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Per la Palestina, tra polemiche e finti kamikaze
La manifestazione che ha sfilato per le strade della Capitale =E8 stata
segnata dalla tensione. Di fronte agli slogan pesanti contro Israele,
sindacati, Margherita e Ds hanno detto di no.
di Marco Pasqua
ROMA - Hanno discusso fino all'ultimo, per cercare di risolvere,
almeno a parole, uno strappo che alcuni hanno definito "un'offesa
alla Palestina". Il malumore per la defezione dei sindacati e dei
partiti politici che avevano in un primo momento aderito alla
manifestazione in favore della Palestina, serpeggiava tra tutti i
manifestanti. I primi hanno cominciato ad arrivare in piazza della
Repubblica gi=E0 intorno alle 13.30. Da l=EC sarebbero dovuti partire alla=
volta di piazza del Popolo un'ora dopo. Ma la partenza =E8 slittata:
colpa degli imbarazzi e, in alcuni casi, delle discussioni che hanno
attraversato i vari gruppi presenti nella piazza.
Per capire quanto pesante fosse l'aria che si respirava, bastava
ascoltare Nemer Hammad, rappresentanta dell'Anp in Italia: "Una
sorpresa. Non ce lo aspettavamo. Non voglio aggiungere altre
parole". Un gruppetto di giovani Ds, presente fin dalle 13.30,
discuter=E0 animatamente fino alla partenza del corteo. "Ci stiamo
chiedendo quale senso abbia la defezione dei sindacati - dice
Giorgio Fano, 23 anni, della sinistra giovanile -. A mio avviso =E8
assurda. Per questo, ora, vogliamo capire che senso abbia questa
manifestazione, quale siano i suoi contenuti". Quello che Giorgio
non dice, ma che traspare dalle sue parole, =E8 il timore che gli animi
dei palestinesi possano surriscaldarsi. E, in effetti, gli slogan non
lasciano certo immaginare che questa sia una manifestazione dai
toni pacifisti. "Bush e Sharon assassini", =E8 il grido che riechegger=E0
fino a piazza del Popolo. Alla fine, i ragazzi della sinistra giovanile
resteranno fermi a piazza Esedra.
Quando il corteo parte, con un'ora di ritardo, la testa viene
occupata dall'anima pi=F9 arrabbiata, quella dei giovani coperti con la
kefiah e vestiti da kamikaze, che inveiscono contro l'America e
Israele. Dietro di loro ci sono i Cobas, le rappresentanze sindacali
di base, tante bandiere di Rifondazione e alcune dei Verdi. Qui e l=E0
si riconoscono dei ragazzi dei centri sociali della Capitale. Quando
il corteo arriva a piazza Barberini, i giovani palestinesi con il volto
coperto rispondono alla defezione dei sindacati. "Chi si =E8 ritirato -
dicono - non sta dalla parte del popolo palestinese. Hanno detto s=EC
al massacro palestinese. Viva la rivoluzione".
In via Sistina, per=F2, comincia a prendere corpo una seconda testa,
con un'anima pi=F9 politica. A comporla =E8 uno dei leader della
sinistra in piazza, Paolo Cento (Verdi): "Sto cercando di far arrivare
Nemer Hammad, per tentare di ricucire lo strappo dei sindacati.
L'anima del corteo non =E8 quella dei palestinesi che sono in testa,
ma la nostra". E cos=EC, in poco meno di quindici minuti, si forma una
seconda testa, guidata, oltre che da Nemer Hammad, protetto da
quattro guardie del corpo, da monsignor Cappucci, vescovo
melchita cattolico ed ex vicario patriarcale a Gerusalemme.
"Palestina libera", "Intifada vincer=E0": i turisti schierati sui
marciapiedi di via Sistina osservano impietriti e un p=F2 incuriositi
quei ragazzi vestiti da kamikaze che urlano slogan, talvolta
incomprensibili. "Vogliamo manifestare contro Israele, per mettere
fine al massacro del nostro popolo - dicono Yousef e Karim,
palestinesi residenti in Italia da venti anni - I sindacati si sono
ritirati perch=E9 avevano paura di perdere le tessere". Alle 17, la testa
del corteo arriva in piazza del Popolo, dove =E8 stato allestito nel
frattempo un palco per i comizi. La coda =E8 di fronte all'Hotel
Hassler. L=EC ci sono le bandiere rosse di Rifondazione, mentre
Angelo Bonelli (Verdi), spiega le ragioni di quella presenza. Via
Sistina e piazza Barberini presentano i segni che caratterizzano
ogni manifestazione rabbiosa: scritte e slogan contro Israele e
Bush disegnate con lo spray sui muri. Il traffico, dopo una paralisi
di alcune ore, torna nella caoticit=E0 di un normale sabato di
shopping.
(6 APRILE 2002; ORE 18:24- ultimo aggiornamento ORE 20:06)
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"Noi non siamo antisemiti"
Per Nemer Hammad, rappresentante dell'Anp in Italia, la defezione
dei sindacati =E8 stata una "sorpresa". "Questo non =E8 un corteo
contro gli ebrei - dice - ma a favore della pace".
di Marco Pasqua
ROMA - Tra i primi manifestanti che hanno cominciato ad affluire in
piazza della Repubblica, c'era anche Nemer Hammad, il
rappresentante dell'Anp in Italia. Arriva intorno alle 14, a bordo di
una macchiona blindata e con quattro uomini di scorta. Completo
nero, senza cravatta, si divide tra i giornalisti e il suo cellulare, che
squilla in continuazione. E tra le tante chiamate che ricever=E0, ci
sar=E0 anche quella del leader della Cgil, Sergio Cofferati, con il
quale si intratterr=E0 per una decina di minuti. Sorride spesso, stringe
mani a destra e a manca, ma quando parla della sua Palestina, il
volto si fa cupo e la voce seria. "Oggi sono qui per partecipare al
corteo. Lo seguir=F2 dall'inizio alla fine", promette Hammad.
I sindacati hanno ritirato all'ultimo momento la loro adesione. Come
ha preso questa decisione?
Posso solo dire di essere sorpreso. Non me lo aspettavo. Non
voglio, per=F2, aggiungere altro.
Qual =E8 lo spirito di questa manifestazione?
Il corteo di oggi ha un duplice significato. Intanto si tratta di una
manifestazione di condanna nei confronti della barbara aggressione
del governo israeliano. Inoltre, vogliamo attirare l'attenzione
dell'opinione pubblica per trovare la pace giusta in Medio Oriente.
Una pace possibile?
Basta porre fine all'occupazione. E' l'unico modo per arrivare a una
tregua.
Gli ebrei hanno preso le distanze dalla vostra manifestazione.
Alcuni hanno parlato di un corteo anti-semita.
Questo non =E8 assolutamente vero. Noi non siamo anti-semiti.
Anche noi ci battiamo contro ogni forma di anti-semitismo e non
abbiamo nulla contro gli ebrei.
(6 APRILE 2002; ORE 18:44)
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E a sinistra si litiga sulle defezioni al corteo
Rifondazione e Verdi criticano il ritiro dell'adesione e difendono la
manifestazione. La Uil spiega: "I no global hanno voluto
monopolizzare il corteo. Per questo ci siamo ritirati".
ROMA - La defezione dei sindacati e di alcuni partiti politici non ha
scalfito Paolo Cento (Verdi), leader della sinistra in piazza, che
macina chilometri, sfilando insieme ai palestinesi. E' lui a mettere
insieme una seconda testa al corteo (la prima =E8 quella composta
da giovani palestinesi), composta, fra gli altri, da Nemer Hammad,
rappresentante dell'Anp in Italia e dal patriarca di Gerusalemme in
esilio, Hilarion Capucci. "Sono contento che siamo in tanti - dice
Cento - ma non ci dobbiamo accontentare. Dobbiamo lavorare da
oggi in poi per una nuova grande manifestazione unitaria perch=E9 la
pace merita uno sforzo comune. Il ritiro dei sindacati? Un grave
errore".
L'adesione al corteo dei Verdi =E8 spiegata dal segretario di partito,
Alfonso Pecoraro Scanio: "Abbiamo ottenuto che nella piattaforma
fosse inserita anche la condanna di ogni terrorismo e solo per
questo abbiamo partecipato al corteo. Rimaniamo, comunque,
critici su ogni posizione di dubbio, e ribadiamo il nostro no a ogni
forma di fondamentalismo".
Piero Fassino, leader dei Ds, taglia corto: "Sono comparsi slogan
e parole d'ordine che miravano a
giustificare il terrorismo in nome della sofferenza di un altro popolo.
Questa =E9 una scelta sbagliata. Una brutta vicenda, credere di poter
acquisire la pace determinando una strategia politica fondata sulla
sopraffazione". Il segretario della Quercia riassume la posizione
del suo partito, con la slogan "Due popoli, due Stati'' e aggiunge: "Il
problema non =E8 far vincere qualcuno contro qualcun altro ma far
vincere le ragioni del diritto, della convivenza, della vita, della
dignit=E0 delle persone. Sia di chi vive in Palestina, sia di chi vive in
Israele''.
Tra i partiti che hanno sostenuto dall'inizio alla fine il corteo ci sono
i comunisti di Diliberto e Bertinotti. "La manifestazione =E8 per la
pace e per la convivenza dei due popoli ed =E8 una manifestazione
indipendente di alcune parole d'ordine e striscioni, dai quali
naturalmente prendo le distanze - spiega il segretario del Pdci,
Oliviero Diliberto - Al di l=E0 di qualsiasi piattaforma, l'importante pe=
r
noi =E8 essere qui e sfilare per la pace". "Dopo aver raggiunto un
accordo unitario - spiega Gennaro Migliore, responsabile Esteri del
Prc - ci appare un grave errore politico questo atto, che va
immediatamente recuperato". Contro la defezione dei sindacati si
schiera anche Luigi Nieri, assessore capitolino di Rifondazione: "Il
ritiro delle adesioni =E8 una cosa gravissima. Il pacifismo non =E8 in un
unico senso. Siamo sempre stati dalla parte dei deboli anche in
altre occasioni e non capisco perch=E9 in questa bisognerebbe
esserci".
Pi=F9 dura, e non poteva essere altrimenti, la posizione del leader dei
no global, Guido Lutrario: "I partiti e i sindacati che si sono sottratti
a questa manifestazione accettano la logica di Sharon che =E8 quella
che, in nome della lotta al terrorismo, giustifica la persecuzione di
un popolo". Ai no global risponde Carmelo Cedrone, responsabile
del dipartimento esteri della Uil: "Il tentavivo di forzare e
monopolizzare il corteo da parte dei no global ha indotto le
segreterie confederali romane e laziali a ritirare l'adesione alla
manifestazione".
Per monsignor Capucci, vescovo melchita cattolico ed ex vicario
patriarcale a Gerusalemme, "questa =E8 una manifestazione per dire
no alla guerra e s=EC alla pace, purch=E9 sia una pace giusta". A parlare
per gli ebrei =E8 stata, tra gli altri, Tullia Zevi, storica esponente del=
la
comunit=E0: "Il pacifismo non pu=F2 essere unilaterale. Nessun
pacifismo deve contenere in nuce l'ostilit=E0 per la controparte".
(6 APRILE 2002; ORE 19:59)