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Adesso basta. Bisogna schierarsi. Bisogna assumersi le proprie
responsabilità dinanzi alla violenza di matrice anarchica che sta
terrorizzando l'intera Europa. Bisogna parlare: dobbiamo essere tutti
delatori per salvare la cultura occidentale, per non prestare il fianco al
sovversivismo che dilaga impietoso mettendo a repentaglio la sicurezza dei
cittadini e delle cittadine, creando panico, paura fino a rendere un inferno
le nostre vite: più delle privatizzazioni, più dello smantellamento dello
stato sociale, più dei falsi in bilancio, più dei condoni per evasori e
mafiosi, più del monopolio dei mezzi di informazione, più della distruzione
della scuola pubblica e dell'Università, più della disoccupazione e dei
licenziamenti, più delle stesse guerre e della fame, più delle stragi di
migranti, più di quel terrorismo legato ai fondamentalismi (religiosi, di
mercato...), della mancanza di acqua, dello sfruttamento di minori e
pedofilia, più dell'alimentazione modificata, più di ogni B che domina il
mondo (Bin , Bush, Berlusconi, Blair). Ed io, non me ne voglia nessuno,
voglio fare il mio dovere di cittadino: ho deciso di parlare. Di fare i nomi
di alcuni mandanti che sono la testa vera ed organica di anarchismo (e anche
comunismo e anche disobbedienti e contestatori) che si esprime nelle forme
tragiche di questi nostri giorni. Francesco Guccini è uno di questi: iniziò
a divulgare con "la locomotiva" messaggi che incitano all'odio e al
terrorismo: "la bomba. per la giustizia proletaria". E che dire di un certo
De Andrè che non ci ha risparmiato niente fino ad osannare anarchici
(appunto!), prostitute, pacifisti ecc.: "se il fuoco ha risparmiato le
vostre millecento" e tanto altro ancora. Alcune talpe sono note: Paolo
Pietrangeli. Si è infilato nelle reti del premier, al fianco di chi ha
conosciuto Gelli. Questo uomo è l'autore di "contessa" ("prendiamo la falce
e impugniamo il martello e scendiamo giù in piazza e picchiamo con quello"):
quelle indicazioni non possono non aver stimolato le rivolte operaie degli
anni sessanta e la violenza del '68 che si è prolungata fino alle follie
degli anni settanta fino alle recenti contestazioni del presente. Caro
Pietrangeli per te è finita e l'aver messo la tua intelligenza al servizio
dei padroni non ci inganna come non ci confonde la furbizia dei Guzzanti,
Paolo Rossi, Giallappa's Band e neppure quella di tanti atleti che
inavvertitamente rendono evidenti i loro tatuaggi che raffigurano uno dei
più grandi sobillatori della storia: Ernesto Che Guevara. Più furbescamente
Gino Paoli si è inventato, lui che in realtà si è sempre professato
anarcoide, di stare con alcuni amici al bar: ma a fare cosa? A parlare di
rivoluzione. E poi c'è tutta la sfilza di teorici che hanno utilizzato mezzi
di comunicazione di massa, piazze e produzioni per istigare alla
sovversione: il Canzoniere Italiano con Ivan della Mea e tutta la banda sua
complice che ci ricorda i nomi di Giovanna Marini, Daffini, Ciarchi e
canzonieri regionali (vere e proprie cellule decentrate: quello veneto,
guarda caso, e poi quello del Lazio e un elenco infinito di collaboratori
fino a Sandro Portelli e al circolo Gianni Bosio). E che dire di quel
Pierangelo Bertoli (recentemente scomparso) che voleva affrontare la vita "a
muso duro"? E gli Area con le provocazioni dell'Internazionale e le
incitazioni alla rivolta? La stessa Anna Identici si è infilata nelle
trasmissioni di Paolo Limiti (così ci si rivolge anche alle vecchiete e ai
qualunquisti) per poi cantare veri e propri inni anarchici, comunisti, dalla
parte delle mondine fino a Bella Ciao. L'elenco è enorme e lo Stato non può
rimanere indifferente: ricordate i CCCP? Oggi, per continuare ad agire
indisturbati, hanno rinnovato il loro nome in CSU. Poi ci sono i "grandi
capitani" dalle sigle strane ma facilmente riconoscibili per le loro
proposte di smantellamento della democrazia e di ogni ordine costituito: 99
Posse, Pomigliano d'Arco, Rua Port'Alba, Banda Bassotti, SACS, Cooperativa
Lavoro Culturale, Tupamaros e via elencando. Questi sono solo alcuni nomi e
di un particolare settore che si rivolge ai giovani e alle ragazze fino a
determinare i grandi drammi del presente. Gli anarchici dopo aver cantato
"addio Lugano bella" non se ne sono mai andati e sono sempre pronti a
minacciare le nostre esistenze, la nostra normalità. Sono non pochi gli
attori e tante le attrici che svolgono funzioni non diverse dai grandi
teorici come Guccini: Fo, Franca Rame: citiamo due nomi qualsiasi tanto per
far capire la gravità della situazione per la difesa delle istituzioni. Non
basta mandare al rogo i libri di testo, prendersi Cinecittà (per fortuna:
sono numerosi i registi al servizio della violenza proletaria o dei
lavoratori come quei fanatici della Fiat che bloccano strade, treni,
traffico e hanno l'impudenza di entrare in grandi magazzini come La
Rinascente proprio a pochi giorni dal Natale mettendo a repentaglio in
maniera infame la possibilità di acquistare regali per i bambini che
attendono Babbo Natale e la Befana per un anno intero), non lasciare nessun
margine al dissenso e alle proteste: bisogna fare di più, bisogna andare
oltre, bisogna impedire con ogni mezzo che le nostre vite siano, come le
nostre città, insicure. Chi ci governa sta facendo moltissimo (e non pochi a
sinistra sanno apprezzare, di volta in volta, alcune scelte fondamentali che
realizza) ma noi speriamo che si faccia l'impossibile, ecco perché tutti e
tutte dobbiamo essere delatori, per fermare i nemici del nuovo ordine
mondiale anche se alcuni suoi protagonisti sono ridicoli come le nostre
classi dominanti. Ora sto scrivendo a Jovanotti, Manu Chao e tanti altri per
dirgli senza timore: ancora poche ore e anche per voi non ci sarà più spazio
per le vostre farneticazioni che propongono un mondo nuovo. Che intendete
con questa frase generica quanto pericolosa?
menene
(il coraggio e la fierezza di firmarsi ed essere delatore)
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