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Un'agenzia londinese offre come spazi pubblicitari le fronti
di studenti indebitati. Sei euro per un'ora col logo addosso
Uno sguardo griffato, lo spot
diventa un tatuaggio sul corpo
di ALESSANDRA RETICO
la repubblica
IL MONDO s'è fatto stretto, neanche un briciolo di spazio in più
per tutta quella fame che ha la pubblicità. Che griffa tutto, riempiendo di
loghi e marchi palazzi, autobus, campi di calcio, onde del mare, bit della
Rete, telefonini e in breve ogni luogo e pensiero della nostra quotidianità.
Serve un posto nuovo, possibilmente stupefacente. Vip ed eventi, già
colonizzati. Animali e defunti pure, diventati inconsapevoli e silenziosi
testimonial di spot e campagne. Che resta, se non usare la testa?
Alla Cunning Stunt, una piccola agenzia di marketing londinese,
è sufficente lo spazio della fronte. Umana, s'intende. Agli studenti di Sua
Maestà in crisi finanziaria o in cerca di un'attività per arrotondare la
paghetta, la Cunning (nota per aver proiettato sulla facciata del Parlamento
a Londra il didietro della presentatrice tv Gail Porter) da un paio di
settimane offre 6 euro e 33 centesimi all'ora a coloro che se ne andranno in
giro con il logo di un azienda tatuato (temporaneamente) sulla fronte. Alle
aziende l'opportunità di usufruire di uno spazio pubblicitario senz'altro
inedito, di quelli che fanno salire la febbre agli esperti di branding.
- Pubblicità -
Il contratto: gli studenti che accettano di trasformarsi in spot
viventi, l'impegno a esserlo per almeno tre-quattro ore al giorno (in una
settimana si alzano fino a un massimo di 117.60 sterline). Un piccolo part
time nel quale si dovrà ovviamente uscire di casa (la doccia è permessa, ma
senza sfregare, si tratta di tatuaggi vegetali che durano una settimana)
incontrare altre persone, frequentare i locali e le zone che si
preferiscono, purché uno lo testimoni. Nessuna possibilità infatti di
aggirare l'impegno: la Cunning ha i suoi 007, agenti nei panni di misteriosi
compratori che verificano che i ragazzi girino lo spot che sono. Loro, i
ragazzi pubblicità, devono filmare con una telecamera prestata dalla Cunning
il loro stesso carosello.
Risultato: mille gli studenti che si sono offerti. Due le
aziende che hanno già comprato fronti umane: il magazine giovanile FHM
(della britannica Emap PLC), e una pay-tv sempre per ragazzi, la CNX, della
AOL Time Warner. Gli studenti-cartelloni sono stati contattati anche a
Oxford. "Visto che i debiti degli studenti stanno diventando un fenomeno di
massa", ha spiegato al Guardian Anna Carloss, direttore del personale alla
Cunning, "abbiamo pensato di offrire il massimo del guadagno col minimo
dello sforzo". Conferma lo spirito e sforzo caritatevole John Carver,
cofondatore e direttore della Cunning, che nella sua azienda recentemente ha
assunto "un certo numero di persone che hanno lasciato l'Università proprio
per problemi di debiti. Per questo la nostra può essere un'iniziativa per
dare al branding un medium unico, e agli studenti una mano".
Entusisti Nial Ferguson, marketing manager della FHM, "perché
siamo costantemente in cerca di nuovi modi che siano d'impatto per
comunicare", e Richard Kilggariff, capo della CNX, visto che "vogliamo
colpire chi ci guarda proprio in mezzo agli occhi, dunque che cos'è meglio
che la loro fronte...".
Un'altra frontiera valicata dunque, dopo le tante che ci sono
sembrate già spostate piuttosto avanti. Le denunce di Naomi Klein
sull'influenza delle grandi corporation americane nelle Università suona
insomma un po' vecchiotta, come le varie stramberie pubblicitarie di
chiamare i figli con il nome di viedogiochi e siti Internet. Anche il
"Dogvertise", la pubblicità attraverso gli amici a quattro zampe che la Sony
Ericsson fa da qualche tempo al suo nuovo telefonino (il T300), abbaia ma
non morde. Uno sguardo griffato, chissà.
(10 febbraio 2003)
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