Author: Lorenz Date: Subject: [Cm-crew] Depoliticizziamo la Massa Critica?
Ciao a tutti,
Entro per la prima volta anch'io nella vostra discussione, premetto che
mi trovo d'accordissimo con ciò che dice Francesco anche se purtroppo
credo che finchè vivrà il mondo ci saranno politicizzazioni di questo
genere e che sono inevitabili. Non ho ancora avuto il piacere di
partecipare ad una massa critica anche se pedalo convintamente da sempre
e mi sento in colpa ad usare un veicolo a motore in città ormai da tre
anni, sò e ho sempre saputo che il mio motto "uno in più in bici, uno in
meno in auto" poteva anche essere una scelta politica ma non penso lo
sia decidere di formare una massa critica, quella è un'altra cosa, è
ribellarsi allo strapotere di chi produce veicoli, di chi ne facilita
esclusivamente il loro uso, a chi chiede soldi per ampliare le già
troppe lingue d'asfalto che si snodano per il mondo, non dimentichiamoci
le origini del CM/MC, origini che hanno come territorio gli Stati Uniti,
stati dove ancora oggi dichiararsi comunisti è di fatto vietato dalla
legge per cui loro di certo erano lontani anni luce dall'idea che un
CM/MC potesse essere considerato un evento comunista.
Noi abbiamo preso coscienza del male che porta l'automobile e questo già
da se ci rende "fortunati", se poi i soliti vogliono strumentalizzare le
mie pedalate che lo facciano pure, non mi impediranno certo di spingere
sempre più forte la mia bici in barba a tutto e tutti. Se poi uno in
auto mi sputa in faccia che sono comunista è come se desse dei comunisti
a tutte le associazioni per la difesa dei diritti umani, a tutti quelli
che fanno volontariato o agli Alpini che aiutano le comunità in
difficolta volontariamente e bene. Che resti delle sue convinzioni,
l'ignorante è lui non io. Nonostante questo vorrei far riflettere tutti
noi: Quando per la prima volta sono approdato al sito ed ho letto la
storia di Graziano Predielis (pace all'anima sua) mi è venuto naturale
pensare che si discriminava sulla seconda vittima di quel caso il
giovane che era alla guida. Una vita spezzata anche quella non trovate?
Chi potrà dare pace alla sua di anima? Ho lavorato in montagna un po di
tempo fa e mi sono unito ad una compagnia del posto, giovani senza
interessi, spesso con famiglie disastrate, distrutte dall'alcool, tutti
sognavano auto potenti e motori rombanti. Di quel gruppo di giovani ora
a distanza di un paio di anni ne resta solo la metà, e gli altri? Morti
o inchiodati ad un letto di ospedale dopo essersi schiantati a 200
all'ora in qualche sperduta curva della loro valle. Anch'essi sono
vittime e probabilmente mi avrebbero ammazzato con la loro auto se fossi
stato in giro in bici quel giorno in cui per noia, per alcool, per
scommessa correvano così ma con una semplice differenza: Io ho preso
coscienza, sono andato avanti e sarei morto conscio di aver seguito e
aver ascoltato la voce che urla dentro di me, loro resteranno per sempre
morti di noia. Per questo avanzo una proposta, che ne dite di dedicare
ogni pedalata massiva ad un giovane che è morto tornado a casa dalla
discoteca? Ne avremmo da qui fino al 2050 ed ogni sabato se ne
aggiungono di nuovi. Correvo anch'io in auto a diciotto anni e mi sono
schiantato anch'io per fortuna recando danno solo a me stesso e sempre
per pura fortuna sono qui a scriverlo ma spesso ultimamente penso che se
fossi morto sarei stato sì uno stupido ma sarei stato soprattutto una
vittima di questa società dai valori sballati e controproducenti e che
non dà ai giovani altro mito che quello di apparire.
Saluti, Lorenz
P.S. Chiedo scusa se per caso mi sono contradetto e se ho scritto
qualche "caprata" apritemi gli occhi.
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Vola e innalzati al cielo
Fuggi da questi rumori abbordanti
e bevi, come liquido chiaro
la luce che colma le regioni estreme del mondo.
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