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martedì 18 febbraio si è rinito a Todi il costituente comitato umbro 
per l'ambiente. 
la prossima riunione -cui sono invitati i comitati civici e 
territoriali, i cittadini e tutti coloro che contrastano gli ineressi 
economici e politici connessi allo smaltimento dei rifiuti e attivano 
sui territori lotte per la tutela dell'ambiente e della salute 
pubblica- si terrà martedi 25/02 alle ore 21,15 presso il CIRCOLO DI 
PONTECUTI/TODI.per raggiungerlo: Uscita E-45 TODI PONTE RIO> prendere 
la strada per ORVIETO, dopo 4,5 Km,>indicazione Todi-centro a 
sinistra, attraversare il ponte, e siete a Pontecuti. il circolo è 
addossato al muro del ponte sul Tevere. 
questa è la bozza, aperta e da rielaboare ed arrichhire per costruire 
la piattaforma regionale. 
UNA LEGGE DA CONTRASTARE 
La Giunta regionale, nonché i partiti che la sostengono, hanno perso 
un'occasione importante: il Piano Regionale dei Rifiuti poteva essere 
un'ottima dimostrazione di come si può affrontare in modo alternativo 
il problema dei rifiuti, salvaguardando l'ambiente e la salute dei 
cittadini, risparmiando denaro pubblico, ignorando con coraggio le 
pressioni dei poteri forti che considerano la gestione del rifiuto un 
mezzo per trarre lauti profitti a danno delle persone, rendendo 
trasparente e democratico il percorso di costruzione del Piano, 
coinvolgendo cittadini e associazioni fin dall'inizio. 
Avrebbe potuto essere un piano "rivoluzionario", soprattutto perché 
la nostra regione gode di condizioni favorevoli quali: 
· un rapporto abitante/superficie piuttosto basso 
· presenza di insediamenti industriali non elevata 
· attività agricole largamente diffuse. 
Queste condizioni determinano, di per se stesse, una produzione di 
rifiuti che, per quantità e qualità, può essere agevolmente gestita 
senza fare ricorso agli inceneritori (o termovalorizzatori, come sono 
chiamati nel Piano). 
Innescando un ciclo virtuoso che, a partire dalla differenziazione a 
monte (cioè dalla raccolta domiciliare), permette il riutilizzo della 
frazione umida attraverso la creazione di compost di qualità, si può 
arrivare a differenziare e riutilizzare fino all'80% dei rifiuti 
prodotti, come dimostrano in modo inequivocabile esperienze già 
ampiamente collaudate nel nord Italia e in Europa. 
E' stato pertanto molto deludente assistere al varo di questo Piano, 
sia per le modalità adottate sia per i suoi contenuti. 
In primo luogo il percorso di stesura è stato poco trasparente e 
scarsamente democratico: non siamo a conoscenza, infatti, di 
eventuali consultazioni dell'assessorato con comitati cittadini o con 
il complesso delle associazioni ambientaliste presenti sul 
territorio, mentre siamo più che certi che la voce dei potenti ha 
potuto tuonare liberamente nelle stanze della Regione. 
Per quanto riguarda i contenuti del piano, il punto sicuramente più 
inaccettabile è la scelta del ricorso all'incenerimento, che non 
trova altra giustificazione se non quella di "premiare" chi vi ha già 
investito decine di miliardi di lire. 
Questa scelta, ricordiamo: 
· può creare gravi problemi per la salute dei cittadini a causa della 
produzione di ceneri, scorie e fumi tossici difficilmente 
monitorabili per la grande varietà dei rifiuti che sono inceneriti; 
· non esclude affatto l'utilizzo delle discariche in quanto il 30% di 
RSU bruciati diventa cenere tossica che va smaltita in apposite 
discariche per rifiuti speciali (2B); 
· crea un numero di posti di lavoro molto esiguo al confronto di 
quelli che deriverebbero dall'adozione della raccolta 
differenziata "spinta"; 
· aumenta, a lunga durata, il costo dello smaltimento e determina, 
quindi, maggiori oneri a carico dei cittadini; 
· danneggia l'ambiente contribuendo, attraverso combustioni ad 
altissime temperature e conseguenti emissioni di fumi, ad aumentare 
l'effetto serra e le piogge acide. 
Inoltre la raccolta differenziata (obiettivo solo enunciato in 
apertura del Piano) verrà, di fatto, limitata dai non sufficienti 
fondi stanziati per i Comuni e dai finanziamenti disposti invece per 
la produzione del CDR che demotiveranno, nella pratica, la sua 
attuazione. Come fa, infatti, notare il prof. G. Nebbia "se si brucia 
non si ricicla" e se non si ricicla si ostacolano quelle operazioni 
che garantiscono sia occupazione che innovazione tecnico-scientifica 
rivolta alla raccolta separata, al recupero e alla 
commercializzazione dei materiali riciclati. 
Facendo leva su procedure semplificate e sull'ambiguità complessiva 
di una legislazione nazionale che prevede contributi finanziari per 
gli inceneritori che producono energia elettrica, il Governo 
regionale ha voluto così premiare i processi che ostacolano il 
recupero dei materiali. 
Il "Comitato per il miglioramento della qualità della vita" si 
propone, con questo intervento, di contribuire e animare il dibattito 
già iniziato intorno a questo Piano Rifiuti e di sensibilizzare 
l'opinione pubblica sull'importanza della partecipazione democratica 
nelle scelte politiche e sociali del nostro territorio auspicando il 
contributo di tutti coloro che esigono chiarimenti, chiedono 
informazioni, si interrogano sulla sicurezza ambientale e vogliono 
leggere criticamente la realtà che stanno vivendo. 
Pensiamo, infatti, che il recente provvedimento legislativo regionale 
è destinato a produrre una coda velenosa che potrà portare ad uno 
scontro, prevedibilmente di lunga durata e sicuramente ostico, poiché 
in ballo ci sono corposi interessi di gruppi politico-finanziari che 
ricattano il territorio e che credono di poter decretare il 
definitivo trionfo del profitto sulla salute e sulla natura (vedi le 
vicende dei nuovi inceneritori Terni-Ena e Printer). 
La subalternità del potere politico a quello economico è la causa 
primaria della impraticabilità della gestione ecocompatibile del 
territorio e sta a confermare il profondo solco esistente tra sfera 
politica e sfera sociale. 
Su questi temi invitiamo tutti i cittadini, le associazioni, i 
partiti, i sindacati, le istituzioni e i social forum ad avviare 
forme organizzate di opposizione sociale e a promuovere un referendum 
per abrogare: 
· parte della L.R. n°225 del 24-07-2002 (Piano Regionale Rifiuti), e 
precisamente l'art.3, punto G, dove si stabilisce "la tipologia e la 
quantità degli impianti per l'incenerimento, con recupero energetico, 
dei rifiuti urbani e per l'utilizzazione principale degli stessi come 
combustibile o altro mezzo per produrre energia." 
· l'intero Piano Regionale per la gestione integrata e razionale dei 
residui e dei rifiuti (delibera del Consiglio Regionale n°226 del 25-
07-2002). 
francoppoli@???
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martedì 18 febbraio si è rinito a Todi il costituente comitato umbro <BR>per l'ambiente. <BR>la prossima riunione -cui sono invitati i comitati civici e <BR>territoriali, i cittadini e tutti coloro che contrastano gli ineressi <BR>economici e politici connessi allo smaltimento dei rifiuti e attivano <BR>sui territori lotte per la tutela dell'ambiente e della salute <BR>pubblica- si terrà martedi 25/02 alle ore 21,15 presso il CIRCOLO DI <BR>PONTECUTI/TODI.per raggiungerlo: Uscita E-45 TODI PONTE RIO> prendere <BR>la strada per ORVIETO, dopo 4,5 Km,>indicazione Todi-centro a <BR>sinistra, attraversare il ponte, e siete a Pontecuti. il circolo è <BR>addossato al muro del ponte sul Tevere. <BR><BR>questa è la bozza, aperta e da rielaboare ed arrichhire per costruire <BR>la piattaforma regionale. <BR><BR>UNA LEGGE DA CONTRASTARE <BR><BR>La Giunta regionale, nonché i partiti che la sostengono, hanno perso <BR>un'occasione importante: il Piano Regionale dei Rifiuti poteva essere <BR>un'ottima dimostrazione di come si può affrontare in modo alternativo <BR>il problema dei rifiuti, salvaguardando l'ambiente e la salute dei <BR>cittadini, risparmiando denaro pubblico, ignorando con coraggio le <BR>pressioni dei poteri forti che considerano la gestione del rifiuto un <BR>mezzo per trarre lauti profitti a danno delle persone, rendendo <BR>trasparente e democratico il percorso di costruzione del Piano, <BR>coinvolgendo cittadini e associazioni fin dall'inizio. <BR>Avrebbe potuto essere un piano "rivoluzionario", soprattutto perché <BR>la nostra regione gode di condizioni favorevoli quali: <BR>· un rapporto abitante/superficie piuttosto basso <BR>· presenza di insediamenti industriali non elevata <BR>· attività agricole largamente diffuse. <BR>Queste condizioni determinano, di per se stesse, una produzione di <BR>rifiuti che, per quantità e qualità, può essere agevolmente gestita <BR>senza fare ricorso agli inceneritori (o termovalorizzatori, come sono <BR>chiamati nel Piano). <BR>Innescando un ciclo virtuoso che, a partire dalla differenziazione a <BR>monte (cioè dalla raccolta domiciliare), permette il riutilizzo della <BR>frazione umida attraverso la creazione di compost di qualità, si può <BR>arrivare a differenziare e riutilizzare fino all'80% dei rifiuti <BR>prodotti, come dimostrano in modo inequivocabile esperienze già <BR>ampiamente collaudate nel nord Italia e in Europa. <BR>E' stato pertanto molto deludente assistere al varo di questo Piano, <BR>sia per le modalità adottate sia per i suoi contenuti. <BR>In primo luogo il percorso di stesura è stato poco trasparente e <BR>scarsamente democratico: non siamo a conoscenza, infatti, di <BR>eventuali consultazioni dell'assessorato con comitati cittadini o con <BR>il complesso delle associazioni ambientaliste presenti sul <BR>territorio, mentre siamo più che certi che la voce dei potenti ha <BR>potuto tuonare liberamente nelle stanze della Regione. <BR>Per quanto riguarda i contenuti del piano, il punto sicuramente più <BR>inaccettabile è la scelta del ricorso all'incenerimento, che non <BR>trova altra giustificazione se non quella di "premiare" chi vi ha già <BR>investito decine di miliardi di lire. <BR>Questa scelta, ricordiamo: <BR>· può creare gravi problemi per la salute dei cittadini a causa della <BR>produzione di ceneri, scorie e fumi tossici difficilmente <BR>monitorabili per la grande varietà dei rifiuti che sono inceneriti; <BR>· non esclude affatto l'utilizzo delle discariche in quanto il 30% di <BR>RSU bruciati diventa cenere tossica che va smaltita in apposite <BR>discariche per rifiuti speciali (2B); <BR>· crea un numero di posti di lavoro molto esiguo al confronto di <BR>quelli che deriverebbero dall'adozione della raccolta <BR>differenziata "spinta"; <BR>· aumenta, a lunga durata, il costo dello smaltimento e determina, <BR>quindi, maggiori oneri a carico dei cittadini; <BR>· danneggia l'ambiente contribuendo, attraverso combustioni ad <BR>altissime temperature e conseguenti emissioni di fumi, ad aumentare <BR>l'effetto serra e le piogge acide. <BR>Inoltre la raccolta differenziata (obiettivo solo enunciato in <BR>apertura del Piano) verrà, di fatto, limitata dai non sufficienti <BR>fondi stanziati per i Comuni e dai finanziamenti disposti invece per <BR>la produzione del CDR che demotiveranno, nella pratica, la sua <BR>attuazione. Come fa, infatti, notare il prof. G. Nebbia "se si brucia <BR>non si ricicla" e se non si ricicla si ostacolano quelle operazioni <BR>che garantiscono sia occupazione che innovazione tecnico-scientifica <BR>rivolta alla raccolta separata, al recupero e alla <BR>commercializzazione dei materiali riciclati. <BR>Facendo leva su procedure semplificate e sull'ambiguità complessiva <BR>di una legislazione nazionale che prevede contributi finanziari per <BR>gli inceneritori che producono energia elettrica, il Governo <BR>regionale ha voluto così premiare i processi che ostacolano il <BR>recupero dei materiali. <BR>Il "Comitato per il miglioramento della qualità della vita" si <BR>propone, con questo intervento, di contribuire e animare il dibattito <BR>già iniziato intorno a questo Piano Rifiuti e di sensibilizzare <BR>l'opinione pubblica sull'importanza della partecipazione democratica <BR>nelle scelte politiche e sociali del nostro territorio auspicando il <BR>contributo di tutti coloro che esigono chiarimenti, chiedono <BR>informazioni, si interrogano sulla sicurezza ambientale e vogliono <BR>leggere criticamente la realtà che stanno vivendo. <BR>Pensiamo, infatti, che il recente provvedimento legislativo regionale <BR>è destinato a produrre una coda velenosa che potrà portare ad uno <BR>scontro, prevedibilmente di lunga durata e sicuramente ostico, poiché <BR>in ballo ci sono corposi interessi di gruppi politico-finanziari che <BR>ricattano il territorio e che credono di poter decretare il <BR>definitivo trionfo del profitto sulla salute e sulla natura (vedi le <BR>vicende dei nuovi inceneritori Terni-Ena e Printer). <BR>La subalternità del potere politico a quello economico è la causa <BR>primaria della impraticabilità della gestione ecocompatibile del <BR>territorio e sta a confermare il profondo solco esistente tra sfera <BR>politica e sfera sociale. <BR>Su questi temi invitiamo tutti i cittadini, le associazioni, i <BR>partiti, i sindacati, le istituzioni e i social forum ad avviare <BR>forme organizzate di opposizione sociale e a promuovere un referendum <BR>per abrogare: <BR>· parte della L.R. n°225 del 24-07-2002 (Piano Regionale Rifiuti), e <BR>precisamente l'art.3, punto G, dove si stabilisce "la tipologia e la <BR>quantità degli impianti per l'incenerimento, con recupero energetico, <BR>dei rifiuti urbani e per l'utilizzazione principale degli stessi come <BR>combustibile o altro mezzo per produrre energia." <BR>· l'intero Piano Regionale per la gestione integrata e razionale dei <BR>residui e dei rifiuti (delibera del Consiglio Regionale n°226 del 25-<BR>07-2002). <BR><BR><BR>francoppoli@???<p><br><hr size=1><A HREF="
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