> PORTO ALEGRE 2002
>
>luci e ombre del Forum Sociale Mondiale
>
>Relazione della delegazione COBAS
>
> Febbraio 2002
>
>PORTO ALEGRE 2002: luci e ombre del Forum Sociale Mondiale
>
> Il secondo Forum mondiale di Porto Alegre =E8 stato sicuramente un evento=
=20
> di rilievo, complessit=E0 e conseguenze tali da rendere non facile una=20
> relazione esauriente e a lettura univoca di esso. Purtuttavia, ci=20
> auguriamo di riuscire, con questa breve relazione, a fornire con=20
> sufficiente chiarezza
>gli elementi basilari di interpretazione dell'avvenimento dal punto di=20
>vista della Confederazione Cobas.
>
>
>
>I numeri
>
>
>
>Come enunciazione d'apertura, si pu=F2 dire che il Forum ha riproposto a=20
>livello mondiale il peso, la portata e l'estensione del movimento=20
>antiliberista ed il peso che le componenti=20
>dichiaratamente anticapitalistiche hanno al suo interno; ha costituito=20
>una esperienza umana significativa per decine
>di migliaia di persone ben oltre i delegati pi=F9 agguerriti e=20
>politicizzati, caricando di energia i partecipanti (soprattutto quelli=20
>meno smaliziati o "addetti ai lavori"); ha segnato un passo avanti nella=20
>definizione di un programma comune e delle tappe per perseguirlo.
>
>Rispetto alla prima edizione, salta subito agli occhi l'enorme estensione=
=20
>quantitativa: il triplo dei partecipanti (60-70 mila, di cui circa=20
>ventimila delegati ), una rete enorme di assemblee plenarie, seminari e=20
>workshop con decine di iniziative che si accavallavano, il campeggio dei=20
>giovani
>intitolato a Carlo Giuliani, con circa ventimila presenze, un salto di=20
>qualit=E0 nel dibattito politico tra le principali organizzazioni=20
>promotrici, soprattutto nell'assemblea dei movimenti sociali ed in quella=
=20
>delle delegazioni europee. Va tenuto conto, in particolare, l'influenza=20
>delle "plenarie"
>(assemblee monotematiche enormi - dalle 2 mila alle 10 mila presenze l'una=
=20
>- con la presenza di intellettuali e di esperti internazionali=20
>"militanti") e delle "oficinas" (laboratori monotematici di discussione=20
>tra piccoli gruppi ) per la diffusione di temi specifici e di reti i cui=20
>frutti non
>sono apparsi clamorosamente nell'immediato ma che si vedranno nei prossimi=
=20
>mesi in tutti gli angoli del mondo, provocando o rafforzando, in giro per=
=20
>il pianeta, specifiche e coordinate mobilitazioni politiche e sociali sui=
=20
>temi stessi.
>
>
>
>Il dibattito politico
>
>
>Guardando invece agli assi politici e strategici del discorso complessivo=
=20
>- anche se nei documenti finali tale orientamento non ha il peso che ha=20
>avuto nei dibattiti - ci pare indubbio rilevare che l'ostilit=E0 alla=
guerra=20
>globale, scatenata dall'imperialismo Usa e dai suoi alleati, e al=
liberismo,
>sia apparsa unanime, in maniera assai pi=F9 netta dell'anno scorso, quando=
=20
>fu difficile arrivare finanche a poche righe di condanna della guerra in=20
>Jugoslavia. Infatti, sia nell'enorme corteo che ha aperto il Forum che in=
=20
>quello di chiusura, ma soprattutto nella discussione assembleare, le
>posizioni anticapitaliste sono apparse decisamente maggioritarie ed=20
>articolate, anche attraverso nuovi elementi analitici che per=F2 hanno=20
>riaffermato la strumentazione teorica marxiana: un simbolo per tutti lo=20
>striscione che apriva l'enorme spezzone del corteo di Via Campesina e dei=
=20
>Sem Terra "Un
>altro mondo =E8 possibile: ed =E8 socialista".
>
>
>
>Abbiamo poi registrato un vistoso ampliamento delle tematiche sul=20
>conflitto capitale-lavoro e sul conflitto sociale in genere, sulla difesa=
=20
>e l'estensione dei servizi sociali e delle strutture pubbliche contro le=20
>privatizzazioni, verso l'affermazione di diritti sociali globali, di=
servizi
>pubblici universali da diffondere anche dove il welfare non =E8 mai=20
>arrivato. Queste tematiche hanno trovato spazio anche se la mistura tra=20
>sindacati concertativi e non, gi=E0 manifestatasi l'anno scorso, e un certo=
=20
>"ingessamento" delle tematiche del lavoro, provocato dagli equilibri=20
>interni alla CUT
>(il grande sindacato brasiliano, dieci milioni di iscritti, che ha come=20
>referente politico il PT, Partito dos Trabalhadores) hanno limitato=20
>fortemente i risultati di tale diffusione di contenuti.
>
>
>
>Il documento dell'assemblea dei movimenti sociali
>
>
>
>In questo contesto anche il documento ufficiale dell'assemblea dei=20
>movimenti sociali - seppure rappresenti lo scritto pi=F9 avanzato prodotto=
=20
>nell'ambito del Forum - risulta indubbiamente penalizzato dalla logica dei=
=20
>veti e dei compromessi. Una mistura di elementi scontati e di critiche=20
>generiche
>che non devono scontentare nessuno - dove tutti indiscriminatamente=20
>possono riconoscersi - per poter lanciare un'agenda di lotta a livello=20
>mondiale.
>
>In particolare, sull'ostica questione del terrorismo, dell'uso della=20
>violenza e della forza - seppure il documento finale dei movimenti=20
>sociali, abbia raccolto le pressioni decisive della delegazione Cobas=20
>contro la formulazione originaria - =E8 stata utilizzata una formulazione=
=20
>ambigua, che non
>rispetta il punto di vista delle delegazioni provenienti dall' "altra=20
>parte del mondo". Queste ultime hanno espresso in genere una posizione=20
>pi=F9 puntuale e pi=F9 soddisfacente della cauta e difensiva posizione che=
ha=20
>prevalso in Europa, in parecchie componenti del movimento, dopo gli=
attentati
>delle Twin Towers. E' doveroso rilevare che in questo dibattito esistevano=
=20
>posizioni fortemente contrastanti: la delegazione francese - ed in=20
>particolare ATTAC - proponeva di non usare affatto la categoria=20
>"terrorismo" in quanto imprecisa e strumentalizzabile; le dichiarazioni di=
=20
>tante
>delegazioni dell'America Latina e del Terzo mondo, a nostro avviso=20
>ampiamente maggioritarie - oltre che di intellettuali come Chomsky o=20
>Walden Bello - indicavano invece negli Usa la principale fonte di terrore=
=20
>nel mondo e ricalibravano gli attentati dell'11 settembre alla luce delle=
=20
>stragi e dei
>massacri che tanti paesi pi=F9 sottoposti al dominio Usa hanno subito in=
=20
>questi anni. Solo le cautele/preoccupazioni delle principali=20
>organizzazioni brasiliane, sottoposte a formidabili pressioni da parte=20
>degli ambienti esterni brasiliani, anche a colpi di attentati alle sedi e=
=20
>ai responsabili
>dell'organizzazione (durante il nostro soggiorno a P. Alegre =E8 stata=20
>assaltata e devastata la sede di S. Paulo e poco prima era stato ammazzato=
=20
>un sindaco del P.T.), nonch=E9 dal coinvolgimento diretto nella battaglia=
=20
>elettorale per le elezioni presidenziali e dal rapporto con il potente=20
>sindacato
>statunitense AFL-CIO, che si =E8 schierato in maggioranza a favore della=20
>guerra contro l'Afghanistan.
>
>
>
>I "non desiderati"
>
>
>
>In tale quadro, grande rilievo ha avuto comunque la solidariet=E0=20
>all'Argentina, alla Palestina e alla Colombia in lotta, nonch=E9 la=20
>riaffermazione dei tremendi prezzi pagati da tanti popoli all'egemonia=20
>Usa, dall'Afghanistan all'Iraq, dal Guatemala al Cile, dalla Jugoslavia al=
=20
>Kurdistan.
>
>Solo la moderazione, imposta di fatto dalle organizzazioni brasiliane e di=
=20
>Attac Francia ha parzialmente limitato tale netta e radicale posizione.=20
>Ci=F2 ha creato anche alcuni incidenti "diplomatici" intorno alla vicenda,=
=20
>su cui tante voci stanno circolando in rete, delle organizzazioni "non
>invitate" in quanto praticanti la lotta armata (in realt=E0, per quel che=
=20
>noi sappiamo, non c'=E8 stata alcuna "lista" di organizzazioni "non=20
>gradite", ma una dichiarazione iniziale del Consiglio mondiale che=20
>precisava che non erano state invitate le organizzazioni "che praticano la=
=20
>violenza come
>metodo di lotta politica", senza per=F2 che venisse chiarito a chi andava=
=20
>applicato tale concetto.
>
>Tale dichiarazione ha comunque creato notevoli ambiguit=E0 e come=20
>delegazione Cobas ci ha visto decisamente contrari, anche se non avevamo=20
>significative possibilit=E0 di influenzare l'orientamento del Consiglio=20
>mondiale. Va rilevato comunque, che vari rappresentanti della lotta armata=
=20
>colombiana e
>palestinese, cos=EC come le organizzazioni politiche, sindacali e sociali=
=20
>basche, erano presenti e hanno preso ripetutamente la parola nei vari=20
>seminari e Forum ufficiali ed anzi ci sono state vere e proprie assemblee=
=20
>convocate da coloro indicati come "espulsi". In quanto alle madri di Plaza=
de
>Mayo, la vicenda =E8 piuttosto complessa. Ci sembra di aver capito che,=
dopo=20
>le dichiarazioni di Bonafini sull'11 settembre, si sia provocata una=20
>differenziazione al loro interno, nonch=E9, ma per ragioni legate alla=20
>lettura del movimento di lotta in Argentina, all'interno della delegazione=
=20
>argentina
>che =E8 stata tra i protagonisti principali dei lavori. Va rilevato che=
Hebe=20
>era tra le "personalit=E0" sul palco alla cerimonia di chiusura del Forum,=
=20
>anche se in alcune occasioni, pur essendo stata sollec
>itata da noi, ad esempio durante la contestazione al Forum dei=20
>parlamentari, ha preferito non prend
>ere la parola. Sempre per chiarire va ricordato che le "madri" erano=20
>presenti nella presidenza dell
>'assemblea plenaria sulle lotte in Argentina, assieme agli hijos al=20
>movimento dei disoccupati, del
>sindacato argentino CTA e dei principali esponenti dei movimenti sociali.
>
> Per quel che riguarda infine gli zapatisti, =E8 piuttosto noto che si=
sono=20
> chiusi da alcuni mesi in
>uno dei loro tradizionali e "fragorosi" silenzi e dunque ci pare poco=20
>credibile che abbiano chiest
>o di intervenire, ricevendo un rifiuto).
>
>Quando queste voci sono arrivate alle nostre orecchie a Porto Alegre,=20
>abbiamo posto subito il probl
>ema sia alla delegazione italiana sia all'assemblea dei movimenti sociali,=
=20
>battendoci strenuamente
>contro la contraddizione in cui si era impelagato il Consiglio mondiale=20
>(egemonizzato dalle delegaz
>ioni brasiliani, alle quali va comunque riconosciuto l'impulso dato alla=20
>estensione e al collegamen
>to del movimento, e dall'asse con i francesi di Attac), che, mentre=20
>sembrava voler discriminare alc
>une organizzazioni armate, offriva nel contempo (o non impediva) una=20
>tribuna rilevante sia al Forum
> degli amministratori sia a quello dei parlamentari, ove scorazzavano=20
> politici liberisti e a favore
> della guerra.
>
>Oltre che dalla presa d'atto di questa inaccettabile discriminazione nei=20
>confronti di quelle forze
>che lottano anche con la lotta armata contro l'oppressione, la=20
>contestazione al Forum dei parlament
>ari nasce dalla necessit=E0 di dare un segno visibile al nostro rifiuto di=
=20
>farci espropriare dei cont
>enuti di lotta da parte dei deputati neoliberisti che hanno votato a=20
>favore della guerra.
>
>
>
>Il ruolo del Consiglio mondiale
>
>
>Meritano di essere citati con il rilievo dovuto anche gli altri punti=20
>critici che, pur essendo di p
>eso pi=F9 ridotto degli elementi positivi, non vanno trascurati, sia per=
=20
>lavorare per correggerli si
>a per evitare che invece vadano ingigantendosi da qui alla prossima=20
>edizione del Forum mondiale, so
>prattutto tenendo conto delle nuove articolazioni di movimento che si=20
>creeranno intorno ai Forum co
>ntinentali che verranno promossi in autunno.
>
>Innanzitutto, il ruolo ed il peso del Consiglio mondiale (struttura creata=
=20
>l'anno scorso, su un ass
>e brasilian-francese, a dominanza brasiliana e con dentro rappresentanti=20
>di alcune reti mondiali e
>,per l'Italia, Vittorio Agnoletto), la cui composizione e compiti non =E8=
=20
>stata neppure posta in disc
>ussione durante il Forum, nonostante tale struttura sia la principale=20
>fonte di decisioni per ci=F2 ch
>e riguarda il Forum mondiale. Che un organo del genere fosse in qualche=20
>misura necessario, data l'e
>norme complessit=E0 del lavoro, e che esso fosse guidato dalle strutture=20
>politico-sindacali-sociali c
>he il Forum avevano concepito, reso possibile e organizzato, ci =E8 apparso=
=20
>fino a ieri quasi inevita
>bile.
>
>Il problema =E8 quanto oggi si voglia consolidare o addirittura estendere=
=20
>tale egemonia "gerarchica"
>, quanto il ruolo "istituzionale" delle forze brasiliane coinvolte possa=20
>divenire un vincolo, un ma
>rchio e, alla lunga, un limite, ricreando una dipendenza ed un=20
>appiattimento sulla realt=E0 brasilian
>a analogo, mutatis mutandis, a quello dei partiti comunisti sull'Urss=20
>negli anni'20.
>
>
>
>In tale quadro, non ci ha convinto affatto, n=E9 nel metodo n=E9 nel=
merito,=20
>la decisione del Consiglio
> mondiale, di stabilire, ancor prima che il Forum iniziasse, che il 3=B0=
=20
> Forum mondiale si svolga nel
> 2003 nuovamente a Porto Alegre, non essendoci - questa =E8 stata la=20
> motivazione - altre candidature
>del Terzo Mondo e non accettando candidature del Primo Mondo, senza che=20
>l'argomento venisse neanche
> posto in discussione durante i lavori. Oltretutto, tale tempistica ci=20
> costringer=E0 ad organizzate i
> Forum continentali in tempi strettissimi ed in periodi climaticamente=20
> sfavorevoli come l'autunno i
>noltrato, mentre sarebbe stato assai pi=F9 opportuno svolgere i Forum=20
>continentali nella primavera-es
>tate (per l'Europa) del 2003, ed il Terzo Forum mondiale nel 2004 in una=20
>sede diversa da Porto Aleg
>re. Ora, se ai brasiliani va il merito di aver dato vita ad un'iniziativa,=
=20
>altrove impossibile quan
>do =E8 stata concepita, il rischio di ribadire una permanente "casa madre"=
=20
>in Brasile, con la ovvia d
>ipendenza dalle principali organizzazioni brasiliane, dal PT alla CUT, con=
=20
>le loro complesse dinami
>che interne ed istituzionali, non dovrebbe essere sottovalutato da nessuno.
>
>
>
>E anche sulla costituzione di un Consiglio europeo (e degli altri=20
>continentali per gli analoghi For
>um) che dovrebbe gestire il primo Forum europeo di novembre in Italia,=20
>abbiamo sentito indicazioni
> non tranquillizzanti da parte di autorevoli esponenti del Consiglio=20
> mondiale (organo costituito pe
>r Porto Alegre 1 e poi mai sottoposto a verifica) come Bernard Cassen,=20
>secondo le quali dovrebbe es
>sere il Consiglio mondiale a controllare e vidimare con i propri esponenti=
=20
>tale costituzione. Ora,
>se =E8 ovvio che non avrebbe senso costituire i Forum continentali in=20
>alternativa/contrapposizione a
>quello mondiale, non =E8 neanche accettabile essere messi "sotto tutela",=
=20
>con un processo gerarchico
>dall'alto che pioverebbe ad esempio sul Forum europeo sovradeterminandolo,
>
>
>
>Il ruolo del Cobas nella delegazione italiana
>
>
>La delegazione italiana ovviamente non rappresentava unitariamente tutti i=
=20
>delegati italiani presen
>ti nel Forum. Si era convenuto gi=E0 dall'ultima Assemblea Nazionale di=
Roma=20
>che potesse rappresentar
>e appena coloro che facevano riferimento ai movimenti sociali che si=20
>riconoscevano - nelle differen
>ze dei percorsi - nell'ambito dei Social Forum, con le discriminanti del=20
>rifiuto della guerra e dei
> programmi neoliberisti. Seppur non senza contrasti e discussioni=20
> accesissime, la delegazione itali
>ana ha svolto un ruolo di rilievo superiore a quello dello scorso anno,=20
>portando a casa, grazie anc
>he alla presenza puntigliosa e intransigente della delegazione Cobas,=20
>risultati di portata non tras
>curabile.
>
>Innanzitutto, siamo stati i principali promotori, con la fattiva=20
>compartecipazione di argentini e b
>rasiliani, della aspra contestazione al "centrosinistra mondiale", che=20
>voleva rifarsi una verginit=E0
> politica sorvolando sul liberismo e sul sostegno alla guerra. Tale=20
> contestazione ha risistemato i
>confini programmatici del movimento e segnato l'inizio dei lavori.
>
>Poi, seppur tra contrasti, abbiamo ottenuto che il primo Forum europeo si=
=20
>svolga in Italia. E non s
>i tratta di un successo " di campanile": farlo in Italia con dietro il pi=
=F9=20
>poderoso movimento d'Eur
>opa e di fronte il peggior governo d'Europa, non =E8 la stessa cosa di=20
>effettuarlo in Francia sotto l
>'egida di aree politiche abbastanza prossime al governo Jospin, con il=20
>rischio di una soffocante pr
>esenza istituzionale. La scelta di effettuare il Forum in Italia non =E8=20
>comunque esente da rischi di
> questa natura: come delegazione Cobas abbiamo gi=E0 detto che non saremo=
=20
> disposti ad accettare alcun
>a forma di "inciucio" con le Amministrazioni locali, n=E9 a consentire che=
i=20
>contenuti di lotta di un
> Forum diventino merce di scambio con qualche politico ansioso di farsi=20
> propaganda elettorale sulla
> nostra pelle: noi vogliamo avere mani libere ovunque per porre i nostri=
=20
> contenuti e le manterremo
> a qualsiasi costo.
>
>Abbiamo poi dato un contributo rilevante, anche qui tra contrasti non=20
>indifferenti, al migliorament
>o del documento finale dell'Assemblea dei movimento sociali, sia sulla=20
>questione della guerra e del
> terrorismo, sia sulle tematiche del conflitto sociale: anche se varie=20
> forze, anche all'interno del
>la delegazione italiana, hanno impedito una radicalit=E0 assolutamente a=20
>portata di mano nella formul
>azione finale.
>
>Infine, il nostro lavoro ha contribuito decisamente a porre al centro=20
>dell'attenzione, per ci=F2 che
>riguarda i grandi appuntamenti di mobilitazione mondiale antiliberista, le=
=20
>iniziative intorno all'a
>ppuntamento della FAO a Roma il 12 giugno. Tutto lascia credere che=20
>avremo, per quella data, una pa
>rtecipazione mondiale all'evento almeno equivalente a quella di Genova e=20
>che dunque grandi responsa
>bilit=E0 incombono sul movimento italiano per la buona riuscita della=20
>manifestazione e delle iniziati
>ve di dibattito che accompagneranno l'assemblea della FAO.
>
>
>
>In quanto al metodo democratico all'interno della delegazione italiana,=20
>ricordiamo innanzitutto che
> siamo stati, come gi=E0 l'anno scorso, l'unico caso di delegazione=20
> unitaria nazionale: da tutti gli
>altri paesi sono giunte delegazioni delle singole organizzazioni o reti o=
=20
>movimenti, ognuno dei qua
>li voleva assolutamente parlare per s=E9, senza mediazioni. La nostra=20
>delegazione si =E8 riunita una pr
>ima volta in sede plenaria (almeno 500 partecipanti) ed ha fissato alcune=
=20
>linee-guida da sostenere
>nel Forum, nonch=E9 un appuntamento giornaliero di conferenza-stampa=
gestito=20
>a rotazione da gruppi di
> 3-4 delegati che variavano ogni giorno.
>
>E' stata anche sfatata, speriamo definitivamente, la "leggenda" che=20
>imponeva l'inevitabilit=E0 di un
>portavoce che, altrettanto inevitabilmente, finisca per assumere il ruolo=
=20
>di "segretario generale d
>el movimento": si =E8 visto che gruppi ad hoc, e a rotazione, possono=20
>svolgere benissimo tale funzion
>e e che, anzi, tale articolazione collegiale e mobile =E8 pi=F9 funzionale,=
=20
>rassicurante e rasserenante
> rispetto all'accentramento di giudizi, rappresentanza ed esposizione=20
> elevatissima su una sola pers
>ona, aldil=E0 del nome, delle capacit=E0 e volont=E0 soggettive.
>
>La delegazione si =E8 poi rivista giornalmente in appuntamenti assembleari=
=20
>che per=F2 hanno coinvolto i
>n genere 100-150 persone, con disfunzioni notevoli nella circolazione=20
>delle informazioni, che avrem
>mo potuto almeno in parte evitare, nonostante l'accavallarsi frenetico di=
=20
>iniziative, se ci fosse s
>tato un adeguato lavoro unitario in tal senso.
>
>
>
>Un discorso a parte merita l'attivit=E0 che come Cobas abbiamo svolto=20
>cercando di intessere rapporti
>con le organizzazioni che avevano con noi posizioni pi=F9 similari. In=20
>particolare ci =E8 sembrato degn
>o di interesse il contatto sviluppato con la delegazione argentina ed in=20
>particolare con il sindaca
>to CTA, che pur non potendosi definire un sindacato autogestita svolge un=
=20
>ruolo di aggregazione di
>base ed in questo momento =E8 completamente interno alle dinamiche dei=20
>movimenti sociali argentini.
>
>Ci =E8 sembrato di poter capire che in questo momento la situazione in=20
>questo paese merita molta atte
>nzione e sostegno per gli sviluppi che potrebbe avere.
>
>Questi compagni sono in modo particolare preoccupati dei problemi legati=20
>alla repressione che vanno
> ben oltre alla lista dei 27 morti durante le sommosse popolari.
>
>Ci hanno parlato di un compagno, leader dei disoccupati incarcerato e poi=
=20
>condannato ad oltre 5 ann
>i. Abbiamo preso in considerazione l'ipotesi di dare vita ad un collegio=20
>di difesa internazionale p
>er dare risalto internazionale a questa situazione.
>
>Importante =E8 comunque organizzare forme di sostegno internazionale a=20
>partire dalla corretta informa
>zione sui fatti e sulle condizioni sociali presenti in questo paese, dove=
=20
>il neoliberismo ha letter
>almente distrutto l'economia del paese.
>
>L'informazione fornita dalla nostra stampa quotidiana =E8 stata spesso=20
>fuorviante e ci ha rappresenta
>to i "cacerolazos" come movimento della classe media che non si pone alcun=
=20
>problema di trasformazio
>ne sociale. Abbiamo potuto verificare che in realt=E0 le assembleas=20
>barriales costituiscono sicuramen
>te un forte antidoto a questo rischio.
>
>Riteniamo opportuno in questo contesto organizzare anche uno scambio di=20
>delegazioni per scambiare e
>sperienze che devono crescere in sintonia anche creando strumenti comuni.
>
>
>
>Altro importante riferimento =E8 stato per noi l'attivit=E0 di Via=
Campesina e=20
>dei Sem-Terra con cui ri
>teniamo indispensabile proseguire il rapporto. Questo movimento sta=20
>assumendo un peso sempre pi=F9 st
>raordinario nelle lotte dell'America Latina e i contenuti delle lotte li=20
>portano ad essere uno sple
>ndido esempio di come si pu=F2 coniugare radicalit=E0 e movimento di massa.
>
>
>
>Gli appuntamenti: l'Assemblea nazionale di movimento del 2-3 marzo
>
>
>E' evidente che l'Assemblea nazionale di movimento del 2-3 marzo a Bologna=
=20
>dovr=E0 dedicare ampio spa
>zio ai processi decisionali a livello nazionale ed internazionale. Tenendo=
=20
>conto pure del fatto che
> il movimento non si riassume solo in quanto, pur di grandissimo rilievo,=
=20
> si =E8 manifestato a Porto
>Alegre e di quanto in Italia si rappresenta nei Forum sociali (per favore,=
=20
>chiamiamoli all'italiana
> e non all'inglese, in tutto il mondo non anglosassone tutti usano la=20
> propria lingua al proposito)
>e nelle aree nazionali organizzate: e che dunque sarebbe distruttivo=20
>qualsiasi tentativo di costrui
>re una sorta di Partito (nazionale o mondiale) dei Forum sociali con un=20
>suo programma organico e ri
>gido da prendere o lasciare "in toto".
>
>Nello stesso tempo, per=F2, =E8 indubbio che mettere insieme aree o=20
>organizzazioni nazionali, Forum loc
>ali e settori di movimento che poco o nulla partecipano alle attivit=E0 dei=
=20
>Forum - e per giunta farl
>o a livello europeo, ove non esiste alcun tentativo unitario analogo a=20
>quello italiano - =E8 un proce
>sso di una complessit=E0 inaudita e senza precedenti. E resta il fatto,=20
>comunque, che se l'intero mov
>imento antiliberista e anticapitalista non =E8 racchiuso solo nelle=20
>principali organizzazioni naziona
>li che hanno promosso l'ex-GSF e nei Forum sociali, purtuttavia tale=20
>intreccio =E8 quello che ha prom
>osso, guidato o agevolato in maniera decisiva tutte le principali=20
>mobilitazioni unitaria, dal 10 no
>vembre contro la guerra o il 19 gennaio in difesa dei migranti: ed anche=20
>straordinarie mobilitazion
>i dei lavoratori, come quella dei Cobas e del sindacalismo di base il 15=20
>febbraio, hanno potuto tra
>rre agevolazioni significative da tale quadro unitario (e nulla toglie a=20
>ci=F2 il fatto che sia alle
>Assemblee nazionali che ai Forum locali partecipino molte meno persone di=
=20
>quelle che vanno ai corte
>i: questo =E8 sempre successo, anche nel '68 o nel '77, quando pure le=20
>organizzazioni nazionali o non
> c'erano o erano molto meno presenti).
>
>Nell'assemblea di marzo, dovremo delineare in particolare il processo di=20
>formazione del Forum europ
>eo: come ne discutiamo i contenuti, come lo strutturiamo ed in particolare=
=20
>di come riusciamo a far
>partecipare i movimenti di quei paesi europei (Germania, Inghilterra) e=20
>tutta l'area dei Balcani e
>delle repubbliche ex socialiste finora assenti in questo dibattito, come=20
>coinvolgiamo le pi=F9 ampie
>aree di movimento presenti nel nostro paese anche quelle non=20
>immediatamente riconducibili a i Socia
>l Forum, evitando sia le gerarchizzazioni sia il caos; nonch=E9 la scelta=
=20
>della sede, che eviti strum
>entalizzazioni istituzionali ma garantisca le strutture adeguate, e la=20
>delegazione che andr=E0 a Brux
>elles il 9 marzo per il primo incontro europeo. Dobbiamo poi arrivare a=20
>definire quel nuovo Patto d
>i lavoro che, partendo e non fermandosi al documento di Porto Alegre,=20
>articoli un discorso pi=F9 adeg
>uato e pi=F9 attinente alla situazione italiana e al "qui ed ora". E=
infine,=20
>si deve delineare un pro
>gramma di mobilitazione sociale credibile e possibile che impegni=20
>collettivamente il movimento, pro
>seguendo e rafforzando il conflitto sociale contro il governo Berlusconi=20
>le sue politiche liberiste
>.
>
>
>
>La delegazione COBAS presente a Porto Alegre - Febbraio 2002
>
>
>
>Graziella Bastelli, Piero Bernocchi, Roberto Casalini, Nicola Delussu,=20
>Giacomo Mondov=EC
>
>
>
>
>
>PORTO ALEGRE 2002
>
>RIFLESSIONI IN APPENDICE
>
>
>
>
>
> "In contemporanea allo svolgimento del Forum Sociale Mondiale di=
=20
> Porto Alegre, si =E8 apert
>o oggi a New York il forum economico mondiale".
>
>
>
> Scherzi mediatici? E' possibile. Certo =E8 che con questa formula=
=20
> molte testate della stampa e della televisione informavano=20
> sull'apertura di quello noto come Forum di Davos, contro cui, tra le=20
> varie iniziative, fu convocato il primo Foro Sociale Mondiale. Cos=EC,=20
> almeno nella
>rappresentazione mediatica, quei movimenti agglutinatisi attorno alle=20
>iniziative di protesta contro i vertici delle istituzioni internazionali=20
>del capitalismo, senza forse esserne troppo consapevoli si trovavano il=20
>cosiddetto "boccino" in mano.
>
> Di questo hanno avuto, forse si o forse no, poca percezione i=20
> membri del comitato internazionale del Forum di Porto Alegre che nella=20
> probabile ansia di riconfermarsi, convocavano formalmente il III Forum=20
> sempre a Porto Alegre e sempre in "concomitanza con il Foro Economica=20
> Mondiale".
>
>
>
> Alcuni partecipanti al I Forum di Porto Alegre, affermarono:
>
> "Al di l=E0 delle considerazioni positive o meno, =E8 certo che=
=20
> Porto Alegre segner=E0 un punto, ci sar=E0 un prima e un dopo". E ad=20
> osservare quello che =E8 accaduto nel discorrere di quest'anno tali=20
> affermazioni appaiono oggi quasi profetiche. Non si pu=F2 certo avere la=
=20
> presunzione o il
>cattivo gusto di sostenere che gli accadimenti dell'anno trascorso=20
>derivino, anche solo in parte, dal I Forum, anche perch=E9 il mondo =E8=
stato=20
>colto pi=F9 da disastri che da eventi positivi, ma tant'=E8 che comunque la=
=20
>cronologia =E8 ineccepibile.
>
> Venendo per l'appunto momentaneamente alle mura domestiche, pare=
=20
> che orecchie indiscrete abbiano colto tra le parole di un noto=20
> parlamentare DS le seguenti:
>
> "Questo Movimento va preso sul serio, da un anno mette in piazza=
=20
> ogni mese pi=F9 di 100.000 persone e non accenna a diminuire."
>
> A proposito vale la pena di elencare le scadenze pi=F9=
significative:
>
>Febbraio 2001, sciopero della scuola; Aprile OCSE a Napoli; Luglio G8,=20
>scadenza del Forum Mondiale; Luglio manifestazioni dopo Genova; Settembre,=
=20
>contro la guerra; Novembre, contro la guerra; Novembre Stati Generali=20
>della scuola; Dicembre, sciopero COBAS e Bruxelles; Gennaio contro la legge=
su
>gli immigrati, Febbraio sciopero.
>
>
>
>Tornando al Forum, tra le conferenze plenarie, di notevole rilevanza, per=
=20
>contenuti e per l'equilibrio del forum, si =E8 confermata quella di tre=20
>giorni sulle aree di maggior conflitto, soffermatasi particolarmente su=20
>Colombia, Palestina, Afganistan e Paesi Baschi, forse trascurando l'Africa,=
ma
>aprendo un discorso laico su violenza e lotta armata, legittimando tutti=20
>quei movimenti ed organizzazioni popolari costrette a fare i conti con=20
>questa, messi in difficolt=E0 dalla dichiarazione del Consiglio Mondiale=
del=20
>Forum secondo cui coloro che avevano a che fare con la violenza erano da
>considerarsi esterni al Forum.
>
>
>
>Riguardo all'assemblea mondiale dei movimenti, uno dei punti salienti dal=
=20
>nostro punto di vista.
>
> E' indubbio che il cosiddetto effetto palcoscenico ne abbia=20
> ridotto notevolmente le potenzialit=E0, riconducendo pi=F9 su aspetti e=20
> dinamiche regionali che complessive.
>
> In sostanza molti, noi compresi, erano soggetti alla=20
> necessit=E0 di ottenere risultati da spendere a casa, piuttosto che a=20
> verificare la validit=E0 complessiva di alcuni percorsi ed analisi, nonch=
=E9=20
> il necessario confronto e coordinamento.
>
> L'unica organizzazione che ha dimostrato un'azione efficace e=20
> complessiva e stata Via Campesina.
>
> Da questo spunto ne consegue una necessaria riflessione su come=
=20
> rilanciare e disegnare le relazioni internazionali. E' indubbio che=20
> l'interscambio con altre organizzazioni contribuisca a creare possibili=20
> correlazioni di forze utilizzabili anche in situazioni come queste. Ma =E8=
=20
> altrettanto
>vero che tali relazioni trovano il loro sviluppo nell'articolazione=20
>programmatica, nell'ambito delle dinamiche internazionali, di progetti e=20
>obbiettivi pragmaticamente perseguibili. Per esempio: ha pi=F9 senso=20
>invitare delegazioni della FIAT argentina e brasiliana, constatare con=20
>rammarico la
>sequenza di chiusura dei rispettivi stabilimenti, concordare una lotta per=
=20
>conservare il posto di lavoro e un salario europeo per tutti gli operai=20
>FIAT, dall'ipotetico (molto ipotetico) esito o pu=F2 essere pi=F9 proficuo=
=20
>spendere comunemente delle energie per tentare di individuare quali
>trasformazioni sociali comporter=E0 il cambiamento dei modelli produttivi,=
=20
>di cui la chiusura degli stabilimenti FIAT =E8 una conseguenza e=
programmare=20
>una serie di attivit=E0 e progetti a riguardo.
>
> Ovviamente questo ci induce a qualche riflessione sul=
neoliberismo.
>
> Praticamente una buona parte della mozione conclusiva=20
> dell'assemblea mondiale dei movimenti, di profilo pi=F9 che accettabile a=
=20
> parte qualche sbavatura, si occupava del neoliberismo. In effetti il=20
> titolo del Forum Sociale Mondiale era contro la guerra e il neoliberismo.=
=20
> Ora essendo un
>forum mondiale, vi si affrontano tematiche mondiali, e in effetti la=20
>presenza di rappresentanti o partecipanti era pi=F9 completa,=20
>geograficamente, che nell'edizione precedente, erano presenti anche=20
>delegazioni asiatiche e africane, il che ci ha rivelato, tra l'altro, come=
=20
>posizioni europee date
>per radicali non lo siano se collocate in un contesto realmente globale
>
> In tale scenario sorge spontanea la domanda: come si articola il=
=20
> neoliberismo nelle varie zone geografiche? Per esempio, come si manifesta=
=20
> il neoliberismo in Congo? Come =E8 composto lo Stato sociale che il=20
> neoliberismo sta smantellando in Afganistan? Quali diritti sindacali la
>flessibilit=E0 ha cancellato in Arabia? Come =E8 stata privatizzata=20
>l'assistenza sanitaria in Burundi. Certo le popolazioni di queste aree=20
>conoscono da due secoli il capitalismo e ne muoiono, ma il neoliberismo?=20
>Non erano neoliberisti i mercenari katanghesi in Congo, anzi si era negli=
=20
>anni sessanta e
>gli stati che li armavano erano keynesiani.
>
> Probabilmente la convinzione che il neoliberismo sia diffuso nel=
=20
> terzo mondo nasce dalla considerazione che =E8 in America Latina che si =
=E8=20
> iniziato a sperimentare e dove ha prodotto e sta producendo i suoi pi=F9=
=20
> deleteri effetti. Ma considerare il Latino-America terzo mondo non =E8=
corretto.
>
> Fino a buona parte degli anni cinquanta l'immigrazione europea=20
> in Argentina, Brasile e altri stati latino-americani era notevole, vi=20
> erano maggiori opportunit=E0 lavorative ed economiche e gli standard=20
> generali erano superiori ad alcuni paesi dell'Europa occidentale. A=20
> tutt'oggi il Brasile
>figura tra le prime dieci potenze industriali, nonostante il suo debito=20
>estero sia il pi=F9 elevato del mondo.
>
> In altri paesi Latino-americani la situazione =E8 molto=20
> differente, comunque nella gran parte di questi una parvenza di stato=20
> sociale c'era..
>
>Altre sono le caratteristiche storiche e sociale dei paesi del terzo mondo.
>
>Questa divisione in tre mondi e ben definita in vari testi. E' datata a=20
>dopo la fine della seconda guerra mondiale, quando per primo mondo si=20
>intendeva quello "libero" capitalista, per secondo quello socialista e il=
=20
>terzo mondo era rappresentato dalle colonie in via di emancipazione.
>
>L'America Latina =E8 quindi parte del primo mondo e si pu=F2 affermare che=
=20
>dagli anni settanta, il cosiddetto neoliberismo, ha interessato con=20
>differenti intensit=E0 sostanzialmente il I mondo e ultimamente parte del=
=20
>secondo.
>
>
>
>Varrebbe la pena di dedicare il giusto spazio a capitalismo e=20
>neoliberismo, tuttavia alcune osservazioni, grazie anche al contributo di=
=20
>questo forum si possono evidenziare.
>
>Per il capitale applicare il neoliberismo dovrebbe essere conveniente in=20
>situazioni sociali e geografiche prevalentemente dedicate a produrre e non=
=20
>a consumare, perch=E9 dato che deprime i consumi non sarebbe opportuno che=
=20
>ne venissero coinvolti eccessivamente i consumatori. Inoltre =E8 utile per
>integrare nel mercato servizi o consumi precedentemente erogati dallo=
Stato.
>
>Perch=E9 sia efficace =E8 necessario che sia in atto una separazione tra=20
>produttori e consumatori, cosa che in altre fasi del capitalismo non vi=20
>era affatto.
>
>In Europa e in America dalla rivoluzione industriale agli anni settanta=20
>era esattamente il contrario. Quella fase del capitalismo, in cui il=20
>modello produttivo prevalente contemplava grandi stabilimenti industriali=
=20
>e conseguenti grandi concentrazioni di manodopera, ha determinato il=
processo
>sociale storico di formazione della classe operaia, classe sociale di=20
>produttori e successivamente di consumatori, in cui l'azione sindacale sui=
=20
>salari ed il sostegno delle politiche statali ne aumentavano i consumi,=20
>incrementando l'economia di scala quindi produttivit=E0 e profitti, modello
>produttivo e sociale che viene comunemente definito come "fordista".
>
>Successivamente eventi tecnologici, geopolitici e sociali hanno modificato=
=20
>questi modelli, reso possibile l'ampliamento dell'economia di scala a=20
>livello globale, la divisione internazionale del lavoro e dei consumi.
>
>La cosiddetta "economia di scopo", ovvero l'estrema diversificazione dei=20
>prodotti, la possibilit=E0 tecnologica di una stretta connessione della=20
>produzione alla domanda tale da ridurre o azzerare i fenomeni di=20
>sovrapproduzione, prevale oggi sulla produzione di "beni di consumo di=20
>massa", operando
>una sostanziale separazione tra produttori e consumatori e ovviamente una=
=20
>profonda trasformazione sociale.
>
>Sarebbe disdicevole commettere lo stesso errore che commisero molte delle=
=20
>organizzazioni marxiste dei movimenti operai e comunisti del secolo=20
>passato, secondo cui tutte le societ=E0 capitaliste prima o poi si=
sarebbero=20
>evolute seguendo un modello "fordista", consentendo alla classe operaia di
>raggiungere una massa critica tale da permetterle la gestione della=20
>societ=E0. Gli eventi ci hanno mostrato che i percorsi del capitalismo=20
>seguono dinamiche differenti nel tempo e nello spazio.
>
>Probabilmente il neoliberismo =E8 una di queste dinamiche , ciascuna delle=
=20
>quali comporta sempre trasformazioni sociali peculiari, in cui l'unica=20
>costante =E8 la contrapposizione tra capitale e lavoro.
>
>
>
>Risulterebbe velleitario pretendere oggi dal forum indicazioni su come=20
>affrontare questi argomenti, che comunque ci competono, considereremmo gi=
=E0=20
>un risultato positivo se venissero mantenute le potenzialit=E0 affinch=E8 i=
=20
>forum mondiali possano costituire un valido contributo a questo.