Bike brigade anti G8
by teresa 12:38pm Tue Jun 25 '02
Bike brigade: Massa critica contro il G8 a Calgary (Canada), sabato 22
giugno2002. Il testo dell'appello presentato ai leader del G8.
Sabato 22 giugno a Calgary oltre 200 ciclisti hanno partecipato alla
critical mass contro il G8. Come tutte le critical mass, la manifestazione è
stata festosa e divertente. Come tutte le critical mass, è stato difficile
per la polizia stabilire il percorso e intercettare i ciclisti. Fa però
parte dei corpi di sicurezza del G8 il Cps mountain bike unit, formato da
ciclisti atleti che si allenano percorrendo oltre 40 chilometri al giorno
sui sentieri e le strade della valle di Kananaskys. La loro presenza come
valido supporto per la difesa contro criminali e manifestanti era segnalata
nel sito ufficiale del G8 (
www.g8.gc.ca/menu-e.asp fino al 24 giugno.
Ora però la pagina è stata rimossa.
Questo è il testo dell’appello presentato dalla Bike brigade ai capi
di stato che partecipano al G8.
Il testo completo si trova in
http://group.activist.ca/bike/message.html
Siamo cittadini del mondo. Stiamo andando in bicicletta per protestare
contro il G8. Siamo un messaggio che vive e respira per i leader delle più
grndi economie mondiali, che dice che un mondo diverso è possibile.
Siamo unmessaggio che non può essere ignorato.
I paesi del G8 sono pericolosamente in debito, e come citadini siamo
sull’orlo della bancarotta.E’ un debito che non viene studiato
né registrato in nessuna banca del mondo. Non viene
atentamente monitorato dagli economisti del Fondo monetario internazionale.
Ma questo debito è più periocoloso per la vita sulla terra di qualsiasi
altra crisi economica. E’ un debito che si misura in vite umane e
tragedie ecologiche.
Prendiamo in prestito questo debito alla gente che non vive nei paesi
industrializzati, alle piante e agli animali
che si sono recentemente estinti e che andranno estinti perché la superficie
della terra cambia a una velocità
mai ragiunta prima nella storia dell’umanità.
I paesi del G8 hanno economie che dipendo dall’uso insostenibile di
combustibili fossili, del valore di miglaiia di miliardi di dollari. Questa
è una economia del furto che il mondo non può affrontare. Il non equo uso
dei Paesi del G8 del bene comune rappresentato dall’atmosfera, è
pericolosamente irresponsabile. E’ un debito che va urgentemente
colmato.
Il tasso di interesse del debito sta crescendo. E così i rischi. Adesso i
Paesi poveri stanno affrontando la maggior parte dei rischi, con prolungate
siccità che provocano carestie, l’innalzamento del livello del mare
che inonda villaggi, e alluvioni che distruggono intere città. A differenza
dei G8, le nazioni povere non hanno le risorse o le tecnologie per adattarsi
a un cambiamento
climatico. Anche nei Paesi più ricchi l’economia potrebbe non riuscire
a salvarci. E’ sempre più probabile che non riusciremo a neutralizzare
i danni all’atmosfera. Piuttosto, come Frankestein, abbiamo creato un
problema che sta andando decisamente al di là delle nostre capacità di
controllo.
Noi ci appelliamo a Jean Chretien e agli altri leader dei Paesi del G8
perché rendano prioritari la sostenibilità ambientale e il ripagamento del
debito ecologico. Queste priorità devono risolvere la nostro rischio
ambientale più consistente, ovvero il cambiamento climatico. Ci appelliamo
ai leader del G8 perché riducano i gas serra del 50-60 % rispetto ai livelli
raggiunti nel 1990 entro la seconda metà di questo secolo, il che, secondo
le più recenti pubblicazioni scientifiche, dovrebbe proteggere il nostro
clima. La ratific del protocollo
di Kyoto è il primo passo verso un clima stabile e una decisione razionale
che rende migliore la qualità della vita.
Chiediamo ai leader del G8 di
1) ratificare il protocollo di Kyoto
2) sviluppare una strategia per ridurre le emissioni di gas serra del 50-60
% entro la seconda metà del secolo
3) accettare il fatto che un mondo migliore è possibile
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