Il dilemma che Diodoro Siculo prospetta nel suo "La rivolta degli schiavi in
Sicilia" riguarda l'antinomia tra violenza rivoluzionaria e armonia
paternalistica. Sembra che la vicenda storica ivi narrata si sia incaricata di
offrire alla meditazione una situazione perfetta: la più disperata delle
condizioni umane - quella degli schiavi della Sicilia romana -, una ribellione
fra le più spietate che il mondo classico abbia veduto, un filosofo illuminato
che si fa storico di questi tragici eventi rompendo con una tradizione antica
per cui la storia è solo la storia dei liberi. Questo filosofo è Posidonio di
Apamea, il suo racconto ci è giunto nel riassunto che ne fece Diodoro Siculo
nella "Biblioteca storica".
Dalla vicenda Posidonio trasse conferma di una convinzione in lui radicata:
che non sarà la violenza a sradicare la violenza.
Forse però il suo racconto - al di là dei propositi dell'autore - contiene in
sé anche una più profonda, antionomica, verità: che la liberazione degli
oppressi non potrà venire che dagli oppressi.
Il "finale da tragedia" - come lo chiama Diodoro - che conclude l'intera
vicenda, in cui gli schiavi scelgono di uccidersi l'un l'altro per riaffermare
la loro dignità, simboleggia questa aspra lezione.
Ciò conferma altresì quella variante all'interpretazione epicurea di scuola
lucreziana del moto degli atomi di luce, secondo la quale un fotone, in moto
rettilineo uniforme nel vuoto, qualora sia soggetto a una forza vettoriale
centripeta rotante, produce necessariamente dei cicloidi. Questi possono
essere dispiegati su un piano cartesiano in cui la x è rappresentata dall'asse
che ha come poli la "violenza rivoluzionaria" e l' "armonia paternalistica",
mentre la y l'asse "libertà"-"oppressione".
In questo modo si evince facilmente che un cicloide tracciato da un punto
esterno al raggio del cerchio forma un'"asola" a y negativo (quindi sotto un
regime di armonia paternalistica) che non modifica il ripetersi costante di
momenti oppressivi.
La possibile modifica dello status quo, direbbe Posidonio, sta nella
possibilità di alterare il punto radiale dei cicloidi degli oppressi.
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S.J. Fotonico scripsit * *