[RSF] notizie da Baghdad II

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Author: Luigi Pirelli
Date:  
Subject: [RSF] notizie da Baghdad II
-----Messaggio originale-----
Da: riccardo.troisi@??? [mailto:riccardo.troisi@libero.it]
Inviato: mercoledì 4 dicembre 2002 18.19

Qui a Baghdad sta andando tutto molto bene e non abbiamo problemi di
sorta... le giornate sono sempre pienissime e gli stimoli di riflessione e
di elaborazione davvero enormi... (il problema e' che a volte manca il
tempo per la "digestione"...) lo slogan della nostra esperienza potrebbe
essere: "La Pace si deve davvero infilare in tutti gli spiragli se vuole
opporsi alla distruzione e alla devastazione della guerra, dell'odio e delle
poverta'..." anche noi dobbiamo fare cosi' se vogliamo entrare in contatto
con la Baghdad piu' vera, visto che il rigido cerimoniale di molti incontri
(con il Presidente del Parlamento iracheno ad esempio) e l'ufficialita'
della delegazione impedisce spesso la mobilita' necessaria a contatti piu'
profondi. Per fortuna gli incontri non sono tutti di questo genere e
quindi, anche se gli spostamenti sembrano quelli di un film, alla fine si
riesce a parlare con la gente semplice di questa megalopoli (4 milioni di
abitanti) riusciamo inoltre alle volte ad incontrare chi opera sul campo in
maniera incredibile per migliorare le condizioni di questo popolo e di
conseguenza della pace. Bellissimo e sentito l'incontro di lunedi con il
vescovo della chiesa Caldea Salomon Warduni (impressiona sentire dire da un
prelato cattolico che la pace "e' nelle mani di Allah"...) ed il giro nel
Souk (il mercato) piu' antico della citta' protagonista delle "mille e una
notte"... li' davvero si vede la gente girare, parlare, contrattare,
osservare, vivere... nonostante la pressione sempre piu' grande sulla
popolazione, l'ipotesi della guerra non appare cosi opprimente come tutti
piu' o meno pensiamo in Italia! sicuramente molto meno opprimente
dell'immagine del "Presidentissimo" che campeggia in ogni dove ed in ogni
angolo apparendo nelle piu' diverse pose (presidente operaio, soldato,
studente,...) oggi abbiamo avuto la possibilita' di visitare una scuola e
poi confrontare le nostre impressioni con le delegazioni dell'Ufficio del
Coordinatore umanitario ONU in Iraq, UNICEF e UNDP che lavorano da tempo in
maniera magnifica per questa popolazione. inutile dire che danno una
valutazione della situazione molto piu' problematica rispetto alle
autorita' locali... quello pero' su cui tutti concordano e' che l'embargo
ha messo in ginocchio un paese ricco di risorse, di cultura, di storia e di
dignita' umana. ecco cosa ci ha detto Ramiro Lopes da Silva, coordinatore
per l'ONU delle attivita' umanitarie in Iraq: "si vive in un equilibrio
davvero precario, e una forzatura (da qualsiasi parte provenga) potrebbe
portare rapidamente ad un disastro umanitario e sociale" spezzando del
tutto una popolazione gia' piegata da due fuochi opposti (Bush e Saddam,
l'embargo ed il regime...) e con pochissima speranza nel futuro e nella
possibilita' di una situazione migliore di vita. Intense per calore ed
umanita' le parole a noi rivolte dai rappresentanti delle pochissime ONG
straniere ammesse a lavorare in Iraq (solo 13!!) e che con grandissime
difficolta' portano avanti azioni di cooperazione e di assistenza alle
parti piu' deboli della popolazione civile irachena (bambini e donne
sopratutto, come al solito...) particolarmente toccante la testimonianza di
Kathy Kelly, appartenente ad un gruppo di pacifisti americani che vivono in
semplicita' con il popolo irecheno provando a domostrare con la loro
presenza che non tutto l'occidente vuole una guerra distruttiva per un
popolo oppresso da anni di conflitti, di embargo e di regime... altro
incontro e' stato quello con il portavoce dell'UNMOVIC ed il responsabile
della base ONU da cui partono le varie ispezioni ai siti di armi. ci hanno
riferito che stanno lavorando bene e senza intoppi, e proprio ieri hanno
avuto la possibilita' di ispezionare uno dei palazzi presidenziali con la
massima disponibilita' da parte delle autorita' irachene. ci siamo accorti
quanto sia importante sostenere l'opera dell'ONU, sia sul campo politico e
delle ispezione che su quello umanitario. spesso queste agenzie, assieme a
pochi altri organismi (tra questi le ONG come "Un ponte per...") sono le
uniche voci che QUI si stanno levando contro chi, che per meri calcoli
economici e politici, sta spingendo il mondo verso questa assurda guerra.
anche la nostra esperienza di diplomazia dal basso ha questo obiettivo (con
tutti i suoi limiti), che speriamo di poter continuare con voi al nostro
ritorno! a presto... un abbraccio Salaam Aleikhum Lisa, Riccardo,
Francesco,Fabio,Renato,Albino. P.s per tonio girala ad alberto