[Lecce-sf] Re: [Lecce-sf] Solidarietà ai Comboniani di Bari

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Author: Stefano Mencherini
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Subject: [Lecce-sf] Re: [Lecce-sf] Solidarietà ai Comboniani di Bari
Credo che possa anche esistere una maniera più laica, non per questo lontana
da certi principi evangelici, di esprimere la propria solidarietà ai
comboniani. Solidarietà che in questo caso è di tutto il Lsf, nelle sue
diverse identità politiche e religiose.
s.m.
----- Original Message -----
From: "Alessandro Presicce" <apresi@???>
To: "LSF (ml)" <forumlecce@???>
Sent: Tuesday, January 07, 2003 7:16 PM
Subject: [Lecce-sf] Solidarietà ai Comboniani di Bari


> Ricevo da Carlo Mileti la bozza di comunicato di solidarietà ai Comboniani
> di Bari.
> Se non ci sono obiezioni, lo passerei alle redazioni domattina.
>
> Alessandro
>
> -------------------------------
>
> "Il popolo di Dio è chiamato a diventare esso stesso luce, per orientare

il
> cammino delle nazioni, sulle quali gravano tenebre e nebbia". Con queste
> parole ieri il Papa ha consacrato 12 nuovi vescovi. Queste parole, rivolte
> ai futuri pastori ricordano una verità tanto semplice quanto disattesa: il
> cristiano è chiamato a santificare la messa con la sua vita, nella
> quotidianità della storia e nelle scelte concrete del suo agire; in
> particolare poi, i pastori, coloro cioè che hanno responsabilità nella

guida
> della Chiesa hanno il compito di testimoniare efficacemente l'essenza del
> messaggio evangelico: sale e luce della terra. L'Epifania, che significa
> rivelazione, è un momento importante per il mondo cattolico, testimonia l'
> avvento di un tempo nuovo che riconosce in Cristo il Principe della Pace
> come annunciato dai profeti (Isaia 9,5) e come proclamato dagli angeli

(Luca
> 2,14). L'epifania dunque per i cristiani rappresenta la cartina di

tornasole
> nella quale rispecchiarsi per verificare la propria adesione a quel
> mandato, essere costruttori di pace riconoscendosi figli di Dio (Matteo
> 5,9).
>
> Se questo richiamo alla fedeltà evangelica è vero per le parole del papa
> perché mai non dovrebbe esserlo per l'esortazione dei Missionari

Comboniani
> di Bari?
>
> Nel loro appello ci dicono che la "Puglia: è un avamposto militare che
> esporta guerra e genera morte, e ci porta a rinnegare la vocazione di

popolo
> di operatori di sintesi con le diverse civiltà; vede i propri figli
> svendersi e arruolarsi perché è l'unica possibilità di lavoro offerta (far
> guerra e colpire altri poveri); è diventata una cortina di ferro contro

gli
> immigrati, incapace di accoglierli gratuitamente ma abile nello speculare
> sulla loro pelle; è la Regione con il più alto numero di discariche

abusive,
> 600; è in testa alla classifica dell'Enea per i siti nei quali smaltire i
> rifiuti nucleari (65 siti identificati); è parcheggio di sottomarini a
> propulsione nucleare (il Mar Grande di Taranto); è un laboratorio di
> devolution, cioè la dissoluzione del senso di solidarietà nazionale"
>
> Ci ricordano che qui in Puglia si è dichiarata guerra alla pace e che la
> situazione ci coinvolge tutti in prima persona, cristiani e non, credenti

e
> non credenti, uomini e donne tutti di buona volontà. Ci dicono che essi
> "testimoni della sofferenza che un sistema profondamente ingiusto e di
> opulenza genera", si sentono profondamente turbati e "rinunciamo a

celebrare
> la nascita del Principe della Pace in un clima di complicità nell'
> ingiustizia e di guerra nei confronti dei Sud. Dove nascerà, se nascerà,
> quest'anno il Principe nostra Pace?"
>
> Come LSF, esprimiamo piena solidarietà e adesione a quest'iniziativa, che
> sappiamo difficile e dolorosa e che non ha nessun intento di sciopero o
> protesta qualunquista quanto invece di richiamo e fedeltà al Vangelo,

perché
> è necessario riannodare la fede alla storia, la speranza alla vita,

l'utopia
> al quotidiano. Provenienti da esperienze e cammini diversi, di fede,

impegno
> civile e politico, religioso e non, riconosciamo nel loro gesto la

profezia
> evangelica che ci esorta a non chiedere gli occhi. Da veri pastori ci
> richiamano alla nostre responsabilità e per questo insieme a loro

esprimiamo
> il nostro dissenso più assoluto alle logiche di sfruttamento, e ribadiamo,
> ancora una volta con le parole di Don Tonino Bello che: "Oggi più che mai,
> la Puglia è chiamata dalla storia e dalla geografia, a protendersi nel suo
> mare come Arca di Pace e non a curvarsi minacciosamente come arco di
> guerra."
> Vorremmo chiedere infine, ai cristiani e alla chiesa salentina e pugliese
> tutta la capacità evangelica di leggere i segni dei tempi, affinché l'
> espressione della fede non sia semplice esercizio di una religiosità dell'
> aldilà che distolga dal dovere di annunciare giustizia e liberazione nell'
> aldiquà ".gli angeli che annunziano la pace portino guerra alla vostra
> sonnolenta tranquillità".(d. Tonino Bello)
>
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