Author: Jaromil Date: To: hackmeeting Subject: Re: [Hackmeeting]
a tutti gli attivisti, collettivi, gruppi politici e centri sociali, a tutte le realtà di movimento: nasce ACTIV@rmy.
On Mon, 01 Aug 2011, blanchì wrote: >
> una volta in assemblea di collettivo si finì a discutere tra di noi
> per una questione: c'era chi pensava che il fatto di prendere parola
> in assemblea fosse del tutto una normale, pura e semplice decisione
> di chi ha qualcosa da dire. che la voglia di protagonismo
> dev'esserci, e che se uno ha una cosa da dire fà un torto a sé
> stesso non dicendola, per cui per forza la dirà; di conseguenza se
> uno non dice niente è perchè non ha niente da dire. (Il che è
> talvolta ovviamente vero. ma molto più raramente di quel che si
> crede, io penso) io in questa situazione/discorso ci vedo due cose
> che per me, nel mio modo di pensare la politica, non vanno bene, nel
> senso che non sono affini alla pratica di cambiamento che desidero
> per me, e che non voglio ci sia quando mi relaziono con gli altri
> attorno a me. ho ripetuto mille volte "dire". scusate ma la
> ripetizione è voluta. perchè a mio parere è nauseante questo obbligo
> di dire, di esserci su tutto, l'esporsi a tutti i costi, il
> protagonismo. per me non sono altro che riproposizioni di modalità
> che effettivamente, pensandoci, appartengono al mondo
> lavorativo. forse ancor peggio è la mancanza di attenzione, di cura
> delle relazioni che ti portano a non prendere neanche in
> cosiderazione l'idea che uno potrebbe aver qualcosa da dire ma
> semplicemente non è nella condizione emotiva, o nella "modalità
> relazionale", per farlo. questo anche lo trovo tiranneggiante nel
> suo piccolo, e spietato quanto può esserlo il mondo del lavoro.
bella spiegazione, ho personalmente apprezzato i silenzi in assemblea
hackmeeting, ma non avrei saputo spiegarne meglio di te il perche'. mi
hanno fatto comprendere che siamo una comunita' matura, che rispetta
il tempo altrui, non mi hanno fatto pensare che non avevamo niente da
dire, ne' disperare del fatto che "manca la leadership". erano anni
che sognavo un movimento senza tutta sta cazzo di leadership.
per il resto non colgo piu' l'attinenza al topic, ma forse il punto e'
che mettendo a confronto i comportamenti fra attivisti con quelli fra
colleghi ci si rende conto di quanto poco riusciamo ad essere
rivoluzionari con noi stessi e nella quotidianita' del fare, pensare,
comunicare.
una cosa pero' non ci puo' togliere nessuno: e' la capacita' di
restare umani.