[Cerchio] Fw: [redditolavoro:] basta miss italia/veline

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Author: Tuula Haapiainen
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Subject: [Cerchio] Fw: [redditolavoro:] basta miss italia/veline
Vi inoltro questo e ringrazio Pessoa dei siti vegetariani.
tuula
----- Original Message -----
From: "TNSlai" <tnslai@???>
To: <movimento@???>; <redditolavoro@???>
Sent: Monday, September 16, 2002 11:12 AM
Subject: [redditolavoro:] basta miss italia/veline


> Per iscriversi e disiscriversi
> dalla mailing list redditolavoro:
> https://www.ecn.org/wws
> ----------------------------------------------
>
> volantino fabbriche/quartieri/centro città
>
> BASTA CON MISS ITALIA E VELINE !
> SOLIDARIETA' CON LA LOTTA DELLE DONNE LAVORATRICI
>
> Dopo il programma TV Veline, la stagione estiva è quasi giunta al termine
> con il concorso di Miss Italia, gara ambita da migliaia di ragazze che
> sperano di sfondare nel campo dello spettacolo e della moda.
> A differenza delle partecipanti ai "concorsi di bellezza" del periodo del
> dopoguerra, tutte appartenenti a strati modesti di popolazione, oggi la
> maggior parte di loro sono giovani universitarie, imprenditrici e

aspiranti
> tali, appartenenti a famiglie privilegiate e in cerca di un trampolino di
> lancio per costruire la loro carriera.
> Nell'ambito di questi concorsi si assiste a trattamenti e richieste sempre
> più mortificanti e umilianti fatti a queste giovani, che,

sorprendentemente
> invece, vi si sottopongono ubbidienti e gioiose, facendo spesso

addirittura
> a gara nell'accontentare presentatore e giurìa.
> Seguendo le banali interviste rivolte a queste ragazze, si assiste ad
> altrettanto banali risposte, incentrate sulla "ragazza semplice", però con
> una "speciale grinta e voglia di sfondare".
> Dietro questo mondo apparentemente armonico e privo di problemi, dietro i
> suoi protagonisti che sembrano prendere la vita con leggerezza e
> spensieratezza, prosperano affari economici e si propongono modelli
> ideologici che si cerca di far passare come modelli universali per tutti

gli
> strati sociali della popolazione, modelli all'insegna della concorrenza
> spietata e dell'obbedienza servile verso chi impersonifica il potere
> economico e politico della classe dominante.
> Gli autori e i promotori di programmi come Veline o Miss Italia, cercano

di
> diffondere il messaggio secondo cui le donne emancipate sono quelle che
> accettano di vendere la propria immagine facendo ballonzolare le proprie
> forme più o meno racchiuse in costumini coreografici e che si sottopongono
> docilmente alle richieste che vengono loro fatte. In questo modo si

riprende
> e amplia anche la tesi reazionaria della propagandista di regime Oriana
> Fallaci, sostenuta nel suo "manifesto delle volgarità", vomitato in

seguito
> agli eventi dell'11 settembre, intitolato "Con la rabbia e l'orgoglio".
> Questa tesi si ripropone un paragone tra le donne che vivono nei paesi
> imperialisti e quelle dei paesi musulmani, secondo la quale

l'emancipazione
> di queste ultime si misurerebbe calcolando i metri e i centimetri di

stoffa
> che ricoprono il loro corpo.
> Modelli culturali come quelli proposti in programmi come Veline e Miss
> Italia sono umilianti ed oppressivi per tutte le donne con la differenza

che
> le partecipanti a questi concorsi non solo accettano questi modelli ma,

pur
> di ottenere ulteriori privilegi, se ne fanno interpreti e complici. Il
> messaggio è chiaro: pur di emergere socialmente si deve essere disposte a
> tutto, a vendersi e a vendere gli altri. Ma se per le giovani rampolle di
> buona famiglia si tratta solo di vendersi in qualche concorso di bellezza,
> per milioni di donne si tratta di un messaggio ben più pesante che finisce
> per giustificare e legittimare p.es. il silenzio e la sottomissione alle
> pretese e alle angherie sessuali di capi e padroni sui posti di lavoro per
> paura di perdere il posto e che, in ultima analisi, promuove la stessa
> prostituzione come inevitabile condizione per molte donne, magari
> extracomunitarie, per cui il "vendersi" non è un trampolino di lancio, né
> una scelta, ma una tremenda condizione a cui sono costrette da una società
> razzista ed imperialista.
> Il modello di programmi come Veline e Miss Italia è umiliante ed

oppressivo
> in particolare verso le operaie, le lavoratrici, le disoccupate, il cui
> reale modello non può che essere rappresentato dalla lotta per una vera
> emancipazione sociale. In questi mesi gli interessi di queste donne non

sono
> stati sicuramente rappresentati da miss e aspiranti tali ma da tutte le
> donne che si sono impegnate nelle iniziative a difesa dell'articolo 18,
> dalle donne in lotta delle imprese di pulizia, dalle donne in provincia di
> Domodossola, protagoniste in agosto di una protesta contro la chiusura
> dell'unico ospedale con il reparto di maternità nel raggio di decine di
> chilometri, con la prospettiva di molte madri di rischiare di partorire su
> una strada senza alcuna cura e assistenza specialistica per loro e per il
> loro bambino.
>
> A livello provinciale vogliamo in particolare portare la nostra

solidarietà
> alle operaie della Gardafilo di Rovereto che ha annunciato la chisura
> della fabbrica e sostenere la loro opposizione all'accordo siglato da CGIL

e
> CISL con l'azienda, che garantisce la continuità occupazionale solo per 25
> operaie su 71, le quali tra l'altro verrebbero trasferite all'Aquaspace in
> condizioni peggiorative in quanto sarebbero costrette a fare turni anche
> notturni. Questo accordo è maturato nonostante la richiesta, da parte

della
> maggioranza delle operaie, di una garanzia di continuità lavorativa per
> tutti i dipendenti della ex Gardafilo.
>
> GRUPPO DONNE DEL COLLETTIVO COMUNISTA A.GRAMSCI - TRENTO
> GRUPPO ISCRITTI AL SINDACATO SLAI-COBAS - TRENTO
> cip. Trento 7/9/02 V.Orti 24.
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