[Cerchio] apologia all'ozio

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Author: marina
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Subject: [Cerchio] apologia all'ozio
vorrei assegnarti l'imperituro premio "spunti stimolanti 2002". veramente.
magali da te arrivano sempre dei bellissimi testi.
grazie
m

> Da: "magali" <magali77@???>
> Risposta: cerchio@???
> Data: Thu, 29 Aug 2002 12:20:25 +0200
> A: <cerchio@???>
> Oggetto: [Cerchio] apologia all'ozio
>=20
> CL=C9MENT PANSAERS
> L'apologia dell'ozio
> Se c'=E8 una cosa che viene regolarmente subissata dalla riprovazione
> generale, =E8 l'ozio, considerato una bestemmia in un mondo che ha fatto de=

l
> lavoro la propria religione. E per lavoro non bisogna intendere solo la
> sofferenza cui siamo sottoposti per sbarcare il lunario, ma ogni sforzo e=

d
> ogni attivit=E0 effettuati in nome dell'utile, del giusto, del vero, calcol=

ati
> in vista di un tornaconto, di un riscontro, di un guadagno.
> Accade cos=EC che a disprezzare l'ozio siano non solo i sostenitori di un
> sistema produttivo "alla giapponese", per ovvi motivi, ma anche chi si
> oppone a tale sistema ed ai suoi valori di efficienza, velocit=E0,
> produttivit=E0. Infatti la critica al lavoro sfocia difficilmente
> nell'apologia dell'ozio, che viene considerato ancora secondo la vecchia
> ottica cristiana come "padre di tutti i vizi". Del resto per avere un'ide=

a
> della pessima fama di cui gode l'ozio, basterebbe dare un'occhiata ad un
> vocabolario e leggerne la definizione: "abituale e viziosa inerzia, per l=

o
> pi=F9 dovuta a neghittosit=E0, infingardaggine, scarso senso del dovere", ma
> anche "vita lussuosa e spensierata consentita dall'agiatezza economica".
> Queste definizioni hanno se non altro il merito di spiegare come l'ozio
> possa essere l'oggetto di una comune esecrazione: =E8 disprezzato dagli
> sfruttatori perch=E9 danneggia il ritmo produttivo del capitale, e dagli
> stalinisti perch=E9 a loro modo di vedere simboleggia i privilegi degli ste=

ssi
> capitalisti. Insomma, il senso comune insegna che una persona oziosa =E8
> abulica, senza interessi, indolente, priva di energia: incapace di lavora=

re
> quanto di fare la rivoluzione.
> Ma il vocabolario trova nella sua infallibilit=E0 descrittiva il proprio
> limite. Tanto per fare un esempio, alla voce "polizia" non indicher=E0 anch=

e
> la sua funzione repressiva, fatta di pestaggi, di morti ammazzati, di
> torture e di soprusi quotidiani. Cos=EC come non =E8 in grado di spiegarci
> perch=E9 un individuo scegliendo di oziare sia affetto da "inerzia" o abbia
> uno "scarso senso del dovere". Ma noi s=EC. Noi sappiamo fin troppo bene
> perch=E9 non si ama lavorare o non si ha senso del dovere: perch=E9 non si vu=

ole
> buttare via la propria esistenza per qualcun altro o qualcos'altro, ma
> viverla solo per se stessi, per il proprio godimento.
> L'ozio =E8 odiato in misura della sua gratuit=E0, del rifiuto che implica di
> lavorare per chicchessia, per il suo stretto legame con il piacere e la
> volutt=E0. Fare nulla, produrre nulla, ecco qual'=E8 la colpa maggiore di chi
> ozia per chi preferisce stare ad ascoltare la voce del padrone o della
> causa, anzich=E9 la propria. Il disprezzo nei confronti dell'ozio va quindi=

di
> pari passo con la rivendicazione del diritto al lavoro, questa terrifican=

te
> forma di miseria umana tanto diffusa in tutta Italia, in base alla quale =

gli
> schiavi si incatenano e si seppelliscono da soli, solo per poter continua=

re
> ad essere incatenati e seppelliti dai loro padroni. Non esiste spettacolo
> pi=F9 triste ed umiliante di uno schiavo che rivendica il diritto alla prop=

ria
> schiavit=F9 e a quella altrui.
> Questo testo, "L'Apologia dell'Ozio", risente molto dell'influenza che il
> Tao, con la sua filosofia del "non-fare" (we-wei), esercit=F2 sul suo autor=

e
> Cl=E9ment Pansaers, dadaista dei pi=F9 radicali e sconosciuto ai pi=F9, e ha il
> pregio di sottolineare fortemente la sostanziale complicit=E0 che unisce
> l'ozio all'eros.
> Non =E8 forse vero che il letto =E8 il luogo ozioso per eccellenza? E non =E8
> forse vero che la critica al lavoro e ai luoghi fisici in cui viene
> esercitato (uffici e fabbriche), se pu=F2 essere talora tollerata in sede
> politica, non verrebbe accettata se lanciata da una alcova? Eppure il let=

to
> =E8 uno dei pochi posti al mondo dove la legge del capitale viene messa a d=

ura
> prova, tant'=E8 che si cerca disperatamente di farne una semplice stazione =

di
> riposo. Un tentativo inutile. Malgrado tutte le ridicole pretese delle
> formichine del produttivismo, a letto non ci si limita a ricaricare le pi=

le
> per affrontare una nuova giornata di lavoro: a letto si sogna, ci si
> accarezza, si gode fino al punto di diventare sordi agli ordini, insensib=

ili
> alla paura, avidi di infinite volutt=E0.
> =C8 vero, l'ozio rappresenta la vita "lussuosa e spensierata", una vita ric=

ca
> di piacere e divertimenti. Solo che, a dispetto di tutti i vocabolari di
> questo mondo, questa vita non sar=E0 resa possibile dall'agiatezza economic=

a,
> uno squallido privilegio per pochi pescecani, ma al contrario sar=E0 data
> dalla distruzione stessa dell'economia, dalla soppressione dei concetti d=

el
> dare e dell'avere, del lavoro e del riposo, dell'utile e dell'inutile. Co=

s=EC,
> se c'=E8 una cosa per cui valga la pena di alzarsi dal letto, =E8 per fare un=

a
> rivoluzione che ci permetta di vivere oziando, di gustare gioie sempre pi=

=F9
> intense.
> L'apologia dell'ozio =E8 dunque un primo passo verso la liquidazione di chi
> vorrebbe imporre la brutalit=E0 del lavoro, sia nella sua attuale forma
> capitalistica, sia nella sua versione socialista del "lavoro giusto" che
> vorrebbe farci lavorare tutti ma meno - aspirazione tipica di chi avendo
> bandito il piacere dalla propria vita, =E8 intenzionato a proibirlo anche a=

gli
> altri.
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>=20
> da www.ecn.org/elpaso/distro/ozio.htm
>=20
> per cancellarsi dalla lista, andare su
> https://www.inventati.org/mailman/listinfo/cerchio
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