0 italiane. Urban TV Bologna prende=

=20
>corpo attraverso tre primi passaggi:
>Costituzione di una associazione non-profit per organizzare le strutture=20
>produttive e il forum degli utenti e delle associazioni che sostengono il=

=20
>progetto.
>Apertura di un sito internet (www.urbantv.it) per rendere il processo di=20
>progettazione e organizzazione collettivo e aperto.
>Lancio di una campagna sociale per coinvolgere tutti gli attori sociali e=

=20
>sensibilizzare ad una nuova cultura civica dei media e della televisione.
>
>2. Campagna Dominio Pubblico 2.0
>Dominio Pubblico 2.0 =E8 il nome della campagna culturale di Urban TV per=

=20
>introdurre nuovi strumenti e idee per una moderna cultura dei media.=20
>Dominio Pubblico 2.0 si struttura su tre piani di azione:
>Dominio Pubblico 2.0 - Per una nuova cultura dei media
>Campagna per promuovere nel dibattito politico e culturale il concetto di=

=20
>dominio pubblico dei media come pilastro centrale di una nuova democrazia=

=20
>ed economia dei media. Urban TV rappresenta solo un parte di una pi=F9=

ampia=20
>piattaforma sulla cultura e la comunicazione da svilupparsi a Bologna.
>Dominio Pubblico 2.0 - Fibra ottica ad uso civico
>Campagna per l'utilizzo ad uso civico, culturale, sociale, non profit=20
>della fibra ottica depositata sul suolo pubblico e lasciata inutilizzata.=

=20
>La campagna propone l'ideazione di una Rete Civica su Banda Larga che a=20
>Bologna prende il nome simbolico di Iperbole 2.0.
>Dominio Pubblico 2.0 - Per una economia sociale del multimediale
>Campagna per pensare la transizione dell'economia della citt=E0 da un=20
>modello fordista ad un modello post-fordista. La Campagna introduce=20
>concetti come Economia della Creativit=E0, Economia Sociale del Nuovi=

Media,=20
>Autorganizzazione del Lavoro Cognitivo.
>
>
>----
>Urban TV
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>mailto:urbantv@urbantv.it